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BRUCHERÒ NEI PASCOLI – I KNOW MY CHICKENS PT.5

Prendere un PALO non è mai stato così bello.

Guida ignorante all’ascolto del nuovo album dei Brucherò nei pascoli.

“Si scommetteva tutto quanto sulla musica, coscienti che non saremmo riusciti a pagarci le bollette.
Per noi “PALO” è diventata un’aspirazione: ogni scelta che prendevamo era un palo fuori o palo goal, segnare o buttarla fuori. Alla fine ci siamo resi conto che la cosa che accomunava ogni nostra decisione era questa continua non risoluzione degli avvenimenti.”

  1. Palle Piene / 2. Renatino / 3. Ghicci ghicci

Le prime tre del disco le conoscevamo già, sono estratte da “Ghicci ghicci”, uno degli EP più cafoni della scena indipendente italiana, prima bandierina sul risiko dell’alternativa Italiana. Per completare il cerchio, i Brucherò tornano in strada con un album costruito con minuzioso disordine. Traccia per traccia proviamo a ricostruire il viaggio che ha portato questi tre ragazzacci a diventare ciò che sono: dei soddisfattissimi falliti

  1. Piccoli fuochi

Come fai a restare un inguaribile romantico anche alla luce dei piccoli fuochi appiccati sulla Milano-Lecco?
Di certo un po’ di charme lo perdi e magari ti scappa anche una bestemmia nel ritornello, nonostante tutto una ballad nostalgica e malinconica la tiri fuori comunque.

  1. Lambretta

Traccia manifesto della canzone lombarda post-moderna.
Non è una supercazzola, è semplicemente un fantastico, forse geniale, inno proletario.
Per questi tre Lambrate è stato il centro del mondo e ce lo vogliono dimostrare con una canzone. Appartenenza allo stato puro.

  1. Montreal

Il sogno americano è un incubo. Il pezzo che ha ispirato invece viene fuori una mina.
Se Battiato scrivesse cori da stadio probabilmente verrebbe fuori una cosa del genere. CeriWax alle produzioni è magistrale, mescolare il tutto con un pizzico di ignoranza e alzare i bassi.

  1. Giorni

Un vecchio pezzo che prende vita, quasi a sfidare sto tempo insensibile che continua a scorrere nonostante tutto. Produzione favolosa e bella cattiva, non osiamo immaginare come sarà da sotto al palco.

  1. Pascoli

In una vita sbandata, che puzza di alcol, da capogiro, un solo punto fermo rimane.
“Se a mio fratello manca il fiato io ne ho abbastanza”. A metà tra l’omonimo poeta e il gregge, in un tripudio di elettronica il gruppo diventa fratellanza; diventa casa.

  1. Teniamoci stretti

Il culmine della poetica dei Pascoli, il fulcro di tutto. Teniamoci stretti è un abbraccio. È uno strano amore che vince su tutto. Tenersi strette le persone importanti, a volte, è l’unico modo per tirare avanti o in questo caso: per fare un disco.

Proprio “teniamoci stretti” è il titolo del documentario preparato ad hoc per il disco, trovate il Link Qui.