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LE USCITE DELLA SETTIMANA

Pensavamo di morire sotto le intemperie della scorsa terribile settimana.

E INVECE ECCOCI DI NUOVO QUI, a migliorare le vostre noiosissime giornate da normie.

Questa volta con ben 8 nuove uscite carucce scritte dai nostri amatissimi fratellini articolisti.

Pronti amori?

INPASTE – AURORA MASTER  

INPASTE è Fabrizio, classe 2000 di Genova, scoperto da Collettivo HMCF nel 2021 grazie a delle demo su SoundCloud.

Oggi è disponibile il suo primo EP “Aurora Master”, realizzato da lui e sistemato in studio da Dario Pruneddu. 6 brani in 16 minuti che raccolgono adolescenza, compressori, equalizzatori, pianti ed amori andati male.

Ma, prima di tutto, partiamo da zero, da quando INPASTE era Impasse, un gruppo prog del capoluogo della Liguria. Il Frontman della band e Fabrizio sono amici, così il nome viene storpiato e nasce un progetto in acustico fatto di demo. L’adolescente, in camera con Audacity, un microfono USB regalato e tanto amore per Alex G, incomincia a registrare chitarre e basso direttamente dall’amplificatore, dando vita a numerose tracce tutt’ora disponibili su Bandcamp.

Questi brani sono arrivati, non si sa bene come, alle orecchie del Collettivo HCMF, che ha subito proposto l’inserimento di un inedito (COMPRESSORE RICORDO) nel loro ‘Megadrop’ su Spotify.

La collaborazione si sviluppa, Fabrizio si sposta tra Milano e Genova, nella prima città dà rifiniture alle canzoni insieme a Dario – con cui instaura un duraturo rapporto – e nella seconda, grazie ad un coetaneo, si avvicina ad Ableton, Muovendosi verso musica dal sound più elettronico.

Questo percorso ha dato vita ad AURORA MASTER, EP che prende il nome da un vecchio proiettore giocattolo, in grado di mostrare l’aurora boreale sul tetto della propria camera.

Le tracce sono rielaborazioni di vecchi testi o parti di essi mischiate a nuovi pezzi. Il significato generale è quello di chiudere il cerchio iniziato anni fa, durante il terribile lockdown, con le sue demo su SoundCloud; lavoro riuscito alla perfezione. ‘15/16’, seconda traccia di A.M. è la rielaborazione di ‘Epigramma II’ e ‘Nervi’, non ci sono più cori femminili e chitarre acustiche, resta il poste dove si vive e si dorme, mischiato con i piatti rotti, elementi che appaiono più volte nel corso dell’EP, come il cranio, compressori e palazzi.

Stesso trattamento per ‘C. Ricordo’, traccia incredibilmente efficace già dallo stato embrionale di demo, audio rovinato, tosse e voce con pochi effetti, tutto il necessario per trasmettere le emozioni di Fabrizio.

Trattata e rifatta successivamente a Milano assieme al produttore Pruneddu, in una versione più digitale ed al passo con i tempi.

Nota importante per il ragazzo, che tengo a menzionare, è stato vederlo dal vivo a Scintille, festival organizzato da collettivo HCMF nelle vicinanze di Bologna. In quell’occasione INPASTE si era già mostrato sicuro alle prese con il pubblico, facendolo ballare, oltre a ciò è stato diurna cordialità impagabile, a mostrare la serietà decantate.

SIAMO davvero felici del suo percorso e curiosi per il suo futuro Godiamoci il presente con Aurora Master

E, se non lo avete ancora fatto, cercate INPASTE su Bandcamp Che vi si aprirà un mondo!!!!!!!!!

MICHAEL MILLS – EXCEL  

Michael Mills tra lavoro ed estate in Excel

Il ragazzo di Parma, membro del TeamCro, torna dopo l’album ACUFENE (Funclab Records / La Tempesta Dischi) con il singolo Excel.

Due tracce rilasciate questo mercoledì (17/05/2023) con Funclab Records, ci avvicinano alla nuova calda stagione, distaccandosi dal percorso  dello scorso inverno fatto di singoli e album.

Excel omonima traccia ed Un posto al sole, tra strumentali assurde, in continua evoluzione per tutta la loro durata su cui vengono cantate, quasi solamente pronunciate, alla leggera, poche parole.

Mills con questa semplicità è in grado di comunicare prima le sue difficoltà manageriali – qualità che sembrano essergli assegnata da un ipotetico superiore – ed in seguito la voglia di estate in una traccia che ricorda i classici italiani grazie al classico “posto al solo” cantato oramai da tutti.

6 minuti, un simpatico piano alla fine, una copertina estremamente surreale e tanto relax.

Consigliamo affiancare all’ascolto del singolo il dolce libro Super Relax HD 1080 di Dr. Pira.

SIAMO ANCHE NOI IN ATTESA DELL’ESTATE DAVVERO DAI CHE TANTO QUA SIAMO PER LA MAGGIOR PARTE STUDENTI NON CE LA SI FA PIÙ SERIAMENTE ALMENO SI CHIUDE LA PARTITA, TRE MESI CIRCA E SI RIPRENDE CON MENO VOGLIA DI PRIMA.

Intanto però promettiamo tanta musica, senza impegno eh.

CENERI – PORTE

ceneri apre la Porta dei suoi ricordi e sentimenti, lasciandoci entrare 

ceneri torna dopo l’uscita del suo primo album con un nuovo singolo che ci fa respirare odori di casa; quest’ultima, tuttavia, è in una posizione precaria che lascia la cantante in bilico, non riuscendo a comprendere se è la benvenuta o no in quel contesto che le sembra meno famigliare rispetto ad una volta e che, nonostante la distanza creatasi, non intende lasciare andare. 

La base è dance e si adatta perfettamente alla stagione in corso ed all’estate che sta per arrivare, in totale contrapposizione rispetto al testo che invece suggerisce una tristezza ed un aria di cambiamento tipica dei giorni uggiosi. Così come il sound, anche la copertina ci suggerisce una musicalità disco grazie alla televisione su cui ceneri si appoggia, mentre lo schermo trasmette un’immagine in stile anni ’90.

72 HOUR POST-FIGHT – MADE OF CLAY 

I tristi ricordi del pesante lockdown riemergono nel nuovo singolo di 72-HOUR POST FIGHT.

La band del nord Italia lascia cantare Clauscalmo e F4 sulla loro MADE OF CLAY.

La traccia – che segue un po’ ‘Milano Maledetta’ dei 72H in collaborazione Deepho – è nata in un momento molto strano.

Carlo (Fight Pausa) stava cercando di addormentarsi in volo verso la Puglia per un concerto, cercando di non far vincere la paura dell’aereo.

In questo dormi veglia gli appare l’immagine di tutto il gruppo che canta assieme a Clara (Clauscalmo) e Pietro (F4) sulla traccia MADE OF CLAY.

Sceso dal velivolo ha comunicato a tutti il suo viaggio onirico, che li ha fatti pensare e dire “Si può fare davvero”.

Così viene chiesto al cantante di scrivere un testo obbligatoriamente in marchigiano,

cantato da lui e Clauscalmo, che ha registrato a Laveno le sue voci, così come i cori di Fight Pausa e Palazzi d’Oriente che si possono sentire leggermente in background.

Così ‘Ce casco dentro’ è nata, unendo due ragazzi sconosciuti, migrati a milano da Puglia e Marche, per riportare a tutti un senso di casa attraverso lyrics minimal e strumenti a tratti in disaccordo, un po’ come tutti noi in quel vortice del lockdown.

“arvoltamo sti cuscini / cercando qualcosa pe non smadonnà”

Cuscini, scarpe, letti sfatti, non sapere che giorno è oggi ed un silenzio dato dall’assenza di rumore pubblico sono tutto quello in cui inciampavano all’inizio di un triste 2020 che ha strappato tanto a tutti.

La copertina è così una rappresentazione perfetta di quel momento, un volto rappresentato a metà tra i meme e la realtà, infatti è la faccia di un amico di Carlo distorta.

SIAMO contenti, 

Riportare noi stessi a quei giorni neri ci permette di apprezzare maggiormente l’attualità e di realizzare come cazzo vivevamo.

Un buon reminder, migliore se, come in questo caso, dato tramite ottima musica.

Ascoltate CE CASCO DENTRO e tornate un po’ indietro assieme a noi!

NUOVA SARDEGNA – 115 

La scena rap italiana ha recentemente visto l’emergere di una nuova forza proveniente dalla Sardegna: il collettivo “Nuova Sardegna”.

Il loro primo brano ufficiale è “115”, un inno incendiario (per rimanere in tema con il titolo) che fonde abilmente il rap con le sonorità da club. Con la partecipazione di artisti come Low-Red, Praci, Cage.488 e Luchetto, e la produzione affidata a ilovethisbeat e Prisoner, tutti membri del collettivo.

“115” è un brano che colpisce immediatamente per la sua produzione accattivante. Il lavoro di ilovethisbeat e Prisoner ha dato vita a un mix coinvolgente di elementi trap e sonorità da club, creando un’atmosfera energica e pronta a far ballare chiunque la ascolti.

La presenza di diversi artisti all’interno di “115” aggiunge un’ulteriore dimensione al brano. Low-Red si occupa del ritornello, regalando un hook orecchiabile che si insinua nella mente dell’ascoltatore, e di una piccola parte nella strofa di Luchetto.

Praci, Cage.488 e Luchetto si alternano nelle strofe, offrendo flow distinti e questa varietà di stili vocali e di approcci al rap conferisce a “115” una freschezza unica nel genere.

Verso la fine del brano, 115 si distingue ancora di più grazie a un inaspettato cambio di beat. Luchetto prende il comando e si fa strada con una nuova energia, regalando un tocco di dinamismo al brano. Questa variazione aggiunge un elemento sorpresa che cattura l’attenzione dell’ascoltatore, tenendolo incollato alla canzone fino alla fine.

Il successo di “115” è solo l’inizio del collettivo rap sardo. L’entusiasmo attorno al singolo è cresciuto a tal punto che il pubblico non vede l’ora di ascoltare il prossimo progetto del collettivo: l’album, già annunciato su Instagram da tutti i membri del collettivo.

ISIDE – IN MEMORIA 

Si sono presentati a noi come “la tua boyband preferita” appena quattro anni fa e adesso sono al loro secondo album, gialossai, sto parlando degli ISIDE. A due anni da “ANATOMIA CRISTALLO” il gruppo bergamasco torna sulle maggiori piattaforme digitali con “In Memoria”, un album intimo in cui vince il tema dell’analisi, prima di quello che abbiamo dentro, poi di quello che ci circonda cercando di andare ad esaminare quelli che sono le insicurezze e il disagio portati dalla provincia bergamasca che nonostante tutto e tutti continua ad ospitarli. Si miscelano alla perfezione brani dai mood quasi opposti tra di loro. 10/10.

ZETA – SBAGLI 

Alessandro Lo Duca inizia a maturare l’idea di testi e brani musicali ai tempi delle scuole medie e da lì non abbandona più carta e penna.

Per avviare il suo percorso di maturazione artistica trova un nuovo appellativo, Zeta, e si tiene in allenamento, esplorando a fondo i suoi sentimenti riguardo ciò che più lo tocca.

Se uniamo i puntini, ovvero tutti i suoi immaginari sonori tra i quali l’EP Lacrime del 2021 e i vari singoli che ci portano a “Specchi” del 2022, arriviamo a “Sbagli” in uscita il 19 maggio.

La produzione di questo brano viene curata dalle mani esperte di Polezsky e Kang Brulèe, capaci di vestire quest’ultima introspezione di toni nuovi e di accompagnarlo nell’evoluzione.

E’ al Ronin, tempio della cultura orientale in un palazzo neoliberty a Milano.

Tra piatti tipici e pozioni alcoliche, si finisce al karaoke.

E’ una di quelle serate in cui non senti niente e tutto insieme. Vuoi chiudere gli occhi per perderti meglio dentro la tua stessa confusione.

“Non ho bisogno di te, tra noi non rimane niente” si convince.

Per giunta “sei l’opposto di me”, sempre pronta a mutare forma, non gli permette di sapere chi è davvero ed ha un tempismo imperfetto.

Le canzoni si susseguono, tutti stanno portando il divertimento al massimo.

Alessandro è distratto. L’intenzione di far progredire una situazione alquanto vaga lo rende pensieroso. E così “restiamo indietro”. 

Esce dalla stanza adibita al gioco musicale.

Si avventura per i piani e si ritrova vicino una parete di specchi. “Quando mi guardo non vedo più nulla”.

Desidererebbe che lei fosse nel suo sorriso o ritrovare quella luce del cuore negli occhi.

Invece rimane custodita gelosamente dentro di lui, che vorrebbe soltanto liberarla e lasciare che il suo effetto si possa sprigionare su di sé.

“Soltanto tu mi conosci davvero”, “hai detto che gli occhi non mentono”.

Questo periodo dura una vita, non riesce a identificarsi, crede di sentirsi fuori posto e tutto ciò di cui ha bisogno è quello di sentirsi a casa.

“Cerco qualcosa che non c’è”, accusa il colpo. “Tu non vuoi me”.

Meglio una boccata di aria fresca.

“Dovrei imparare a bastarmi, forse a chiedere scusa”. “Ogni volta mi perdo e non capisco perché”, “forse sappiamo solo farci male”.

“Tra i tuoi fantasmi e la paura” “siamo persi tra sbagli”. Ecco, probabilmente è così.

Il momento di rivelarle per davvero quello che prova non è mai arrivato: “non so se posso fidarmi e amarti”. Si sente troppo minacciato e vulnerabile. 

La reazione che ha si contrappone alla sua forte volontà: “per sentirmi al sicuro mi allontano da te”.

Zeta non è ultimo, ma è il primo che crede veramente in questo legame, che lo porta a lavorare sulle sue fragilità.

Così la sua sensibilità gli permette di creare il giusto ecosistema per tutte le sensazioni controverse che lo stanno attraversando, acquisendo il nome del brano.

Questo tormento appartiene alla notte.

“Milano non tiene a nessuno”, indifferente lo osserva, mentre intraprende la via di casa.

E’ fermo al semaforo, in attesa che possa scattare la luce verde nel cuore di lei.

Il vento soffia una sola domanda “Can I show my love for you?”

“Yebba’s Heartbreak” di Drake sta perdendo tutte le lettere, tutte le parole e tutto il suo contenuto. Tutti gli “I do, I do, I do” si rincorrono nel buio.

ALDA – BUBU CHACHA 

Ieri sono andato in palestra a fare la mia solita scheda di esercizi, cuffiette nelle orecchie e via. Capita proprio che mentre faccio la panca piana parte  la nuova traccia di ALDA, ed è allora che ho la pazza idea di caricare altri 50kg e farmi 3 serie da 30, spinto da Bubu Chacha, il primo dei 5 pezzi in 50 giorni annunciati da ALDA, ed è un pugno sulla bocca dello stomaco.

Bubu Chacha (come il taxi dell’ omonimo cartone Giapponese) è una drillata spietata tanto quanto il suo testo, pieno di figure retoriche crude e brutali. La tecnica è vera, non è reality, è empowering, è voce squillante e graffiata, è basso in sidechain con il kick clippato (grazie Lampoon, finalmente qualcuno che fa un beat drill decente in Italia). 

Tutto molto aggressivo, come mi piace, soprattutto se fatto da una come ALDA, in quanto le cruditè sono la sua specialità e sulla drill se la cavava già benissimo come dimostrato in Chokeslam.

Si può dire che ALDA è pronta al decollo, e se questa è la premessa, sarà un volo molto lungo e molto in alto.