QUANDO I POSER ROVINANO UN MOVIMENTO, THE MILANO INCIDENT
Dopo i fatti del primo Maggio a Milano tutta la pubblica amministrazione se l’ è presa con i “ravers”, ma siete proprio sicuri che i Ravers siano persone del genere?
Purtroppo per DJs Techno come me, cultori del genere e veri ravers, la techno ha ormai spopolato su TikTok in primis e sulle altre piattaforme. Oltre che commercializzare il genere (e far nascere aborti tipo Push Up), questa nuova wave di techno ha portato gente che non sa niente del background del genere (quelli che pensano che la techno sia nata a Berlino) ad avvicinarsi ad ambienti techno nelle maniere più disparate e spesso sbagliate.
Spesso non sanno neanche che genere o producer Techno gli piace, ballano e pippano ad oltranza finché non sorge il sole, che senza la cassa dritta pipperebbero e basta.
I veri Ravers non sono loro, anche se si definiscono tali. Il Raver ha una cultura che è molto simile a quella degli Hippies degli anni ‘60.
Le droghe sono onnipresenti ovviamente (ma lo erano anche nel movimento hippie d’altronde), ma ci sono anche componenti come il rispetto reciproco, del proprio corpo e dell’ ambiente circostante, cose che nelle nuove leve è completamente sparita.
Io parlo per la mia città, Roma. Se vai ad una serata Techno a Spazio Novecento o al Cieloterra, stai sicuro che incontrerai degli altri avventori pronti a passarti al filo di coltello per il puro gusto di farlo e pusher aggressivissimi pronti a venderti l’ MDMA più scadente che tu abbia mai provato, compromettendo la sacralità dei luoghi e la tranquillità dell’ avventore medio.
Anche per colpa di questi subumani il governo ha messo in vigore il D.L. “RAVE”, che prevede, anche per Ravers tranquilli che non si oppongono allo sgombero dei rave, ammende da 1.000 a 10.000 euro e addizionalmente anche degli anni di reclusione,una misura totalmente ingiusta ed illegittima.
Per questo la comunità Rave aveva organizzato dei cortei di protesta il primo Maggio, che però sono stati monopolizzati da dei ragazzini che orinavano ovunque e pippavano praticamente sui passanti,provocando un disordine generale che non farà altro che allontanare persone dalla vera causa di queste marce.
A queste persone non gli fregava niente di protestare, erano solo dei dementi che volevano festeggiare il primo Maggio ballando Techno scadente per strada strafatti di ketamina e cocaina di pessima qualità (spesso gesso con effetto placebo), fottendosene del vero scopo della marcia, ossia reclamare un diritto ingiustamente tolto.
Se sei uno di quegli pseudo-ravers a cui ho rivolto quest’articolo: prenditi una pausa, capisci il movimento, cosa ti piace e cosa no, ammansisci la tua cattiveria, riposa le narici che a 16 anni già ti devono ricostruire il setto e fatti una cultura, così da poter vivere in armonia con questa comunità, e non distruggerla.
QUESTE TOSSICI NON SONO RAVERS
La droga è presente, e lo è sempre stata in tutti gli aspetti della nostra vita, è sbagliato dare dei tossici ai ravers, perché a Milano la droga gira, è dovunque, a partire dalle piazze arrivando sulla punta dei grattacieli più prestigiosi, fare i moralisti non serve a nulla, soprattutto se si prende di mira un problema per non analizzarne altri 100, in tal modo da spostare l’attenzione dalle strisce in parlamento alle strisce in strada.
Legare i ravers alla droga è come dire “tutti i preti sono pedofili”, in ogni cultura esistono esponenti negativi, ma non per questo la si deve demonizzare, perché esistono appassionati che frequentano questi ambienti per la cultura che c’è dietro, e non solo per tirarsi due raglie a 190 bpm sotto cassa.
Distinguete i poser dagli appassionati, non usate i ravers come capro espiatorio per una feccia della società.
studiate i rave
salvate i ravers.
A cura di: @yungrxxmer e @vorreiballare
