SIAMO RITORNATI CON LE USCITE DELLA SETTIMANA <3
Se ti senti giù perchè il weekend è finito ti diamo noi un po’ di serotonina con le nostre nuove news 😉 Buon ascolto!
5070 FEAT. LUCA NOTARO – SCAGLIE DI NUVOLE (@kimo.jpg__)
Non sono solo parole o un coro che muore, 5070 dei FUCKPOP e LUCA NOTARO, chitarrista e cantante emergente di origini napoletane, ci regalano un brano che sembra un ossimoro.
Il contrasto è creato dalle tematiche trattate, che spaziano tra le difficoltà della quotidianità, il realismo che la vita ci mette davanti crescendo, e la disillusione rispetto alle relazioni. Argomenti che ci vengono presentati con dolcezza, in una ballad che si distende con sfumature che vertono verso l’elettronica.
Il tappeto sonoro del brano è cucito infatti da THE EGO, produttore dei precedenti singoli di 5070. Il producer ha confezionato una strumentale che riesce a essere contemporaneamente tante cose: rap, indie e elettro romance – anche sottolineando la poliedricità artistica del giovane 2003 (così come di tutti i FUCKPOP).
Nel brano 5070 sembra cominciare le strofe con una scrittura e un flow quasi rap, che però in entrambi i casi finiscono per spegnersi in un bridge e un ritornello che insieme a Luca e la sua voce calda, preludono ad un mood completamente diverso. Quasi come se le strofe partissero da una rabbia terrena e finissero tra le nuvole, dove si attutiscono per diventare parole e pensieri più cauti.
“Scaglie di Nuvole rappresenta quel piccolo angolo di pace, quella chiacchiera con l’amico, quella riflessione con sé stessi con nulla davanti; quel classico momento che trovi scappando in posti remoti col solo obiettivo di prenderti un momento per te”
La release arriva proprio qualche giorno prima di “Siete Pluggers” dove speriamo di avere l’occasione di ascoltarla dal vivo.
TESS,NLYFIVE – SOLE (@gabriele._zurlo)
Dopo il primo singolo pubblicato su Spotify “Cosa Vuoi”, TESS torna questo venerdì con SOLE. Già al primo ascolto possiamo capire che non missa facilmente, con le sue intro angeliche e la produzione pazzesca di NLYFIVE.
Parlando del beat bisogna menzionare il basso, un po’ synth, che domina la canzone e che pare ipnotizzante. Una linea che sposa perfettamente il ritmo del testo e la voce, facendoti innamorare al primo play.
La canzone tratta un amore che pare difficile, ostacolato. Nel testo TESS parla direttamente alla persona a cui si riferisce, come in una conversazione ma con un solo interlocutore.
La paragona a un sole, da cui il titolo del brano, che balla “ma brucia tutti i dintorni”. Un sole “così diverso, che non piace più a se stesso”, perché il testo non tratta solo di questo sole, ma anche delle insicurezze provate dalla sua autice.
Nello switch tra SoundCloud e Spotify/Apple Music, si notano i cambiamenti nella scelta delle basi ed i testi, che risultano essere più freschi e personali.
SUPERNINO – +SIMILI (@cognomeproibito)
Questa settimana torna l’hyperpop, o forse sarebbe meglio dire l’hyperfuckpop. SUPERNINO ha fatto uscire un nuovo singolo che ci porta in un mondo di sconforto, rabbia e suoni rovinati quanto basta, per descrivere tutte quelle situazioni in cui siamo stati deluso dagli altri.
‘litigare è normale / ma non farci la guerra / sei arrivata alla fine / alzo bandiera bianca, perdonare è normale / ma tu sei disonesta’
+SIMILI è un brano intimo che parla di relazioni finite male e di amanti troppo diversi per stare insieme. Il tentativo di pacificare il conflitto è rimandato costantemente, tanto da farlo sfociare in una vera e propria guerra la cui unica soluzione sembra rinunciare alle proprie individualità, imitandosi a vicenda.
‘non vorrei mai / doverti dare ragione / non farei mai / ciò che mi hai fatto passare / facciamo un gioco dove mi imiti / così che almeno sembriamo un po’ + simili’
La produzione segue tutti i canoni del genere musicale, incalzando perfettamente la linea melodica e il testo della canzone. Nella prima strofa, infatti, la base ci introduce dolcemente al dolore dell’artista con suoni puliti e poco distorti. Eppure, già dal ritornello, l’esplosione sonora si accompagna perfettamente a quella emotiva: la tristezza ci abbandona parzialmente e la malinconia si trasforma in voglia di urlare.
Insomma, se siete appena stati lasciati, o se siete stati traditi da qualcuno, questa è la canzone perfetta per trasformare le vostre lacrime in un sano sfogo musicale.
GEREMIA – TUTTE LE STRADE/DINAMITE (@alessandra_vitale_)
Prosegue il viaggio di GEREMIA con due nuovi singoli usciti il 4 ottobre: TUTTE LE STRADE, prodotta da Cecco, e DINAMITE, prodotta da mofwmofwmofwmofw.
Il bambino spensierato e ingenuo che abbiamo conosciuto in Da una bolla, poi smarrito nei meandri della sua mente nella palude di Anime e diamanti, torna in città in un bimbo che canta dopo un lungo e allegorico viaggio alla scoperta di sé stesso, con una nuova consapevolezza del mondo.
Il protagonista sta crescendo, sta diventando adulto, non vede più tutto in maniera leggera e spensierata, con la disillusione tipica di chi vede il mondo per la prima volta. Crescendo impara “che certe cose ti rimangono dentro, hanno un impatto, e devi farti forza, diventare un guerriero”, come ci spiega GEREMIA.
La figura del guerriero viene accentuata anche dai contenuti visual dall’estetica tribale, in cui la figura dell’artista, che prima era più bambinesca, più colorata, adesso si scurisce, diventando più combattiva e adulta.
Questo immaginario si riflette nei due nuovi brani, in cui non è più tutto luminoso: i temi centrali, infatti, ruotano attorno al superamento del dolore, affrontare le cose e andare incontro al proprio destino, con una consapevolezza che un bambino non può avere rispetto a questioni come queste.
Tali pezzi introducono il cambiamento, sono più espliciti, pur mantenendo un legame con il mondo mistico e fantasy che aveva caratterizzato i lavori precedenti di GEREMIA.
Tuttavia, se ne distaccano quanto basta da far percepire agli ascoltatori lo scontro con il mondo del protagonista, che in un violento reality check comprende che “la realtà è questa, tu sei questo, sono accadute certe cose e devi affrontarle. Hai superato il dolore, senza crogiolarti in esso”, dando un messaggio di speranza e coraggio.
TUTTE LE STRADE è un brano dall’anima alternative pop, arricchito da influenze stadium rock. Un pezzo tutto suonato, con chitarra e arpeggiatori che gli danno un tocco molto cinematico. Il brano affronta il tema dell’andare incontro al proprio destino. La frase “tutte le strade mi portano solo a diventare chi sono” esprime il concetto del viaggio interiore: il protagonista è cambiato, ha viaggiato molto e affrontato diverse sfide. Il tutto viene narrato con un tocco magico e fantasy, come sottolinea il ritornello “devo continuare a viaggiare”, perché è nella sua natura, e il viaggio non è ancora finito. Il ritornello affronta anche il tema dell’amore, ma in una prospettiva più adulta. Come dice GEREMIA: “io devo andare, devo seguire la mia strada, andare avanti, ma farò in modo che, se sei una persona importante per me, affronterò tutto pur di tornare da te, nel posto che chiamo casa”, che si tratti di una persona amata o di amicizie. C’è una consapevolezza profonda: sapere che c’è sempre un luogo sicuro a cui tornare. In sostanza, il messaggio è: “Devo seguire il mio destino e fare il mio viaggio, ma se è destino, tornerò dove devo tornare.”
DINAMITE è invece una ballad elettronica che culmina in un finale electro house, ricca di synth, con un’energia che, nonostante il tono introspettivo, rimane coinvolgente. Il brano non si concentra su un unico tema, ma affronta vari aspetti, con una sfumatura malinconica. È un pezzo più profondo, in cui emergono riflessioni intime come “se sono così sporco dimmi, ma perché mi tocchi”, che rappresenta il fulcro del brano: il sentirsi segnato e sfregiato dalla vita, ma trovare comunque qualcuno disposto a darti amore, e chiedersi se lo si merita. Nonostante il focus sia su un momento di crisi, dove si percepisce il peso delle cose che non vanno – “mi sento come se avessi una sindrome, ci sono cose che vanno sempre male” – alla fine il protagonista sceglie di scommettere nell’amore e nel bene. Il brano esplode in un crescendo dance, con la frase “esploderò mentre corro verso di te”, a simboleggiare la volontà di lanciarsi nel futuro, anche se ciò comporta il rischio di farsi male.
Il viaggio dunque continua, ma non ci sono più solo luci e colori, ma anche ombre, perché crescendo, il bambino inizia a scoprire chi è, e cambiare. Ora è nel pieno della sua ricerca, deve affrontare ciò che è, ciò che sente, e sa che per diventare adulto deve prima conoscersi davvero. Adesso ha la consapevolezza di dover andare più a fondo, deve capire chi è e cosa vuole, un processo tutto in divenire.
Infatti, GEREMIA annuncia che a fine mese verrà rilasciato un nuovo EP, che segnerà la conclusione del viaggio iniziato anni fa. Questo rappresenterà un momento di transizione cruciale verso ciò che seguirà dopo questo lungo percorso, e noi non vediamo l’ora di ascoltarlo.
ANZJ – illumina (@betta.dmrtns)
“ILLUMINA” è l’album di debutto di ANZJ giovane cantante, musicista e produttore milanese classe ‘99.
Nonostante sia il suo primo LP, il lavoro mostra un carico di consapevolezza notevole, segnando il passaggio dell’artista da una versione più “acerba” ad una più complessa e poliedrica, più matura e studiata.
Un progetto con una direzione artistica molto precisa, che esprime un concetto in maniera diretta e creando un immaginario definito, andando al di là della semplice successione di canzoni.
È tramite la struttura dell’album che Anzj racconta del suo percorso verso una luce interiore nuova, spronando chi lo ascolta a fare altrettanto. La strada per arrivare a nuove consapevolezze è lunga e tortuosa: è attraversare la notte per arrivare alla luce, è un viaggio in cui il nostro Virgilio è la musica.
Infatti, il sound e la scelta stilistica sono perfettamente in linea con il concetto di “viaggio”: passando dal Midwest Emo, all’Hyper pop fino all’elettronica, grazie all’utilizzo di molti archi e fiati e ad un uso impeccabile della voce, ci facciamo facilmente trasportare nel percorso intimo dell’artista.
Se pensiamo invece alla struttura dell’LP, salta subito all’occhio la presenza di un intro e di un outro, quasi come a sancire l’inizio e la fine di un percorso che porterà poi alla luce. Il concetto di doppio in effetti è ricorrente a tal punto che l’LP sembra quasi “diviso” in due parti:
Il bianco e il nero – la luce e il buio – il giorno e la notte – l’entrata e l’uscita.
La prima parte racconta di una vita fatta di perdite, dominata dall’ansia e dalla paura di non essere abbastanza, e la seconda, ci parla di malinconia, consapevolezze e speranze.
Nelle prime sei tracce domina un sound electro-punk che esprime al meglio il tormento dell’artista: questo particolare emerge in particolar modo nella seconda track “SOMMA DI NOI”, quasi come se ci fosse l’urgenza di condividere uno stato d’animo compromesso. Non è un caso infatti che questa traccia, in particolar modo, sia quella con più riferimenti punk.
La sesta track “CREPUSCOLO”, poi, chiude il sipario sulla luce, sul giorno, aprendolo sul buio, sulla notte.
Si sa, la notte porta consiglio e i pensieri scorrono come un fiume in piena, i ricordi ci toccano e a volte la malinconia prende il sopravvento. Ed in effetti, l’aggettivo calzante per la seconda parte di illumina è proprio “amarcord”.
Lo strumento che fa da padrone nelle ultime cinque tracce dell’album è una dolcissima chitarra acustica, che accompagna il flusso di pensieri del cantante.
Arrivando alla fine riusciamo a cogliere però un segno di speranza, in particolar modo, con la track “USCITA, FINALE” il cantante vuole guardare verso un nuovo giorno, verso nuova luce.
“Illumina” è un disco molto intimo, forse non semplice da comprendere ad un primo ascolto, ma è un progetto vero e denso. In effetti, c’è un risultato migliore per un artista se non quello di mettersi a nudo e raccontare la parte più vera di sé attraverso la propria musica?
SOTTOSOPRA- SETHU, BNKR44 (@flouryne)
Sǝʇɥn ǝ ı Buʞɹ44 sono tornati, con SOTTOSOPRA.
Dopo la release dell’album “Tutti i colori del buio”, uno spartiacque nella carriera di Sethu, un lavoro carico di personalità ed emotività, che ha rappresentato perfettamente l’idea di musica per Sethu “non è una canzone ma è la mia guerra, che bussa alle porte”, è ora uscito il nuovo singolo SOTTOSOPRA, con dei vecchi amici, i Bnkr44.
Non è la prima collaborazione fra Sethu e i Bnkr44, che ci hanno già dato prova della loro forza in un pezzo come la cover di “Charlie fa surf”.
Mantenendo il loro stile di musica, che fa sì saltare, ma allo stesso tempo sa esprimere un malessere interiore, SOTTOSOPRA è un pezzo fatto fra amici, che parla di un amore travolgente, quasi ossessionato, che in un modo o nell’altro ha toccato tutti, e che lascia, di fatto, Sottosopra.
Si ha la sensazione che più che una canzone sia l’unione delle confessioni di un gruppo di ragazzi, accomunati dallo stesso patire ,un amore folle, incessante, che lascia disposti a tutto.
La produzione di Jiz sa trasmettere lo stato logorante che si prova dietro a un amore sconclusionato, e ossessivo e sa al coltempo creare un’atmosfera travolgente, che mantiene il ritmo vivo ed energico.
Una chicca anche l’inizio del ritornello, dove la voce di Sethu è protagonista, e trova spazio per dare ancora prova di quanto sia incredibile e carica di emotività.
“Tu puoi farmi quello che vuoi” è una dichiarazione di un ragazzo innamorato, disposto a qualsiasi cosa. Una sintesi di quello che può essere e rappresentare un amore moderno, che sfianca da quanto è forte, che riprende in pieno lo stile dell’album “Tutti i colori del buio”.
Sethu ha ancora una volta dimostrato che la musica non è altro che una scossa di creatività, “la sua guerra” su carta, e che sa rappresentare le sue emozioni, o forse quelle di tutti coloro che vagano tormentati, e cercano qualcosa nel buio, “Tutti i colori del buio”.
Umana – Kinder Garden (@cecinestpasandrea)
Avete mai notato come, ripetendo una parola all’infinito, essa finisca per svuotarsi e riempirsi insieme? Perde il suo senso abituale e al tempo stesso assume un nuovo peso – come se si rivelasse per la prima volta e smarrisse se stessa in un unico respiro.
Solo tu solo tu solo tu è un desiderio che ci seduce con un’ascesa sottile, avvolgendoci in un abbraccio che è umano, ma insieme è un’altra cosa. Un sussurro ritmato che si dissolve mentre ci perdiamo in un labirinto sintetico e immacolato, dove rimbalzano le eco di un’umanità scomposta. Qui è dove ogni suono è leggibile solo con il cuore.
Umana arriva come la chiave finale prima di Ormoni, l’album che riannoda i fili del percorso iniziato sotto il nome di Kinder Garden, un progetto che ora respira attraverso l’unica voce di Francesco Menna, classe 1996.
Cosa colpisce di questo brano è la sua struttura. Non più strofa e ritornello, ma un susseguirsi ritmico e ipnotico di inganni. I crescendo sono tutti interrotti dai ritornelli sussurrati, dando vita a nuove texture sonore.
Questa canzone ci ricorda che tutto fluisce, niente si interrompe, e ogni cosa si stratifica.
Il testo si svuota per lasciare spazio a un solo tu che ritorna come un battito costante di quel cuore che è squisitamente umano – un promemoria di ciò che dovremmo salvare di noi stessi.
Un ritornello che non ci abbandona, che riporta l’attenzione sull’essenza della vita. Quanto più ci avviciniamo all’artificiale, tanto più sentiamo l’urgenza di ritrovare il battito autentico che ci definisce. E se, ripetuto all’infinito, ci ricorda chi siamo e cosa potremmo ancora essere.
ANGELICA BOVE – BELLISSIMO E POI NIENTE (@doryontheclouds)
Dopo una lunga pausa che è servita all’artista per riordinare le idee dopo l’exploit ad X Factor 2023, Angelica Bove torna con un nuovo singolo super pop.
“Bellissimo e poi niente” (Warner Music Italia) nasce dall’incontro in studio della cantante insieme a Paolo Antonacci, Alessandro Raina e Placido Simone che sono riusciti a tirare fuori da Angelica tutta la grinta che la contraddistingue.
Senza rinunciare al suo timbro graffiante, in questo brano dal beat martellante, la cantante riesce a rendere universale un’esperienza autobiografica.
Si parla di una frequentazione passionale, a tratti anche violenta, che sembra sempre trasformarsi in un sentimento più forte ma che in realtà rimane molto ambivalente. Uno dei due vorrebbe qualcosa in più ma l’altra persona si ritrae, perché è bellissimo ma poi… niente.
Angelica Bove è riuscita a mettere in musica un sentimento condiviso da moltissime e moltissimi e con questo ritornello travolgente sarà difficilissimo toglierselo dalla testa.
Insomma se vorreste tranciare i rapporti con il malessere di turno che vi ghosta per una settimana per poi ritornare con un “scusa sono stato molto impegnato” forse questo è proprio il segnale che stavate cercando.
PAOLO.ALNEON – MANDARINO (@capitanossa)
Dopo “Monte Olimpo” e “Cattivo Presagio” in questo 2024 tanto ricco di novità PAOLO.ALNEON ci regala il suo terzo singolo, “MANDARINO”.
Il pezzo in questione si discosta abbastanza rispetto ai precedenti lavori dell’artista, caratterizzati da produzioni spiccatamente synth e pop, già a partire dall’intro del brano, di sola voce e chitarra acustica in sottofondo. L’atmosfera struggente da ballata acustica accompagna le parole quasi profetiche del testo di PAOLO.ALNEON.
“Quando ti tradirono stavi diventando ricco” verso in cui culmina un profondo quanto semplice ragionamento attorno alla realtà artistica e al rapporto con gli altri e con se stessi. Un plauso speciale va all’autore per essere riuscito a inserire poeticamente all’interno del testo un termine come ‘ugrofinnico’, tanto caro (si fa per dire) ai (poveri) studenti di linguistica generale.
Verso la metà del brano il ritmo muta dinamicamente, scompare la chitarra acustica in sottofondo e riemergono le sonorità più schiettamente sintetiche tipiche dell’artista. Il beat si fa dunque più incalzante e la stessa melodia della traccia vocale, in contrasto con la base, diventa più trascinata e quasi onirica, come fosse una eco proveniente dal passato.
“Inghiottirò il frutto e il mandarino, la buccia e tutta l’aria che respiro, solo per dimostrarti che sono un uomo buono”.
L’ultima fatica di PAOLO.ALNEON, prodotto da not for climbing, richiama alcuni lavori di artisti come Tutti Fenomeni, e sa catturare l’ascoltatore attraverso un sapiente gioco di contrasti ritmici, melodici e tematici. Un’altra piccola medaglia sul petto del “cantautorato hyperpop” italiano.
Thew – Tempo (@ale.zer0)
Venerdì 4 Ottobre è uscito il primo EP di Thew, nome d’arte di Matteo Terraneo, classe 2001, originario del Ticino in Svizzera.
Tempo è il nome del progetto composto da 5 tracce che si tessono perfettamente in questo concetto. Non è solo rap, non è solo lo-fi e nemmeno solo flusso di coscienza. È un viaggio di emozioni, di introspezione dell’artista che si racconta. Tra la sua voce a tratti graffiante, basi da far accapponare la pelle, veniamo teletrasportati in un bosco primaverile/ autunnale nel “chill riflessivo” più totale. Le tracce sono composte da parole genuine che partono dal suo cuore e sono dirette verso il nostro come brezza avvolgente.
Il tempo è tante cose e nessuna di esse. Tempo come ordine, come cambiamento o progresso in qualcosa, sicuramente non controllabile, che sfugge, che porta a rimurginare, e che spesso sprechiamo.
“Tempo è un progetto basato su 5 punti di vista sul tempo” dove l’artista spera che ogni ascoltatore “possa trovare il suo momento di consapevolezza”
“Speranza” è la prima traccia e l’attacco di Thew è la descrizione perfetta del flusso che in 5 forme e sensazioni diverse ritroviamo nel progetto.
“io ci credo ed è per questo che ho speranza, metto la mia anima all’interno di ogni barra”.
Il tempo diventa protagonista quando: “ci siam persi ma non voglio succeda ancora, quando parlo dei ricordi ho ancora i nodi in gola, perché se penso troppo a ieri non c’è roba nuova”.
La seconda traccia è pura ventata di aria fresca che pulsa dall’animo dell’artista che parla a se stesso descrivendo il tempo perso dietro le persone, le insicurezze e le paranoie. “se eviti le paranoie sono leggero, almeno in parte, ora capisco perché sorrido anche se fuori piove [..] consapevole sempre del mio passato”.
La traccia inizia con riff di chitarra e voce “ora che ho il tempo scrivo a me stesso, di fare esattamente ciò che vuole [..] ora che ho tempo ho capito che ha senso mandare a fare in culo le persone, quando c’ho il tempo lo perdo, se manca lo chiedo, se urlo mi ascoltano”.
“Mille Parole” è il racconto della paura, del terrore di perdersi nei pensieri, nelle paranoie che tornano che attanagliano la mente e che fanno salire l’ansia. È il tempo stesso che diventa nemico, che sembra aprire ferite incurabili e quando finalmente si ha un attimo di tranquillità “so che solo il viaggio può attenuare l’ansia, cerco me negli occhi della gente che mi passa a fianco, ho paura di essere stanco quando il destino mi regala te al mio fianco”
La penultima traccia “Parole al Vento” riflette sul fatto di non sentirsi nel posto giusto e di sentirsi inadatti causando enormi dubbi.
In realtà una volta trovata la dimensione appartenente a noi stessi, con persone adatte, ci si accorge del mondo luminoso che si nasconde al nostro interno. Una luce che viene fuori solo quando viene riflessa su altre anime compatibili. “e troppe mi sento quello di troppo perché non mi sento bene in mezzo a quei discorsi, non so perché non fa per me, baby dimmi com’è che ti senti diversa da quello che realmente sei, non lo sai perché non fa per te, vedo la luna col sole, le giuste persone, la notte che accoglie i miei dubbi”
“Tutto Normale” chiude il progetto,
Il tempo è inteso materialmente e socialmente come oggetto e scusa per trasformarci in androidi programmati per seguire binari prestabiliti. Intrappolati dove sogni, speranze ed emozioni sono gettate e chiuse ermeticamente in un contenitore nascosto da parte della società.
“tutto normale, dicono tutto normale, oggi chi soffre in silenzio ma tutto normale, dicono tutto è normale giovani in cerca di essere tutti normali, qui ci vorrebbero uguali, fingi per farti accettare, ma tutto è normale, pensano tutto è normale, regole da superare, ma tutto normale, dicono tutto normale gli stessi che ci fanno male, ma tanto è normale, qui nessuno sa ascoltare, qui nessuno vuole piangere, tanto è normale vivere in cerca di luce, trovandola poi cosa accade ?”
SAVANA FUNK feat Willie Peyote -WA ZINA (@nensi_troiano)
Cosa succede quando delle anime sensibili si confrontano su temi di attualità? Nasce un’opera d’arte come WA ZINA, prima collaborazione fra la band SAVANA FUNK e Willie Peyote.
Si sono trovati così: durante una jam session, a parlare della teocrazia iraniana e della consequenziale condizione delle donne. Risultato eccezionale della fusione fra le sonorità afro-funk dei SAVANA FUNK e la ormai nota abilità di Willie Peyote nel trattare argomenti politici sempre nel modo più corretto e con un tocco di velata ironia, riuscendo a lasciare all’ascoltatore uno spunto di riflessione.
Subito si intuisce il tema arabeggiante, dapprima dal titolo e successivamente dalle sonorità esotiche e dal ritornello, caratterizzato dalla ripetizione ipnotica di questo grido alla libertà.
Le belle parole di questa canzone sono rivolte ad una donna, che, per sineddoche, rappresenta in realtà tutte le donne che si trovano costrette a combattere per i loro diritti umani.
“Cos’ha di morale la polizia? Un’altra scomparsa, un’altra bugia, coperte da un velo di ipocrisia, tu toglilo e lotta, sorella mia”.
Evidente è il senso di empatia e la totale immedesimazione, da parte degli autori, nella condizione delle donne, vittime di un sistema che le ha private di ogni libertà d’espressione, enfatizzato dall’utilizzo del noi
“Ci hanno tolto tutto e ancora e quel che è peggio ci costringono a sperare nel silenzio”
Il messaggio portato da questa canzone arriva diretto, senza grossi giri di parole. È infatti una chiara critica ai regimi autoritari e all’oscurantismo, che in alcuni Paesi peggiora di giorno in giorno. Le parole hanno, infatti, l’intento di confortare e, contemporaneamente, spingere alla ribellione le donne, quelle iraniane in questo caso specifico.
Nel corso degli anni l’arte è stata e sempre resterà un mezzo estremamente valido per esprimersi e arrivare al maggior numero di persone possibile. Dunque, l’invito a tutti noi che ascoltiamo, è quello di riflettere e agire.
M.E.R.L.O.T – SEX AND COCAINE (@gre_cattaneo)
Dopo “Lily”, ecco che M.E.R.L.O.T. esce con SEX AND COCAINE, nuovo singolo che anticipa il prossimo EP dell’artista lucano: “OFIUCO”, in uscita il 18 ottobre.
Un titolo dai toni trasgressivi che in realtà cela tutt’altro: niente sesso e droga, ma una ballad romantica dove l’artista canta tutta la sua nostalgia per una storia passata.
Un po’ dolce e un po’ triste, M.E.R.L.O.T. si scopre e ci racconta i travagli e dolori di quei grandi amori un po’ maledetti.
Menzione di merito alle metafore floreali:
“Se ti sfiorerò forse fiorirai, dal fango i vivai, dal fumo gli dei.”
Il 17 ottobre l’artista sarà a cantare il nuovo singolo al Covo Club di Bologna.
Per tutti gli altri: da ascoltare tutta durante serate uggiose in cui le gocce di pioggia corrono sui finestrini dell’auto.
Grazie M.E.R.L.O.T., ora sì che l’estate è finita e l’autunno è finalmente arrivato.
MONTAG – SE NON PASSASSE ARIA (@fabiospy)
A rilassarci in queste giornate autunnali c’è Montag. Con “Se non passasse aria” ci propone una nuova canzone creata appositamente per i momenti di relax. Non quelli passati da soli su un prato, ma quelli di coppia in un letto, una visione di una relazione che non può che trasmettere pura tranquillità. È uno stato di calma vissuto totalmente. Quella calma che solo un “essere qualcosa in più” può darti.
La voglia di vedersi, passare del tempo con quella persona e respirare la stessa aria, quasi un bisogno, che ti dà la giusta sensazione di stare insieme. Perché in una vita monotona e anche noiosa questi sono i veri momenti importanti. Un messaggio che passa chiaramente da questa traccia, che in ogni suo aspetto sembra volerti cullare dolcemente, facendoti sentire davvero in pace con tutto. Sicuramente una canzone per cuori innamorati, ma chiunque abbia provato questa sensazione sa cosa significa questo brano e non può che rivedersi in esso.
YUNG PANINARU – CANZONI PER CAMPAGNU DISSIDENTI (@issamacivibe)
QUEER – NEUROGENDER – PROLET HYPERTRAP
Così si autodefinisce yung paninaru, e sarebbe difficile descrivere più accuratamente il suo progetto. Fresco, sgravato, innovativo, controverso, semplicemente perfetto per tuttɜ lɜ compagnɜ.
È proprio a noi che l’artista dedica il suo ultimo album “Canzoni per compagnu dissidenti”, con cui riesce a unire perfettamente politica, queerness e internet culture. L’album è a tratti parodico, come in “Ti ringrazio lotta armata”; a volte più romantico, come in “Leggo stalin x dimenticarti” e “Leggo lenin x ricordarti”; altre volte al limite del penale, vedi “Un po’ di foibe” e “Aldo Morto”.
A tratti hai paura per la tua stessa incolumità – nel caso in cui dovessi anche per sbaglio fare un torto all’artista. Per capirlo è essenziale dare almeno un ascolto a “Amaro del capo” però.
In tutto il disco, interamente autoprodotto, yung paninaru mette se stessə in ogni sfaccettatura, senza timore di giudizio e, anzi, accentuando con fierezza tutto l’accentuabile.
Un progetto assolutamente unico, e una vera manna dal cielo per tuttɜ lɜ amɜ pazze (e dissidenti)
FORMA LIQUIDA – CENERI (@tiscordardime)
È uscito Forma Liquida, il nuovo album di CENERI – al tempo, Irene Ciol, cantautrice friulana, classe 2000. Una ragazza che dell’arte e della musica, ne ha fatto strumento per dialogare, raccontarsi ed esprimersi.
La sua è una voce delicata e soffusa, a tratti sussurrata che emoziona e pervade ogni canzone con sfumature malinconiche. Nell’album melodie
acustiche s’incastrano con sonorità più moderne ed organiche, spaziando dal pop all’indie
fino all’elettronica. Si creano atmosfere intime e fragili, grazie all’unione di strumenti tradizionali
con sintetizzatori, drum machine e sample.
L’album tratta temi delicati. Forma liquida parla di vulnerabilità, di oggettificazione femminile, della voglia di fuggire tipica della giovinezza e di tutto quello che si porta dietro: dalle relazioni umane,
alla ricerca di un’identità in un mondo complesso e in continuo cambiamento.
Da qui il titolo dell’album, che ceneri racconta così: “negli ultimi anni mi sono sentita cambiare in
continuazione, alla ricerca di una mia forma, come l’acqua che non ne ha una sua, ma la
cambia in continuazione senza però snaturarsi”. Ogni brano rappresenta riflessioni e pensieri che mettono a nudo le incertezze e i sentimenti dell’artista.
Una delle canzoni più potenti e coinvolgenti dell’album a mio parere è “Sogno Lucido”, che si
regge su un equilibrio tra sentimenti di distacco e perdita. La protagonista si confronta con
una relazione trasformata, dove la persona, una volta vicina, sembra ora un estraneo. La
giovinezza è rappresentata come una forza travolgente che “spacca la pelle” e lascia segni
profondi. Ricca di immagini come il “soffitto di vetro”, che amplifica il senso di fragilità e
isolamento.
Dal punto di vista stilistico il linguaggio è poetico e crudo, con metafore forti come le “labbra distrutte” che suggeriscono il dolore interno non espresso e soffocato. Il testo si muove tra introspezione e sofferenza, trasmettendo l’angoscia del crescere e del distaccarsi da persone una volta care. L’outro chiude il brano rimarcando che l’unica
certezza che abbiamo è l’adesso.
HIGHFLYER – IL CACATONE
dal titolo si pensa sia un meme GIGANTESCO, ed è proprio quello che ha realizzato HIGHFLYER con l’aiuto dei suoi amici OVERRIDO e O’BAG alle produzioni e REVENGE con le strofe. Un tipico Joint album Torinese centrato a dare il meglio delle barre in stile shittalk su beat trap veloci con varie influenze tra elettronica, West coast, flint detroit e florida motion. Il progetto racchiude diversi featuring della scena underground di Roma e Milano tra cui Sicko Myers, Nikush, Babyface, Maniax, Jimmy fai il Bravo, Skianto, 4TDaGlam e Dibbyokkay proprio per dare l’esempio di unione tra artisti di un genere di nicchia e risaltare meglio il lato divertente lavorando in un contesto di rispetto reciproco tra emergenti. “vengo a salvarti tutte le volte, bro non sono un baywatch” e “ho sempre fatto fumare tutti quanti, forse e per questo che non ho mai avuto un hater” sono alcune barre in extrabeat miste a flow altalenanti all’interno delle
tracce che vi lascerà con il sorriso per tutto l’ascolto.
La copertina è ispirata al nuovo singolo di M.E.R.L.O.T “Sex and cocaine”, dategli un ascolto 😉
Grafica a cura di: @cybersar