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LE USCITE DELLA SETTIMANA

Ragazzi ma come si può accettare che ormai alle 4 faccia buio? Forse non si può… però ci si può far illuminare anche questo lunedì da qualche nuova uscita. Buon ascolto <3

DUOPOP – RUMORE (@duopop.it)

RUMORE è un bellissimo passo in avanti per i DUOPOP e si tratta probabilmente del brano più introspettivo della carriera del duo milanese. RUMORE è una dolcissima canzone d’amore, non del tutto fuori dalle corde rispetto le uscite precedenti a livello testuale ma è sicuramente un viaggio fuori dalla zona di comfort a livello musicale. La base inizialmente è quasi minimale, con fievoli suoni elettronici e una leggera chitarra che accompagnano le strofe. La base cresce nel bridge fino ad esplodere nei ritornelli con sonorità che ricordano alcuni grandi ritornelli pop degli anni dieci (reference Coldplay?). Il testo è molto semplice, questo permette di conferire alle singole parole un maggiore peso specifico per arrivare dritte all’orecchio dell’ascoltatore senza perdersi in troppi giri di parole. Il brano suggerisce un senso di rammarico, una mancanza che crea un vuoto da colmare, con la volontà di tornare indietro e di creare un dialogo dove si possa essere liberi di ascoltarsi e capirsi, una comunicazione più consapevole basata soprattutto sull’ascolto dell’altro, per chiedere scusa e cercare una ricetta per l’amore che forse non esiste, ma che possiamo trovare mettendo due sedie a tavole restando vicini. Adesso dopo questo passo, siamo forse più vicino al prossimo progetto ufficiale? Sono ormai tanti i singoli dell’ultimo periodo.

A cura di: @kimo.jpg__

POSTINO – INTRO-MANIFESTO (@posti.no)

“A distanza di un anno esatto dalla sua uscita su Youtube, “Intro – manifesto”, da adesso, è disponibile su tutti i digital stores. È un cerchio che si chiude. […] Grazie sempre, di cuore ❤‍🩹.” Postino è tornato dopo diversi anni di pausa, facendo uscire questa canzone un anno fa come introduzione al disco L’ordine delle cose da dire. INTRO-MANIFESTO sancisce la fine di questo percorso, durato un annetto circa tra l’uscita di album, singoli e il tour – che si concluderà il 21 novembre ai Magazzini Generali, per un ultimo grande abbraccio. Una delle caratteristiche principali di Postino è la scrittura molto introspettiva, ma che riesce a rappresentare l’interiorità di tanti ascoltatori: il non sentirsi all’altezza, la fatica per arrivare ai risultati desiderati, situazioni di vita quotidiana che spesso dimentichiamo.
INTRO-MANIFESTO suona come una critica verso l’ipocrisia dell’industria musicale, dei personaggi che la compongono e, più in generale, verso la grande società della performance che ci circonda ogni giorno. INTRO-MANIFESTO è uno sfogo di una persona stanca, che non vuole adattarsi alle logiche imposte per avere successo e diventare uno dei tanti, arrivare a non avere più una propria personalità pur di piacere – “è una lotta continua tra chi sono e chi penso di essere”: Postino vuole essere un’alternativa a tutto ciò che è mainstream, una via di fuga per chi non si sente a proprio agio in un mondo di falsità e apparenze.

A cura di: @annariu_

SELMI – FORSE PER SEMPRE (@selmi_vero)

Dopo il successo ottenuto ad X Factor, Niccolò Selmi (in arte SELMI) riesce a guadagnarsi un posto in gara a Sanremo Giovani con questo suo ultimissimo singolo. “Forse Per Sempre” parla dell’incertezza, di quel precario equilibrio tra il desiderio di una relazione duratura e la consapevolezza di non poter prevedere il futuro. Un sound delicato ma incisivo, un’atmosfera riflessiva, a tratti malinconica che, nonostante tutto, lascia intravedere una tenue luce di speranza. Con questo brano, SELMI conferma il suo talento come autore e interprete di emozioni autentiche, capaci di risuonare nella mente e nel cuore di chi ascolta.
“Persi dentro milioni di cose / Siamo la luce che ci porterà a casa di notte
Un filo che ritroveremo come tante volte / Cresciuti tra le mura di una stanza enorme”
Riflettendoci, non esiste una certezza assoluta; tutto ciò che viviamo è instabile, ed è proprio questo il bello.
La serenità dell’inconsapevolezza è ambigua ma piena di possibilità, perciò dobbiamo considerare l’amore come un incontro, un interscambio che, seppur fugace, è in grado di lasciare tracce indelebili, costrette a durare “Forse per sempre”.

A cura di: @andreaodelli

MAZZARIELLO – AMARSI PER LAVORO (@_mazzariello)

Mazzariello fa uscire il suo nuovo singolo “Amarsi per lavoro”, con il quale entra a Sanremo giovani 2024. Il brano parla in modo leggero della nostra quotidianità, protagonista è infatti la generazione attuale, che viene paragonata alle macchine dei rispettivi genitori. Mazzariello nasce in Campania, scrive, aiutandosi con la chitarra, qualche volta con il piano, la sua musica è piena di colori, intima, individuale. Con un sound acustico ma innovativo, ci parla dell’inevitabilità di alcuni cambiamenti, del tempo e di come qualcuno si perda in esso rimanendo indietro nell’attesa. Con disillusione ci mostra come la vita sia fatta di piccole scelte che a volte sembrano grandi, ma che alla fine si riducono a dettagli di una storia più ampia. Il titolo della canzone “amarsi per lavoro” riflette l’impegno che implica questo sentimento e il nostro tentativo di preservare l’autenticità dei legami e del nostro percorso in maniera equilibrata. Vuol dire promettere di costruire un legame solido nel tempo, pur riconoscendo che ci saranno momenti difficili, in cui uno dei due potrebbe non sapere nemmeno che giorno sia. La musica di Mazzariello ha lo scopo di farci sentire meno soli, affrontando temi complessi con freschezza.

A cura di: @tiscordardime

TRIPOLARE – VITAMINA LIFE + (@tripolare_)

TRIPOLARE ha rilasciato la deluxe VITAMINALIFE +, con 4 nuovi brani e non potevamo sperare in qualcosa di meglio.
Con l’uscita di Vitamina Life Tripolare si era ritagliato lo spazio che meritava, grazie ad un disco incredibile, moderno, a cui era difficile aggiungere ancora qualcosa dello stesso livello, e invece ci è riuscito.
I nuovi 4 pezzi sono un aggiunta perfetta all’album, riprendendo in pieno lo stile dell’album e quella sonorità che Tripolare è riuscito a crearsi.
Verme, è quella voglia di restare a letto tutto il giorno. Quella sensazione che si prova quando tutto ti schiaccia, quando tutto ti sembra contrario, quel modo di essere in cui tutti ci siamo sentiti almeno una volta, ma che è forse anche la condizione perfetta per fare musica, e sembra che Tripolare l’abbia saputa sfruttare al meglio e, che sia riuscito a metterla in musica.
Baby sweetheart non è solo una canzone d’amore, è una serenata fra le nuvole, una canzone per chi è innamorato e ci è dentro fino ai piedi. Il sound è quello a cui Tripolare ci ha abituati, dolce e fluido come in “Void intermezzo”, ma sta volta ci ha regalato l’altra faccia della medaglia dell’amore, a differenza di “Plexiglass”, uno dei pezzi migliori dell’album, in cui l’amore è soltanto un ricordo.
In Fire Tripolare si è ripreso ciò che forse non ha avuto prima, riconoscenza. Riconoscenza per chi gli è stato attorno e non ha mai riconosciuto il gran lavoro che ha fatto, creare musica. Specialmente per chi forse fa musica nell’underground, Fire è una canzone di rivincita, “Il mondo va a fuoco, proprio come il tuo culo”.
Dream gioca fra i “sogni” irreali che le persone perseguono sui social, e i “sogni” che bisogna “avere in tasca” per essere al mondo.
In fondo, come dice in Dream, “sogni in tasca e tutto andrà benone”, è il giusto modo di affrontare la vita ed è forse il modo giusto con cui Tripolare è arrivato a creare quest’album, e speriamo che presto ce ne regali un altro, perché non possiamo farne a meno.

A cura di: @flouryne

Doxx – Il bello di essere vivo (@realdoxx)

“Vengo dal Buio, dove tutto fa schifo”
Un biglietto in una stazione scura, da una provincia dimenticata.
“Il bello di essere vivi” è una lettera dolorosa a un mondo in cui Doxx appartiene, e che non dimentica.
Una provincia pesante, distante, in cui crescere. Legami che si creano, si solidificano fino a cadere a terra.
I frantumi rimangono incastonati alla pelle come ricordi, dolorosi e pungenti.
Un viaggio dentro l’artista, che espone tutto ciò che lo ha formato fino ad ora. Un’autobiografia fatta di pesanti ombre e di poche lame di luce che attraversano il quadro. Speranze per un domani nate dalla sofferenza del presente.
Doxx ci avvolge con le sue parole, accompagnate da delle strumentali che creano un mood tranquillo, rilassato seppur in agonia.
Un’accettazione di tutto, della bellezza dell’essere vivi, che spesso rimane nascosta ai nostri occhi.

A cura di: @melpotcosmos

FEAR – HATE ON ME (@industrybreaker)

“Alla fine del giorno,
hai mai pensato
a quante energie hai sprecato,
solo
per odiare qualcun altro?”
Questo spunto di riflessione ce lo sta regalando FEAR, artista classe ’06 di Potenza, con il suo nuovo singolo HATE ON ME. La sua passione per la musica inizia anni fa, quando da bambino si approcciava ai primi strumenti. Inizia a pubblicare su soundcloud i suoi primi esperimenti per poi spostarsi sulle altre piattaforme e suonare ai suoi primi live. FEAR è anche la paura del giudizio, di esprimersi, di essere se stessi, un timore che l’artista sembra star superando, raccontandosi nelle sue liriche, e ricordandosi che i nostri limiti li decidiamo noi stessi.
HATE ON ME è un racconto dell’odio che, nell’ultimo periodo, l’artista si è visto riversare addosso, sia da parte di sconosciuti sia da quelli che credeva amici. Quest’odio, nato da invidia, dalla volontà di sminuire, non è altro “il vero mostro nella loro stanza” un’emozione che avvelena chi la prova. FEAR ci racconta anche di quello che è l’ambiente dove vive, che descrive come sterile “esco dallo studio, e mi risale in mente l’angoscia/ fuori casa nulla si muove, nulla mi sprona/”, una città che ha forse poca ispirazione da offrire all’artista. Il brano è costruito su suoni cupi e distorti che catturano ed avvolgono l’ascoltatore, con synth e bassi profondi, che danno intensità ad un testo carico di significato, e creano un’atmosfera di disillusione e di sfida.
Fear si è decisamente fatto riconoscere ed ha lasciato un’impronta con questo singolo, e noi ci auguriamo di risentirlo presto!
#IndustryBreaker

A cura di: @surprisinglymeowmeow

I BOSCHI BRUCIANO FT. VOINA – ELDORADO (@IBOSCHIBRUCIANO)

A due mesi dall’ultima uscita tornano I BOSCHI BRUCIANO con il nuovo singolo, ELDORADO, scritto con Ivo Bucci, frontman dei Voina e pubblicato da Reload Music l’ 8 Novembre 2024.
Il duo e gli abruzzesi di Lanciano riassumono brillantemente così il pezzo:
“La putredine del mondo occidentale, la corsa all’oro, la rabbia e la follia”
Attraverso immagini e metafore chiare e puntuali, ci restituiscono lo smarrimento interiore dell’uomo moderno che, oppresso dai costi e ossessionato dal profitto, rimane paralizzato dalle aspettative sociali e dalla spinta all’efficienza.
“Non ho bisogni primari, fingo la la vita sui binari
Continuo a perdere sangue in questa vasca di squali”
Sopraffatti dalla massa che si affretta verso Eldorado, un mito sfuggente e insidioso, annulliamo i nostri bisogni più autentici e perdiamo la nostra umanità nel percorso.
“Tutti a cercare l’Eldorado, io me ne fotto del tuo grado
fare soldi spesso è un caso, essere stronzi no”
Opporsi a questo destino non è semplice, bisogna sfidare gli ostacoli e la solitudine di chi va controcorrente, rischiando l’isolamento ma, dopotutto, “chi decide da che parte stai?”
Tra sommersi e salvati, affogare gli altri per sopravvivere, sei tu che puoi scegliere di riemergere con la tua indipendenza.
“Eldorado è un brano ribelle e rassegnato, figlio di una realtà materialista e individualista che ogni giorno prova a schiacciarci. Possiamo resistere rischiando l’annullamento sociale o lasciarci travolgere”
Nel brano si fondono perfettamente, tramite voglia di rivalsa, la caratteristica rabbia e l’estetica del perdente dei Voina con l’energia rock de I BOSCHI BRUCIANO.
Ottimo mix, ottimo brano.

A cura di: @iladellat

EMMA NOLDE – SCONOSCIUTI (@EMMANOLDE)

Emma Nolde, toscana e classe 2000, all’età di quindici anni inizia il suo percorso musicale scrivendo le prime canzoni in lingua inglese.
Successivamente avviene il passaggio verso una composizione prettamente in italiano che verrà premiata in sede del RockContest 2019 (si aggiudica il premio Ernesto De Pascale) e che la vedrà come finalista al Premio Tenco con “Toccaterra”.
E’ il suo disco d’esordio che la porterà a suonare in giro, a suggellare collaborazioni e alla creazione di un nuovo album, intitolato “Dormi” (2022).
Nel 2024 arriva la firma con Carosello Records assieme alla pubblicazione di nuovi brani, quali “Mai fermi” e “Nuvola”.
Un nuovo tour l’aspetta mentre Spotify la sceglie come volto del programma internazionale GLOW.
L’8 novembre esce la sua ultima fatica sonora “NUOVOSPAZIOTEMPO”, indice di una nuova maturità artistica. Tra i brani in esso contenuti trattiamo “Sconosciuti”.

Lucio Dalla avrebbe detto “telefonami tra venti anni”, ma Emma ne scommette dieci.
Solo allora sarà impossibile non udire il suo nome.
“Ora mi sembra di conoscerti bene, ma poi farai una magia e riuscirai a sparire”.
Ci si confonderà tra la gente, tra i ricordi, tra il disordine di una vita.

Arrivati a quel punto chissà chi saremo e cosa ci sarà successo.
Quale sarà la nostra città? Ora “noi crediamo che sia amore”, senza sapere se siamo solo di passaggio tra queste vie.
Forse un giorno ci si incontrerà da sconosciuti “che si conoscono bene”.
E forse non sapremo più niente dell’altro.
Allora chi ci sarà accanto? “Ci sentiremo mai più felici di adesso?”

La certezza è una sola: tra le tante distrazioni “soltanto la tua faccia mi dà pace”, l’unica che mi fa porre questi interrogativi, l’ultima che ha dato l’illusione che fosse impossibile una fine.
Ma “se telefoni tra vent’anni (dieci) butta i numeri fra le stelle.
Dalle porte dell’universo un telefono suona ogni sera, sotto un cielo di tutte le stelle di un’inquietante primavera”.

A cura di: @giorgia.celentano

ETT – PSICHE (@ETT.MUSIC)

L’8 novembre è uscito PSICHE, nuovo singolo di ETT prodotto insieme a dNoise per Island Records.
Il brano indaga una dimensione intima e mitologica, fondendo dream pop e introspezione per raccontare la complessità emotiva dell’amore, e intreccia sonorità acustiche e ritmi contemporanei, in un equilibrio che trasporta l’ascoltatore al contempo tra le antiche strade di Atene e una dimensione più moderna e urbana. Le chitarre acustiche, morbide e oniriche, accompagnano la voce angelica di ETT e creano un’atmosfera sospesa, mentre le batterie aggiungono ritmo e freschezza al pezzo, facendo di PSICHE una fusione tra tradizione e innovazione musicale.
Il titolo riconduce immediatamente al mito greco di Amore e Psiche, una storia che da secoli simboleggia il viaggio dell’anima attraverso il desiderio, la perdita e la trasformazione interiore. Il racconto viene reinterpretato dall’artista in chiave contemporanea, come potente metafora per esplorare il desiderio, l’assenza e la ricerca del sé. Psiche, simbolo dell’anima, incarna l’evoluzione interiore che si compie attraverso il percorso emotivo dell’amore. ETT immagina e descrive questo viaggio come un gioco tra desiderio e possesso, in cui solo l’accettazione e la comprensione reciproca possono aprire le porte a una vera connessione. Il testo, denso di simbolismi, riflette la tensione tra ciò che amiamo e ciò che ci sfugge, celebrando l’amore come un percorso di scoperta e riconciliazione con sé stessi, e non come semplice appagamento. Desiderio e mancanza sono i temi motori di PSICHE, e vengono trasformati in un invito a esplorare le proprie vulnerabilità e a cercare legami autentici.

A cura di: @alessandra_vitale_

JESSE THE FACCIO – DEI GIORNI LIBERI, DEL TEMPO PERSO (@JESSETHEFACCIO)

L’ultimo album di Jesse The Faccio uscito l’8 novembre per Dischi Sotterranei esprime già tutta la sua essenza nel titolo. Parla di quando hai voglia di rilassarti e non fare nulla nei tuoi giorni liberi ma anche dei sensi di colpa che provi nell’aver sprecato del tempo che poteva portare a qualcosa. O forse no.
La produzione dell’album, curata da Tommaso Zoppello insieme allo stesso Jesse, dà vita a un sound minimalista, ma emotivamente carico.
La sua potenza non sta solo nei testi ma anche nelle linee di basso sognanti mischiate a schitarrate graffianti. La poetica dell’artista padovano è quella di “un punk gentile”, come lo descrive lui stesso nella sua bio di Spotify e non potremmo trovare una descrizione più azzeccata.
“Lontano
Ho detto non ritorno più
Ma peso il pensiero e mento sincero
A me che disteso
Mi riempio lo sterno di botte violente
Rotolando vedo
Lo, vedi anche tu
Non so se son io”
Questo disco mette insieme versi fulminei, con immagini apparentemente sconnesse tra loro tipiche di un genere di rottura che però vengono accompagnate da sonorità super lo-fi e rilassanti.
Jesse è riuscito ad incarnare a pieno il disagio di questi anni, la confusione e le contraddizioni che caratterizzano ognuno di noi. Dopo una serie di canzoni in cui si alternano versi un po’ criptici oppure ossimori accattivanti come “mento sincero”, però, l’esplosione arriva nella track di chiusura, “passo un’altra volta”, vera chicca del disco.
Nel pezzo infatti i pensieri dell’autore ci travolgono. In una sorta di flusso di coscienza cantato ci racconta di una routine nella quale tutt* possiamo rispecchiarci per poi darci il colpo di grazia nel bridge che arriva come un fiume in piena: strumenti su strumenti si aggiungono per impreziosire ancora di più parole pregne di malinconia e verità.
“Fidati che più ti abbracci e più non saremo liberi
Che più ci parlo e più non capiamo i limiti
Che più mi stacco e più mi perdo e più mette i brividi
Che sarà un anno ma ne sembrano passati quindici
Che forse è ora di svegliarsi e di uscire carichi
Che non ho detto che questi ricordi siano morbidi”

A cura di: @doryontheclouds

YASMINA – CLERKS (@SEEKNOWYAS)

“Post Punk” era stato un campanello d’allarme, “Clerks” ne è la conferma: Yasmina è tornata e ha posto molto in alto l’asticella per il primo progetto ufficiale posizionandola come una delle artiste più interessanti della nuova scena. Il singolo è stato pubblicato lo scorso giovedì per peermusic Italy e rappresenta a pieno la doppia anima che la caratterizza: l’anima cupa e nostalgica di Yasmina si staglia sulle sonorità elettroniche e alternative dal climax ascendente.
Il brano parla di una relazione esausta, di una di quelle delusioni che non ti aspetti e dalle quali non riesci a disilluderti. Quando la consapevolezza prende il comando, la rabbia fa da padrona e non trovare il colpevole di quel dolore ti fa star male. Quasi che sembra sia sempre meglio fermarsi prima, prima di doversi scordare di ricordare “quant’era bello, prima che il tuo squallore mi colpisse il cervo”. Yasmina interpreta il pezzo in modo molto struggente lasciando che la voce si lasci trasportare dai bassi incalzanti e cupi fino a creare un’atmosfera club.
Il punto di forza del suo progetto artistico è sempre stato l’ambivalenza stilistica, il saper fondere due mondi apparentemente lontani creando un’elettronica emotiva che reagisce a suon di distorsione alle delusioni che l’amore dà lungo la vita.

A cura di: @alberto.rogano

MONTAG – ALTRE CANZONI (@mcntag)

Che tu abbia conosciuto i Giallorenzo grazie a MONTAG, oppure MONTAG grazie ai Giallorenzo, non si può non riconoscere quanto inconfondibile sia lo stile del cantautore bergamasco.
‘ALTRE CANZONI’ è un titolo semplice e scarno, quasi pigro, ma che rappresenta appieno la natura di quest’opera, ovvero una breve raccolta di brani scritti, composti e prodotti tra il 2018 e il 2022, cuciti assieme e ricamati come fossero un lavoro d’artigianato. Quattro di questi brani sono stati pubblicati in forma di singolo già a partire dall’anno scorso, ovvero CHAI TEA, FASCICOLO, GIGANTE e SE NON PASSASSE ARIA, brano che tra l’altro include la collaborazione di Marco Castello alla voce e alla batteria. L’EP completo include altri due brani, FOODORA e SPETTRI.
Nonostante la natura composita dell’opera, il filo conduttore che lega le canzoni tra di loro appare chiaro ed evidente: le sonorità grezze, essenziali tipiche dello stile lo-fi, dove dominano il sintetizzatore e la chitarra acustica, accompagnano la voce di MONTAG, che ci racconta la sua personalissima poetica del quotidiano, narrandoci storie di tutti i giorni, basate sull’osservazione del paesaggio e dei passanti, come nel brano FOODORA, in featuring con gli Specchiopaura:
‘Mi son fatto male
per il vizio di passare senza mai guardare
per non annoiarmi sono uscito a bere
passa un rider di foodora sotto il temporale’
SPETTRI, la quarta canzone canzone dell’EP, rappresenta appieno il racconto della quotidianità dal punto di vista di MONTAG, un lungo flusso di coscienza che intreccia i pensieri e gli eventi di una giornata vissuta:
‘In radio un pezzo terribile e penso con tutte le forze che in fondo avrei voluto scriverlo
lo dico a Clara per scherzo e capisce che sono serissimo’
Quasi tragica la frase ripetuta nel ritornello del brano: ‘Sono nel sogno sbagliato’.
ALTRE CANZONI è una raccolta di storie e canzoni capaci di donare un po’ di tepore nelle buie e brevi giornate di novembre, da ascoltare perdendosi tra i pensieri e le parole tornando a casa in metro o in macchina, come una chiacchierata con un vecchio amico.

A cura di: @capitanossa

Jack Out ft. Ëgo, Decrow – Shawty (@jack_fucking_out)

Il cappello è country ma l’anima resta emo.
Dopo averla spoilerata nelle sue storie, JACK OUT torna con SHAWTY, il nuovo singolo in collaborazione con Ëgo & Decrow, prodotto da Theø de La Sad.
La canzone è solo un primo assaggio di quello che sarà la prima parte del prossimo album di JACK OUT, in uscita il 15 novembre, che si intitolerà “Broken Boys” e che lo stesso artista ha dichiarato che sarà il risultato di un’evoluzione sia artistica che personale.
ti ho nella retina, è sintetica non andrò bene ai tuoi
SHAWTY parla di amore tossico e gioventù difficili su un riff di chitarra che difficilmente ci toglieremo dalla testa. La produzione emo punk di Theø fa da sfondo ai racconti sofferti di relazioni andate in frantumi per ragioni diverse ma accomunate tutte dalla stessa intensità: storie irruente fatte di incomprensioni, dipendenze e tagli che faticano a rimarginarsi.
o mi ami o mi uccidi sangue sui tuoi canini non dirmi di no
JACK OUT si riconferma il sad boy che abbiamo conosciuto al suo esordio con “Sempre più soli”. L’immaginario country di “X Salvarsi” resta, ma in questo nuovo singolo viene usato per sottolineare un paesaggio interiore nel quale anche i ragazzi di città possono riconoscersi perfettamente.
SHAWTY è per chi continua a sbagliare nonostante il dolore, per chi ha la sensazione di “driftare in tondo” all’infinito, poco importa che sia su una strada sterrata, in un parcheggio vuoto o tra le mura della sua camera.

seltsam – Perdo il Tuo Amore (@seltsam_official)

Seltsam, nome d’arte di Lorenzo, classe 2001, originario di Roma, torna con un nuovo singolo “Perdo il Tuo Amore”.
l’amore graffia, l’amore taglia l’anima, l’amore crepa il cuore, l’amore ferisce continuamente la memoria, gela il sangue “cadono i silenzi in una stanza, non passa l’aria” specialmente se è a senso unico.
Questo singolo è un tributo a tutte le persone che sono state ferite da un amore, che è fuggito, che non è mai stato o è finito troppo presto perché non era ricambiato.
Ogni frammento di ricordo si fa crudo squarcio, quotidiano o appartenente alle sensazioni che esplodono in sensazioni di mancanza perpetua.
La base è composta da bassi forti che diventano sempre più presenti man mano che si arriva al ritornello, lasciando molto spazio alla voce calda di Seltsam.

A cura di: @aletimos.zero

BASTA – SESSION Nº5 (@bassssssta)

Era il 24 Novembre 2023 quando uscì il primo BASTA session.
Appena prima dell’anno compiuto siamo già arrivati alla Sessione Nº5 di questo innovativo progetto che unisce produttori, musicisti e cantautori in un’esperienza artistico-musicale unica.
La voce calda e particolarmente ondeggiante di Rares e le strofe fredde e taglienti di Mecna si prestano perfettamente per questo nuovo esperimento prodotto da fenoaltea e Goedi.
Lo stile balla tra note di new soul/ blues/ rap ed elettronica ad un brano che ai primi ascolti può sembrare da piano bar dei migliori salotti letterari ma che si trasforma in danza e movimenti fluidi del corpo non controllabili.
Il testo è crudo e Rares esordisce con: “ma la luce che filtra dalle persiane mi riportano a casa ruote cromate [..] e questa notte dormo con te, fuori buttano le bombe e non possiamo farci niente”
Mecna dal canto suo inizia con: “ci salutiamo con un bacio sfuggente portando nostro figlio a scuola, se questo mondo fosse un disco saprei già la melodia [..] guardiamo una catastrofe smezzandoci i popcorn [..]”
La chiusura è una hit assurda.
Negli ultimi 40 secondi tutto si fa più scuro come la luce filtrata dalle serrande che si stanno abbassando, perché nella stanza è nato un figlio, impersonificazione della musica, i bassi esplodono la voce pure. Il tutto si fa tribale e folkloristico. “facciamo un figlio d’amore e diamolo in pasto alle armi, e con la bocca chiusa non so di cosa parlare”

A cura di: @aletimos.zero

MARTA DEL GRANDI – SELVA (DELUXE EDITION) (@MARTADELGRANDI)

Venerdì MARTA DEL GRANDI ha pubblicato la versione deluxe di SELVA, progetto inizialmente rilasciato lo scorso ottobre. Dopo l’ascolto comprendiamo come il titolo dell’album sia molto evocativo di un topos ricorrente anche nell’arte più classica. Quello che però colpisce è la consapevolezza artistica e il taglio molto personale con cui questo tentativo viene portato a termine.
Sottoscrivere questo album a un solo genere è complesso poiché le strade interpretative che si dispiegano durante l’ascolto sono molteplici. Ci confrontiamo sicuramente con un’elettronica, minimale che è spesso rappresentazione dei suoni stessi della natura, un esempio di ciò è evidente nel incipit di “First Swim, A Water Chant”, in cui suoni naturali e elettronici si nutrono vicendevolmente e assumono una consistenza e forza che ci prepara ad un canto corale dai toni quasi mistici; ma non possiamo non notare un prorompere di sonorità Jazz e Folk che conferiscono un ulteriore tono fiabesco al percorso musicale che intraprendiamo con questo album. Nonostante le molteplici sonorità la loro elegante coniugazione ci trasportano delicatamente in uno spazio che l’artista ha voluto delineare appositamente per noi.
La versione deluxe arricchisce l’album con 3 brani inediti e due performance live, tra cui un’interpretazione di “Hotel Supramonte” di Fabrizio de André, eseguita in maniera altrettanto intima e coerente rispetto la cifra stilistica della stessa MARTA DEL GRANDI. SELVA quindi è un progetto che si fa esplorare mostrandoci il suo animo ancestrale ma allo stesso tempo estremamente fresco e avanguardista.

A cura di: @aleksandravreko_

M.E.R.L.O.T. – ALASKA (@m.e.r.l.o.t_)

É la bonus track dell’album “OFIUCO”, che come spiega l’artista è il tredicesimo segno zodiacale, quello escluso: il progetto è infatti rivolto a chiunque si senta fuori posto, diverso e in ritardo coi tempi.
La traccia, uscita venerdì otto novembre, è stata suonata in anteprima dall’artista solo durante il tour, che si è concluso proprio venerdì con il live di Torino.
Il brano, nato in collaborazione con Luca Paolucci, Alessandro Cianci e Dema (alla produzione), parla di solitudine e malinconia di un amore passato. L’artista cerca invano il sorriso dell’amata ovunque, tra “i vestiti e cani e graffiti”, mentre lei “balla sola sotto cassa”.
Menzione d’onore al ritornello, dove l’artista lucano ci canta: “Ho il cuore nella pancia” perché è vero, le cose si sentono proprio lì.
Ottima da ascoltare in queste nebbiose sere milanesi. E, come ci ricorda M.E.R.L.O.T. su suoi profili social: lacrimati o rimborsati.

A cura di: @gre_cattaneo

LEO LENNOX – BASTASSE POCO (@LEO_TESORO)

Lo conoscete Leo Lennox? Io non lo conoscevo fino a che un magazine rivale (bel nome per un magazine) non mi ha fatto scoprire questo cantautore capace di mixare il rap al pop e all’elettronica con una facilità e fruibilità interessante e sempre sorprendente (non troverete mai un suo pezzo simile a quello precedente).
Ma ora siamo qui per parlarvi di “Bastasse Poco” il suo nuovo brano in collab con röa, anche lei una piccola emergente dal talento accattivante.
Il brano inizia con un rap rigido in cui le parole di Leo sono pillole di saggezza che non ammettono repliche.
Non ha fatto pace col suo modo freddo di provare emozioni, col suo scappare dai legami, tematica affrontata in brani precedenti come “Iride”. Nonostante il tono malinconico il brano celebra le imperfezioni di certi amori, perché se bastasse poco per essere felici si perderebbe quella complessità che dà spessore ad ogni nostro amore.
röa sul pezzo entra come una spalla, con la voce più sporca del solito attira l’attenzione su di sé sul finale. Sulla base ritmata appare meno elegante e più bad gal, una veste che le dona incredibilmente bene.
L’incontro dei due artisti crea qualcosa di interessante, magari non unico nel panorama, ma un bel modo per mostrare nuovi lati di entrambi e una grande occasione per sperimentare.
“Bastasse Poco” è l’interludio del nuovo progetto di Leo Lennox, e ci fa venire voglia di sapere come va a finire questa cosa dei generi tutti mescolati…

A cura di: @annasp.o