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TORNIAMO NEL 2018 PER EVERGREEN DI CALCUTTA – DEJAVU EP.6

Immagina: è il 2018, è una normalissima giornata di fine maggio e all’improvviso senti partire “Saliva”. No, non è un sogno, è semplicemente uscito uno degli album che hanno segnato la storia dell’indie italiano, e in realtà un po’ chiunque di noi, “Evergreen”, titolo decisamente rappresentativo di quello che è questo album, un sempreverde, che non importa con chi o in che momento fidati che qualcuno lo canterà. E quale occasione migliore per tirare fuori questo capolavoro se non in questo pazzo 2023, ora che finalmente Calcutta è tornato ad annunciare qualcosa di reale dopo ANNI di silenzio stampa? Non credo ci siano bisogno di ulteriori presentazioni, dunque partiamo con un viaggio in questo mondo di orgasmi e kiwi.

BRICIOLE 

L’album inizia con “Briciole”, che ci fa capire da subito la genialità di Calcutta, che con un testo a prima vista senza senso riesce a esprimere più di molte canzoni trita e ritrita. “Briciole” parla della fine di una relazione, in cui si capisce che nonostante l’altra persona ti faccia intendere come sia finita, tu non riesci a crederci. E allora cerchi di far tornare in mente i passati insieme, non riesci a credere come ti stia dicendo di allontanarti e allo stesso tempo ti senti minuscolo, una briciola in tutto l’universo, quasi priva di senso. Con un ritmo pacato ma non drammatico questa canzone ti fa viaggiare con la testa, ti rilassa e ti porta tra le nuvole a pensare, elemento distintivo di Calcutta e della sua musica.

PARACETAMOLO

Sicuramente uno dei brani dell’album più famosi è “Paracetamolo”, canzone che non potevi non sentire in quel 2018, prima in tendenze e sicuramente nella mente di ognuno di noi. “Lo sai che la tachipirina 500 se ne prendi due diventa mille”, una frase che da sola riesce a farti cantare tutta la canzone, probabilmente anche senza difficoltà. La canzone parla di una relazione nel pieno della sua essenza, dalle parlate tranquille e senza senso ai momenti dove non ci credi di stare affianco a quella persona, facendoti sentire il cuore a mille. Anche se magari può confondere un attimo e preoccupare, come per il fatto che non si vada mai a casa di questa persona, non si riesce a pensarci, perché l’emozione che questa relazione ti sta dando è troppo forte, facendoti sentire si a mille ma anche in completa armonia con te stesso.

PESTO

E si passa da classico a classico con “Pesto”, canzone che non puoi dimenticare col suo “We deficiente”, urlato con tutta la voce che si ha. Il brano parla di una relazione finita, che ti ha distrutto e ormai sei a pezzi, quasi provassi un costante fastidio, come se ogni cosa che facessi non avesse più senso. E quando l’ex tornerà potrai solo comunicargli quanto ci stai male, perché il tuo amore è stato fatto a pezzi. Eppure sai che in fondo è giusto che sia finita, anche se fa malissimo sai che anche se la lasci andare e dovesse tornare, non potrai più ricostruire quello che c’era. La musica in questa canzone si adatta perfettamente a ciò che vuole essere comunicato, passando da una parte molto calma e quasi triste a una estremamente forte e intensa, dove il dolore esplode e fa uscire tutto quello che hai.

KIWI

Subito dopo troviamo “Kiwi”, canzone che con la sua calma e il suo no sense riesce a farti volare. La traccia parla di una storia genuina, dove ci si diverte con poco e con molto relax, anche se ci sono dei dissapori, un po’ voluti, ma stressanti a certi livelli. Allora si cerca di non pensarci e si torna a rilassarsi, anche se quei problemi rimangono. Eppure non si riescono a trovare delle soluzioni effettive, lasciando tutto in questa situazione sospesa e senza un punto fermo. Anche qui si intervalla una parte più rilassante e tranquilla a una invece molto più struggente e incisiva, rappresentata dal ritornello, che è un po’ il culmine sia della canzone che della relazione.

SALIVA

Se vogliamo parlare del no sense di Calcutta, uno dei migliori esempi è sicuramente “Saliva”, con frasi che sembrano totalmente senza senso e senza connessione tra loro e che solo ascoltandole bene si capisce il senso. Qui Calcutta vuole parlare di come in una relazione che davvero ti prende tutto diventa bellissimo, anche quello che si considerano come difetti e cose poco piacevoli, arrivando a parlarne come le migliori, perché alla fine l’amore ti fa vedere chi ami come perfetto, in ogni parte di se. E allora anche i momenti di silenzio sono speciali, forse più di quelli dove si parla, perché capisci che stai davvero bene con una persona quando anche nel totale silenzio riesci a sentirti totalmente a tuo agio. 

DATEO

Un brano sicuramente particolare è “Dateo”, un po’ più oscuro degli altri in quanto brano strumentale, anche se molto alla Calcutta, mostrando come sia importante la musica anche senza il canto e come proprio questa può essere speciale così.

HÜBNER

Un pezzo pienamente intrinseco di significato è sicuramente “Hübner”, che narra della distanza, di come essa sia pesante in una relazione e di come si dovrebbe fare di tutto per evitarla il più possibile. In questo testo si può infatti capire, forse non così bene, come questo concetto sia ben ribadito. Per quanto ci siano città stupende, come Venezia, l’unica cosa che conta è l’amore, e qui entra in gioco Dario Hübner, calciatore che dopo stagioni eccellenti decide di rifiutare offerte di diverse squadre di Premier League e del Venezia, per accettare invece quella del Piacenza, per la vicinanza alla moglie, che abitava a Crema. Allo stesso modo Calcutta dice che ci si dovrebbe impegnare per stare il più possibile vicino al proprio partner, trascurandolo il meno possibile e cercando di vivere sempre più storie con esso.

NUDA NUDISSIMA

A seguire troviamo “Nuda Nudissima”, una canzone che parla dei momenti dopo il sesso, quei momenti in cui magari si sei stanco, fa caldo, ma tutto va come dovrebbe andare, sei felice anche di perdere del tempo anche parlando di stupidaggini, perché vorresti che quel momento durasse in eterno, anche se magari hai un treno che non ti aspetterà sicuramente. E quei momenti rimangono impressi nella testa, li rendi sempre più speciali, ricordandoteli come quasi da film. La base è molto in stile Calcutta, particolare al punto giusto e resa ancora più particolare e interessante dalla voce e dal testo, che la completano e la rendono uno dei pezzi più interessanti da sentire di questo album.

RAI

“Rai” è la penultima canzone dell’album, in cui il testo non vuole comunicare tanto qualcosa, bensì parla dell’esperienza del cantante alla trasmissione “Quelli che il calcio”, trasmessa appunto dalla Rai. Qui Calcutta parla di tutto l’ambiente: dal corso in cui sono presenti i set a Milano, in Corso Sempione, ai fari che accecano, dal pubblico presente li e non, alla sua emozione, la voglia di apparire bene davanti alle telecamere. La musica che accompagna questo racconto ti porta nella montagna russa che si può vivere, da un inizio molto calmo, a un aumento di carica sempre crescente, fino ad arrivare al ritornello, dove si abbassa e poi si riapre ancora più energico, per poi riabbassarsi e rialzarsi al momento in cui descrive quando si va in onda, per poi ricalmarsi nel finale, dove torna su Corso Sempione, finendo questa esperienza incredibile 

ORGASMO

L’album si conclude con una canzone decisamente particolare e conosciuta, “Orgasmo”, dove Calcutta parla di una relazione che non riesce a rialzarsi da una crisi, finendo per chiuderla. Il testo fa capire come ci si può sentire, prima con i problemi che iniziano ad affiorare e poi come si fallisca a risolvere, finendo col sesso per provare a lasciarsi tutto alle spalle inutilmente. Poi si inizia a domandarsi che fine abbia fatto l’altra persona, ormai che il rapporto è finito, sentendo tutta la mancanza di quella persona che è stata tanto speciale in passato. E ci si trova spaesati, come in mezzo alla nebbia, senza sapere bene cosa fare e non trovando un modo di uscirne, volendo soltanto però parlare con quella persona, cosa ormai impossibile. La bellezza di questo brano è nella musicalità di questo testo, facendoti venire voglia di urlarlo nel ritornello, che rimane anche più impresso per il cambio dal primo al secondo e terzo ritornello.