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ROSOLO È UNA BOMBA

TIRARE FUORI UN CONIGLIO DAL CILINDRO

Preceduto dai due singoli estratti “Rosolo Roso” e “Ciao Sbirro”, è fuori “Coniglio” il primo album di Rosolo Roso, rapper classe ‘96 neo-acquisto di Bomba Dischi.
Su un tappeto di produzioni al confine tra trap americana e nu hip-hop targate G Coal, il rapper di Nola prova a portarci nel suo sottosopra musicale in cui la realtà assume un tono leggerissimo, lontano dai canoni gangsta e dalla ricerca continua di una fintissima street credibility.

“Nuovo G, nuovo G non mi drogo e non sparo”

Rosolo Roso ha un tomorrowland hip-hop nel cervello e non prova a nasconderlo nemmeno un po’. Ogni barra del nuovo progetto trasuda stranezze e vuole ribaltare qualsiasi concetto lirico del genere Urban.
Alla ricerca dell’atipico il disco regala momenti altissimi quali: uno skit di Berlusconi, uno stacchetto tech-house e un improbabile dissing a murubutu…

“murubutu ti scrivo io il testo, faccio colpo sulla studentessa, perchè in testa ho un cervello grosso ma ho comunque più palle che testa”

I testi non sono certo ricercatissimi, ma sulle palle non ci sono dubbi.

Saltellando tra una traccia e l’altra con spensieratezza il disco si dimostra scorrevole e sicuramente pensato. Una poetica del disimpegno di chi non ha altro che la musica e un paio di idee, come rosolo afferma nell’intro e nell’outro dal titolo: “ho un’idea” e “ho un’idea 2”. Il rapper riesce a restare sul piano personale in maniera ambigua senza andare troppo in profondità, se non nell’ultima traccia (“ho un’idea 2”), la più conscious di tutto il progetto.

Senza vergogna e con autoironia Rosolo vuole provare ad essere il ‘coniglio’ di quel cilindro magico che è il rap italiano, smontando ed esplorando il genere con sarcasmo ed energia. Il tutto è condito con una forte impronta Americana che si avverte sia nel modo di scrivere che nelle produzioni, con evidenti riferimenti a Baby Keem, Young Thug e alla nuova scuola trap.

Senza filtri o boundaries di alcun tipo rosolo cazzeggia allegramente nel suo realismo folle, tirando fuori un inno alla normalità di un ragazzo quanto mai strambo.
Niente pillole, grammi, pacchi, lame e derivati, solo una bizzarra esistenza di provincia.