Qualcuno ha detto pasqua? Stare in famiglia? DIVERTIRSI?
BENE. Sicuramente non SIAMO stati noi, visto che pure in questa (fin troppo) calda pasquetta vi portiamo le MEGA NOVITÀ DELLA SETTIMANA, da pompare mentre vostro zio fa la grigliata con un discutibile grembiule.
PREGO.
ALICE – CITTÀ DALL’ALTO
È uscito questa settimana “Città dall’alto”, il nuovo album di Alice. Questo viaggio incredibile nella creazione di Alice è fortemente caratterizzato da un grande senso di tranquillità, che, anche nei pezzi più movimentati, riesce a trasmettere quella sensazione di calma interiore di cui un po’ tutti abbiamo bisogno e che non sempre riusciamo ad avere. Alice riesce perfettamente a trasmettere questo, con la sua voce estremamente delicata che ti culla nelle varie storie che racconta, essenza del suo percorso artistico.
C’ERA
L’album inizia con “C’era”, pezzo che da subito mette in chiaro il mood che alla fine accompagna l’album. Il testo è molto intricato, simbolo di un no-sense, un po’ nello stile dell’ “Officina della Camomilla”, a modo suo vuole evidenziare una relazione in cui lei si sente un po’ sola, con lui che non è presente e la lascia un po’ in disparte. La musica che accompagna la voce di Alice rende ancora più mistica questa canzone, facendoti sentire sollevato da terra, in un “mondo che da solo brilla e balla”, facendoti scendere una lacrima, ma allo stesso tempo riesce ad essere quasi di conforto.
VENDETTA feat. SANO
Subito a seguire troviamo “Vendetta”, pezzo in featuring con SANO, che fin dall’inizio si fonde alla voce di Alice, cosa che caratterizza l’intero pezzo. Il pezzo racconta di una relazione che è finita, sia attraverso le sensazioni che si provano nell’immediato, ma anche coi ricordi che tornano alla mente, ti fanno riprovare gli stessi sentimenti e fanno crescere la nostalgia, oltre alla voglia di riavere l’altra persona. Con una base che spacca, caricandoti il giusto durante il ritornello e il mix vocale di SANO e Alice, è sicuramente una delle canzoni migliori dell’album.
ESISTE UN LUOGO
Terza canzone è “Esiste un luogo”, canzone un po’ più introspettiva delle altre, qui la canzone punta a indagare cosa si prova nelle situazioni confuse, quando non sai bene cosa sta succedendo attorno a te e cosa dice la persona che dovresti ascoltare più del solito, facendoti capire di essere totalmente in panne. Se questa riflessione è più esplicita nella seconda strofa, nella prima tende ad essere più implicita, facendo capire meglio la confusione in cui ci si trova, con lo stesso intento della base, che nell’unione risulta più che azzeccata.
BRILLA
Successivamente troviamo “Brilla”, con una partenza più tranquilla delle altre, inizialmente solo strumentale, poi quando attacca la voce, in maniera un po’ confusionaria esprime quel malessere che si prova, anche quando tutto sembra andare bene, ma ti rimane quella punta di male, che rovina quel semi-benessere in cui ci si trova. Qui la voce riveste un ruolo ancora più importante, evidenziato dalla lunga parte strumentale, che lascia meno spazio alla voce cosicché riesca appunto ad essere il focus.
FIORE NEL DESERTO
Subito dopo troviamo “Fiore nel deserto”, che, in contrasto con la canzone di prima, parte quasi subito, ma in maniera molto pacata. Poco dopo però si anima, facendo di fatto partire la canzone, che racconta il non fermarsi davanti alle difficoltà della vita, affrontare le cose con calma, cercare di non farsi travolgere dal tutto. In questo gesto di semplicità così difficile la canzone trova il suo significato, volendo comunicare un concetto che per quanto semplice è fin troppo poco scontato, facendoci riflettere meglio su quanto possa cambiare semplicemente fermarsi un attimo.
LE MIE SCARPE
Troviamo poi “Le mie scarpe”, che ritrova il featuring con SANO, in aggiunta a Lucky lapolo. In questa canzone si parla inizialmente dei problemi che si affrontano nella vita, di come solitamente vengono ignorati più che affrontati e che poi lasci così. Nella seconda invece viene detto come per loro la soluzione a questi problemi sia sfogarli nella musica, buttando tutto su un pezzo di carta, togliendolo da dentro di se. Il pezzo risulta una hit, che riesce a entrarti nella testa e ripetersi in loop, senza stufare mai.
DYSTOPIA
Successivamente troviamo “Dystopia”, canzone che, attraverso il suo no-sense, vuole esprimere quando ti senti inerme davanti alla vita, come neve sotto al sole, costretta a sciogliersi, cercando di tenersi assieme ma senza successo, perdendosi dentro i problemi della vita e tutte le complicanze che ci possono essere. Ottima scelta stilistica è stata fatta anche per la base, che accompagna la voce benissimo, distaccandosi da essa ma fondendosi perfettamente.
VORREI SMETTERE
Penultima canzone è “Vorrei smettere”, che, se all’inizio può sembrare molto triste, poco dopo si anima, evolvendosi. Il brano spiega come sia difficile anche essere la causa della rottura di una relazione, soprattutto quando succede per altre cause che non puoi controllare, facendoti sentire in colpa senza una possibilità di cambiare le cose, facendoti pensare di essere in errore totale, quando stai solo facendo il meglio per te, anche se l’altro sta male. Interessante qui il modo in cui viene affrontato l’argomento, col ritmo che da estremamente pacato si trasforma in uno dei ritmi più movimentati dell’album, caricandoti e facendoti venire voglia di ballare.
SOMETIMES
A concludere l’album troviamo “Sometimes”, che ha il peso di essere la chiusura a questo viaggio. Il brano inizia con una parte parlata, da cui parte poi la canzone vera e propria, che vuole cercare un modo di risolvere i propri problemi, quando magari basterebbe poco, ma è difficile capire ciò che si ha dentro, anche per colpa della costante paura che si può provare nell’affrontare i vari casini della vita. La canzone risulta un po’ confusionaria, cosa che però combacia con quello che vuole esprimere, dando ancora più senso al pezzo, che alla fine ti lascia con una parte unicamente strumentale, quasi a farti riflettere su tutto questo.
PRINCE – ACCELERAZIONE
Prince torna a massima velocità sulla strumentale di Ervie: Accellerazione fuori ora!
Prince presenta il suo primo singolo ufficiale dopo il Tauro Tape 3 rilasciato dal trio romano a settembre 2021.
I Tauro Boys sono Pava, Maximilian e Prince, nel corso degli anni hanno rilasciato una serie di mixtape chiamati “Tauro Tape” ed un album, “Alpha Centauri”. A dicembre 2022 hanno però annunciato una pausa, per dedicarsi a i loro progetti singoli.
Maximilian ha postato snippet e qualche traccia sul suo instagram, Pava ha rilasciato il suo progetto più importante, cioè un figlio in collaborazione con @kalionacid mentre Prince è il primo effettivo a pubblicare qualcosa su spotify dopo il triste post che spiegava il loro stand-by.
Accelerazione non si distacca tanto dal sound tauro che abbiamo sentito, soprattutto nella loro ultima release; suoni digitali come quelli di Tauro City, Beep Beep e Where are u from non mancano nella nuova traccia, prodotta sempre da Ervie insieme a Kid Hakku.
Il testo è una raccolta di frasi, concetti e reference vari.
Si parte con emozioni e baci a colazione, per arrivare subito a “delta T, delta V” che sono effettivamente i dati necessari per trovare la variazione di velocità in un determinato intervallo di tempo, cioè l’accelerazione.
Continuano i lyrics con il nome di Dylan Dog, gli europei, i Playoff e La fayette; vocaboli che si mischiano con parole francesi e frasi d’amore o di cortesia.
Tirando le somme, il rapporto che si viene a creare tra beat e cantato è piacevole, fresco e felice, anche grazie appunto all’utilizzo di parole inusuali e dal suono per forza diverso dal solito italiano.
Non ci resta che aspettare,
SIAMO davvero in attesa di vedere come si svilupperanno i percorsi di Pava, Maxi è quello di Prince.
Intanto, sperando arrivino in fretta nuove tracce, ascoltate Accellerazione 🙂
MECNA E DRAST – MILLE VOCI
L’amore non passa mai di moda: Mecna anticipa il suo album insieme a Drast in Mille Voci
Dopo l’esperienza Bromance insieme a Coco, dedicata ai legami di amicizia, per Corrado Gilli è giunto il momento di tornare a parlare di amore; uscirà così il 5 maggio il suo nuovo album “Stupido Amore”
Per presentare il progetto, l’artista ha rilasciato il singolo “Mille Voci” in collaborazione con Drast, fresco dalla release del suo primo album solista.
“Ti prego non avere paura di me” è così che la voce di Marco apre il brano ed è questa la frase che sentiamo nei ritornelli.
Un messaggio chiaro, diretto che aiutato da: “Ti prego, non avere paura per me/ Che vado a cento all’ora e prima o poi mi schianto” ci fa capire come l’artista stia cercando di convincere una partner a restare insieme senza tenere i dubbi che quest’ultimo ha.
La prima strofa conferma il tema cantato da Drast: “Ah, noi siamo stati distanti come se ci separassero i continenti/ Che cosa ci siamo persi da quando ci siamo persi?/ Siamo stati sconosciuti, amanti, quasi parenti”, e così mille voci altro non è che un importante tentativo di salvare una relazione andata male, andata in mille modi.
Nella seconda strofa Mecna invece guarda se stesso, spiegandosi come la colpa sia anche sua “Io sono stato testardo, poco ispirato e non ho mai cambiato idea/ Se la luna gira, scopri che c’è sotto la marea/ La nostra è un’odissea fatta di compromessi ed errori/ Giurando di non farne più di nuovi”
Continua illustrando al meglio una situazione amorosa in bilico, che lo fa vivere nel buio: “Chiamo per nome i miei demoni/ Che ho conosciuto quando stavo per cedergli/ Io nell’abisso viaggio sempre in executive”
Dopo il terzo ritornello, dove di può sentire la voce di Corrado in sottofondo, c’è un bridge, ottimo per giungere alla conclusione del brano, grazie al cantante che esprime al completo ciò che pensa su quello che sta vivendo attualmente: “Griderei che sono stanco di fuggire/ Voglio vivere, niente di questo può finire/ Siamo stati da entrambe le parti/ Di un sentimento che provano anche tutti gli altri/ Non sono l’unico a stare come sto”
La strumentale è semplice e valorizza le parole pronunciate dai due. Il sound nel complesso è quello che ci si può aspettare da Corrado, simile a quello che si può sentire in alcune tracce di Mentre Nessuno Guarda e in lavori precedenti; o in “Amici” con Coco, dove lo storytelling è il fulcro di tutto ed infatti il beat si fa più indietro con la sua semplicità.
La copertina del pezzo è particolare, domina il bianco e, sulle tante parole illeggibili di sfondo, si riescono a leggere solo i nomi di Drast e Mecna ed in carattere cubitali grigi “Mille Voci”.
Nella sua semplicità è una bella cover, che però si distacca tanto da quella più ricca di dettagli dell’album in arrivo.
SIAMO tristi,
Non da andare a cento all’ora,
Ma da ascoltare in loop Mille voci da venerdì.
Se hai bisogno di speranze e conforto è la traccia che fa al caso tuo, ascoltala in attesa di Stupido amore!
SUNKEN – + GAS
BALLARE PER NON ESSERE SOLI NELLA NOSTRA SOLITUDINE
A mezzanotte di venerdì 7 aprile è uscito il nuovo singolo di Sunken, +GAS.
La copertina è stata realizzata da Marco Forte, fratello di Sunken, e si ispira al famoso quadro romantico “Viandante sul mare di nebbia” del pittore tedesco Caspar David Friedrich, ma declinato in chiave distopica. Il messaggio però, seppur forse affrontato nella quotidianità in chiave più pessimistica dall’artista, rimane pressoché invariato: l’uomo si sente piccolo davanti a un futuro incerto.
Il brano nasce nel periodo in cui Sunken si trasferisce a Milano, ritrovandosi trascinato in un vortice di ansia sociale e irrequietezza da cui non sempre è facile fuggire, perché, come egli stesso ci dice, Milano è una città piena di opportunità ma allo stesso tempo sa come farti sentire piccolo.
Nel brano si fondono sonorità dark pop con quelle della corrente industrial anni ‘80, con artisti quali i Depeche Mode e i Visage, ma rinnovate da sonorità più contemporanee.
Il ritmo incalzante e il messaggio del singolo fanno percepire quell’ansia generazionale tipica della generazione Z in questo momento storico, amplificata da synth aggressivi e dalle parole utilizzate, che portano un senso di velocità e frenesia coniugate però in voglia di ballare spasmodicamente per scrollarsi di dosso quell’ansia accumulata giorno dopo giorno, lasciandosi trasportare dalla traccia.
Questo è ciò che l’artista vuole che le persone facciano ascoltando +GAS: lasciarsi andare, percependo di non essere soli nella loro solitudine, perché, in poche parole, come afferma Sunken, il mondo è una merda e ci sentiamo impotenti, quindi fanculo e godiamoci i piccoli momenti di libertà che possiamo concederci.
Chiediamo infine a Sunken qual è il suo rapporto con quella frenesia che tanto percepiamo nel suo brano, se l’accusa così tanto. Lui ci risponde che si, prova questa frenesia, ma non sa quanto sia positivo. Infatti, se da un lato essa lo spinge ad essere più produttivo, dall’altro gli fa rimpiangere quei momenti in cui tutto era un pò più leggero.
MAXWELL DA COSTA – COURTNEY
L’ultima traccia del nuovo progetto dell’artista torinese sembra a tutti gli effetti dirci che una maturità stia per arrivare. La descrizione di un amore all’insegna della complicità e dell’empatia quella fatta in questo brano; la descrizione di un amore divertente a provarlo, ma anche e soprattutto pericoloso. Il sound si concilia con le parole e lo spirito del brano che un po’ trasmette la sensazione esplicita nel titolo del progetto: lo “Sparare alle nuvole”
Insomma, una giusta conclusione per un album che, se compreso, va aggiunto in playlist senza troppi dubbi.
Courtney è Love come quello che un po’ tutti noi proviamo per Maxwell.
PIAZZABOLOGNA & ASTERIA – JACK E LACRIME
“JACK E LACRIME” è il nuovo singolo di @PIAZZABOLOGNA assieme ad @ASTERIA. Questo brano nasce dalla collaborazione tra due dei talenti più promettenti della nuova scena italiano e vede intrecciarsi il songwriting sia dell’uno che dell’altro. “JACK E LACRIME” racconta la parte “nera” della città di roma vista da una visione poco sobria di un ragazzo innamorato che non riesce a godersi quella che è la vita.
«Come sempre, cerchiamo di raccontare le sfumature della città eterna, questa volta in una chiave più cruda e notturna. La nostra strofa parla di questa ragazza di Roma nord “trescata” a San Lorenzo: un quartiere indie della capitale. Nella prima parte della strofa, ho cercato di raccontare la parte più debole di questa relazione e tutto quello che c’è di marcio in quello che sembra perfetto, mentre la seconda è quasi una polaroid della parte finale di ogni serata. Ho cercato quasi di mettere a fuoco quei silenzi e quella malinconia che si avvicina prepotentemente lungo la strada del ritorno.» – @PIAZZABOLOGNA.
“JACK E LACRIME” è il racconto di una generazione che non riesce mai ad esprimere ciò che sente e tutte le emozioni che prova.
«Ho scritto questo brano pensando a quante volte mi sono sentita incapace di esprimere i miei sentimenti. A volte, ci affidiamo alle stelle perché non abbiamo il coraggio di dirci quello che proviamo e ci facciamo aiutare da un pronostico per validare i nostri sentimenti. Siamo una generazione di sognatori romantici che credono al racconto del destino.
Musicalmente è stato un viaggio bellissimo, poter curare la produzione del brano mi ha dato la possibilità di ri-partire dalle mie origini, scrivere e fare musica usando la chitarra e di mettere la firma su un momento di condivisione, di incontro tra due mondi, tra due realtà. In: “JACK E LACRIME” c’è tutto: la malinconia di un “na na na”, l’austerità di una cassa dritta ed il calore della chitarra…c’è anche un omaggio a Calcutta, avevate notato la citazione?»
ARTICOLO SCRITTO E CURATO DA: FRANCESCO GALLO.
JESON – IL MIO POSTO
Il cantautore romano che si colloca tra rap, R&B, elettronica e gospel torna a far parlare di sé, dopo il suo primo album “Fuori da un oblò”, pubblicato nel 2021, si ripresenta con nuova musica, nuove idee e nuove emozioni. In occasione della sua ultima uscita, Jeson ci ha raccontato i posti che riempiono la sua vita.
Lo descrivi vagamente nel tuo singolo, qual è il posto in cui ti rifugi quando stai in
sbatti da ansia?
Con le cuffie ad alto volume, mi nascondo sulle scalinate bianche della chiesa che sta vicino casa mia a Roma.
Il video infatti è ambientato lì e la produzione stessa del brano richiama l’immaginario gospel che si amplifica in quei luoghi, ne sono molto affascinato.
Nella solitudine di quei momenti, mi capita spesso di scrivere.
a proposito di questo, qual è il posto in cui trovi ispirazione per creare i tuoi pezzi?
in realtà scrivo in maniera molto fluida, le idee mi vengono in momenti casuali
me le appunto e in una seconda fase ci lavoro su fino a farle diventare canzoni
lo studio è il posto in cui le finalizzo, insieme al mio produttore MDM
forse il posto in cui si originano più di frequente è il cinema, sono un grande appassionato e
la mia musica ne è pervasa
in che posto vorresti che la gente sentisse il tuo pezzo?
se penso al futuro, su un palco sotto un cielo pieno di stelle
per il momento mi accontento di ovunque, in qualsiasi situazione purché ci sia la voglia di
provare a capirlo ed entrare nel mio mondo
anche se effettivamente “il mio posto” è un pezzo post-tramonto
abbiamo parlato dei posti in cui ti nascondi quando stai in paranoia, quali posti invece
sono una festa?
spesso coincidono
con gli amici con cui sono cresciuto ci troviamo spesso tra i palazzi del mio quartiere seduti
sul marciapiede, non troppo lontano dalla chiesa di cui parlavo prima
si ride, si scherza, e si sta bene
dopo l’odissea pensi di aver trovato il tuo posto?
si, sicuramente mi sento molto più maturo
il mio posto adesso è pieno di musica, ma in continua trasformazione
questo non mi spaventa, gli alti e i bassi sono fondamentali per evolvere
in futuro vorrei che fosse un posto in cui potermi sentire totalmente al sicuro
realizzarmi attraverso le cose che mi fanno sentire vivo, sicuramente la musica è tra queste
attraverso i miei pezzi trovo la forza di mostrare al mondo la mia vulnerabilità, vorrei che la
gente riuscisse ad entrarci in contatto e magari poterci empatizzare
SANTACHIARA – COLPA DEI NO
ancora ti cerco, tra bottiglie di vetro
SANTACHIARA
A Napoli esiste un quartiere denominato “Santa Chiara”, che si trova nel cuore del centro storico.
Qui nasce Luigi Picone come artista, coniando il nome d’arte dalle strade per lui intrinseche di
significato.
E’ figlio di una successione di stimoli culturali che gli arrivano per via di trasferimenti, fin quando
non arriva nella città partenopea che sembra proporgli chiari spunti e giusti input.
Pubblica tutta una serie di singoli per Carosello Records, inaugurando il suo nuovo futuro con “le
cose che non dici mai” e il 4 aprile con “colpa dei no”.
Entrambe le cover dei due brani sono caratterizzate da una grafica simile, che li distingue dai
precedenti, suggerendo l’anticipazione di un nuovo progetto discografico.
Le fatiche musicali del 2023 sembrano, infatti, collegate tra loro.
Nel primo brano citato, Luigi manifesta un chiaro interesse e il compimento di uno sforzo di
comprensione verso qualcuno che, forse, poi più di tanto neanche vuole essere inteso.
“Tu ti nascondi lì, tra le cose che non dici mai” e da qui ne ricava il titolo per questa
preoccupazione sonora.
Provato da tanto silenzio, rielabora le sue sensazioni e ne esce “colpa dei no”.
Era il mese di dicembre, quando sorgevano le prime apprensioni di lei e lui cercava di partecipare a
queste tristezze, con l’intenzione di aiutarla a sbrogliare i nodi.
Si trova davanti un muro: forse la sua gentile accortezza viene respinta o forse non ha neanche la
minima voglia di renderlo partecipe.
Dinanzi vari tentativi di avvicinamento a questi “sguardi di fuoco”, giustamente pensa “Sai, mi
chiedevo, ma perché perdo il mio tempo appresso ad una che si odia come te?”
Il proposito di sottrarsi a questo insopportabile affanno, a quest’ ingiusto malessere interiore,
viene subito meno ed inspiegabilmente “Io ancora ti cerco, tra bottiglie di vetro”.
Le sue prove di pazienza vorrebbero trovare il premio di una carezza.
Contro il suo desiderio, queste smancerie assumono le sembianze di coltelli.
Incredulo dinanzi il suo stesso atteggiamento, combatte tra cuore e ragione: “E sono pazzo
davvero, con tutti quei tagli che hai fatto non grido nemmeno!”.
Magari una passeggiata è il giusto rimedio per schiarire le idee.
Così gira per il Vomero, alternando momenti di compagnia, per mettere a punto le nuove
intenzioni musicali, e solitudine.
Decide finalmente “di amarsi un pò”: “Il tuo nome sui miei mal di testa mi grida mo’ basta! Mo’
lasciala andare!”
Tutto il brano si sviluppa su un pattern di suoni ricercati per dare quasi un vago senso sinistro e si
avvolgono sulle parole, quasi serpeggiando, assieme al tono da lui scelto.
Sinuosamente restituisce il concetto di un qualcosa che non riesce né a respingere né a reprimere.
Acconsente dunque all’influenza della fascinazione confusa da lei provocata e, contro ogni volontà,
l’infezione di questo morbo dell’indifferenza e di completo gelo lo contamina. Colpo di scena.
La voce assume un tono di sfida: “Siamo fatti così”, ”mi manca il sale se non sto con te”.
Catullo rese l’incoerenza e il combattimento del forte sentimento con il celebre “Odi et amo”, che
in tempi moderni SANTACHIARA rispolvera, condividendo il dramma del non sapere assolutamente
come fosse possibile tutto ciò. Eppure sente che accade e n’è tormentato.
Non ci resta che attendere l’evoluzione dell’artista, che in seguito alla proposta di divenire balsamo
per i mali di lei, decide di assumere la forma delle sue inquietudini. Forse solo così riesce a
guadagnarsi la deviata attenzione. Tutta colpa dei suoi no.
WISM – FEDERE
La Pasqua del signore non è mai stata così fresca. Chi si aspettava che un pezzo di WISM riuscisse addirittura a mettere in ombra la resurrezione del figlio del Boss. Eppure, su un tempo tutto suo, cazzeggiando su un beat fuori da ogni cognizione, ce l’ha fatta con “federe”, il primo singolo dopo l’ottimo album “Pazienza”.
La padronanza della produzione è indiscussa e ne aveva già dato prova su svariati beat per la 126. Da quanto non sentivi una nuova uscita in 5/4? WISM è l’ala più radicale del partito della musica emergente italiana. Quindi vota e fai votare.
Un invito a restare a letto, rilassarsi e godersi le “federe”, piuttosto che il cuscino, di questa nostra vita incasinata. SIAMO pronti a sbronzarci con questo pezzo in sottofondo, bevete responsaWISMente.
FRANCYEXE – EMOZIONI
francyexe parla delle sue emozioni nel suo nuovo pezzo insieme a cima
“Sai le controllerò, le emozioni che ho” è la promessa giovanile non rispettata che viene cantata nel brano dei due giovani artisti.
francyexe scrive, produce e fa mix e master; ha iniziato seguendo lezioni di chitarra, avvicinandosi poi al piano ed al beatmaking, all’incirca nel 2020.
la sua prima pubblicazione su SoundCloud, che ad oggi conta più di 2500 ascolti, si intitola “con me” ed è una collaborazione con 25 lettere.
Da quel momento in poi ha sempre continuato, facendosi conoscenze attraverso i social ed i gruppi telegram.
Nel 2022 rilascia la sua prima traccia interamente prodotta da lui, campionando i MyChemicalRomance, chiamata “io morirei x te”
Il brano di cui va più fiero è “canzone x un vecchio amico”, con eliokitty e bambaboy.
Il pezzo nasce nello stesso arco di tempo della traccia “Non ci penserò”, inizialmente era una semplice demo, mandata da Cima a francyexe ed è stato quest’ultimo a convincere l’amico a pubblicare il lavoro; partendo da un type beat che è stato modificato suonando di nuovo la melodia, sistemando le frequenze ed aggiungendo una parte di ukulele.
La canzone ha un testo pesante, parla di come sia difficile per i giovani d’oggi – francesco in primis – controllare le proprie emozioni.
Le parole sono state scritte tenendo in mente il pubblico che sentirà questo brano, fatto di ragazzi come l’artista che passano momenti particolarmente tristi poiché in difficoltà con la gestione dei sentimenti.
L’intento di è quello di far sentire gli altri capiti, di far arrivare una dolce pacca sulla spalla all’ascoltatore.
SIAMO felici dell’empatia trovata nel pezzo,
Ascolta anche tu “emozioni” di francyexe e cima su Soundcloud 🙂
