Si sta avvicinando davvero l’estate, e ad annunciarla (oltre al caldo atroce) ecco a voi delle caldissime newwwwwsssssss!!!!
CAMILLA PNK – ZUCCHERO 🙂 (@issamacivibe)
Immagina la te di 6 anni che incontra la te di 20: questo è esattamente l’effetto che fa “zucchero :)”, il nuovo singolo di Camilla PNK – che di dolce ha solo il titolo, e un pochino anche l’apparenza.
Camilla ci trasporta in una dimensione surreale che parla di un quotidiano malato, caotico e per certi versi, in realtà, molto amaro.
I cori dei bambini in apertura e nel ritornello crashano pesantemente con le chitarre e i synth nel resto del pezzo, dandoti perfettamente l’idea di cosa sta passando per la testa dell’artista: un delirio!
Il ritmo è veloce come lo è la vita descritta nel pezzo: esperienze comuni a tuttɜ noi che, seppur di disagio, un po’ ci divertono e alla fine ci fanno sentire estremamente vivɜ.
Anche la direzione artistica segue la stessa linea: nei visual troviamo una Camilla super PINK e super PUNK, ricoperta di zucchero e caramelle mentre vomita nero con gli occhi ribaltati.
Un pezzo vivace, contorto, che ti fa vivere il meglio e il peggio di diversi periodi della tua vita. Un po’ di zucchero a velo e un po’ di cassa dritta sono la combo perfetta ^^
EVA BLOO e cmqmartina – sergente (@cecinestpasandrea)
Si comincia con un soprannome. Una parola detta con affetto, ma anche un avvertimento: qui si tiene tutto sotto controllo. O almeno si finge. Perché “sergente”, il nuovo singolo di EVA BLOO con cmqmartina, parla esattamente di questo — dell’ansia che si maschera da lucidità, del bisogno di gestire tutto prima che qualcosa vada storto.
È una canzone che racconta la sorveglianza costante che esercitiamo su noi stesse, con la stessa autorità che ci spetta e ci logora. Il brano è teso, strutturato come uno scambio di fuoco rapido tra due alleate stanche. EVA e Martina non cercano armonia: si rispondono, si alternano, si scontrano. Due voci diverse, ugualmente esauste, ugualmente consapevoli di quanto costi restare sveglie, allerta, in controllo. La produzione è pulita e tagliente, elettronica che non vuole compiacere. Un ritmo che corre e non si ferma, come la testa quando non riesce a spegnersi.
Non c’è niente di “cute” in questa traccia, e nemmeno la solita posa da girl power. Qui c’è una forma di potere diversa, più stanca e più vera: il potere di sapere dove fa male, e di dirlo senza perdere quota.
“sergente” non urla. Non ha bisogno di farlo. Si limita a restare lì, con quel sopracciglio alzato, a ricordarci che a volte sopravvivere è già un gesto rivoluzionario.
CONVERSAZIONE CON GIORGIO – NUVOLARI PROD. GOLDEN YEARS (@frapicta)
“Conversazione con Giorgio” ci fa sorgere diverse domande: anzitutto, chi è mai Giorgio? Tocca chiederlo a Nuvolari, che con questo nuovo singolo firmato Bomba Dischi ci fa immergere di nuovo nelle sue sonorità dolci e soffuse, ma perfettamente pop. Guardando la data di release potremmo pensare al solito pezzo estivo, ma non è così: il ritmo è catchy e rimane in testa, è vero, ma siamo lontani dalla classica produzione ballabile tipica dei mesi caldi, quella “fatta perché si deve fare”, d’altronde, alla produzione del singolo abbiamo niente poco di meno che Golden Years, che con i suoni ci sa fare, come ci ha dimostrato nuovamente con il suo ultimo album.
Per Nuvolari è il secondo singolo del 2025: che siano entrambi annunciatori di un prossimo progetto di più ampio respiro? Noi speriamo di sí, e intanto ci recuperiamo le vecchie fatiche.
SERENDIPITY – OMBRE CINESI (@camillaiann)
SERENDIPITY ci regala OMBRE CINESI in un giorno di giugno per aprire un’estate sotto il segno di una tenera nostalgia. Dietro il leggero suono estivo e spensierato, si cela un senso di consapevolezza lucida che illumina il risentimento di una storia passata.
/ E piangiamoci su / Lacrime di Graygoose / Io lo sapevo finiva così. /
La solarità delle chitarre acustiche si scioglie in un cocktail di ricordi soffusi e a piedi scalzi sulla sabbia.
Dà spazio alla trasparenza dell’estate: quella sensazione ambivalente dove il dolore dei ricordi è affievolito dalla musica delle onde. Il testo, saltellante, si traduce nel suono di un giorno d’agosto, ricordandoci che i momenti più malinconici possono ardere come legna in un falò, attorno al quale si balla.
Il pezzo parla di amore, ripartenza e di una paura dell’ignoto, che si traveste da libertà.
/ Chissà se ancora dormi con le luci accese / Quelle volte che ti senti giù / E il peso delle notti non lo senti più.
OKGIORGIO – OKNOTTOBEOK (@cognomeproibito)
Dopo la collaborazione con Crookers e un remix, OKGIORGIO torna in solitaria con il suo nuovo singolo OKNOTTOBEOK. A partire dal video annuncio che vede come protagonista l’ormai defunto T9, fino al visualizer caricato su YouTube, in OKNOTTOBEOK tutto trasporta l’ascoltatore in una dimensione infantile e malinconica. Anche questa volta, OKGIORGIO ci ricorda che la musica elettronica non ha un vero e proprio luogo d’ascolto privilegiato. Che sia per strada nelle cuffie, o affianco ad altre persone sotto cassa, OKNOTTOBEOK è il brano perfetto per ballare tra le ombre leggere di un passato che continua a parlarci.
Vi ricordate quando in macchina da bambini fingevamo che le nostre dita potessero correre nella corsia affianco attraverso il finestrino? La frenesia con cui cercavamo di tenere il passo con la velocità della macchina su cui eravamo seduti? Ecco, spesso le nostre dita soccombevano, spesso si incastravano nel guard rail o in un grosso camion. Eppure, nonostante ciò, la corsa ricominciava e proseguiva più spedita di prima. Visto sotto questa prospettiva, il significato di OKNOTTOBEOK è così chiaro che quasi non necessita di spiegazioni.
Ritmo incalzante, chitarre e sample vocale perfettamente cuciti l’una sull’altro creano un’atmosfera ibrida che muove gambe e cuore simultaneamente. L’arrangiamento nasconde una stratificazione emotiva che si svela ascolto dopo ascolto. L’alternanza tra momenti più rarefatti e picchi ritmici restituisce un senso di movimento continuo, quasi fosse una corsa dentro i propri pensieri. In una scena elettronica italiana ormai consolidata, OKNOTTOBEOK parla in modo semplice e diretto a quella parte di noi che non ha mai smesso di rincorrere i propri ricordi.
ONDATONDA – CERI WAX (@alissgarlata)
Ondatonda è il primo album solista di Ceri Wax: non solo un disco, ma una liberazione personale. Stefano Ceri è un produttore tra i più influenti e versatili della scena italiana, in Ondatonda si mette completamente a nudo e si lascia attraversare da un’emotività travolgente. Si racconta in esso come ”lo Stefano emotivo, il Ceri serio, il Wax scherzoso e spensierato, il bambino timido e introverso”. Tutte le sue anime si incontrano e trovano equilibrio in un lavoro fresco, una boccata d’aria per la scena italiana, che sa anche tanto di estate.
Dieci tracce, due featuring (con HÅN e David Blank), una direzione chiara: lasciarsi andare. Ondatonda è il suono della ricerca della leggerezza, è l’onda morbida che riporta a riva dopo una tempesta e dà una nuova possibilità nella vita. Ti invita ad ascoltare senza distrazioni, a ballare senza pensarci troppo, a respirare a fondo.
Le influenze dance e house si mescolano con una scrittura sonora che resta intima anche quando alza il bpm. Non c’è ostentazione, non c’è nostalgia forzata: solo una voglia sincera di stare bene, di ritrovare il piacere del corpo che si muove, della mente che viaggia, del cuore che si apre.
Ondatonda è un disco che accompagna. È il tipo di musica che parte mentre il sole scende, quando sei in macchina con i finestrini abbassati, o sotto cassa con gli occhi chiusi.
Ondatonda è un esordio solista libero, puro, emotivo e necessario, perfetto per la bella stagione alle porte.
KHARFI – LA PAROLA PIÙ LUUUUNGA DEL MONDO (@andreaodelli)
Precipitevolissimevolmente, psiconeuroendocrinoimmunologia, esofagodermatodigiunoplastica.
Queste parole esistono veramente ma con molta probabilità non le sentirete mai all’interno di una frase; potete però immaginarvele all’interno del nuovo singolo di Kharfi “la parola più luuuunga del mondo”.
Giovane produttore milanese, Kharfi ha saputo imporsi negli anni con una cifra stilistica fortemente riconoscibile, fatta di suoni elettronici stratificati e melodie accattivanti che lo distinguono sia nella club culture sia nel mainstream digitale.
In questa canzone, Kharfi continua nel suo processo di svecchiamento della scena elettronica italiana: beat e bassi profondi, vocal delicati e una cura del suono elegante e minimale.
Kharfi continua ad evolversi, dimostrando che l’EDM può ancora portare innovazioni al panorama internazionale e non.
Piccolo fun fact sull’effettiva parola più lunga del mondo: per pronunciarla per intero ci vorrebbero più di tre ore. Si tratta della proteina della Titina (nome che daresti alla tua crush) (scherzo, non farlo).
TRIPOLARE – LA GRANDE FUSIONE (@Flouryne)
“Ci sei? Che fai? Sei online?” non uscirà più dalla vostra testa. TRIPOLARE ha rilasciato LA GRANDE FUSIONE, fra amore virtuale e passione reale.
TRIPOLARE non ha smesso di surfare quell’onda di musica magnifica e reale, e LA GRANDE FUSIONE ne è la dimostrazione.
In un mondo di distanze irreali, si trova ancora lo spazio per innamorarsi e perdere la testa.
Dallo scontro fra il desiderio e la mancanza, in un universo multimediale, esplode la voglia di avere l’altrǝ accanto, accorciare le distanze e dare vita alla GRANDE FUSIONE.
Tripo non ha tolto le mani dalla chitarra, e dopo la Delux di Vitaminalife, ha continuato a dare vita a quel senso di tutto e nulla che ci pervade in questi anni. La grande onda è il racconto in musica di un amore online, in un mondo senza alcuna parete reale, l’unica realtà possibile resta quella di vedersi di persona e in tutto ciò il desiderio esplode.
Dal dialogo continuo con una persona “Ci sei? Che fai? Sei online?”, negli ultimi anni prende sempre più piede l’innamorarsi online. Dove la distanza reale viene colmata da messaggi e chiamate, l’essere umano trova ancora lo spazio per innamorarsi.
Tripolare sta riuscendo a raccontare la vita quotidiana, il legame mondo reale-virtuale, che tiene “incastrati” tanti, e mentre lo fa dà vita a canzoni fantastiche come LA GRANDE FUSIONE.
Speriamo che non smetta mai di regalarci canzoni così, e chissà se questo è solo l’assaggio di altro, noi non possiamo far altro che sperarlo.
YUMEIA, TREFLIP – INVERNO (@surprisinglymeowmeow)
Questo venerdì siamo tornati ad ascoltare Yumeia e Treflip con “INVERNO” un brano che ci guida tra un’atmosfera eterea, quasi aliena, e un sentimento pienamente umano di nostalgia.
Un suono soffuso accompagnato da una luce chiara e morbida che ti avvolge ed in cui vuoi perderti, galleggiando tra ricordi lontani. Chi di noi ancora ricorda uno sguardo altrui distratto? Chi mai non si è sentito con le mani congelate?
Talvolta quei ricordi dolci e amari non sono altro che il preludio a qualcosa di nuovo. Forse l’arrivo di una nuova stagione, per poter cambiare e lasciarci dietro ciò di cui non abbiamo più bisogno.
Il brano si discosta a livello sonoro dalla sua prima versione, disponibile su suondcloud, dove sentivamo un contrasto evidente tra la voce di Yumeia, sempre armoniosa e lieve, e gli strumenti, più aggressivi che quasi graffiavano l’aria. La versione uscita venerdì equilibra maggiormente la componente strumentale e di synth che accompagna la voce senza sovrastarla in nessun momento.
I due artisti li abbiamo già ascoltati insieme nei brani “stanza senza luce” e “sfiorire” (se non li avete ascoltati vi consigliamo di recuperare) ed è evidente la continuità stilistica del progetto che getta le basi nello shoegaze passando attraverso paesaggi idillici ed onirici.
L’inverno ora è decisamente passato, non ci resta che aspettare e vedere cosa ci riserveranno Yumeia e Treflip per il futuro.
GIIN – NESSUNA FRETTA (@betta.dmrtns)
Uscito il 6 giugno 2025 per Giungla Dischi in licenza con Artist First, Nessuna Fretta è il nuovo singolo di GIIN, cantautrice classe 2000 attiva nella scena pop indipendente italiana. Il brano si muove su sonorità essenziali e morbide, con un arrangiamento minimale che lascia spazio alla voce e al testo, entrambi centrati su un’idea semplice: rallentare.
Con uno stile che rimane coerente al percorso costruito finora, GIIN propone una scrittura intima ma accessibile, capace di raccontare uno stato d’animo condiviso, senza retorica. Nessuna Fretta evita la drammaticità e lavora piuttosto su piccole sfumature, scegliendo la misura al posto dell’eccesso.
Il singolo è disponibile su tutte le principali piattaforme digitali ed è accompagnato da un visual pubblicato su YouTube. Un’uscita coerente, che conferma la direzione artistica intrapresa da GIIN, sempre più a fuoco nel raccontare la propria identità musicale con delicatezza e intenzione.
SCAR – AGOSTO (@capitanossa)
Questa estate assistiamo a un evento.
È il debutto di SCAR (al secolo Neemo) che in una caldasera di giugno lancia il primo titolo del suo nuovo progetto, il brano ‘AGOSTO’.
L’abbiamo sentita e abbiamo sentito anche un piantino lontano.
Si tratta di una struggente ballata indie pop con una certa vena cantautoriale, realizzata con l’essenziale quanto efficacie produzione dell’artista Giumo, la cui mano si sente soprattutto nei suoni di chitarra ovattati e distanti, esattamente come la voce di SCAR in questo brano.
‘Se fossi il ricordo
di una notte passata con me
me ne andrei
come sale in un mare ad agosto’.
Questo è il canto disperato di un marinaio ubriaco, la promessa di un’estate ricca di emozioni.
Ascoltatela, garantito che non vedrete l’ora di farvi spezzare il cuore dalla vostra crush estiva di turno per potergliela dedicare in preda ai fumi dell’alcool.
Il sound ci piace, la scrittura ci piace, siamo curiosi di sentire cos’altro ci riserva il nuovo progetto di SCAR.
Timore – come fai tu? (@giorgia.celentano)
Timore è stato recentemente selezionato per Botti EP. 15, rubrica in cui selezioniamo nuovi artisti emergenti.
Del suo progetto ci aveva lasciato con la preoccupazione che i sogni non valgono niente per lei, mentre per lui sono tutte le cose per cui si confonde.
Piccoli sguardi, “piccola te”. Pensa di non valere niente per lei, l’ha chiamata con il nome di un’altra. “Tanto lo so che alla fine io non…”
Questa è un’esortazione a pubblicare le tracce. Siamo rimasti da quel momento della pubblicazione sospesi, come in attesa.
è uscito giugno esce il nuovo brano “come fai tu?” e non possiamo non proporvelo.
E’ uno di quei pomeriggi in cui il sole ferisce le persiane e condanna i pensieri ad una rincorsa fugace. Cos’ha di meglio da fare?
“Dai, chiamami”, sa perfettamente che la noia si sta prendendo gioco di lei.
Rimane steso. “Come stai tu?” echeggia, più che nella sua mente, nel suo cuore.
Ci terrebbe tanto a saperlo, ma la condanna consiste nel non poterlo udire attraverso le parole di lei.
La sua voce è qualcosa che non può sentire.
Resta ancora un po’ steso. Chiude gli occhi ed è proprio lì, vicina a lui.
ARYA – NON FA PER ME (@niedri.g)
In tempi di hit estive, ARYA ci lascia intendere che, almeno per ora, queste non fanno proprio per lei.
Nel suo ultimo post, l’artista riflette sul senso del suo nuovo brano “NON FA PER ME”, definendolo il secondo capitolo di una saga personale. Il pezzo nasce da una frustrazione crescente verso la società e, in particolare, verso l’industria musicale, che lei paragona a un “grosso tritacarne”. Arya si interroga sul ruolo dell’individuo all’interno della società: essa esiste come entità autonoma o è la somma delle volontà dei singoli?
Propende per la seconda ipotesi e, proprio per questo, si chiede in che modo anche lei — come artista — possa contribuire ad alimentare certe dinamiche tossiche del sistema musicale. Non dà risposte definitive, ma sottolinea l’importanza del porsi domande per evolvere sempre!! sia come persona, sia come creatrice.
Il disagio è evidente, così come la critica a un sistema che mette il marketing sopra l’autenticità. Arya denuncia anche la discriminazione legata all’età nel mondo dell’arte: “Che sono troppo vecchia e che qui l’arte è come il calcio / E quando fai 30 anni sei da mettere in panchina, ma col cazzo”. Respinge l’idea che ci sia una “scadenza” per esprimersi artisticamente.
Conferma invece il suo rifiuto di conformarsi alle logiche di mercato o alle tendenze del momento: “Oppure se quest’anno no non suonerò al Mi Ami / Non può essere solo quel palco a dirti quanto vali”
È stata in grado di riportare l’arte alla sua essenza: non un’etichetta precisa e immutabile, ma un movimento fluido e collettivo.
“Ho iniziato a fare musica perché mi andava / Non per diventare la brutta copia di un’altra / Non per essere la nuova wave, la vecchia wave ma quale wave siamo un mare solo / Un’onda che avanza”.
