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LE USCITE DELLA SETTIMANA

UE’ UE’ UAGLIO’

Come va? Spero tutto apposto, perchè è ora di migliorarvi la giornata con un bel po’ di musica di qualità, SIAMO O NON SIAMO PRONTI?

Ecco a voi 9 articoli sui singoli usciti da poco scritti dai nostri carissimi articolisti.

SIAMO CARICHI?

MOX – SALE

Mox esce con una ballad che racconta un amore di quelli che ci piacciono: reali, calati nel quotidiano, forse non troppo romantici e nemmeno grandiosi, ma densi di parole per provare a descrivere un rapporto più complesso di quello che sembra.

Siamo fatti di sangue e di sale, i rapporti finiscono, si strappano e si ricuciono. Lo sappiamo: il per sempre non esiste, ma ci piace dircelo e fare finta che sarà davvero così.

Se passate la sera a guardare le serie assieme e ridere di cuore questa canzone parla di voi. In ogni caso ascoltatela e in men che non si dica vi troverete a cantare a squarciagola: “siamo fatti di sale /  di risate di cuore / e di troppe parole / per descrivere quello che c’è”.

VERGO – LAMENTO D’AMANTE

Lamento d’Amante è il nuovo singolo di Vergo, con Giumo alla produzione: un duo che risulta estremamente efficace che riesce a fondere urban ed elettronica con l’hyperpop, riuscendo a preservare l’identità ben definita di Vergo, andandola allo stesso tempo ad arricchire. Un racconto intenso e a tratti doloroso quello che il cantautore veicola attraverso il testo, riuscendo però, grazie alla produzione, a creare un’ambientazione quasi rarefatta. Contribuisce al mood anche l’utilizzo di espressioni dialettali siciliane, terra d’origine del cantante che creano quasi una cornice alla storia.

KATE KLEIN – MILANO SEI TOSSICA

Io certe volte penso che se Milano fosse una persona sarebbe la più insultata del mondo, oppure potrebbe essere una specie di sacco da box da distruggere di pugni quando sei arrabbiato o ancora, potrebbe essere uno sfogo per le proprie emozioni da urlare al mondo, magari cantandole e magari facendoci anche dei soldi su, considerato che, con tutto il male che fa Milano, almeno ci si può guadagnare sopra alle sofferenze. Viene quasi da pensare che menomale che ha tutti questi lati negativi, almeno ci si campa.

Kate Klein è un (altro) esempio di come partire da un punto A (Milano ti odio) e arrivare ad un punto B (Milano ti odio ma intonato), facendo una cosa già fatta (elencare le problematiche di MI) ma in modo sostanzialmente diverso. Questa volta, infatti, non c’è nessuna dannazione e nemmeno Sushi (ma la Coca si a quanto pare), ci sta soltanto la consapevolezza di un rapporto tossico e l’incapacità di controllarlo: una sorta di personificazione mainstream-aggancia editoriali che serve fondamentalmente a fare un po’ tutto. 180 bpm (come il cuore di Kate Klein alle feste di Milano) con un mantello punk-rock che in fin dei conti riesce a tradurre in energia il rapporto a tratti tossico e a tratti pure che gli artisti hanno con la città con la M. E – no, niente – l’articolo finisce qui.

ACHILLE LAURO & ROSE VILLAIN – FRAGOLE

Achille Lauro e Rose Villain sensuali nel rosso delle Fragole.

I due cantanti ci faranno ballare tutta estate nella loro sexy hit estiva che ci butta un letto di fragole e champagne.

I nomi di Lauro De Marinis e Rosa Luini sono rimasti nelle orecchie di ogni persona che ha guardato Sanremo quest’anno, se il primo presenzia al festival ininterrottamente da ormai 4 anni, la seconda è finita su tutti i giornali per il duetto provocante con Rosa Chemical.

A ridosso dell’estate hanno rilasciato quello che sarà il tormentone di molte radio e spiagge italiane nei mesi successivi, grazie al sound fresco ed esotico, accompagnato da parole che fanno viaggiare la mente.

“Tu vuoi le fragole

Noi che a fare l’amore, sì, è un film, è Los Angeles

Tu vestita di rosso, uno sguardo da mantide

Ma tanto lo so che tu vuoi le fragole

Oh sì (Ehi), fragole”

Le voci Rose Villain e Lauro si fondono alla perfezione, in un cesto di dolci frutti rossi che stanno a simboleggiare elementi sessuali, rendendo la traccia perfetta anche per gli innamorati.

A noi, appassionati di Lauro, di un Lauro il cui oro era la cocaina, un Lauro che si sentiva ricco con 50 euro, a noi ha fatto ri-innamorare con il fantastico bridge presente nella parte finale. una citazione da pelle d’oca alla stupenda Ulalala.

Atlantide che riemerge dal mare dopo anni, in cui Achille ha cambiato totalmente look e genere. Una città sommersa, il cui stemma è l’X-ray di un ragazzo con gli ovuli in pancia, che riprende, per un breve momento, a vivere.

Che evento stupendo, dolce come tutte queste fragole.

“Tu vuoi le fragole panna e champagne e un’isola deserta 

È come una fragola e sa che mi gira la testa

Al collo c’ho mille conchiglie ed un collier di perla

Vorrebbe mangiarmi, sì, sono la sua caramella

Ulalalalalala”

SIAMO stracazzo grati,

Noi che ragazzi madre lo sappiamo a memoria, 

Speriamo questo sia solo l’inizio di numerose citazioni

E chissà, perché no, anche di un ritorno alle origini…

VNUBI – NEBBIA

Nuova settimana, nuovo gran pezzo. 

Questa volta è il turno di Vnubi, che fa il debutto sui digital stores con una traccia dalla forte impronta arabeggiante. Uno storytelling che racconta delle radici dell’artista Italo-egiziano, un viaggio tra i due paesi narrando il disagio arrecato da una vita che ci si sente stretta, il disagio dell’avere gli occhi costantemente annebbiati. Il viaggio è raccontato inoltre da un suono interessante ma piacevole; insomma un ottimo debutto che lascia ben sperare per i progetti futuri, che ci gaserà sentire.

AVINCOLA – BARRÌ

È uscita questa settimana la nuova canzone di AVINCOLA, il titolo è “Barrì” e già la amiamo. Il brano è molto no-sense, con parti che non sembrano voler dire qualcosa di effettivo, ma che nella loro musicalità funzionano benissimo. Infatti, seppur a primo impatto sembra non abbia un testo così profondo, si percepisce poi un senso in quei versi, un intricarsi di sensatezza e non, con un “liofante che per orecchie ha petali e ventagli”, unendo due mondi come in “una baraonda di biologia e botanica”, dimostrando come ogni cosa possa essere vista su vari aspetti differenti, e che non sempre tutto ha la forma che ci aspettiamo. Oltre a questo, grande merito di questa canzone è come riesce a catturarti con il suo ritmo molto accattivante, assieme alla voce di AVINCOLA stesso, che nella sua particolarità riesce a farti innamorare della sua musica.

FEAR – TH(R)AUMA

TH(R)AUMA il nuovo progetto di Fear è finalmente uscito e dobbiamo farvelo sapere; il disco si compone di 8 tracce, 5 inedite e 3 singoli usciti in precedenza, ma chi poteva raccontarci meglio del disco se non fear stesso.

Ma cosa significa Thauma? Beh, questo lo abbiamo chiesto a fear e la risposta è stata:

Nella lingua greca “thauma” rimanda a qualcosa di minaccioso e inquietante, ma allo stesso tempo affascinante e interessante.

Il mondo, e noi con lui siamo sottoposti ad un ciclo continuo di nascita e di morte, e la volontà di trovare un rimedio alla fine, al nostro scivolare nel nulla.

E riguardo all’album?

Le tracce di TH(R)AUMA sono allo stesso tempo emotive ed energiche accompagnate da suoni aggressivi e moderni, Il disco viaggia da sonorità punk a sonorità trap, fino ad alcune più recenti come la rage e l’hyperpop. Per quanto riguarda i testi invece sono articolati e caratterizzati da linee melodiche molto catchy servendosi spesso di slang usati in USA; e sono perfette per descrivere a pieno l’idea che c’è alla base del disco, ovvero, come ogni evento traumatico affrontato nella vita lo abbia saputo rendere più forte e con più rabbia dentro di sé. 

Il disco rappresenta attraverso la sua energia uno sfogo generazionale di ragazzi che come fear stesso sono stati “traumatizzati” da avvenimenti come il lockdown, e che lo stesso fear racconta di aver vissuto in modo davvero pesante, ma che ora hanno bisogno di ricominciare a muoversi e tornare ad essere felici.

Bisogni che nel disco sono espressi da “THRAUMA – Interlude” e da “MXLLY+”.

I temi più aggressivi invece sono rappresentati da “V-Lone” , “Offline” , “Racer” e “Pack” che si contrappongono al tema dell’amore rappresentato dalle tracce

“Dimmi se vuoi” e “Baggy”.

TH(R)AUMA si conferma sicuramente come un disco innovativo, che puo’ rappresentare la svolta nel mercato musicale odierno saturo da anni di poca innovazione; insomma una rinfrescata di stile che riesce a spezzare la monotonia del panorama musicale odierno.

MORETTI – LOREM IPSUM

Moretti inaugura il suo 2023 con Lorem Ipsum

Il cantante torna sei mesi dopo “Moretti ha fatto anche cose buone” per raccontarci di una storia d’amore in cui buttare via la vita.

Federico Oliviero, questo il suo vero nome, è milanese e classe ‘97. Dopo svariate esperienze musicali, nel 2020 inizia quella con Bradipo Dischi, sotto lo pseudonimo usato tutt’ora.

Nel 2022 è tra i 61 selezionati per Musicultura, a novembre dello stesso anno, pubblica il suo album d’esordio descritto da Rockit come “Molto incoraggiante, ricco di brani ben scritti e con ottime prospettive future”

Lorem ipsum secondo il dizionario Treccani significa:

“Testo campione privo di significato usato da grafici, programmatori, redattori e tipografi per occupare lo spazio vuoto di una pagina prima che venga inserito un testo di senso compiuto.”

Questo probabilmente perché, il messaggio che vuole comunicare Federico è di esser stato lui quel testo campione il cui scopo era riempire la vita di qualcun altro, sentendosi comunque importante, nonostante i sentimenti non ricambiati..

Il brano parte in quarta con una chitarra estremamente coinvolgente, che accompagna la descrizione di un appuntamento con una ragazza da cui è attratto il cantante.

Il testo procede passando da unghie dorate e rimedi tibetani e Zarathustra, per giungere ad un triste ma ballabile ritornello.

“Non mi ricordo quanto ho di te

Nella tasca interna

Tra le tue dita io ci ho perso una vita”

Queste parole continuano la storia iniziata al bar, davanti a bicchieri pieni di stelle, come diceva Prevert nella sua poesia ‘Fiesta’.

La traccia prosegue richiamando la prima parte, ma giocandoci, dando vita ad un simpatico miscuglio di culi, cuori, casse toraciche e contenitori.

Termina la sofferenza di Moretti nel ruolo di lorem ipsum con più ritornelli a ritmo di chitarre, basso e percussioni.

Nel complesso il brano si presenta orecchiabile e simpatico, indie ma con un tocco di pop che lo rende perfetto per un balletto dentro casa, anche se ciò di cui parla è tutt’altro che felice.

SIAMO speranzosi di sentire altre tracce, o magari un EP, fatte sulla falsariga di questa.

Pensate a Moretti ogni volta che aprite qualche programma di scrittura o design, perché lui è lì, con la sua Lorem ipsum.

Ascoltatela e fateci sapere !

SETHU – MARE DI LACRIME

Reduci dell’esperienza di Sanremo 2023, Sethu (Marco De Lauri)  il fratello e produttore Jiz (Giorgio De Lauri) continuano il loro viaggio.

Il continuo movimento per i numerosi inviti di partecipazione a talk show, radio, shooting ed eventi non li frena: sono pronti a puntare tutto su quella che ha l’aria di essere una… triste hit estiva.

“Mare di Lacrime” è fuori il 12 maggio, ma la sua lavorazione risale alla settimana del festival della canzone italiana, quando l’ansia era tanta e la voglia di leggerezza si faceva desiderare.

Lei è vicina, ma “distante una galassia”.

È proprio lì che balla nel buio della città, ma sola. O per lo meno senza Marco.

Sembra ignorare completamente lo stato in cui lui versa e prosegue, non curante, l’esercizio alla gioia.

Vestita di luci al neon, crede di essere spoglia da colpe; “Volevo solo dirti che è triste vederti felice”.

Al contrario di quello che si può erroneamente pensare, non è lui che non desidera vederla contenta, semplicemente si rifiuta di  percepire quell’insofferente distanza, capace di uccidere il sentimento.

Non si ricorda come fa un battito nel petto.

La sua persona sosta tra vetri rotti di bottiglie e finisce per assumerne le sembianze.

Il suo cuore si gonfia di tristezza (“a parte me, non c’è più niente da rompere”) e la sua mente gioca brutti scherzi.

Incalza un’inspiegabile agitazione dentro di sé, mentre lei alza il gomito, acuendo questa lontananza in un momento in cui per Sethu diventa sempre più necessario l’esatto opposto.

Questa assenza, nonostante la vicinanza fisica, non gli permette forse neanche di dirle le cose come stanno, di aprirsi.

A questo punto è inevitabile chiedersi “e se fosse questa l’ultima notte in cui ci sentiamo vivi?”, lei con le sue frenesie e lui con il suo dolore.

Dal canto suo, potrebbe essere davvero l’occasione di mettere un punto alla relazione.

“Cosa resta di noi?” “Fumo”, tutte le fantastiche intenzioni, “e cenere”, entrambi con le loro vivide illusioni.

Una lacrima scivola lentamente sulla guancia. La intrappolerebbe in una bottiglia, così che lei, invece di assaporare altri gin tonic, possa una volta per tutte capire il sapore amaro della sua sofferenza.

Ma il ritmo della notte la travolge troppo, mettendo a nudo la loro differenza.

Insomma, forse le pensa tutte e ci tiene a mettere qualche pezzo di scotch alla situazione: “io ti darei il cuore come un pusher negli angoli della city”.

“ ‘l naufragar m’è dolce in questo mar” asseriva Leopardi, abbracciando la vaga affascinante – quanto spaventosa – sensazione di abbandonarsi all’ignoto, che per Marco ha tutta la possibilità di essere un mare di tristezza.

Secondo l’ex direttore artistico di Gucci, Alessandro Michele, le lacrime rivelano “qualcosa di potente ed emozionale”. Fa letteralmente piangere ragazzi e ragazze in passerella con queste lacrime artificiali, ricreate dal make up artist Thomas Kluyver e il messaggio resta incerto. Perché si disperano? Per la gioia? Perché arrabbiati? O forse perché tristi? Non lo sapremo mai.

Quel che è certo è la potenza del pianto, atto liberatorio, quasi automatico quando solleticati da quella esatta parola, azione o sorpresa, evidenziando ancor di più la nostra volontà per quel qualcosa. 

“Guardo morire l’alba, qui, solo con me”: la soluzione è fare un respiro profondo e buttarsi verso ciò che ci è sconosciuto.

Ce ne ricorderemo quando passerà in radio “Mare di Lacrime”. Tanto alla fine le cose, in un modo o nell’altro, andranno bene, vero?

KID YUGI – QUARTO DI BUE 

A 6 mesi dalla sua consacrazione al grande pubblico, con la release di “The Globe”, Kid Yugi ritorna in grande stile, con un ep di 6 tracce, tutte prodotte da uno dei pilastri portanti della scena hip hop italiana, Night Skinny.  

Il quarto di bue macellato dal rapper massafrese è quello più pregiato, in quanto riesce a deliziarci ancora una volta con la sua penna e il suo incredibile talento, riuscendo a spaziare tra i sound migliori della trap, genere nel quale ormai è, tra gli emergenti, il re indiscusso.  

Partendo dalla portata principale, ossia la traccia che dà il nome all’album, “quarto di bue” e da “Steppers” con Guè, dalle vibrazioni più old school, inizia un percorso nel quale possiamo assaporare i tagli migliori del grande bue che è la trap.  

In “Sintetico”, “Porto il Commerciale” e “Lo Faccio per Me” Kid Yugi spazia tra flow e sound, condendo la seconda portata con la presenza di nomi familiari come Tony Boy, Artie 5ive e Digital astro, i quali, si inseriscono impeccabilmente, insaporendo ancora di più questo piatto squisito.  

Infine, quello che in questa mia ardita interpretazione del progetto è sia il dessert che la ciliegina sulla torta, il pezzo che, secondo il mio modestissimo ed umilissimo parere, svetta sopra tutti gli altri con una prepotenza indicibile, sto parlando di “Ce Je”. In quest’ultima delizia acustica trovo personalmente una sinergia ed armonia incredibile tra ogni parte della canzone, dal beat, al flow, fino al timbro di Yugi, che sembra essere fatto apposta per questo tipo di pezzo, chapeu (si ho fatto 5 righe solo per l’ultima canzone nme cagate rcazzo). 

Assolutamente degno di avere un paragrafo a sé, vorrei fare un plauso a Night Skinny, che riesce, come ormai siamo abituati, a farsi aiuto cuoco, ossia preparare gli ingredienti principali per poter sprigionare l’incommensurabile talento di chef Yugi. Senza di lui dubito fortemente che il progetto sarebbe risultato così figo.