DOPO UNA SETTIMANA DI PAUSA, TORNIAMO PIÙ CARICHX DI PRIMA CON LE NUOVE USCITE. RINGRAZIAMO DAL PROFONDO DEL CUORE TUTTX COLORO CHE SONO PASSATX ANCHE SOLO PER UN SALUTO, VI AMIAMO. TUTTE VOSTRE <3
GIALLORENZO – PER UN’ALTRA (@camillaiann)
Si può parlare di una traccia come si parla di un amico. ‘PER UN’ALTRA’ dei
GIALLORENZO, dice ‘piacere’ presentandosi come un bambino piccolo, integro. Un bimbo estroverso che si interroga ingenuamente e parla con un’aria di impertinenza di sé. Una persona quasi illusoria, nel senso di apparentemente sicura di sé. La componente bambinesca dona alla canzone un che di puro, semplice e sincero. Come leggere un diario che senza ornamenti racconta di nodi che non hanno voglia di essere sciolti. Il suono opaco e giocoso riprende proprio questo tema.
//Io sono ciò che desidero, Ma desidero cose che in realtà non conosco//
Stipula il patto con il testo di alleggerire qualcosa che in realtà non è che pesante, quasi limitante. L’introspezione è un processo violento quanto familiare. Non ci conosciamo mai completamente, non importa quanto tempo passiamo a convincerci del contrario. La canzone fischia aggrappandosi ad un noise rock, un frastuono organizzato e piacevole. Descrive proprio questa consapevolezza macchiata. Descrive proprio l’indole di sigillare alcuni pezzi di noi.
// ‘Io’ non significa nulla ormai// chiude il pezzo. La verità eventualmente si scopre, nitida, esiste davvero un modo per conoscerci oltre i convenevoli?
SISSI – TELEGRAM (@cecinestpasandrea)
Sissi è tornata. Dopo aver acceso i radar con “Vorrei” il primo assaggio del suo nuovo progetto, ora pubblica “Telegram”, il secondo singolo che conferma la sua voglia di alzare il volume e dire le cose come stanno.
Il pezzo è una scarica elettrica: produzione energica, beat pulsante, e quella voce — la sua — che ti travolge come un’onda. Ma “Telegram” non è solo un banger: è anche un grido lucido di chi si sente sottovalutata, intrappolata in relazioni tossiche, ma ancora capace di brillare (“luccica”) in mezzo al caos.
Con un linguaggio diretto e immagini forti — “contiamo tutti i nostri sbagli sotto un countdown di luci al LED”, “prendo il fumo su Telegram” — Sissi racconta il disincanto di una generazione che cerca pace mentale tra un messaggio criptato e un amore che non fa bene. La voglia di fuga è palpabile: verso l’America, verso un’altra vita, verso se stessa.
Se questo è solo il secondo step del nuovo progetto, allora teniamoci forte. Sissi ha trovato la sua voce. Ed è potente.
CARO WOW – OCCHI GRANDI (@surprisinglymeowmeow)
Una confessione, una storia che si racconta tra un sorriso e qualche lacrima mentre si ricorda il passato. Almeno così descriverei in una frase OCCHI GRANDI, ultimo singolo della nostra Caro.
Il brano è la condivisione di un momento di debolezza e fragilità in cui è facile rivedersi. D’altronde chi non si è mai sentito smarrito per dei cambiamenti, una relazione o un sogno?
Le chitarre e la voce inconfondibile dell’artista creano una bolla di intimità e accoglienza, un luogo dove possiamo raccontarci ed ascoltarci senza timore. È proprio così che Caro Wow ci parla delle sue difficoltà e dei momenti in cui si è sentita più spenta.
“E con quegli occhi stanchi/ Rossi come papaveri
Caro perché non mangi / Sei piena di segreti
Tra questi muri bianchi / Ti prego non appassire
Nel fiore dei tuoi anni”
Perdersi è facile e può essere anche doloroso, ma possiamo sempre ritrovare la nostra strada.
È questo il messaggio che ci vuole lasciare l’artista, la speranza di tornare a sognare, e a credere che sia possibile arrivare dove vogliamo. Perché senza la speranza appassiremmo, tutti come dei fiori recisi rimasti senz’acqua.
Seguendo il percorso tracciato del precedente singolo “Cosplay Love”, ma comunque differenziandosene con nuove sfaccettature, questo sembra solo l’inizio.
Il punto di partenza di qualcosa a cui non vediamo l’ora di assistere.
CHIELLO – PIRATI (@capitanossa)
‘Sono solo un bambino
piango se voglio un abbraccio
non capisco che sbaglio
fin quando la mamma non mi dice “cattivo”’.
Con queste parole, con un filo di voce malinconica e quasi sconfitta, comincia ‘PIRATI’, il nuovo singolo di CHIELLO, il quarto elemento della catena cominciata con ‘Stanza 107’. Ancora una volta siamo davanti alla dimostrazione dell’incredibile versatilità dell’artista, un brano in cui la radice hardcore trap è oramai sparita, o meglio, sepolta, come un forziere dei PIRATI di cui CHIELLO parla nel suo brano.
Il tema della canzone è l’infanzia, e tale atmosfera è ben rievocata dalla sinergia del brano e dalla base, che fa ampio uso dei suoni del piano, degli archi, e di morbidi pad dal sapore classico, dal sapore antico e fiabesco. Non ritengo di sbagliare quando mi sento pronto ad accostare questo brano al Bennato di ‘Sono solo canzonette’, poiché esattamente come Peter Pan, Chiello ha fuso la cornice della fiaba, l’avventura dei pirati ed il tema fanciullesco in una canzonetta che riesce ad esprimere i propri remoti sentimenti di nostalgia e malinconia senza mai risultare struggente:
‘Mi urlò “fai schifo”
non ti riconosco più
quel sorriso da bambino
è sparito coi Looney Tunes’.
La musica di Chiello, ancora una volta, si riconferma capace di trovare sempre nuovi sentieri per esplorare i dintorni di uno stile, e questo brano, con il suo equilibrio di profondità e leggerezza, ne è un prova.
TREDICIPIETRO – NON GUARDARE GIÙ (@niedri.g)
TREDICI PIETRO è tornato e adesso sono ca**i nostri.
Album nel complesso rap, conscious, chill come solo lui sa fare. Bassi e batterie super deep donano quel tocco in più, raffinato oserei direi, soprattutto a brani come “LikethisLikethat”. Parla di feste e sesso occasionale, ma racconta il dolore vero di chi si è perso in tutto questo. È il suono di chi ride per non piangere. E alla fine, piange comunque.
Capita che i singoli che precedono un album non ci preparino al meglio a ciò che andremo ad ascoltare. Beh, Pietro, invece, ha scelto di darci un assaggio limpido di tutte le sfaccettature, settando così i giusti standard e aspettative.
“Ti senti grande, ma non sai chi sei […] / E sembra tutto così fottutamente importante […] / Dimmi cosa risolvi / Potresti prendere il volo Emirates / Ma rimani chiusa nelle tue prigioni”. “EMIRATES” è solo una briciola di introspezione rispetto a ciò che verrà poi: crescendo – forse un po’ troppo in fretta – sembra sempre di avere già mille risposte, ma la realtà è un’altra. Appena ci si ferma un attimo facciamo fatica a capire chi siamo e cosa vogliamo. Inutile correre via.
In “SEMPREtardi” viene smascherata l’illusione di distinguersi, mentre in “MILANOcollane” Milano diventa lo specchio di un legame complicato, dove fidarsi è un salto nel vuoto e, anche quando “si conquista la città”, si resta soli tra i detriti.
Sulla stessa onda sono “GALLEGGIARE” e “respirare”: emerge un sentimento di sospensione, come se il protagonista (e la sua generazione) si trovasse bloccato in un limbo emotivo e sociale. Nella prima Pietro ci suggerisce di restare a galla più a lungo possibile, nella seconda sembra che anche lui voglia prendersi (giustamente) una pausa dalla frenesia quotidiana.
“Come gli uccelli nel mare / Siamo fermi a galleggiare […] / La città ci stringe con i suoi tentacoli”.
Poco da aggiungere sul pezzo banger assoluto: “TEMPESTA”. Non so cosa sedd e Drast abbiano messo nella la prod., ma è tutto follemente preciso e al posto giusto per portarti altrove.
Traccia che ti spiattella la verità in faccia non è quella con l’omonimo titolo, bensì “$OLDI DENARO MONETA CA££££HH”. Una presa di posizione netta contro tutto ciò che oggi sembra guidare il mondo. Fa un ritratto grigio del presente, dove i conflitti sono ovunque ma nessuno fa davvero nulla. Siamo distratti, stanchi, anestetizzati da un mondo che ci offre intrattenimento al posto della verità.
Alla fine è come se stesse dicendo: non guardare dove fa male, non fissarti sul vuoto, non lasciarti attirare da quello che ti potrebbe risucchiare. È un invito a resistere, ma anche un avvertimento.
L’outro, “TRADIrti”, chiude un cerchio non con speranza, ma con lucidità.
Non salva, ma guarda in faccia la realtà.
Non consola, ma abbraccia la complessità del sentirsi vivi oggi.
Non guarderemo giù, te lo promettiamo.
Clamö – Le Ragazzë (@issamacivibe)
Italia e Germania, rap e techno, libertà e dipendenza: con “Le Ragazzë”, il suo primo singolo da indipendente, Clamö non ha paura di sfidare regole o limiti di alcun tipo.
l’artista italotedesca, classe 2002, esordisce con un pezzo che racconta di sé, di tutte le ragazzë e della rivendicazione di un femminile che non si assoggetta alle regole della società ma le sfida.
la produzione di Nari rimanda a un’atmosfera da club cupa ma intrigante, e il testo non ha paura di raccontare anche i vizi e le abitudini che tendono ad essere associate a contesti tipicamente maschili.
“niente di personale, mica fai il preso male, voglio solo stare con le ragazze”
il messaggio è chiaro: alle ragazzë non interessa di te e di cosa pensi di loro, le ragazzë sono qui per vivere come hanno scelto – e se non ti sta bene, quella è la porta, grazie e arrivederci 😉
VENERUS – TI PENSO(@alissgarlata)
Andrea Venerus, conosciuto da tutti semplicemente come Venerus, ci regala una sua nuova perla dopo due anni di silenzio discografico: Ti penso. Uscita il 3 aprile, è una dichiarazione di amore puro, ingenuo, quasi infantile nella sua semplicità, su un ritmo R&B che ricorda gli anni 90.
Quello del brano è un amore che si nutre delle piccole cose, di dettagli buffi, delle imperfezioni quotidiane che fanno sorridere. È un amore che non ha bisogno di grandi gesti, ma si fa spazio nei gesti minimi, negli sguardi distratti, nei pensieri che affiorano all’improvviso. Venerus è gentile, è dolce. La sua voce accarezza come un abbraccio tanto atteso, e Ti penso è proprio questo: una carezza, un racconto tenero dei primi tempi di una frequentazione. La felicità di rivedersi, l’euforia silenziosa di stare insieme, anche solo per un attimo per doversi salutare di nuovo ed aspettare il prossimo incontro.
C’è qualcosa di profondamente vero in questo brano, una sincerità disarmante e delicata che arriva dritta al cuore. Ti penso è una dedica agli incontri che cambiano le giornate, agli sguardi che parlano, alle parole belle che restano in mente, sembra esprimere tutte le sensazioni dell’innamoramento che spesso non è semplice mettere a parole.
E mentre l’ascolti, inevitabilmente pensi a qualcuno.
Ti penso e penso: “Questo dopo glielo mando”
BNKR44 – TOCCA IL CIELO (@frapicta)
“Tocca il cielo” è quasi un’esortazione, un invito a non avere paura, una spinta per non rinunciare a raggiungere i propri sogni, e non è il caso che sia il titolo del nuovo album dei Bnkr44.
Si tratta di un progetto fresco, a partire dalle voci che ne prendono parte: Ele A in Club 44; 18K in Ologramma ed Emma Nolde insieme a Tedua per Mare di Chiodi, insomma, un insieme di brani che potrebbero preannunciare le prossime voci che sentiremo nelle classifiche.
Attenzione, questo non è tutto: si tratta del ritorno della band dopo un anno di successi, con la partecipazione a Sanremo di “Governo Punk” e la collab con Pino D’Angiò per “Ma Che Idea”, un 2024 in cui li abbiamo visti proprio “toccare il cielo” – ma il 2025 non sarà da meno: “Capolavoro” e “Spa Cabaret”, rispettivamente quarto e quinto estratto dell’LP, hanno inaugurato il nuovo anno e ci hanno fatto pregustare le sonorità del quarto lavoro in studio dei ragazzi, uscito il 4 aprile, giorno del “Tocca il Cielo Fest”, un ritorno alle origini (ad Empoli, dove tutto è partito) ma in compagnia di nuovi amici, proprio in occasione dell’anniversario del “Bunker”, luogo di ritrovo in cui i sei ragazzi esordirono.
CECILE – SCHIENA (@capitanossa)
Trasmettere l’intimità del sentimento, cristallizzare il flusso dei pensieri e delle memorie nel testo di una canzone, è qualcosa che effettivamente solo alcuni artisti sanno fare.
Quando ascoltiamo ‘SCHIENA’, l’ultimo singolo di CECILE, stiamo ascoltando anche una di questi.
‘Ho un piccolo posto nel tuo cuore in una gabbia dorata’
Le musiche essenziali, un ritmo semplice scandito da pochi elementi percussivi e arricchito da pochi suoni sintetici dal sapore onirico, ci accompagnano in una riflessione fondamentale, quella della tensione del sentimento. Una vera e propria lotta, l’affanno per la ricerca di equilibro tra l’amore di sé e l’amore per l’altro da sé:
‘E so che farà male
darti tutto per salutarti ancora’.
‘Ho trovato il mio posto,
ho paura sia lontano da te’.
CECILE, come ha già fatto nel suo singolo precedente ‘Neon’, ci trasmette con grande delicatezza la disperata ricerca del proprio posto nel mondo:
‘Scusa se non ho capito
ancora cosa voglio davvero’.
Prendersi qualche minuto per ascoltare ‘SCHIENA’, riflettere assieme a CECILE su questi momenti della vita, è qualcosa che vale la pena fare.
Un tocco di classe è infine la chiusura del brano, con un rullare di batteria riverberata, quasi a imitazione del battito di un cuore.
Buon ascolto.
AGA – GREM (@cognomeproibito)
L’itinerario montuoso tracciato da AGA giunge finalmente alla sua quarta tappa con GREM. Anche questa volta, le montagne bergamasche segnano il fulcro del processo creativo dell’ex-iside Dario Pasqualini. GREM, con i suoi 2049m di altitudine, rappresenta un luogo di pace e serenità in cui trova spazio la riflessione individuale di un artista determinato solo a fare musica. Non è forse per poter scappare dalla frenesia e dall’impossibilità di pensare lucidamente che gli alpinisti fuggono sui pendii scoscesi delle montagne?
Essere dimenticato è la mia fobia/invecchiare chiuso in una stanza è un’agonia/preferisco sprofondare dentro un’amnesia/sia fatta la mia volontà/voglio fare la musica ma senza rimpianti/a costo di morire è la selezione Darwin/a costo di soffrire del successo degli altri
Testo e panorama naturalistico vanno di pari passo. La trasparenza dell’orizzonte montuoso rischiara la mente e apre ad un momento di cura personale. Cosa sto facendo? Riesco ad accettare quello che sono? Cosa voglio fare della mia esistenza? All’interno del brano, AGA cerca di rispondere a questi interrogativi asfissianti che tormentano ogni essere umano con un cantato dolce, privo di rabbia ma pienamente consapevole. La realtà è che, alla fine, non succede mai niente di importante.
Non mi sento più infelice banalmente/tutto passa/ tutto passa/banalmente tutto passa
Chitarre, basso, batteria breakbeat accompagnano l’ascoltatore per tutta la durata del brano creando un’atmosfera intima che comunica alla perfezione il ritmo frenetico di un pensiero che corre sul posto. Un pensiero, quello di AGA, che è finalmente in grado di accettare le proprie contraddizioni scevro da ogni rimorso. GREM è allora propriamente questa serena approvazione di sé, una matura presa di consapevolezza che tutto, indipendente da noi, passa.
Rondine – La mia verità (@giorgia.celentano)
Tommaso Santoni nasce a Roma, tra le cui vie prende vita anche il suo progetto discografico “Rondine”.
“Roma è qualcosa di molto importante nella mia perché evoca tante immagini e ti aiuta a viaggiare con la mente. Mi sono sempre trovato in situazioni in cui la città mi accompagnava nella formazione creativa. Di Roma mi ha influenzato anche la scena cantautorale”, alla quale andiamo ad aggiungere le opere di Leopardi, le storie della Seconda Guerra Mondiale e i gusti musicali dei genitori.
Alle spalle porta il ricordo dei live che ha aperto di Bresh, Chiello e Tananai, la partecipazione al festival Rock in Roma e il Red Valley, qualche testo scritto per Mida, AVA, VillaBanks.
Oggi, venerdì 4 aprile, pubblica il primo album che porta il suo nome d’arte, presentando al mondo uno squarcio interiore del suo. 12 brani e 5 featuring per il giovanissimo Tommaso, che ha già mosso passi da grande.
“L’unica cosa che vorrei dirti non è da forti, non è da grandi”, ma che importa? Sono solo “pensieri marci”.
Stare a preoccuparsi di quello che pensano gli altri risulta così poco benefico e decisamente inutile.
Facciamo un patto: esorta dunque a non voltarsi più indietro per guardare in faccia al futuro, promettendo in cambio di smetterla di fingere disinteresse.
Forse è la volta buona che scopre qualcosa in più di lei, sperando che possa aiutarlo a salutare le paure “che non mi fanno addormentare” e tutti quelli che gli stanno attorno.
Si, è vero, “non so stare solo”, ma il sentimento è nobile ed è legato ad una ricerca molto particolare: la verità. La sua verità sull’amore e sulle cose che lo fanno stare male.
Ognuno, ad un certo punto, se capace di arricchire la propria interiorità escludendo le brutture del mondo e rubando la bellezza negli angoli delle giornate, è capace di decifrare la risposta alla propria verità.
La vita e tutto ciò che ci separa da essa non è altro che boria e capricci verso l’ordinario.
In attesa di trasformarlo in straordinario ci si può perdere. Però se è verità, con un pizzico di fortuna, ci si verrà incontro.
