Bentornati alle uscite della settimana: Natale è alle porte… e poi anche Capodanno, così ci possiamo spaccare per bene all’insegna del 2025!!! Intanto tiriamo le somme su quali sono le possibili hit che ci porteremo appresso per l’anno prossimo, e qual è lo strumento migliore se non le NEWS DELLA SETTIMANA!!! Se qui non trovate un brano che vi piace, vuol dire che non avete gusti musicali. A voi <3
NORA LANG – VIA DA ME (@annariu_)
Ricominciare da zero, partendo solamente da sé stessi: questo è VIA DA ME, primo singolo di NORA LANG. Cantautrice e produttrice marchigiana, bolognese d’adozione, inaugura questo nuovo percorso elettronico/sperimentale con VIA DA ME. Le persone e le situazioni che viviamo cambiano e ci fanno cambiare, tutto quello che fino ad un attimo prima c’è all’improvviso potrebbe non esserci più. Proprio per questo motivo, la potenziale volubilità di tutto ciò che ci circonda influenza inevitabilmente il nostro modo di essere. Questi cambiamenti sono improvvisi e, nel momento in cui meno ce lo aspettiamo, ci ritroviamo ad affrontare situazioni che ci portano a rivalutare tutto ciò che pensavamo essere invece una certezza all’interno della nostra vita.
VIA DA ME è questo: è la fase di passaggio tra il “veder crollare improvvisamente le proprie certezze” e non solo la volontà, ma anche la necessità di prendere coscienza del cambiamento e del dover ripartire da zero, contando solamente su noi stessi e su chi vogliamo diventare. La parte più difficile è sicuramente prendere coscienza della necessità di cambiamento; una volta accettata ed elaborata questa fase, sarà davvero possibile ricominciare da zero, una cosa per volta. Non sarà facile, ma la sensazione di essere davvero risaliti dal fondo ed avercela fatta sarà impagabile.
CMQMARTINA– ALLUCINAZIONE (@flouryne)
Allucinazione è il nuovo brano in uscita lo scorso Venerdì di cmqmartina. Il singolo racconta il sottile confine fra l’attrazione e il tormento. “Esci dalla mia testa/ anima in tasca/ amaro in bocca” non è solo il ritornello, ma la sensazione di chaos che si prova fra la confusione e l’attrazione. Cmqmartina ha deciso di creare un singolo che lei definisce Pop, ma mantiene sempre una sotto architettura techno, che però questa volta si presta un po’ più al Pop.
Non è reale, è l’attimo in cui ci si rende conto anche se troppo tardi di avere un pensiero fisso. Ci si può chiedere quale esso sia, e da dove provenga, ma si può essere ben consapevoli di che tipo di emozione si stia parlando. Cmqmartina ha deciso di fare un pezzo molto diverso dal precedente “kids never sleep”, che invece aveva un’aura molto più orientata alla techno. In questo senso potremmo dire che ha ricercato una nuova strada, che possa essere più alla portata di tutti, ma senza snaturarsi. Che sia un altro singolo che precede un album? Del resto l’ultimo risale al 2022. Magari l’anno nuovo ci porterà qualche sorpresa, e noi ce lo auguriamo.
MANIVIOLA – PAOLO – (@doryontheclouds)
Qualche mese fa in un video su tik tok l’aveva descritta come la canzone più ipocrita che avesse mai scritto in vita sua e venerdì è uscita su tutte le piattaforme. Il nuovo singolo di MANIVIOLA “PAOLO” è la storia di un influencer che non esiste, eppure sembra più vera che mai.
La cantautrice che all’anagrafe fa Irene Badaloni, e che si è fatta conoscere proprio condividendo la sua musica sui social, ci va giù pesante. Non risparmia niente e nessuno.
Paolo sogna la notorietà, quella fama che non ti fa uscire di casa per la paura di essere assalito e sarebbe disposto a tutto pur di ottenerla. Anche solo per mezz’ora.
“Sono bravo sono bello sono pure interessante / potrei farlo di mestiere me lo dicono da sempre / la mattina appena sveglio vendo ciò che non ti serve / non mi chiedo neanche il perché “
Con un’ironia sprezzante e una melodia molto orecchiabile, MANIVIOLA si rivela un’artista attenta, capace di mettere in musica delle riflessioni acute sul mondo di oggi, indole tipica dei grandi cantastorie del passato.
Si possono criticare i social sui social? Per quanto possa risultare da ipocriti, il risultato è sicuramente degno di like.
RIZZO – SPECIALI+ (surprisinglymeowmeow)
Avete presente l’ ex che vi riscrive con la scusa delle feste natalizie?
Ecco, se voleste dedicare a questa persona una canzone, RIZZO ne ha pubblicata una perfetta per l’occasione. SPECIALI+ ci racconta in parte quella tristezza che, spesso, si vive dopo la chiusura di una relazione sentimentale, soprattutto quando si è creata una grande intesa con l’altro, che viene irrimediabilmente persa.
//Ci siamo innamorati// come mi guardavi//
//Ci siamo rovinati// da complici a due estranei//
Il racconto va oltre la tristezza, infatti prende spazio la consapevolezza di doversi distaccare da quella persona. Questo perché abbiamo la necessità di razionalizzare che ci si è essersi persi, perché dobbiamo mettere da parte i ricordi e, soprattutto, perché sappiamo di dover andare avanti.
//ed io vorrei parlarti ma // mi strapperò la gola se richiami //
//al diavolo gli auguri di natale // e i meme con i cani //
// e non vorrei ferirti ma //
// se muoio non ti voglio al funerale // non eravamo poi così speciali + //
Ma RIZZO ci ricorda che, nel perdere qualcosa, si possono trovare nuove opportunità, anche per riscoprire quello che abbiamo dentro.
TONY BOY– NON MI BASTA MAI (@angelicatartaglia)
Venerdì 6 dicembre è uscito il tanto atteso “Going Hard 3”, nuovo album del rapper padovano Antonio Hueber, in arte Tony Boy.
L’album, terza e ultima parte della trilogia dei mixtape,contiene ben 20 tracce e sette featuring, di cui uno internazionale.
Il progetto, oltre ed essere un connubio di pezzi conscious e bangers, è molto interessante dal punto di vista del sound: beat alienanti e contorti, psichedelici e con influenze di elettronica, alternati a basi più trap dai richiami oltreoceano, senza dimenticare quelle strumentali.
“NON MI BASTA MAI” è la tredicesima traccia in collaborazione con Frah Quintale e Capo Plaza. La scelta della struttura della canzone (strofa, ritornello, strofa, pre-ritornello, ritornello…) così come del beat intenso e ritmato spiccano subito all’orecchio dell’ascoltatore.
Il nucleo tematico del brano è la continua insoddisfazione personale, anche dopo aver raggiunto i propri obiettivi, che spinge a volere sempre di più e a non godersi ciò che già si ha, causando un vuoto colmabile solo con distrazioni superficiali come l’alcool.
Tony parla anche di una persona che non riesce a dimenticare, il cui affetto “non gli basta mai” e di come le emozioni che prova lo facciano sentire disconnesso dalla realtà, facendo trasparire un senso di nostalgia per i vecchi tempi:
Cambiano le cose, cambia il corso degli eventi
Non ti perdi un attimo, è giorni che non ti addormenti
Da bimbi giocavamo a restare sempre svegli
La ripetizione delle frasi “non mi basta mai” e “non mi passa mai” nel ritornello, in cui notiamo l’uso dell’allitterazione,enfatizza la persistenza del loop di frustrazione e tormenti in cui il rapper si trova intrappolato:
Il tuo affetto non mi basta mai
L’inchiostro dentro non mi passa mai
Ti ho nella mente e non mi passa mai
L’inverno dentro che non passa mai
Ho una voce in testa e non si abbassa mai
Ti ho nella mente e non mi passa mai
Più volte ancora e non mi passa mai
Questa traccia è sicuramente una delle più introspettivedell’album. In realtà, ogni traccia all’interno del progetto è un mondo a sé stante in cui Tony riesce a trasportarci con una facilità disarmante e uno stile unico.
Buon ascolto di GH3!
CENTOMILACARIE – FIGLI DEGLI DEI (@niedri.g)
“Salvami, dalle macerie taglienti che coprono il volto mio / Ogni tuo pizzico lo sento vivo”.
CENTOMILACARIE si spoglia sin da subito degli stati d’animo che lo appesantiscono. Un arrangiamento minimale quello di “FIGLI DEGLI DEI”, ma che ci fa sentire molto vicini a lui e alla sua esperienza di Uomo.
Un pezzo estremamente viscerale, di una purezza che non si vede spesso nella scena, e che ci ricorda quanto il giovane cantautore abbia un’urgenza creativa indomabile.
Un passaggio cruciale tra la prima strofa e il ritornello, col quale si descrive un valore personale perduto, una oggettificazione dell’essere: “Cosa, vorresti fare col mio corpo amore / Come, trasformarmi in un pezzo di carne […] Hai trasformato me e le tue parole valgono zero, lo zero umano”.
Nella seconda strofa cerca di ritrovarsi, c’è una presa coscienza di quanto fino ad ora lui si sia impegnato per avere un’identità ben precisa. Il senso di inadeguatezza persiste ma: “Io ci ho provato, ad essere un figlio perfetto un po’ meno sano / Un fidanzato, un vero amico con i soldi in mano / E con le grida nelle case, chiusi in casa ci siamo cresciuti / Pane e mani, cani e padri, genitori sani”.
Speriamo per lui che questo singolo e tutto il futuro progetto siano una “Stairway to Heaven” per una carriera brillante, che è ciò che si merita. Lo sta continuamente dimostrando certo, ma chi ancora aveva dei dubbi se li è sicuramente tolti al Forum di Assago il 18 ottobre, durante il concerto di MACE. Centomilacarie è stato in grado di far immergere l’ascoltatore in un’atmosfera intima nonostante le migliaia di persone presenti (chi c’era potrà confermare).
“Perché ormai non provo niente a parte il solito vuoto del cazzo” – we’re on the same page!
bestie – Leanò (@cecinestpasandrea)
Ho incontrato per la prima volta Leanò forse sette anni fa. Al piano di sotto di un ostello, con la sua chitarra e la sua voce alla quale nessuna nota è sconosciuta. Ora, siamo più grandi e la sua incredibile capacità di raccontare tutto il vero della vita non ha fatto che migliorare da allora.
Leanò è una cantautrice, musicista e compositrice milanese con uno stile unico e visionario. La sua scrittura esplora le complessità dell’animo umano con immagini mai banali e una sottile ironia, raccontando l’assurdità e la dolcezza del vivere, e trasformandole in un’esperienza universale che colpisce nel profondo.
“bestie” è proprio questo. un brano viscerale, come uno sfogo che si stacca dalla pelle per diventare musica. Parla di vivere la vita veramente, di una lotta tra il desiderio di liberarsi dai sentimenti che ci hanno fatto male e il peso del silenzio imposto dagli altri.
Chi siamo noi quando decidiamo di non vivere più in funzione degli altri? Cosa diventiamo quando abbracciamo le nostre bestie? Chi ci vorrà bene? Cosa fare? Mostrare le nostre bestie, queste saranno la nostra forza, le nostre guide nel cammino introspettivo per conoscerci davvero.
Perché dobbiamo conoscerci per ciò che siamo. Non siamo cinema, oggetti da osservare o spettacoli da consumare, siamo umani con le nostre incomprensioni che vogliamo spiegare a chi è pronto ad ascoltare. Letteretterettere sono quello che rimane, quella sensazione di sospeso, come se le parole si rifiutassero di arrivare per intero, perché tanto ci sarà chi seppur ascoltando non capirebbe comunque.
Ed è a loro, a quei morti senza tomba che parla la canzone, che sembra urlare contro chi si nasconde dietro l’ipocrisia o la passività. È come un invito a smettere di accettare il compromesso e alzarsi contro chi ti zittisce, chi ti opprime.
In poche parole, questo brano non lo ascolti, lo vivi sulla pelle. Leanò ha creato qualcosa che non si limita a colpire, ma che graffia e resta.
JEMEL– LE FARFALLE (@capitanossa)
I gemelli pop sono tornati!
LE FARFALLE è la loro settima pubblicazione per il 2024, è l’evoluzione o meglio, l’affinamento del loro stile è chiaro a tutti gli ascoltatori, a partire dal loro recente esordio che risale all’anno scorso.
Il duo si è subito distinto oltre che per la sua particolare formazione (una band di gemelli! Non se ne vedono molte in giro), anche per il loro stile estetico e musicale, un buon connubio tra una lirica chill rap su basi indie, eleganti e melodiose.
LE FARFALLE, il pezzo in questione dei JEMEL, è un chiarissimo esempio di questo personalissimo stile adottato dai due artisti. Il brano poggia su un beat costruito attorno ad una linea di chitarra acustica, che dona una piacevole armonia un po’ vintage, ben si sposa anche con la scelta di suoni selezionata per la base, tra le quali troviamo una morbida tastiera in stile retrò.
‘Non le sento più le farfalle, ci sono solo ricordi’
Buon ascolto!
WISM – SURF (@melpotcosmos)
“L’unico senza un lavoro serio a quest’età”
‘Surf’ è una ventata d’aria calda nel mezzo di un gelido inverno, creata da WISM.
Un sound coinvolgente, atipico nella sua costruzione tra elettronico e analogico: sample attraversano dei synth costruendo queste strumentali solari ma fredde, calde nel gelo.
L’artista produce e canta l’interezza dell’album, e si sente dalla fortissima connessione tra i testi e questa dualità delle produzioni.
“Inseguo un altro sogno a fari spenti”
Questo brezza calda si riflette in dei testi dolciamari, un po’ da chi vuole sorridere della sua posizione di svantaggio rispetto alla vita.
Insomma, Wism non se la sta passando alla grande, nonostante i singoli usciti e quest’ultimo lavoro, si può sentire una tristezza profonda.
Da cui, però, si vuole uscire.
10 minuti, una passeggiata nei pensieri altalenanti dell’artista, dove però, si sente una volontà forte di andare avanti. Non lo si prenda come esempio, ma ci si ritrovi in lui. Grazie Wism.
JOSEPH – LA PAURA NON ESISTE (@alberto.rogano)
La paura non esiste. E allora cos’è quel sentimento che provo quando mi si stringe il petto pensando al futuro? Cos’è che mi frena dal buttarmi? Cos’è che rende tutto sfocato e mi fa sentire miope nelle scelte? Se anche tu hai “paura”, il nuovo singolo di Joseph fa per te: “La paura non esiste” è fuori ora per Island Records e Universal Music.
Cos’è il futuro? Come può farci paura qualcosa che ancora non ha un volto? Questo è il fulcro del brano: non conoscere ci spaventa ma, in fondo, siamo noi stessi a rendere l’incertezza un mostro contro cui combattere. Joseph si mostra fragile davanti al futuro e ci racconta come si sente a prendersi a pugni di continuo con un corpo e una forma che lui stesso ha creato. Nella vita di ognuno c’è quel qualcuno che ci può aiutare a combattere questo mostro e, spesso, siamo noi stessi quel qualcuno. Perché in fondo, non possiamo avere paura di qualcosa che non esiste, non possiamo sentirci in colpa di ciò che non abbiamo mai fatto.
MAGGIO – FEMORI (@nensi_troiano)
La gelosia è veramente per i deboli? La domanda sorge spontanea dopo aver ascoltato ‘’FEMORI’’, l’ultima uscita di Maggio, artista romano di origine cinese classe 1993, in collaborazione con Ngawa. I due concittadini hanno fondato il collettivo KLEN SHEET nel 2017 e hanno già collaborato più volte in passato. Questo ultimo pezzo è stato concepito nel lontano 2020, ma, ritrovandosi ancora perfettamente nelle loro voci, hanno deciso di pubblicarlo intatto, così com’era.
Una canzone dal sound fresco e catchy che racconta il mito dei vent’anni con una scrittura profonda e introspettiva. ‘’Un’autostrada di spettacolari eventi dopo i venti non l’avresti mai pensata’’: un’immagine che tutti possiamo visualizzare e che non poteva essere spiegata con una metafora più accurata.
Maggio infatti parla di quell’età, da tutti descritta come gli anni più belli, che non torneranno più indietro e bisogna viverli al massimo, da una prospettiva diversa, più matura, rendendosi conto che la vita non finisce a vent’anni, ma abbiamo ancora una strada lunga davanti a noi! Nonostante ciò, egli mette a nudo i suoi fallimenti e le sue insicurezze per metterci in guardia dai gelosi: l’invidia è il sentimento dei deboli che cercano di curare i loro demoni tirandoci calci sopra i femori sperando in questo modo di emergere a nostro discapito.
Dopo qualche secondo di pausa strumentale inizia la seconda strofa di Ngawa che racconta le sue origini e il suo rapporto con la musica: ‘’ il rap mi dà una voce’’. Insomma, un duo che ha tanto da raccontare e che ti fa dire: NE VOGLIO ANCORA!
TÄRA – DUNYA (@tiscordardime)
TÄRA, artista palestinese cresciuta in Italia, rappresentanza del genere Arab’nB, ci porta qualcosa di unico, uno stile nuovo, caratterizzato da canzoni bi e trilingue (arabo, inglese e italiano), un ponte che unisce RnB e arabo, dando vita a suoni autoctoni ed arabeggianti. La sua musica è ricca di colori, ed evoca atmosfere affascinanti quasi mistiche, che rimandano alle canzoni tradizionali arabe.
In quest’ultimo singolo troviamo parole di critica sociale, al mondo digitale e alla società moderna priva di valori, che adotta comportamenti di negligenza e omertà di fronte a situazioni drammatiche. Il sistema è corrotto e la giustizia non è equa. Il ritornello è coinvolgente, il ritmo incalzante e i versi fluidi, che esprimono frustrazione e disagio verso una realtà dominata da dinamiche digitali e manipolazione delle informazioni. “Accuse nei miei DM” e la “legge del web” sottolineano l’aggressività e il giudizio anonimo online. Le liriche sono crude e dirette, il linguaggio è colloquiale ma carico di intensità emotiva.
“Brucia i giornali spegni le news,” denuncia il controllo delle narrative e l’ipocrisia nei media e nelle istituzioni. In sostanza quello che emerge da questo pezzo è l’autenticità, TÄRÄ riesce a creare empatia con l’ascoltatore, ingrediente chiave in tutte le sue canzoni.
EMMA – 666 SEMPRE DiSTRATTa (@annariu_)
Caos, sofferenza, ma anche amore: EMMA ci presenta così il suo ultimo singolo, 666 SEMPRE DISTRATTA. In maniera estremamente diretta, grazie alle parole ma soprattutto alla produzione del brano, ci racconta di un rapporto viscerale che, nel tempo, porta alla dissoluzione di sé e dell’altro.
“Non sento il mio corpo/ Solamente il centro del mio petto mi fa male/ Come avessi un cancro/ Oppure un infarto (Che cosa mi hai fatto?)” : attraverso queste parole, sentiamo come l’incomprensione e il dolore sovrastano qualsiasi altro sentimento. Il male e la negatività si trasmettono all’altra persona non solo sotto forma di sofferenza sentimentale, ma soprattutto sul piano fisico. Altro punto cardine del testo è il sottolineare come la sofferenza possa portare all’auto annullamento, al perdere interesse per tutto ciò che ci circonda, soprattutto verso noi stessi e ciò che facciamo per sentirci vivi.
Le parole utilizzate da EMMA sono accompagnate e sottolineate dalla base strumentale, che altro non è che un insieme di suoni distorti e disturbanti che ha scelto di utilizzare. Non a caso le prime cose che sentiamo ascoltando il brano sono questi suoni elettronici apparentemente lontani, che pian piano si accentuano e si fanno accompagnare dal testo. Il caos di suoni è quasi una costante per tutto il brano, in grado di stregarci e farci entrare pienamente in sintonia con ciò che prova: la voglia di urlare, di cercare di liberarci da ciò che più ci fa stare male.
Verso la metà del brano c’è un piccolo momento di lucidità, con delle voci che sembrano quasi di bambini, che però quasi subito spariscono in favore del caos. Il brano si conclude con una parte quasi acustica: zero suoni distorti, la voce sussurrata. È la presa di coscienza finale, il momento di piena consapevolezza in cui ci rendiamo conto che l’altra persona ci fa più male che bene, “perché alla fine sei sempre un’estranea”.
Ci siamo fidati di una persona che ci ha distrutto, facendoci illudere che potesse davvero farci stare bene; altro non era che una malattia da estirpare, che ci ha ridotti allo stremo e, quando ha capito di non poter più prendere le nostre forze ci ha abbandonati lì, totalmente annichiliti.
RIKYMP3 – PAROLACCE (@brusilre99)
Rikymp3 è un artista emergente nel panorama underground che si distingue dal resto della scena per le sue liriche melodiche e il suo sound emotional ma al contempo molto energico con cui poter sfogare le negatività personali cantando o ballando spensierati.
Il suo nuovo brano “PAROLACCE” rispecchia in pieno il suo atteggiamento da “chill guy” nella vita, nonostante sia una persona molto sensibile, positiva e altruista. Il beat, realizzato in collaborazione con Offpatt, presenta un tipico sound rap della nuova scuola, arricchito da un pianoforte dolce, e grazie alla voce di Rikymp3, il brano suona ancora più fresco e ricercato, scostandosi dal classico rapper o cantante pop. O
gni sua traccia è legata al suo vissuto che si trasforma in un lungo viaggio connesso attraverso la sua discografia, che esplora diverse sfaccettature, ma mantiene sempre al centro un elemento fondamentale: le good vibes.
KNIAR, NARCOLESSIA – DOROTHY (@punto.zero.punto.zero)
Kniar, artista classe 07 di Livorno, ha pubblicato il nuovo singolo “16 Orecchini”
in collab con Narcolessia.
La prod è completamente autoprodotta da Kniar. È scura, ricca di suoni e di glitch che la rendono perfetta per il modo che si vuole trasmettere.
Non è un solo un accompagnamento ma a volte diventa preponderante all’interno della traccia.
Le voci sono unite alla base, spesso sono glitch fonici che si intersecano con il suono con il significato metaforico più che al significato testuale.
La voce nella seconda strofa si fa graffiante e l’attacco di narcolessia è spontaneo, arriva e te ne accorgi dal timbro vocale estremante riconoscibile.
Quando una persona a cui vuoi bene e credi fortemente “non voler solo il tuo dick”.
Dopo la speranza e lo sfogo delle emozioni più tristi svaniscono resta solo rabbia “non mi fido dei una troia sono fatto cosi”.
“Io non prendo quella roba lì” ma dopo la rassegnazione al dolore “ei mamma a rallentatore se ne prendo quattro”
La copertina è ispirata al nuovo album dei Pinguini Tattici Nucleari “Hello World”, dategli un ascolto 😉
Copertina a cura di: @princess7anna
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