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LE USCITE DELLA SETTIMANA

Eccoci con le uscite della settimana! Inutile dire che non abbiamo ancora realizzato ciò che è successo al release party di Torino (si fa fatica anche solo a dirlo, “sold out”). Come sempre vi siamo grati per essere una famiglia incredibile e, perciò, beccatevi le news più succose degli ultimi mesi. buon ascolto <3

ETHAN TBLISI – (@flouryne)

ETHAN ha da poco rilasciato TBLISI, un pezzo energetico, trascinante che fa vibrare tutto ciò che abbiamo attorno.

Nel post di uscita ETHAN ha descritto il pezzo in questo modo: “Tblisi non è solo una città. È un pezzo che ho scritto per un ragazzo che non ha la possibilità di sentirsi libero nel proprio paese, e purtroppo neanche con se stesso.”

TBLISI quindi non è solo il ricordo di un posto che può essere importante per l’artista, ma è il posto in cui qualcosa viene fuori. La musica che non si pone solo l’obiettivo di accompagnare un’emozione, ma vuole raccontarla e trasmetterla, è la musica che ci piace. In questo pezzo ETHAN riesce a farlo benissimo.

ETHAN è un artista che si fa portatore di dinamiche sensibili e intime, che insegue un viaggio personale con coraggio e con tanta capacità di fare musica e in TBLISI si nota.

TBLISI è un pezzo che connubia il peso di sentirsi intrappolati e invisibili, con la voglia di fare rumore, di farsi ascoltare. Per questo è un pezzo che deve essere ascoltato, e ora restiamo ad aspettare cosa ETHAN ci proporrà in futuro.

 NUVOLA – OTTOMILAORE – (doryontheclouds)

C’è una nuova electro-pop girl sulla scena Italiana ed è qui per restare. 

Ottomilaore, l’album di debutto della cantautrice romana Nuvola, è un progetto che merita di essere ascoltato. 

Ottomila ore per otto tracce che sviscerano la paura di restare soli e quanto siano difficili le relazioni interpersonali oggi. Con una penna già matura e delle produzioni fresche, Nuvola propone Il giusto mix: canzoni da ascoltare quando si vuole autocommiserarsi, ma anche pezzi per quando si è presi bene. 

Sono infatti moltissimi i momenti in cui parole forti, pregne di disillusione, ci travolgono. In pezzi come “autentico” o “amore dinamite”, la cantautrice riesce a tratteggiare in maniera lucida e reale il momento esatto in cui si realizza di aver preso un abbaglio. 

Lascerò la presa ogni volta che serve / Non mi hai mai capita però non fa niente/ Amore dinamite ci fa in mille pezzi / solo per ricomporci in modi diversi.” 

Ma è in “niente di vero” che il punto focale di questo disco esplode in tutta la sua tragicità: 

E la paura di essere soli / e toccare il fondo / ci mangia vivi. /  Cos’è l’amore dopo i 20 anni? / Forse un vuoto da riempire / e niente di più. “ 

Con tagline incisive e momenti di introspezione, Nuvola riesce a mischiare melodie pop con altre più upbeat passando per strumentali immersive. È un album che si inserisce in una scena attualissima, regalando nuove sfumature e nuove suggestioni. 

Ottomilaore è un viaggio. Un manifesto delle relazioni nella nostra generazione, che vorrebbe ritrovare il contatto con gli altri ma non ci riesce fino in fondo. Siamo soli, annichiliti, distanti. Consumiamo rapporti che durano il tempo di un giro sulle montagnerusse. Oggi tutto e domani niente. Vorremmo mordere la vita come squali ma siamo prede. Non ci resta che ballare. Forse quello ci salverà. 

ZETABAMBINI MOLOTOV (@niedri.g)

Autentico, intimo e riflessivo l’EP di Alessandro, in arte ZETA, che ci permette di aprire gli occhi sui disagi generazionali. “Sentimenti in plastica a rincorrerci per strada / Non vedi che sei stanca e che finiamo sempre a terra”. Difficoltà a relazionarsi, questo traspare dal brano che dà il titolo all’EP. Ultimo della tracklist ma primo per introspezione: “Siamo BAMBINI MOLOTOV pieni di disagio”. Parole scritte insieme all’amico Schianta che evocano un contrasto da esplorare a mano a mano che ascolterete tutte le tracce. Vulnerabilità e rabbia, dualismo che percepiamo come costante del progetto.

“LUNA”, simbolo di dolore e distanza. Qui si racconta un amore che va oltre, forse pure troppo dato che si giunge ad una condizione di affiatamento ormai irrecuperabile. “Forse potremmo stare bene / Ma tu hai gli occhi sempre freddi / E stai a guardare la luna lontano da qui”.

Argomento affine è sicuramente espresso in “RAGNATELA”, ultima uscita prima dell’intero EP; la notte, le dipendenze affettive, concetti che vengono ben sviscerati. “Scappi dentro la notte a volte scappi / Abbiamo solo bugie e graffi / Non so ascoltarmi e piangi / Nella tua ragnatela io ci cado dentro”.

“Ma hai il cuore di buccia / E forse dovresti starlo ad ascoltare”. Una corazza sottile, semplicissima da prendere e lacerare, come quella di un mandarino. Sono sufficienti le mani per sbucciarlo e scoprire poi il suo contenuto, ad ogni spicchio andrebbe data la giusta importanza. L’intero testo di “BUCCIA” invita a riconnettersi con le proprie emozioni; si concentra sulla necessità di ascoltarsi e prendersi cura di sé: “Se resti sempre incollata a qualcosa non cambia / Anche se ti nascondi / Attorno hai messo cerotti / Lacrime e piombo e non siamo buoni / Forse a sbucciarti ti accorgi quello che provi”. Produzioni magistrali sempre di POLEZSKY e Kang Brulèe, con il supporto di fenoaltea su questa traccia in particolare.

Dovremmo forse imparare a dare il giusto peso agli eventi che la nostra vita ci presenta, Zeta ci dà un legittimo reminder: “Sembriamo solo puntini e la città / Ti resta sempre a guardare / La resti a guardare”.

“LUCI ELETTRICHE e sogni / A cui non sai neanche credere, credere mai / Lasci sempre qualche parte qualche parte di te”, tutto corre super veloce tant’è che non riusciamo a ritagliare mai il giusto spazio per ciò di cui avremmo realmente bisogno.

Brano che unisce i due precedenti a livello di messaggio è “ALICE+”: Zeta ci parla della ricerca di sé e di un posto nel mondo, usando la figura di Alice in rappresentanza di chi si sente perso o fuori posto. Il testo invita a inseguire ciò che si è veramente, nonostante i dubbi e le difficoltà, sia che si tratti di bambini (molotov) o di adulti.

GIOIA LUCIAPAROLE VUOTE (@cognomeproibito)

Uscito lo scorso venerdì, l’ultimo singolo di GIOIA LUCIA è un colpo dritto al cuore. Con PAROLE VUOTE, l’artista si confronta con quel tremendo labirinto linguistico che rovina i rapporti più importanti. Le protagoniste del brano sono proprio quelle parole che diciamo quando mentiamo, quando proviamo a scappare da noi stessi correndo inutilmente sul posto. Come fare, però, quando sono le persone che amiamo a riempirci di parole vuote? Persi in un gioco di rimandi senza fine, non possiamo che sforzarci, provando a leggere gli altri con i migliori occhiali emotivi di cui disponiamo.

Lo so, per te il mondo va al contrario / Mentre cresci, sai, scrivi una storia che vuoi condividere / E se non te la senti con me / La sentirò dentro un buco nel muro, attraverso il telefono

Veder soffrire qualcuno che amiamo senza poter fare nulla di concreto per aiutarlo, è questa la tragedia che viene cantata in PAROLE VUOTE. Questa sofferenza è resa dalla splendida voce della cantante che, come una foglia in autunno, si adagia dolcemente su un tappeto R&B di rara fattura. Con una consapevolezza emotiva degna di nota, GIOIA LUCIA ci insegna a soffrire da lontano, urlare in silenzio e ad accettare tristemente la nostra impotenza.

Perché non voglio più vederti sparire / Dentro il segno di un foglio già scritto vederti appassire / Perché non voglio più vederti scappare / Diеtro l’ombra di parole vuote, per sеntirti valere

I riempitivi e i significanti vuoti non servono tanto a riallacciare le nostre emozioni con quelle altrui, quanto a riempire silenzi troppo rumorosi per essere sinceri. Da piccoli, quando ci cadeva il cono gelato, non potevamo fare altro che stare lì a fissarlo consapevoli delle nostre colpe. Nel mondo degli adulti, invece, ogni vuoto è un’ammissione involontaria. L’horror vacui diventa reale e il rischio di rimanerci intrappolati è sempre più pericoloso. 

YasminaTi volevo bene (Benedetta De Martinis)

Yasmina ritorna con il suo nuovo singolo “Ti volevo bene” in uscita il 28 Novembre per peermusicitaly. 

Abbiamo già imparato ad apprezzare la cantante romana classe ‘99: infatti ad inizio ottobre scorso è uscita con il suo brano “Post Punk” che abbiamo ritenuto fresco, innovativo ed esplosivo. 

Questa volta però Yasmina cambia rotta (pur rimanendo fedele al suo suond) e ci culla con una ballad romantica trip hop. Il pezzo infatti, racconta una storia d’amore che è ormai giunta al capolinea, sottolineando l’importanza del saper lasciare andare quando giunge il momento. “Io da me, tu da te” cita il ritornello, evidenziando la consapevolezza di non poter tornare indietro ma di dover proseguire da soli. 

Il pezzo ha un retrogusto dolce e amaro, è intriso di malinconia. Il sound minimalista lascia spazio alla  calda ma fanciullesca voce della cantante che, in questo modo, riesce a creare un’atmosfera calda e intima. Yasmina con questo brano sembra quasi voler buttare fuori un dolore estremamente intimo ma allo stesso tempo vuole cullarci e consolarci condividendo tutto questo con i suoi ascoltatori. 

Il singolo “Ti volevo bene” è il preludio di quella che sarà l’uscita del primo album di Yasmina in arrivo il 13 Dicembre e noi non vediamo l’ora di ascoltarlo. 

SCHELETRI DAMIX, NARCOLESSIA, AURELIA (@issamacivibe)

SCHELETRI è uno dei quattro singoli estratti dal nuovo EP “Canzoni Per Me Stesso” di DAMIX. Il brano, in collaborazione con NARCOLESSIA e prodotto da AURELIA (che firma anche altre due tracce dell’EP), percorre un profondo e movimentato processo di introspezione degli artisti.

Come suggerisce il titolo dell’EP, DAMIX crea uno spazio intimo e personale, quasi un diario, in cui riflette su di sé, si racconta e si sfoga senza filtri. 

In SCHELETRI, il tema dominante è quello della solitudine e del disagio esistenziale. DAMIX esplora i “mostri” nascosti nella sua vita, portando alla luce quegli “scheletri nell’armadio” che spesso restano taciuti. Il brano diventa così un atto di liberazione, un modo per affrontare i propri pesi interiori.

La collaborazione con NARCOLESSIA amplifica il messaggio del pezzo: il suo contributo matcha perfettamente con l’atmosfera malinconica e disturbante del brano, portando un po’ di quel senso di disillusione e fastidio che da sempre lo contraddistingue. Entrambi gli artisti condividono l’urgenza di respingere i giudizi e gli sguardi invadenti, rivendicando la libertà di essere se stessi in un mondo che spesso li soffoca.

Questo senso di alienazione si riflette anche nel sound del pezzo. AURELIA riesce a tradurre il malessere dei testi in una produzione caotica, disturbante e volutamente “molesta”. Le melodie spigolose e imprevedibili rispecchiano perfettamente il disagio narrato, contribuendo a creare un’atmosfera tanto intensa quanto irrequieta.

SCHELETRI colpisce chi ascolta, costringendo a confrontarsi con emozioni scomode e reali. È un brano che mette a nudo gli artisti e, in qualche modo, ti sfida a fare altrettanto.

GUINEVERETO ALL THE LOST SOULS (@surprisinglymeowmeow)

Ginevra Battaglia, in arte GUINEVERE, è un’artista caleidoscopica con diversi interessi, il suo ultimo progetto è l’album TO ALL THE LOST SOULS. Qui troviamo 15 brani, dove ha racchiuso la sua essenza, donandoci il suo essere e la sua visione artistica senza veli. 

L’ album è una dedica alle anime che si sentono perse (ed in questo mondo è tristemente facile smarrirsi), ma è anche un racconto di come Ginevra ha ritrovato se stessa, dopo i momenti difficili che ha dovuto affrontare. Tutta la narrazione è accompagnata da una vastità di strumenti: dal pianoforte, alle percussioni, fino agli archi. Tutti si sposano perfettamente con la potenza vocale, evocativa ed intensa, dell’artista. 

Un progetto che ci guida all’introspezione, riuscendo così, in ogni traccia, a far riemergere ricordi ed emozioni che sembravano dimenticate, per renderle reali sulla nostra pelle e permettendoci di viverle ancora, con una nuova consapevolezza.

Uno dei fil rouge dell’album è il racconto della perdita e della sofferenza, causata dalla scomparsa precoce di un suo amico. Il racconto di questa persona trova spazio in più brani, che diventano un luogo per incontrarsi ancora, fino a culminare nell’ultima traccia: “Per Andrea, per Sempre”.

Ginevra decide di farci ascoltare la voce del suo amico, di farci conoscere Andrea, rendendo il suo ricordo immortale anche per l’ascoltatore, in un elogio che vi bloccherà qualsiasi parola nella gola, con un dolore dolce, che quasi ci soffoca. Smuoverà con delle dolci parole ogni particella della nostra anima, ma dandoci una cura, un antidoto: la speranza di poterci sempre ritrovare, sia con chi amiamo, sia con noi stessi.

SEDICIBRIVIDO (@cecinestpasandrea)

Ci sono momenti in cui il caos sembra l’unico modo per svegliarci dal torpore, un’onda che ti travolge e ti costringe a muoverti. Altre volte, è il peso rassicurante della routine, che inizia a farti sentire in gabbia, a spingerti verso il cambiamento. In fondo, il vero motore siamo noi stessi: è il contrasto tra queste due forze a darci la spinta per uscire dalla zona di comfort e cercare quel brivido che ci fa sentire vivi.

Brivido di Sedici è una piccola finestra aperta sull’universo interiore di chi vive tra emozioni forti, incertezze e un desiderio bruciante di catturare l’istante. 

Il brano ci trasporta in una dimensione intima, dove pensieri senza forma prendono vie sbagliate, e i tetti di Roma si perdono dietro le nuvole. C’è una malinconia vibrante, quella sensazione che ci fa sembrare tutto complicato, ma al tempo stesso incredibilmente vivo. Un mondo fatto di contrasti, dove “noi siamo opposti pure nei nostri posti” e la vita si dipinge come una tela bianca da riempire con colori forti e decisi. 

Vivere la gioventù è come l’onda di Hokusai, un movimento travolgente, quasi inevitabile, che mescola il bisogno di evadere a quello di costruire un mondo proprio. Un posto dove ogni gesto conta, dove ogni salto nel vuoto può essere una caduta o un volo, e dove il brivido è il filo conduttore.

Il percorso di Sedici, dal confinare i propri pensieri su carta al condividerli con il mondo, è una storia di coraggio. Non è facile credere nelle proprie emozioni al punto da mettersi a nudo davanti agli altri, ma la ricompensa è immensa: quella connessione profonda con chi ascolta, quel sentirsi meno soli grazie a una parola o una melodia. I suoi brividi nascono nei momenti in cui il controllo si allenta e l’imprevisto prende il sopravvento. Sono quelle serate senza meta, quei viaggi improvvisi, quegli attimi che ricordano quanto sia bello smarrirsi, per poi ritrovarsi. Brivido non è solo una canzone: è una fotografia di un momento, di una vita in bilico, ma mai immobile.

NELLO TAVER – VAFFANCULO BAMBINI (@capitanossa)

NELLO TAVER è un provocatore, NELLO TAVER non le manda a dire, NELLO la tocca piano, eppure NELLO, che se la va a cercare, lo cerchiamo sempre anche noi. Sembra quasi che questa nostra società sia una sorta di campo da gioco dell’Indovina chi, e che NELLO sia un cecchino pronto ad aprire il fuoco su ogni casella, ogni elemento, nessuno escluso. Ed è questo che ci piace di lui.

A chi tocca questa volta? Ai bambini. Cala il silenzio.

Ma è così, ed è proprio quello di cui forse avremmo bisogno, in un paese pieno di frasi come ‘nessuno pensi ai bambini’, sono proprio i comici, i pagliacci, ad alzare i polveroni, a sfidare sempre la sempre meno garantita libertà d’espressione. Ed è anche questo che ci piace di NELLO TAVER.

Come se non bastasse, l’artista partenopeo non manca anche di sputare qualche verità non sempre abbastanza chiacchierata, prendete una frase come:

Vaffanculo i bambini

vaffanculo i genitori,

che non li sanno educare

e lo lasciano fare ad un tablet’.

NELLO TAVER ci dimostra che una canzone che sembra un semplice rant nei confronti dei bimbi che urlano in treno o al ristorante, a volte può essere anch’essa un interessante spunto di riflessione.

E quindi VAFFANCULO BAMBINI! (da leggere possibilmente con la voce di Topolino).

18K ANTI ANTI (@riccardo_stamarcio)

18K è fuori con ANTI ANTI e il rap italiano non aveva bisogno d’altro.

A due anni da “Grotto”, diversi regionali Brisighella-Milano dopo, 18K torna incazzato come sempre ma più maturo rispetto all’ultima volta. ANTI ANTI esce mentre fuori dall’underground il genere sembra stagnare da un po’, ripetendosi all’infinito in un loop che lo sta allontanando dalla realtà, oltre che dagli ascoltatori più esigenti.

Non hai vissuto abbastanza se pensi che sia faticoso spacciare

18K non vuole piacere a tutti i costi e lo mette in chiaro da subito. Traccia dopo traccia, il disco passa in rassegna i paradossi dell’ambiente musicale, della Milano “giusta”, dei social e più in generale del mondo di oggi. Il rapper emiliano non risparmia neanche sé stesso, in un processo senza pietà dove è sia giudice che giudicato.

Sono il sale in fondo al pacchetto di patatine / La panchina rotta su cui non ti volevi sedere

Spregiudicato è anche il suono dell’album, con produzioni che vanno dalla trap un po’ punk un po’ metal di 4997 alle sperimentazioni impossibili da etichettare di Emma. In ANTI ANTI trova spazio anche il boom-bap Don Joe, che aveva già notato 18K in tempi non sospetti, e la Witch House dei bnkr44.

In 54 minuti di disco, 18K si mostra affamato come il Marracash di “Status” e versatile come il Salmo di “Midnite”. Un viaggio fatto di rabbia, dolore, ironia e qualche accesso di speranza. ANTI ANTI è un manifesto contro chi odia tutto solo per moda, fatto da chi conosce bene l’odio e sa che non porterà a niente.

VVCEMENTO (@andreaodelli)

È quasi sera. La luce si fa sempre più tenue e i vostri pensieri comunque non si fermano. Avete passato tutto il giorno in casa, tra ricordi dolorosi e lacrime pesanti. Cosa si potrebbe fare per cercare di dare una svolta? Assolutamente niente.

Con “Cemento”, nuovo singolo di VV, ci vengono presentate le paure che ci assalgono nostro malgrado e che siamo costrettə ad affrontare; pur avendo già vissuto queste situazioni, l’abitudine e, in un certo senso, la serenità della monotonia e della noncuranza verso noi stessə permette alla mente di crogiolarsi nel dolore, lasciando terminare le giornate sempre nello stesso modo.

Bedroom pop e scenari onirici vanno sempre d’accordo, e questo brano lo riconferma; le parole di VV risuonano come baraonde, ed insieme ai “baci sotto un cielo di cemento” riusciamo a navigare in quel mare immaginario di dubbi e incertezze. 

Dopotutto, possiamo “lasciare le luci spente” e goderci questi attimi, per come siamo, tra mille sfaccettature e imperfezioni, perciò stendiamoci sul nostro lettino e lasciamo che tutto accada, senza preoccuparci di ciò che verrà.

LIL BUSSO – DIRTY NO (@angelicatartaglia)

Un’uscita di questa settimana che di certo non è passata inosservata, anche grazie all’accattivante gioco di parole usato come titolo, è il nuovo singolo del rapper bolognese Nicola Bussolari, in arte Lil Busso, “DIRTY NO”.

Il flow carismatico e lo stile a impronta internazionale di Busso sono sempre inconfondibili.

Il rapper si rivolge ad un’ipotetica ragazza, rendendo ben chiare le loro intenzioni e ripetendo più volte che “non sa dirle no”.

É sicuramente una traccia molto catchy, grazie al beat dalle influenze Old school e country rock. Le trombe in sottofondo rendono il tutto ancora più coinvolgente e giocoso, sembra una sorta di serenata, in chiave moderna, dove essere espliciti e sfacciati è concesso e anche più apprezzato rispetto a fare giri di parole inutili per esprimere ciò che si pensa e che si prova.  

Busso è in grado di osare, di fare lo spavaldo e divertire senza cadere nell’esagerazione e snaturare la propria identità.

É sicuramente uno degli artisti più interessanti e innovativi nel panorama urban attuale, forse ancora sottovalutato o non compreso a sufficienza.

Se avete apprezzato questo brano e non conoscevate ancora il mondo tagliente di Lil Busso, andate a recuperarvi i suoi ultimi progetti, come “Rey Mysterio” e “XXL” e anche quelli meno recenti come il joint album con Tredici Pietro uscito nel 2022, “Lovesick” e il suo primo EP risalente al 2020, “IPERMETROMONDO”.

LauryynMi piace (Giorgia Celentano)

Classe 2000, pugliese e rivelazione del R&B italiano. Si tratta di Aurora De Gregorio, o meglio, Lauryyn.

Nello storico dell’artista il suo primo singolo “Cos’è una regola” vanta della produzione di Ainé e Michele Beneforti, collabora con il polistrumentista e produttore Filippo Bubbico, ha un featuring con Altea dei Thru Collected.

L’EP “Intro” viene pubblicato da Sun Village Records con il sostegno di Puglia Sounds Records, è eletto tra i “50 dischi più belli del 2023” da Rockit e viene presentato su Rai 2 per Radio 2 Social Club.

Aurora è la sintesi dei suoi ascolti hip-hop, r&b e sonorità dal sapore internazionale e le sue canzoni ne sono la testimonianza.

Recentemente pubblica delle live session, tra queste include “Mi piace”, pronta per l’ascolto il 29 novembre.

La settimana è stata dura. C’è solo una cosa da fare: prenotare quel posto che ricorda il Caveau de la Huchette di Parigi.

C’è Lauryyn che canta. Dopotutto è venerdì, chissà che cosa fai.

Mi chiedo spesso di te” echeggia nel tepore artificiale.

“Tra la gente, come stai?”. Nemmeno una parola è concessa.

La musica, placida, continua a rubare i pensieri dei presenti. In questo buio, sai, ci si assomiglia. E’ tutto un vuoto di parole e di mani fredde.

 “Tornassi indietro, rifarei lo stesso”. Nella stanza, tra i tavoli, si fa largo il passato.

Certe volte considerarlo è un buon modo per comprendere il presente, così “ho preso un altro treno”.

Il tentativo è ingannare il futuro. “Spero mi porti da te”.

Nessuno si muove dalla postazione prescelta e gli spettatori si lasciano cullare dall’ennesima illusione avvelenata dal Tanqueray. “Pensare a te mi piace”.

La poesia si disperde come fumo assieme alle parole. Sempre.

Giorgia Celentano

@giorgia.celentano

JUJ – CAMPO DI MORE (@fabiospy)

A deliziarci dopo una lunghissima attesa torna Juj, questa volta con “Campo di More”, già spesso sentita ai diversi live e che aspettavamo intensamente.

La canzone è quasi una celebrazione dei sogni, di cosa si vuole fare da grandi anche se non ssi sa, ma anche di come i sogni spesso finiscono in fallimento.

Eppure si continua a sognare, anche nelle piccole cose. “lasciatemi tornare, sdraiato a prendere il sole, in un campo di more”. Perché non importa quanto la vita possa buttarci giù, illuderci e deluderci, non si smette mai di cercare quel senso di pace che serve sempre.

Il brano ha una sonorità molto semplice, con la chitarra che diventa protagonista della base musicale, ma non per questo risulta meno impattante. Riesce ad emozionare intensamente e farti immergere nella canzone, con la voce di Juj che riesce a scaldarti. Aspettando con ansia le prossime uscite, consiglio vivamente di ascoltarla e fare un giro nel campo di more anche voi.

DON SAID OCCHIO VIVO (@melpotcosmos)

“Vorresti la mia vita, vorresti la mia rubrica”

Dopo due anni di singoli e progetti più brevi, Don Said da Satania torna con il suo nuovo disco: occhio vivo.

La trap torna protagonista, quasi più negli atteggiamenti che nelle sonorita — anche se queste certamente non mancano —.

Said non manda nulla a dire: è in forma e si sente, il dolore non scompare ma questo non lo hai mai fatto cedere.

Il sound è fresco, le varie produzioni spaziano da suoni più classici e anni novanta per arrivare alla trap più caustica e pesante possibile. Lo spazio è tutto sulla voce del Don e sul suo flow, che non manca mai, assieme alle sue punch.

Un disco per spingere e per affermare un proprio stile, del proprio male ci si ragiona ma la voglia di rivalsa è troppa per fermarsi.

Lo spazio nei featuring è lasciato solo a colleghi rapper, lasciando l’immagine di una scena coesa, vicina, e incredibilmente tamarra.

“Cosa stai facendo? Soldi. Quanti? Molti.”

Affacciarsi dal proprio terrazzo aprendo uno spumante è sicuramente una delle attività più azzeccate per l’ascolto. 

L’arroganza del principe di Satania si esprime al meglio. In 11 brani di cui solo due editi, in un progetto coeso e interessante, in cui si delinea tutta l’immaginario di Don Said.

La copertina è ispirata al nuovo singolo di Papa V e Nerissima Serpe “TIP TAP” , dategli un ascolto 😉

Grafica a cura di: @alucrasia

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