E ANCHE QUESTA SETTIMANA SI TORNA SUL GRIND!!!
Abbiamo un bel po’ di artisti da farvi ascoltare oggi, preparatevi 😉
Baciii
HÅN – FUORI DALLA STANZA (@hanmusic.jpg)
Hån fa uscire un EP: 5 brani onirici, dal tono intimo, nostalgico, minimale, e in lingua italiana, diversamente dal resto della sua produzione musicale. Giulia Fontana – questo il suo vero nome – ha 24 anni, autodidatta, originaria di Desenzano. È così apprezzata da aver già tenuto concerti in giro per l’Europa, aprendo anche per i Cigarettes After Sex, e partecipando al Primavera Sound a Barcellona.
HÅN, parola che rimanda alle atmosfere dei paesaggi nordici che ricordano la sua musica, in questo EP, si immagina come una “bambina che gioca”, che canta con semplicità e delicatezza. Si racconta e scrive storie con le quali affronta temi come la perdita e la crescita fino a quando qualcosa “da fuori ne infrange il mondo interiore”.
La voce sussurrata, sensibile, e le melodie evanescenti virano verso il pop grunge, con le sue caratteristiche linee elettroniche, che unite a suoni analogici a armonie elaborate – grazie alla produzione, curata da Marco Giudici, Okgiorgio e Nvcnt – si trasformano nel brano in maniera “grezza” e digitale.
Il tema centrale dell’EP è la ricerca di se stessi e l’elaborazione delle emozioni, con un focus particolare sulla vulnerabilità e sulla crescita personale.
Due in particolare le canzoni che mi hanno colpito di più.
La prima tratta di distanza emotiva, e trasmette sensazioni di vulnerabilità e impotenza. Il linguaggio diretto e potente riflette il desiderio di essere compresi e la disillusione di fronte a una relazione che sembra ormai distante, in cui si sente forte il senso di abbandono.
Parla dell’incapacità di fermare i pensieri e di una tensione tra la voglia di conformarsi e l’ambizione di raggiungere qualcosa di più significativo; terminando con un invito a essere autentici, anche quando è più facile “fare finta di”.
L’altra traccia mostra una contrapposizione tra forza e vulnerabilità, espressa attraverso immagini di pareti forti, che tuttavia non riescono a contenere l’interiorità. Fulmini e temporali esprimono il tumulto interiore. Il temporale sulla carta, ad esempio, può essere interpretato come la trascrizione di questo dolore su un piano concreto, un tentativo di dare forma al caos interiore. I “fulmini che aprono i miei occhi” e le “forbici che tagliano il letto” suggeriscono un processo di presa di coscienza doloroso, in cui la verità arriva in maniera brusca e inattesa, stravolgendo le certezze. Viene toccato anche il tema della trasformazione con l’immagine dei “denti appuntiti che fanno lividi”, un riferimento alla capacità di fare male, ma anche alla volontà di cambiare e adattarsi, come indicato dal proposito di “levigarli se serve”. Questo suggerisce una continua negoziazione interna, una lotta per migliorarsi per amore dell’altro, mantenendo viva la speranza, anche se ciò significa compromettere la propria identità.
Lascio voi indovinare di quali brani sto parlando 😉
A cura di: @tiscordardime
MACELLO, 18K – DAVVERO (@socbemben@18kdorop)
Pensavamo che l’estate stesse per terminare e che le nostre notti di passione fossero finite…ed in effetti lo sono, ma Macello e 18K ci ricordano che i momenti intimi tra bro vanno vissuti 365 giorni l’anno.
I due rapper tornano a collaborare dopo l’uscita di “Kiriku”, confermando la potenza di questa combo e superando il livello dell’ultima volta.
Dalla copertina al testo, dalla base (dove 4997 non delude mai) al mood, tutto in “Davvero” inneggia all’amore più sincero e più prezioso, quello tra fratelli; normalizzando con la poetica tutti quei baci bagnati che tutti vorremmo dare al nostro socio dopo una serata a base di amore.
Insomma, Davvero è la hit da ascoltare a palla in macchina con la propria famiglia, urlando mentre ci si scruta vicendevolmente negli occhi.
A cura di: @pietrodileo_
YARAKI – PIAZZA SAMBA (@yarakissaki)
L’artista italo-brasiliana classe ’99 Yaraki debutta con “Piazza Samba”, il suo primo EP di 7 tracce, tre di queste già pubblicate e le restanti inedite.
L’EP è una ventata di aria fresca e positività, un inno alla leggerezza e alla libertà di espressione.
L’artista ci trasporta con la sua voce armoniosa in un viaggio poliedrico, raccontandoci senza alcuna paura delle proprie esperienze personali e della vita quotidiana, accompagnata da un mix di sonorità tra cui samba, afrobeat, urban pop.
Yaraki inserisce anche strofe in portoghese e immagini che richiamano la sua terra, come favelas e semi di cacao, che sono e continuano ad essere una parte fondamentale della sua crescita.
“Piazza Samba” è un invito a godersi al massimo la vita nel qui ed ora e ad affrontare difficoltà e problemi come se fosse un “Carnevale di Rio”.
A cura di: @angelicatartaglia
TÄRA – ARABA FENICE (@tarawave)
In Arab ’n B, penso che TÄRA non potesse trovare un termine migliore per definirsi.
Liriche italiane che si fondono a quelle in arabo su di una base afro-brasiliana dalle sonorità orientali e mediterranee. TÄRA porta alla luce l’identità e l’animo di un popolo del quale si sa veramente poco, il popolo Palestinese.
Una sofferenza che difficilmente si sa spiegare a parole, quella di chi vede i suoi connazionali uccisi immotivatamente tutti i giorni unità ad una speranza di un risorgimento dalle ceneri in futuro, come delle Arabe Fenici.
TÄRA si è accollata un peso incredibilmente gravoso, rappresentare i Palestinesi Italiani, riuscendo a trattare il compito anche con una certa leggerezza, una leggerezza non scontata da parte di una persona lacerata nel profondo.
A cura di: @rxxmer
FUCKPOP, ANNA AND VULKAN – COMME SE FA (A TE SCURDÀ) (@fckpopfck@annaandvulkan_)
“Comme se fa a te scurdà?”
L’house si mischia ai ricordi, alla voglia di aversi.
Una festa a cui si spera di ritrovarsi, una serata a cui si spera di vedersi, sia prima o forse dopo. Sogni e speranze che si evolvono in una notte partenopea, perso tra vicoli.
Fuck Pop e Anna and Vulkan aggiungono le loro visioni, persi tra le strade di un sabato sera.
La direzione sembra ignota se non l’addentrarsi dentro il nero di una notte, ricordando e guardando a nuovi vizi. Alle feste si va anche per dimenticare, ma guardandosi sempre le spalle, giusto per essere sicuri di essere convinti.
La produzione accompagna perfettamente ogni cambiamento, tutte le sensazioni espresse dagli artisti, da una visione più street a più innamorata.
Una visione caleidoscopica di una serata, che svanisce con l’alzarsi del sole.
“Ca maronn’ t’accumpagn”
A cura di: @melpotcosmos
ASP126, FRANCO126 – DIVISI (@asp126@franchino126)
Più che “DIVISI” pare che ASP126 e FRANCO126 siano uniti da un’amicizia particolare, prima ancora di essere colleghi all’interno della scena musicale. Ci stupiscono con questa ultima uscita (apparentemente) non malinconica (sarebbe stato un “classico”), bensì fanno sì che la nostra testa possa ondeggiare durante tutta la canzone: intro e ritornello musicalmente armonici e allegri.
In realtà, il titolo stesso evidenzia il concetto di separazione, che nel brano viene discusso sul fronte fisico ma soprattutto emotivo. Asp e Franco cantano d’amore descrivendo i momenti salienti e ultimi di questo sentimento condiviso; parlano di esperienze estremamente intime e private con immagini che sono un po’ cliché: “Le nottate passate in bianco col maglione messo al rovescio”.
L’idea di divisione è associata anche al legame personale che ha sempre contraddistinto i due artisti: le strade diverse che ad un certo punto ci si trova ad intraprendere sono certamente motivo di voler rivivere ciò che è stato. I loro ricordi si mescolano alla consapevolezza che la situazione è ormai cambiata, evoluta, quindi è impossibile tornare indietro. Alla fine, i due condividono tutto ciò che li ha portati a volersi esprimere tramite la musica: la Roma vissuta tra le strade, i bar, i primi pezzi insieme, la pura quotidianità – tutto ciò che aveva portato alla nascita della “Lovegang126” come progetto musicale (mi raccomando recuperate il loro album “CRISTI E DIAVOLI” e vi sentirete capiti).
Roma come sfondo gioca un ruolo simbolico: tutto può diventare un’accurata riflessione dei sentimenti dei protagonisti, raccontando la solitudine e la distanza tra le persone.
Ci hanno messo tutta la passione possibile e la nostalgia esce fuori prepotente da questo ultimo lavoro, l’ennesimo che ci concede di rimuginare sul passato: “Non mi metto più quelle magliette, non ho cuore di buttarle via […] stasera torno a casa presto e salto l’ultimo drink, ma so che non ti troverò qui”.
A cura di: @niedri.g
MEMENTO – )))ECHO((( (@m3ment0)
Hanami è la tradizione giapponese di godere della bellezza della fioritura dei ciliegi in primavera. “Hanami” è anche il nome del progetto di Asian Fake che in quarantena ci ha accompagnato a scoprire nuovi piccoli bulbi pronti a sbocciare. Ed ecco che, a distanza di quattro anni, mi sento di dire che Memento sia finalmente fiorito a pieno con “)))echo(((“, il suo terzo progetto in studio. Il disco è il racconto di un viaggio, il raggiungimento di una sonorità e di un immaginario antitetico che rimbalzano tra melodie avvolgenti e atmosfere cupe. Il fenomeno dell’eco è caratterizzato dalla riflessione di un’onda sonora che si amplifica fino a dissiparsi, e così Memento vuole che il suo sia un messaggio vibrante e ridondante, che colpisca prima il pubblico e poi se stesso. L’artista stesso ha dichiarato che l’album è figlio di un periodo da lui definito “il fu”, un momento di confronto con la sua immagine riflessa nello specchio, in cui aveva bisogno di riscoprire se stesso. E questo è il messaggio del disco che si rispecchia nelle liriche travolgenti e distese. Il disco è stato prodotto da una miriade di produttori riuscendo comunque a raggiungere un eterogeneità sonora in antitesi con il caos generato nei pezzi.
A cura di: @alberto.rogano
LUCA RE – ANCORA (@lucare6)
LUCA RE inaugura la sua stagione autunnale con un electro-ballad dolce amara.
Il singolo si chiama ANCORA e racconta di un amore complesso, giovane, e passionale: la storia di un bene che, nonostante il tempo ed i cambiamenti, rimane lì per sempre e ritorna ancora come un’onda.
“Non capisco dove inizia e dove finisce, a volte in effetti sembra finire, poi ricomincia a bruciare”
Il pezzo cavalca una wave molto popolare: il ritorno dei suoni EDM – uno stile che si sta facendo sempre più spazio nella giovane scena emergente.
In particolare, il brano presenta delle sonorità dance e electro che un po’ ricordano il 2010. Lo stile e l’estetica, allo stesso modo, ci fanno pensare al vaporwave combinando stile retrò e cyberpunk. Il testo, invece, si presenta malinconico, nostalgico, in totale contrasto con il mood sonoro del brano. La dualità della forma, infatti, crea una contraddizione che piace e che rimane impressa. È proprio la combinazione di questi due elementi che porta a relazionarsi con il pezzo e ad empatizzare facilmente con il suo autore.
LUCA RE è decisamente una promessa da tenere d’occhio: la sua voglia di sperimentare con il suono e di farci emozionare con i suoi testi è, forse, oggi una caratteristica sempre più rara. Staremo a guardare come la renderà unica.
A cura di: @betta.dmrtns
MAGGIO, TANCA – 12OZ TO FREEDOM / SALUTI DAL 2019 (@maggio_klensheet @tanca_tancaa)
“T’immagini se da un momento all’altro non fossimo più fragili?”
Un ritorno al 2019, al mood lo-fi di quel periodo, rilassato e disteso, che distingue Maggio e Tanca di quell’anno.
Ricordi che si incastrano sulla base insieme alla volontà di crescere mischiata alla consapevolezza di avere il dubbio di averlo fatto, tra nostalgia e consapevolezza di sé.
Il tempo si cristallizza, diventando un tutt’uno, il passato torna presente, il futuro un qualcosa di lontano e distaccato, visto con speranza.
La base lo-fi si rende nostalgica, rendendola perfetta per il rimando a quel periodo, appartenendo in tutto e per tutto. Dei ricordi di amicizia che svaniscono nel vento, un momento che si cristallizza ma che sparisce nel tempo di un caffè, pronti per andare avanti.
“Non prenderci sul serio, a volte”
A cura di: @melpotcosmos
CENERI – SENZA STELLE (@soloceneri)
Avete presente quella sensazione che si prova quando finisce l’estate? L’abbronzatura svanisce, alcune relazioni si sfaldano, e la spensieratezza lascia il posto alla volontà di starsene al caldo sotto le coperte. Spesso è difficile trovare le parole per descrivere questo insieme di sentimenti, eppure già al primo ascolto di ‘SENZA STELLE’ si capisce immediatamente come CENERI sia stata in grado di riassumere lo struggle invernale di una persona ormai matura, i cui rapporti iniziano ad incrinarsi.
La forza del brano, oltre che nella splendida melodia, risiede nelle parole utilizzate dall’artista. Il tempo all’interno della canzone ri-assume il suo duplice significato originario: simultaneamente, il Tempo con la ‘T’ maiuscola che scorre incessantemente e logora i rapporti, e come il gelido tempo metereologico di Dicembre.
“Tienimi stretta/ che il tempo è più veloce delle tue mani / e non mi importerà più di domani / tutto quello che ho / è solo adesso / Nascondiamoci sotto le tue coperte / che poi come stai lì sotto / il cielo a dicembre senza stelle / […] E lo so che il tempo ci osserva da lontano / mentre noi cambiamo ancora un’altra volta / qualcosa rimane uguale”
Il Tempo collabora col tempo, le lancette col freddo e il tentativo di rimanere uguali riesce solo a metà, rendendo freddi rapporti che prima ci riscaldavano. CENERI, con ‘SENZA STELLE’, ci regala una canzone per tutti gli inverni della nostra vita, per tutte quelle volte che, provando a non cambiare, cambiamo lo stesso.
A cura di: @cognomeproibito
VISCONTI – BATTESIMO OSCURO (@visconti_lerio)
In “Battesimo Oscuro” Visconti impreziosisce i suoi ultimi quattro singoli con un’intro, che fa anche da title track.
Il nuovo brano cattura subito l’ascoltatore con dei suoni esplosivi quasi pop-punk, e le sue parole cupe. Il resto dell’EP, invece, non disdegna suoni melodici che fanno da sfondo a brani più emotional come in “Sotto trema” e “Disordine”.
Nel progetto c’è spazio anche per momenti più sperimentali, come in “Salsa Rosa” che mischia i suoni sentiti fino ad ora con elementi più elettronici.
Visconti confeziona un EP estremamente interessante, dimostrando di essere un artista in crescita che sta costruendo la sua identità.
A cura di: @effe.ottantuno
DOBRO – MH MH MH (@yungdobro)
Il giovane artista veneto DOBRO, dopo una parentesi indie di inizio carriera, esce con un nuovo singolo continuando la sua serie di pubblicazioni dalle sonorità afro beat, posizionandosi come uno degli emergenti più interessanti del genere. MH MH MH è un brano che riprende le sonorità afro senza però snaturarne forzatamente le tematiche, ma anzi fondendo un genere musicale dalla tradizione centenaria, alla vita di un giovane ragazzo comune, creando un connubio stimolante. Il brano attraverso l’interessante voce di DOBRO risulta molto orecchiabile, grazie anche al beat che crea subito vibes, il testo, semplice e con immagini dirette tipiche delle relazioni e degli amori giovanili, si sposa perfettamente con la produzione, realizzato su misura per l’artista veneto dal giovane produttore LESS, nome interessantissimo nella scena dei giovani produttori in rampa di lancio.
A cura di: @kimo.jpg__
RAYAN & INTIFAYA – MARTIRE (@rayan_intifaya)
Dopo l’uscita estiva dell’EP “Pluto”, caratterizzato da sonorità trap americane da club, il duo riprende la sua influenza rock con due freestyle su IG “californication rmx” e “anime gemelle”. Mai dimenticata è la loro origine palestinese, sempre presente per diffondere maggiore consapevolezza e affrontare temi complicati.
“Do la vita per la mia missione, come un martire” è il mantra del nuovo singolo di RAYAN e INTIFAYA. Il brano si lega a questo senso di fede che porta a un continuo sacrificio per il raggiungimento di un obiettivo. Come per la loro è la musica, in cui mettono tutta la passione per arrivare al cuore di chi ascolta e trasmettere quel senso di unione, libertà, rispetto e voglia di divertirsi.
Siamo stati al loro live DJ set al Massaua di Milano e sono proprio questi i valori che i due artisti riflettono sul palco e che li contraddistinguono nella vita. Possiamo solo aspettarci nuova musica da questi giovani talenti e il prossimo evento per uno show assicurato. Wake up!
A cura di: @brusilre99
RUE DIEGO, PAPA V – VIEN (@rue_diego @papakvins)
“Vien” è il nuovo singolo total street che unisce due scene particolarmente influenti nel rap attuale, ovvero quella partenopea e quella milanese.
Da una parte il rapper napoletano Rue Diego, nome d’arte del ventunenne Francesco Aiello e dall’altra il rapper milanese Papa V.
Nel brano, una sorta di cantilena, un trip dal beat dark e ipnotico, i due rappers raccontano con rime crude e serrate la vita di periferia e i suoi eccessi.
Abbiamo l’impressione di addentrarci nell’oscurità dei vicoli di quartiere e vedere proprio davanti ai nostri occhi le scene esplicite di cui parlano Rue e Papa.
Rue Diego, pur essendo agli inizi, si sta sicuramente inserendo bene in un panorama già ricco di esponenti. Se vi è piaciuto “Vien”, andate a recuperarvi i suoi ultimi singoli “Chiu avt” e “Megl si te ne vai”.
A cura di: @angelicatartaglia
ROVERE – PASSANTI (@rovereband)
Dopo aver segnato la primavera con “stupido classico” e successivamente aperto l’estate con “FUORI ROTTA”, ora i rovere non potevano che chiudere questa stagione al meglio con l’uscita di “passanti”. Il nuovo singolo che insieme ai due sopracitati farà parte del loro prossimo album “11 case”, annunciato lo scorso 11 settembre, sottolineando l’importanza di questo numero per questo loro nuovo progetto.
E sempre nel loro fortissimo stile hanno tirato fuori un’altra hit da urlare a pieni polmoni, perché è questo l’effetto che ti fa “passanti”. Una canzone quasi struggente che narra di un amore non più possibile, nonostante ogni speranza del contrario.
La band è bravissima nel comunicarti il messaggio: sia attraverso la musica, che nel ritornello dà una botta di energia, sinonimo della disperazione del protagonista, che la voce di Nelson trasmette appieno. Perché quando hai quasi esaurito tutte le tue speranze puoi solo provare a urlare per farti sentire in questo modo, anche quando è troppo tardi.
Sicuramente adatta a dei cuori infranti che hanno aspettato un po’ troppo per fare la cosa giusta, anche se l’ascolto è consigliato a tutti perché la carica che ti danno i rovere è davvero unica. Provare per credere.
A cura di: @fabiospy
M.E.R.L.O.T., PIAZZABOLOGNA – LILY (@m.e.r.l.o.t_ @piazzabolo)
Estate ufficialmente finita, torniamo nel buio dei club, e riscaldiamoci insieme al nuovo singolo di M.E.R.L.O.T. con piazzabologna, “Lily”, pubblicato il 20 Settembre e distribuito da Ada Music Italy. Il brano anticipa l’uscita del nuovo EP e l’inizio del suo tour il 17 ottobre 2024.
Lily è la Polly di M.E.R.L.O.T., una ragazza sola in un momento difficile della vita. Il testo, in modo sincero, ci racconta il dolore dell’autodistruzione, ma anche la speranza e la forza che ci possono dare le persone che ci conoscono intimamente, a cui non sfuggono i nostri dettagli, e che ci aiutano a vedere che in fondo “la luna è bella anche riflessa sull’asfalto”.
“Lily non è solo una canzone, è una lettera intima”, dice M.E.R.L.O.T. Insieme a piazzabologna, che trattano un tema delicato con sensibilità, senza grandi produzioni, per arrivare davvero a chi si sente solo nelle difficoltà.
A cura di: @iladellat
FUDASCA, TREDICI PIETRO, FRANCESCA MICHIELIN, MECNA – IMMAGINA (@fudasca @tredicipietrotredici @francesca_michielin @mecna)
Fresco di collaborazione con MECNA in “7:34” e con TREDICI PIETRO in “BIG PANORAMA”, FUDASCA si allea con Francesca Michielin per la realizzazione di IMMAGINA.
Il producer romano continua la sua variegata serie di pubblicazioni, oscillando tra collaborazioni internazionali, produzioni lo-fi e brani con artisti nostrani, rendendo FUDASCA uno dei casi più curiosi della musica italiana.
Il nuovo singolo “IMMAGINA” è un brano che riprende alcune sonorità tipiche della musica italiana, TREDICI PIETRO apre il brano con una strofa dalla partenza lenta, che in qualche modo riprende le sonorità lo-fi di FUDASCA.
La struttura del brano è particolare: la prima parte, semplice ed efficace, la seconda più d’impatto. Inizialmente, dolcissime strofe di Francesca Michielin si muovono su una strumentale via via più complessa, arrivando a scontrarsi con le barre di TREDICI PIETRO, che sono il preludio al ritornello. Arriva poi MECNA, la quale voce calda e strofe adulte, ricche di immagini evocative, si fondono perfettamente al resto del brano.
La traccia si conclude con un outro cantata da Michielin, che, accompagnata da un pianoforte a dissolvenza, arriva quasi a sussurrare “Tu tornerai”. Una richiesta da lontano a qualcuno di irraggiungibile, che risalta l’anima introspettiva e nostalgica presente per tutto il pezzo.
A cura di: @kimo.jpg__
MATSBY – AGRODOLCE (@teomatsby)
Quello di Matsby in Agrodolce EP è un viaggio cosmico dove l’inizio sono i nostri cuori. Un viaggio in cui fluiscono tutte le emozioni che meritano di essere vissute appieno: i piaceri e i dolori; il ricordo e la memoria; la nostalgia d’un tempo passato ed il divertimento di averlo passato. Un EP che dà vita ad un’empatia che merita di essere condivisa.
Una tracklist sinestetica, con 5 brani che uniscono i sensi: il suono è profumo, il profumo è gusto, il gusto è musica. Insomma, ognuno è libero di interpretarlo come meglio crede, perché ogni via che prendiamo porta sempre alla stessa conclusione: l’emozione.
Le canzoni sono tutte accomunate da riff di chitarra in continua evoluzione, in una giostra di sentimenti che si susseguono, principalmente piacevoli e nostalgici.
Il tutto è tenuto insieme dalla voce calda ed intensa di Matsby e dalla grande produzione di Max e Sich.
Dunque, passeggiate. Prendetevi una tazza di tè o caffè. Sedetevi a guardare il cielo. Fatevi ispirare dalla natura, dalla comodità del divano, dalla scomodità dei mezzi, e mettetevi in cuffietta Agrodolce. Un EP con “ARANCIA E LATTE”, “machegustomilascia”, “ISTINTO E DISCIPLINA”, “AGRODOLCE” e “una vita che non voglio vivere”.
A cura di: @alek_andros_
ZETA – ALICE+ (@z.etaofficial)
Alessandro Lo Duca durante le scuole medie si avvicina al mondo della musica, traducendo i primi stimoli in quelli che erano i primordiali tentativi artistici. Questa scintilla lo porterà a sviluppare una vera e propria personalità, declinata sotto lo pseudonimo di Zeta.
Stiamo seguendo attentamente il suo percorso da “Milano 5am” del 2020, traccia che segna un inizio a tutti gli effetti di una carriera musicale che vedrà più evoluzioni. Assieme ai produttori Polezsky e Kang Brulèe trova il suo trampolino di lancio per la via della sperimentazione: arrivano “SBAGLI” e successivamente “PERDERTI”. A seguito di “NOTTI GARAGE” esce “ALICE+”, una melodia malinconica e trasportante, il 20 settembre. Rkomi ci aveva scritto una canzone, ma stavolta parliamo di una “lei+”, alla ricerca del proprio Io.
“In questa città di plastica non ti chiedi mai da cosa scappi”: è una lotta contro il tempo, tra razionalità e immaginazione. Proprio così, ha luogo il percorso di sviluppo di tutti noi.
Parallelamente ad una crescita di tipo temporale si affianca soprattutto una interiore, dove si entra in contatto con la parte più celata del sé e con le emozioni che contraddistinguono l’animo umano.
“Se tutti ti vogliono e tu non tieni a te stessa mai” impara a conoscere ciò che vuoi, Alice, senza mai accontentarti. Costruire la propria identità non è una passeggiata, ma solo in questo modo puoi scegliere la tua vita. Ti chiederai, allora, quale strada prendere. Ciò dipende esclusivamente da dove intendi andare.
“Gocce tra gli occhi e cerchi indizi”: non sai dove cominciare. Non conosci la via, non conosci ancora il “posto per te”.
A questo punto non ha molta importanza quale itinerario intraprenderai, purché porti da qualche parte. Se farà freddo e ti dovessi trovare nel bel mezzo di un temporale emotivo “non guardarti indietro”. La vita è un’avventura.
A cura di: @giorgia.celentano
SPORE – EDERA (@spore.band)
“Edera” è il nuovo singolo degli Spore, una band psych-rock capace di mescolare il loro stato d’animo in un suono non comune. Il brano, nonostante la durata (considerata troppo lunga per i canoni mainstream odierni) riesce a tenere l’ascoltatore incuriosito e mai annoiato. La distorsione e l’utilizzo dei vari suoni ci permettono di chiederci: “Ma questi chi sono?” – “Perché non li ho scoperti prima?”. Ma non preoccupatevi, noi di SIAMO ve li facciamo amare. Il brano è il perfetto sfogo in una brutta giornata dove ci viene voglia solo di buttarci nel letto e prendere a pugni il cuscino. Gli Spore, opposti a un sound mainstream combattuto da dissing e sceneggiate da quattro soldi, riescono a farsi sentire e a diffondere il loro canto, che a noi non dispiace affatto.
A cura di: @francyexee
Grafica a cura di: @sonny._.mitch