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LE USCITE DELLA SETTIMANA

E siamo a luglio… Le uscite della settimana arrivano tra piogge, afa e un sole torrenziale: Non sappiamo come abbiamo fatto a sopravvivere, ma teniamo duro, solo per donarvi le nuovissime NEWSSS!!! A voi <3

Anzj – SURF @anzjvino )

“Anzj” sta per Andrea Anzivino: cantante, musicista e produttore musicale nato nel 1999.  A 14 anni ha inizio il suo percorso musicale, fatto di composizioni e produzioni che lo condurranno alla pubblicazione dei primi brani strumentali sulla piattaforma SoundCloud. Successivamente passa su YouTube e, in qualità di artista indipendente, posta alcuni singoli caratterizzati da uno stile musicale che abbraccia trap, future bass, hyperpop, lo-fi e altro ancora. “Spazjo” (2020) è l’EP di debutto che consolida la sua reputazione come un artista innovativo nell’ambito dell’hyperpop, genere sperimentale sempre più in crescita sia in Italia che all’estero. Questo successo è scandito anche grazie a diverse collaborazioni con artisti come Izi e Madame.​ Continua la produzione di brani e in tempi recenti pubblica i singoli “RALLENTI IL TEMPO”, “FEVER DREAM”. “SURF” è in uscita il 28 giugno per Columbia Records/Sony Music Italy e partecipa alla creazione di un fil rouge con questi ultimi (vedi le cover), accompagnando l’ascoltatore verso una nuova intenzione artistica posposta al rientro dalle vacanze estive.

Andrea/Anzj parte per un viaggio da solo con lo scopo principale di rinnovarsi, realizzare una metamorfosi del tutto personale. Ultimamente si sente influenzato da dinamiche che lo allontanano dal vero motivo per cui si avvicina alla musica. Ciò lo porta ad affrontare un periodo di cambiamento, che inevitabilmente viene convertito in parole e suoni: “è tutto un ciclo siamo onde saliamo scendiamo saliamo scendiamo saliamo scendiamo saliamo scendiamo saliamo scendiamo e io, te facciamo surf”. L’acqua in cui si immerge è troppo bassa per annegare e fin troppo alta per stare a galla, “arriva alla gola, arriva alle labbra”. Però, d’un tratto, incomincia a piovere dal cielo e solo allora viene trascinato sempre più vorticosamente dal mare. “Mi mancherà il calore del mondo, mi mancherà l’energia che diffondo”: si sente di morire. Alla vista di una “perla rara” riprende le forze per combattere la sensazione di abbandono che lo sta trascinando verso le profondità marine. La sente ridere: cercava la sabbia, ma “l’avevo sotto ai piedi”. Il sole di mezzanotte è freddo. Il vento fa vibrare le corde e sente il mare che forma gli accordi tra le onde “dei miei drammi”. “Non vedo l’ora di farti sentire quello che ho composto questa sera”.

A cura di@giorgia.celentano

5070 – CALDO A MILANO@cinquantasettanta_fck )

è arrivata la stagione del polase piuttosto che del vino ordinato il venerdì sera e ”Caldo a Milano” di 5070 è la colonna sonora perfetta per i prossimi weekend. no, non parliamo di umidità ma piuttosto di affanni e sensazioni – la forza dell’artista (ancora una volta) risiede tutta nella sua penna. ritmi sincopati, sound super leggero, reminiscenze 90s – è sicuramente già un’orecchiabilissima hit, soprattutto perché ci parla ed arriva dritta al cuore come un violentissimo pugno. quella voce scazzata ci spezza il fiato e ci salta un battito per ogni momento in cui 5070 riprende aria, tra una parola e l’altra. il pezzo è l’essenza dell’essere ragazzi e del vivere sé stessi all’interno di una metropoli cannibale nel disperato tentativo di decorare il proprio tempo inseguendo una carriera, un futuro e che cos’altro?

“non riesco a stare solo manco tre secondi, porto sempre mezzo G così non ti annoi” – “so già che vuoi scappare, sai che non è un problema, il problema sarà tornare” / c’è qualcosa di stranamente erotico nella noia, non è un rapporto di odio e di amore tanto quanto di passione violenta. “caldo a milano” è quella botta di adrenalina che racconta esattamente il quadro mentale di tutti noi che siamo più verso i 30 che i 20 – con la consapevolezza, però, che il baricentro dell’adolescenza si sia spostato un bel po’. abbiamo mille ed uno pensieri a cui dover rendere conto – ma va bene così. una cuffietta a testa, un piede dopo l’altro e via di groove – senza tremare né scappare ché tanto di caldo, in fondo, ce n’è.

A cura di@eleonaora

Playa Sanguedoro – Frada ( @frada.x )

Primissimo EP e “punto d’inizio”, come scrive lui sotto il suo ultimo post, per Francesco, in arte FRADA. Cinque tracce che si differenziano per produzioni e tematiche trattate nonostante il filo conduttore sia la provincia.

“RICCHEZZA” e “RODEO” sono un po’ un flashback ai tempi dell’adolescenza. La prima è proprio uno storytelling sulla sua vita in provincia: venivano in undici da lì, si sono ritrovati soli, hanno preso e perso tanti tram e pompato le demo di suoi pezzi; hanno anche sognato in grande però: “Prendi quel telefono, direzione la moon”.
Nella seconda invece il focus è più sul suo passato in provincia: “Ho chiuso con le canne e con gli skinny jeans”. Beat più deciso, nel ritornello alza la voce dicendo che ormai la sua vita sta diventando un rodeo, tante difficoltà e giornate no.

“MYSOUL”, come suggerisce il titolo, traccia più introspettiva: “MySoul dove sei non lo so, sono in apnea tra i pensieri che ho”. Menziona subito la differenza che trova tra la gente che gira per Milano tutta in tiro e firmata, mentre lui passa più inosservato ma mai senza sorriso: “Milano cinte Valentino, io giro vestito come un vampiro, giubbino imbottito e d’oro il canino, mi vedi e sorrido come un bambino”.

“SPACCATO”: pezzo dal ritmo più ballabile all’interno del quale scrive di come in 24 ore possa sia andare ad una festa e svegliarsi ancora poco sobrio, che essere in grado di fare il “cantante casalingo”, pulendo tutta casa post serata. Unico feat dell’EP è “GOCCIA”, puro gas dall’inizio alla fine. Verso clou che credo sia una grande ammissione d’amore: “Perché noi due siamo caratteri speciali, nati in contesti limitati”.
In generale qui sia Frada, sia DANTE che Germo67, fanno riferimento a tre momenti molto personali.
La parola “goccia” viene usata dai tre artisti per parlare di temi differenti; usano diverse metafore e similitudini tutte da cogliere lungo l’ascolto della canzone.

A cura di: @niedri.g

SOFIA ROLLO – PREGHIERA @sofiarollo_ )

Quante volte ci siamo sentiti in difetto rispetto agli altri? Tanto da sentire di dover cambiare noi stessi pur di piacere a qualcuno? Sofia Rollo in questo pezzo vuole darci una lezione tanto semplice quanto in realtà difficile da seguire pienamente. Dovremmo tutti volerci un po’ più bene e non dovremmo snaturare la nostra personalità per le altre persone. Chi sei davvero quando nessuno ti guarda?

“Preghiera” è un brano che ci dice di smettere di buttare speranze e preghiere per gli altri e iniziare invece a valorizzare noi stessi. Sofia dopo “Scusa” lascia le linee melodiche più acustiche per tornare con un brano urban pop fortemente influenzato da sonorità elettroniche. Le strofe sono accompagnate da una produzione dai tratti dance su cui il particolare timbro di Sofia si trova perfettamente, nel bridge la produzione si apre e acquisisce profondità anche grazie a particolari vocals in sottofondo, portando a un ritornello semplice ma che entra in testa fin dal primo ascolto, chiudendo il brano con outro che torna a far respirare la produzione con un loop elettronico quasi ipnotico.

La cover del singolo perfettamente adeguata ed evocativa è stata scattata inoltre dal nostro gilligotti <3

A cura di: @kimo.jpg__

PUFULETI, FED NANCE – GOTICO ROMANZO@whatdoyouknowabouthoracio @fed.nance )

Una sigaretta, in un estate afosa, di 5 anni fa. Quei suoni Lo-fi, in cui perdersi nella propria neonata nostalgia. Chitarre nubulosissime, lontani e semplici drum-pattern. Di questo sa “Gotico Romanzo” di Pufuleti con Fed Nance. Le liriche, più comprensibili dello standard per il rapper, si dipanano lentamente sopra tutta la strumentale, con un rap lento. Seppur alla lontana, mi ricorda unicamente Earl Sweatshirt, ma come al solito, Pufuleti suona come qualcosa che non si è mai sentito, nonostante la nostalgia del passato che è stata cercata in questo progetto. Un cuore devastato, che non trova pace, soprattutto in cosa si è più avvicinato a lui. L’ultimo brano infatti, non ricorda neanche l’Hip Hop, ma si avvicina molto di più al periodo “Sfortuna” dei Fine Before You Came. Il ritratto quindi di un album che si avvicina all’emo come non mai, ma senza inutili luoghi comuni. La sofferenza è sentita, anche nelle basi, che ricordano tutte una memoria perduta nel tempo, lasciata solo per soffrirne in un secondo momento. Gli interventi di Sax, usali e presenti in tanti brani, lasciano una nota di notte passata tra strade deserte, sfortunate quanto calde, ma ormai troppo lontano nel ricordo. Qualsiasi sia il ricordo rievocato da “gotico romanzo” è tanto lontano quanto distante, e tanto è distante quanto sofferto nella mancanza dello stesso.

A cura di: @melpotcosmos

ALLA – UNA COSA DA GRANDI@alla_mp3 )

Leonardo Allavena, in arte Alla, classe 07’, torna con uno struggente testo. una canzone che ti farà piangere in un’estate malinconica “Una cosa da Grandi”.

“Vedo gente che non sa cos’è l’amore fidanzata.. non sento niente mentre sento la sua voce, ma quel niente basta per innamorarmi”. Da subito si intuisce lo sguardo innamorato di un ragazzo con bontà genuina, che ci crede, che ci spera, di essere ricambiato e quel sentimento vorrebbe non fosse scialbo; come la classificazione della gente in base al profumo dello shampoo; perchè l’amore non è mai scontato, ed è l’emozione che più ferisce, sopratutto è una cosa da grandi. Sopratutto se si viene sopraffatti da mille paranoie, dall’inesauribile dubbio di essere nel torto, di sbagliare e quindi la costante volontà di chiedere scusa.. “scusa se ti guardo troppo mentre parli, spero stia sembrando che ti ascolti, scusa se mi sono ossessionato, spero non sembra che ti stalkeri” Il ritornello è una tempesta di emozioni che ti trafigge, un uragano di sentimenti che ti travolte “scusa scusa scusa per ieri sera, ti ho detto che ti odio, ma non ero sincero, scusa scusa scusa per ieri sera, ti ho detto che ti amo, ma è una cosa da grandi” In una frase così breve si percepisce tutta l’intensità dell’amore provato, di un amore costante, che alla fine ferisce, come quasi sempre e non rimangono che cumuli di cenere, dove si crea una fase di rabbia, l’ultima fase, prima di lasciar andare nel tempo il sentimento “scusa scusa scusa un cazzo, se non mi ami più lo potevi anche dire..” Con una voce intensa, tra il soul, l’R&B e l’indie/rap, che si fa sottile come una lancia che finisce il proprio percorso al centro del cuore, Alla ci regala una canzone da riascoltare in loop in un estate troppo piena di tormentoni.

A cura di: @alek_andros_

ATARDE – DUBBI ANTHEM @_atarde_ )

“Good morning, welcome on board the muschio train. The train will arrive in ‘dubbi anthem’ on the 28th of June”. Ebbene si, siamo arrivati alla fine del viaggio di Atarde che ci ha accompagnati lungo gli ultimi mesi raggiungendo l’ultima fermata lo scorso venerdì con “dubbi anthem”, il nuovo singolo targato Pezzi Dischi / Island Records che chiude l’EP “muschio.

Questo progetto rappresenta un avvicinamento dell’artista verso sonorità più elettroniche e la formula con cui i brani sono stati rilasciati mensilmente ci ha aiutati ad immergerci a pieno nel flusso e toccare con mano la sua crescita stilistica. Il sentimento dell’incertezza, quello della paura per il nuovo e della nostalgia per il vecchio, è sempre stato il fil rouge delle emozioni che ci racconta Atarde e qui giunge alla sublimazione, arriva a mettere l’ultimo grosso punto di domanda ai nostri pensieri.

A cura di: @alberto.rogano

VALE LP, LIL JOLIE – GUAGLIONA@_valelp_ @liljolie )

Pezzo estivo? Si per il mood totale; l’immagine che ci dà LIL JOLIE nella prima strofa è proprio quella dei viaggi (e degli imprevisti) fatti su un vecchio pandino, senza bluetooth ma solo con una pila di CD da poter comunque pompare coi finestrini abbassati: “Stavo sugli ottanta, guidavo una Panda del 2001”. Anche VALE LP ci mostra una foto ben precisa con atmosfera chill: “Stavo sotto cassa, ero tutta fatta, non capivo un tubo. Sgasavo accelerata con le mani all’aria sul mezzo di Hugo”. Valentina e Angela, amiche, “sorelle”, compagne di vita, condividono la stessa passione per la musica… “GUAGLIONA” è il titolo del loro pezzo che trasuda solo spensieratezza e gioia. Con questa canzone sicuramente vogliono farci distrarre, una boccata d’aria che serve sempre. Ritornello super catchy, basso che dà una vibe decisamente dance e brano con un bel groove. Nelle strofe raccontano poi di come siano quasi dispiaciute che le loro madri stiano in pensiero per loro, “timore” causato in realtà da tratti del loro carattere: Lil Jolie si riferisce al fatto di non chiedere aiuto, di essere la tipa da “esco a fare due passi per schiarirmi le idee”. Vale LP invece scrive che le serve “sbattere la testa” più volte per capire e imparare qualcosa dalle situazioni quotidiane. Anche se, nell’ultimo ritornello, ammettono entrambe che stanno cambiando a mano a mano, respirando “aria nuova”… Come dargli torto quando all’unisono cantano: “non c’è modo migliore per ricominciare”.

A cura di: @niedri.g

ETT – FRANKIE @ett.music )

FRANKIE è il titolo del nuovo singolo di ETT: «uno dei pezzi più assurdi che abbia mai concepito». Assurdo inteso come surreale, infatti, il brano si ispira al film Harvey – ossia il nome del grosso coniglio bianco con il quale stringe amicizia Elwood P. Dowd. 
Il brano riprende un’ipotetica conversazione tra i due personaggi della pellicola, ma stavolta è la nostra ETT a fare i conti con la voce nella sua testa: «quando tu mi guardi fisso con quegli occhi rossi come Coca-Cola mi ricordi Frankie». Le lyrics fanno riferimento alla conclusione di un rapporto, e la malinconia sembra essere l’emozione più adatta da esprimere per il dolcissimo timbro della cantante. Le voci distorte, gli effetti e il tempo adagio contribuiscono a creare un’atmosfera onirica, spesso evocata anche nei progetti precedenti. 
FRANKIE è un brano innovativo, capace di attirare l’attenzione dell’ascoltatore sin dalla prima battuta.D’altronde, essendo ispirato da una delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi, dà forma ad un proficuo dialogo tra diversi linguaggi artistici.  
Andatelo ad ascoltare, e fateci sapere cosa ne pensate <3

A cura di: @whodafab

FUERA – HERO (@fueraroom)

Dopo due anni di attesa e silenzio, e dopo la sparizione improvvisa del pezzo da Spotify, il brano più iconico, rappresentativo e forse il più importante dei Fuera, torna su Spotify, HERO.

HERO è un pezzo fantastico, incredibile e coinvolgente, un vero e proprio viaggio sonoro che ti trasporta in un’altra dimensione, un universo parallelo fatto di vibrazioni mistiche e suoni leggeri, una dimensione dilatata che attraversa la normale percezione del tempo e dello spazio. La sua anima è profondamente radicata nella Deep House, un genere che si fonde perfettamente con qualcosa che potrebbe sembrare rap, ma che in realtà non è rap, ma qualcosa di così unico e distintivo che forse non ha nemmeno bisogno di un’etichetta per definirsi. I Fuera non si limitano a parlare o cantare, ma piuttosto accompagnano la base con la loro interpretazione, creando un unico flusso, un’unica parete di suono contro la quale non puoi fare altro che schiantarti. Il loro viaggio musicale è una forza irresistibile, un’onda sonora che ti cattura e ti trascina nel loro mondo.

HERO è sparito da Spotify per due anni, restando solo su YouTube, probabilmente a causa di problemi legati alla base “Floating Lands” di Tell, un brano indiscutibile bello, a cui però sembrava mancasse qualcosa di fondamentale, come se il pezzo fosse privo di un’anima, e di qualcuno che potesse cogliere la sua essenza e navigare in quel suono.

HERO non è soltanto un brano musicale che può essere ri-ascoltato, è un’esperienza sonora unica che richiede di essere ri-ascoltata. Questa canzone non è qualcosa che si può semplicemente ascoltare una sola volta e dimenticare. È un brano che si insinua nell’anima, che richiede attenzione e comprensione. Se non lo avete mai ascoltato prima, allora dovete prenderlo, viverlo, sentirlo nelle vostre ossa e farlo vostro. Merita di essere interpretato, assaporato e vissuto.

AYLE – LA PARTE DEL MONDO CHE NON CI PIACE (@ayledamned)

“LA PARTE DEL MONDO CHE NON MI PIACE” è quella in cui non c’è la musica, ed è anche il titolo del primo EP di AYLE. Pessimismo pop, chitarre acustiche e voce graffiata: l’artista emergente passato da Amici ha più di qualche intrigante caratteristica, ma andiamo a fondo tra i motivi per cui correre ad ascoltarlo.

AYLE è giovane, come è giovane la sua penna, storie leggere a posteriori e distruttive nel presente, come solo le storie adolescenziali possono essere. Fatalista e troppo sensibile, l’animo dell’artista è preda dei suoi fantasmi, presenze che lo portano ad autodistruggersi in ogni occasione possibile.

L’esponente del nuovo pop non perde l’occasione per vestirsi punk, probabilmente perché solo le emozioni urlate gli calzano a pennello, ma non perdiamoci in questa prima apparenza. L’ep è al 70% almeno un disco d’amore, un amore disperato ma pur sempre sulla falsa riga di molti artisti “indie” e proprio per questo dovreste ascoltarlo. Usate la parte del mondo che ad AYLE non piace per cercare l’amore, per trovare pezzi del vostro cuore dilaniato e poi tornate indietro da AYLE per dirgli che anche tra le cose più brutte qualcosa si salverà sempre.

A cura di: @annasp.o