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LE USCITE DELLA SETTIMANA

SETTIMANA DI “LUCIDI”, IL FESTIVAL DI SIAMO
Ci siamo, è arrivato il momento che tutti aspettavamo, ora che abbiamo questi pochissimi giorni d’attesa non possiamo fare altro che mangiarci le mani da ciò che si prospetta!

Ma intanto vi lasciamo con qualcosina da spulciare, LE NEWS DELLA SETTIMANA, belle pronte per voi <3
VVB!!!

FACCIANUVOLA – LE STELLE* IL SOLE; L’ARCOBALENO)))
«faccianuvola» ha un effetto colpito-e-affondato su di me, che trovo piuttosto difficile da spiegare, ma che mi fa amare ogni canzone più della precedente.
Anche i brani più felici portano con sé una ventata di melanconia che si accomoda nel mio petto e ci pesa al suo interno per tutto il giorno.
faccianuvola non è propriamente un tuffo al cuore, di quelli totalizzanti, bensì una piccola scheggia che ti rimbalza tra atrio e ventricolo, pungolandoti come solo le angosce più leggere, ma costanti, sanno fare.
E «le stelle* il sole; l’arcobaleno))» riesce in questo intento con l’allegria spensierata di una melodia elettronica, che ti risolleva il morale – quasi contemporaneamente all’obbligarti a riflettere.
Giove e seibelləseibelləseibellə sono l’esempio maggiore di questo fantastico dualismo, che da un lato – con il testo – nutre la nostalgia e la mancanza, e dall’altro lenisce dolcemente con il ritmo ballabile e la melodia catchy.
faccianuvola si supera di nuovo, immancabilmente azzeccato.

A cura di: @stellinedicarta

ANNA AND VULKAN – ANDARE, TORNARE
Con l’arrivo della bella stagione ci stiamo già immaginando in spiaggia con un cocktail in mano e il vento tra i capelli. Il sottofondo? Andare, tornare – il nuovo progetto di Anna and Vulkan.
Si tratta del primo EP dell’artista, e il tempismo non potrebbe essere migliore. Il sound rimane coerente e brillante tra le diverse tracce, restituendo un’esperienza d’ascolto piacevole ma sempre sorprendente. Le chitarre danno il giusto romanticismo mentre le percussioni mantengono vivo il nostro entusiasmo.
Nella tracklist troviamo “Comm’è” e “Scurò”, singoli pubblicati precedentemente con i quali Anna, la giovane artista campana, aveva già attirato la nostra attenzione. Se avete voglia di recuperarla trovate la nostra take su Scurò tra le nuove uscite di gennaio.
Anna non ha deluso le nostre aspettative e siamo sicuri che supererà anche le vostre. Prendete il vostro costume preferito e un paio di amici, sapete già cosa mandare nelle casse!

A cura di: @whodafab

BARTOLINI – TILT
La copertina di “Tilt” può trarre in inganno: il terzo disco di Bartolini, infatti, potrebbe apparentemente sembrare un disco leggero, perfetto per chi ha la testa tra le nuvole e non vuole pensare a nulla; in realtà, il disco parla di tutt’altro. La melodia allegra e inizialmente spensierata, caratteristica di tutto il lavoro, è accompagnata da parole molto dure e disilluse di un ragazzo che ha cercato di mettere in musica il trauma del passaggio alla vita adulta: persone che non ci sono più, responsabilità da assumersi, incomprensioni, paranoie, la precarietà costante in cui viviamo, e tutto un insieme di cose che danno voce ad uno spaccato di realtà di chi sta vivendo la cosiddetta “crisi del quarto di secolo”.
La tracklist è composta da 12 tracce, di cui un featuring con Lil Kvneki e uno con Tripolare. Quasi tutti i brani sono caratterizzati da questa sorta di dualismo, tra una musicalità abbastanza catchy e testi che sono spesso delicati quanto una mazzata sui denti: esempio più lampante tra tutti è sicuramente “Cimitero”, che ha voluto dedicare al padre che non c’è più. Il contrasto risulta super evidente nel momento in cui, dopo aver detto che “quel cimitero si è già preso una parte di me”, parte un coretto che rimane in testa fin dal primo ascolto. Questo è uno di quegli album che ascolti volentieri, ma che ti lascia una sensazione dolceamara alla fine dell’ascolto: d’altronde, rappresentando uno spaccato di vita di un ragazzo qualsiasi tra i venti e i trent’anni, non poteva rappresentarlo in modo migliore.

A cura di: @annariu_

9DEN – ADAM, MAXIMALISM
Chi era 9DEN? È difficile dirlo, ma non dopo questo album, che lo definisce così nettamente.
Un’entità in continua evoluzione, un robot che ha preso contatto con gli umani presenti nel suo disco.
“AARON NON HA LA PATENTE” spacca e Deepho apre e chiude “INSTAGRAM”, in un tripudio di arte e musica storta che ADAM, MAXIMALISM riassume perfettamente.
Il manifesto del digitalismo in musica, il computer parla con gli umani, cerca un contatto e lo ottiene, su delle note e delle drums distorte.
Quasi il collaboration project di 9DEN, che trova negli altri la voce da dare alle sue interazioni umane, che si fanno sempre più intrinseche e complesse.

A cura di: @rxxmer

ALDA – NEL MARGINE
‘Nel margine’, un passo in avanti verso la fine di tutto.
Un dolore lancinante, frutto di tutta la pressione che ci circonda, tra rapporti malati, violenze e ingiustizie.
ALDA racconta le sue delicatezze, le sue difficoltà, da sopra un ponte altissimo, a riflettere su tutto.
Un progetto intimo, viscerale, senza featuring, con un solo produttore: Francesco Fantini.
Il produttore fa quasi da psicologo: prende le confessioni di Alda e ne crea sotto un tappeto coerente per tutto il disco, scuro, elettronico, pesante come le frasi che sono incise sopra.
Un progetto onestamente brutale quanto sensibile, che tocca tutti i punti principali della vita dell’artista.
Tra il rapporto con la madre, la femminilità, il proprio aspetto, le sue origini: ‘Nel Margine’ è una nuotata negli abissi della mente di Alda, neri e oscuri, dove poter trovare anche tutta la sua poetica.
Conoscere un’artista andando oltre al personaggio, ma trovando le difficoltà di una persona piena di dubbi, soprattutto su sé stessa.
‘Nel margine’ non è un disco facile, non è un ascolto leggero né vuole esserlo. E per questo rimane importante, prendendo una sua posizione con una forte direzione artistica.

A cura di: @melpotcosmos

DON SAID, RAISS – D!CKHEAD
La canzone “d!ckhead” del talentuoso rapper catanese Don Said featuring RAISS è una sincera espressione d’amore per una persona speciale, presentata in un’accattivante stile trap. Questa traccia combina elementi di musica rap e trap, con distorsioni melodiche e accattivanti pattern di charleston / hit hat che trasportano gli ascoltatori in un viaggio emotivo. Don Said, assieme a RAISS, elogia la sua amata e, pur aderendo alle consuete convenzioni del rap, riesce a creare un ritornello irresistibilmente orecchiabile. L’uso dello slang e delle distorsioni vocali aggiunge un’atmosfera unica alla canzone, facendola risaltare per la sua profondità e intensità emotiva.

“Brillo come un autobomba” – frase che mi rimarrà per sempre in testa.

A cura di: @sonny._.mitch

DARRN – SLOWMO
Estremamente lirico già dai primi secondi del pezzo.
Lirica tra i tre generi (epico, drammatico) indica la massima espressione delle emozioni, che travasano dall’animo, in un tripudio di sentimenti.
Cosi, tra piano e bassi dell’ennesima straordinaria base dei prod. “STANZA SX” si interseca perfettamente la voce avvolgente di DARRN nel nuovo singolo SLOWMO.

Il nuovo singolo è l’ennesima dimostrazione che si può scrivere anche di altro rispetto ai soliti temi, l’introspezione, il dubbio, porsi domande a cui forse non troveremo mai le risposte, pensare a quel sentimento di blocco, al momento in cui vediamo tutto a rilento e non sappiamo il perchè, è il tema principale del singolo.

Ed è quando la percezione del tempo che rallenta e all’esterno tutto va a tremila, tutto è veloce, frenetico, senza inizio e senza fine che si viene attanagliati dal dubbio che quello che si sta vivendo sia predefinito, già scritto, standard.

Come se stessimo seguendo dei binari di un treno senza freni che si schianterà.
É in questo momento che è importante continuare a correre, ad andare veloce, senza fermarsi, cercare di slegarsi da quelle catene che ti bloccano la creatività, il flusso, in questo momento dove tutto è SLOWMO bisogna andare avanti avanti, visionare il futuro e correre.

Infine la base si mischia perfettamente con le sonorità timbriche di Dario, prima ti entra dentro col piano poi con i bassi ti fa bloccare il respiro e con la voce ti fa esplorare i mille mondi dentro te, ti fa viaggiare internamente, danzare come una foglia d’autunno che si muove tra altre e che il vento accarezza e culla da una parte all’altra, aspettando che cada.

A cura di: @alek_andros_

DJ JAY-K, 18K – EDDIE GUERRERO
Nuova settimana, nuovo feat di 18k, che questa volta ha deciso di squassare il beat di Jay-K.
Il brano fa parte del nuovo EP del dj svizzero che vede come tema centrale la musica, le serate nei club e chi le vive. Ogni traccia mantiene quindi un ritmo da festa, ma adattandosi al meglio allo stile dell’artista protagonista di essa. Nel caso di “Eddie Guerrero” viene risaltato lo stile gore di 18k con un beat dal tono cupo, con un sound quasi techno.
Con questo brano il rapper emiliano si toglie qualche sassolino dalla scarpa riguardo la scena italiana, criticando la falsità degli artisti che si inventano storie pur di apparire per ciò che non sono.
In conclusione, Jay-K ha tirato fuori un gran progetto, e chissà che non possa tornare presto ad affermarsi tra i producer più quotati.

A cura di: @pietrodileo_

GAIA MORELLI – LA NATURA DELLE COSE
Un album viscerale, il primo di Gaia Morelli da solista, cantautrice piemontese dalla
penna autentica. Gaia si lega alla musica fin da bambina, in parte grazie al padre. A
12 anni inizia a suonare, a 15 scrive le prime canzoni e a 17 nasce il suo progetto
musicale, Baobab. Ma ora parliamo dell’album, dopo un primo ascolto quello che mi
ha colpito è stato lo stato di tranquillità nel quale mi ha immerso, condito da un
briciolo di mestizia, tra i delicati strumenti acustici, le dense sperimentazioni sonore e
gli arrangiamenti scomposti. La natura delle cose, il loro essere, un tema che si
dispiega in 10 tracce trasparenti, profonde che ci raccontano dell’importanza
dell’errore nella nostra vita, in quanto non c’è cambiamento senza di esso. Si parte
dalla “Fine”, così si intitola il primo brano, forse uno dei più tristi, rassegnati, una
meditazione sull’accettazione di se stessi, la voce è sommessa ma ci lascia un alone
di speranza. Poi “Acqua” che ci riporta alla nostra vivace gioventù di spensieratezza
imperfetta. “Siamo Stonati” tocca invece dinamiche familiari per poi passare alla
solitudine di “Tutto il Bene”. Un album di noi, esseri fragili, che viviamo la vita, un
caos. Forse è necessario imparare ad analizzarlo, non per mettere ordine bensì per
comprenderlo e accettarlo, senza la fretta che la società di oggi ci impone. Un album
che vorrei poter ascoltare lontano dalla mia cameretta a Bologna, magari in riva a un
fiume, distesa su dei sassi un po’ scomodi con l’odore e la brezza di quelle sere di
primavera che ti cullano l’animo.

A cura di: @tiscordardime

DENTI, TZIPER – PERCORSI
Spesso certe uscite del venerdì è bello ascoltarle di notte con le cuffiette nel letto, con la luce spenta, il volume al massimo e gli occhi aperti sognanti e immersi nella storia che l’artista ci vuole raccontare. È questo il caso di “Percorsi”, il nuovo EP di denti e tziper che, dopo l’estratto “Io Ci Sarò” pubblicato la settimana scorsa, completano il progetto con altre quattro tracce e ci raccontano di un amore che viaggia su binari paralleli ma incidenti, su percorsi destinati a incrociarsi ma rotti in due.

Le produzioni sono il fil rouge che accompagna tutto il progetto, il collante che unisce le tracce e aiuta l’ascoltatore a immergersi al meglio. La particolarità di non terminare a fine brano ma di sfociare sempre in quello dopo aiuta a perdersi nelle parole e nelle emozioni che queste suscitano, soprattutto quando accompagnate da quelle gocce di pioggia delicata sullo sfumare della strofa. La tematica amorosa melanconica è qui resa perfettamente da delle sonorità delicate dove il pop nostalgico si mischia all’elettronica.

A cura di: @alberto.rogano

EASY!EASY! – FCKIT
Il duo composto dai producer Andrea Gamba e Matteo D’Ignazi ci porta ad ascoltare il loro progetto creativo elettronico tutto nuovo. Infatti, FCKIT è il secondo singolo rilasciato per Funclab Records solo a qualche settimana di distanza dal primo intitolato PHY. Il loro stile è sperimentale, dove i toni acustici e l’elettronica più contemporanea si uniscono per dare vita ad un sound che coinvolge tutti gli ascoltatori.

Tornando a FCKIT, il modo migliore per descriverlo è un viaggio, proprio come piace a me. Vi rendo partecipi:

Inizia il singolo e io mi sveglio: sono in una cabina non so dove, ma so di trovarmi nel futuro perché l’ambiente circostante è tecnologico e i suoni danno un senso di serenità spezzata da frazioni di synth high-pitched. Decido di alzarmi e curiosare fuori dalla stanza: il sound si fa deep, come a riscaldarmi dal periodo di sonno che mi aveva congelata, ma poi torna leggero e guardandomi attorno vedo saloni comuni enormi, soffitti di migliaia di metri e architetture fluide come un’onda. Continuo a camminare e trovo un’altra cabina: la voce di una donna mi dice qualcosa, come ad informarmi delle istruzioni della stanza e pochi istanti dopo iniziano a muoversi dei macchinari e a bollire dei liquidi colorati, ma io proseguo e arrivo in una sala: è tutto vuoto, ma dai divani stropicciati si capisce che è abitato. Il pezzo torna ad essere deep, come in segno di pericolo. Pausa. Per una frazione di secondo so cosa voglio, so che devo andare via. Ma poi… fine del sound.

Gli EASY!EASY! sono una scoperta incredibile che non vedo l’ora di vedere crescere ed evolvere. Sono curiosa di sentire il vostro viaggio.

A cura di: @valentina.pirovano

MONTAG – GIGANTE
È uscita questa settimana “Gigante” di montag, una canzone che con la sua forza riesce a farci scendere una lacrimuccia. È un pezzo che parla della difficoltà che si ha nel vivere, un angoscia gigante appunto, che affatica la vita, ti confonde e ti fa star male quando sembrava andasse tutto bene. Con la sua delicatezza montag decide infatti di farci adagiare su un prato, a riflettere sulla vita, sulle scelte che sono state fatte e quello che succederà. Sicuramente un pezzo molto interessante, che riesce a colpire nel profondo e ti fa pensare ma senza fartela pesare troppo, una giusta via di mezzo tra relax e tristezza, sicuramente da ascoltare 🙂

A cura di: @fabiospy

RAFILU’ – NUOVO CAPPOTTO
Nuova uscita nostalgica ed emotiva quella del rapper di Caserta Rafilù, all’anagrafe Raffaele.
L’artista cuce una storia d’amore giunta al capolinea sul suo Canada Goose, che pur essendo un cappotto, non riesce comunque a restituirgli quel calore e quella protezione presenti nella sua relazione passata.
Alla fine della traccia, anche noi ascoltatori siamo avvolti come Rafilù da una gelida malinconia, difficile da scacciare solo con un caldo cappotto.

A cura di: @angelicatartaglia

DOLCEDORMIRE – PIERCING ALL’ANIMA
in copertina un septum regge dolcedormire, già “self explanatory” prima ancora di premere play.
“Piercing all’anima, tanto non sanguina”, questo pezzo ti punge un po’ come una spilla da balia o un ago cannula, la vibe è quella di un piercing fatto in casa tra amici.
Il nostro Simone ci fa ballare e ‘headbangare’ come non mai nonostante l’atmosfera lievemente dark.
All’inizio del brano fa una parentesi sul relazionarsi agli altri: “lo so potrebbe essere strano vedere i colori di ogni essere umano”; le sfumature degli altri sicuramente difficili da cogliere, soprattutto se si tende ad essere sempre o bianchi o neri.

Rispetto a “dimora perfetta”, il suo singolo precedente, dove aveva trovato la sua dimensione, in queste strofe penso sia leggermente più cupo e (auto)distruttivo. Sì, è vero che si può trovare la giusta quadra, ma se hai qualcosa che ti tormenta, credo prima o poi ritornerà fuori anche sotto sembianze differenti.
“Tra cavi elettrici, i nervi si rilassano” connessioni tese, a tratti tesissime che arrivano a sfiorare la cute quando mi sento dire su questo genere di canzone ‘ma cosa lo ascolti a fare, è solo triste e arrabbiato’.

A cura di: @niedri.g

ORANG3 – 3
“Stanotte” è stato l’antipasto di “3”, il primo EP di “Orang3”. Il singolo mi ha lasciato così tanto con l’acquolina in bocca che me lo sono divorato appena è uscito, a notte fonda.
L’Ep è molto breve (appunto composto da 3 canzoni) ma lascia all’ascoltatore una sensazione di sazietà e completezza, che certe volte non è raggiungibile nemmeno dopo un album di diciassette tracce.
Daniele ha proseguito con la sua narrazione fatta di poche parole e miriadi di suoni, tutti incastrati perfettamente l’uno all’altro. Tornano – sia in “Comete” che in “Cielo di Roma” – ritmi e atmosfere tribali: troviamo tanti bassi, percussioni e soprattutto dolci flauti che ci immergono in giungle e foreste oniriche.
La voce, poi, è usata quasi al pari di uno strumento, ci sono tanti effetti sopra e la resa è un suono cupo e graffiato, che si sposa perfettamente con le strumentali. I testi tendono all’amore e a una dolce malinconia che apre le porte a ulteriori visioni.
“Orang3” è riuscito in un compito ben più che arduo: tradurre la libertà in musica.

A cura di: @foto_di_luke

JOE CROCI – MOZZICONE
work in progress!!!

A cura di: @julesna888