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LE USCITE DELLA SETTIMANA

Con la Pasqua portiamo anche LE UOVA, e dentro queste uova si celano le… NEWS DELLA SETTIMANA FANTASTICHE, INCREDIBILI E STRABILIANTI!
Preparatevi perchè questa settimana sono veramente hit queste!!!
A voi <3

FUCK POP – KILLER MEDICINA
Il 29 marzo è uscito KILLER MEDICINA, il nuovo EP di FUCK POP, per Pluggers con distribuzione Believe, e lo stavamo aspettando da tempo. Si tratta del primo di una serie di EP in prossima uscita: sei tracce, un progetto pensato per spaccare live, nato con l’intento di creare un sound innovativo che riuscisse a valorizzare tutti e diciotto i membri di questo collettivo che, come loro stessi affermano, sono «diciotto anime sparse per l’Italia, con background, spunti e skills differenti». Infatti il gruppo è formato da rapper, producer, grafici ed A&R, che nonostante abbiano esperienze diverse sono accomunati dalla passione per la musica in ogni sua manifestazione, e, quando fanno squadra, tutti contribuiscono a creare qualcosa di davvero grande ed unico nel suo genere, come questo EP, che racchiude al suo interno tutto il senso di appartenenza del collettivo alle proprie radici, espresso con inflessioni provenienti dalle diverse regioni del sud Italia, come nelle tracce SOLDI CHIAMANO SOLDI, FAVELA SUD o BIG BANG (feat Ganzo). KILLER MEDICINA racchiude in sè diverse influenze, dal drill all’hip hop, dal rap all’urban, coniugate in modo da restituire grinta, foga, spasmodicità, con parole irruente, irrequiete, irrefrenabili, e un sound che ci fa venire voglia di ballare, cantare, pogare tutta la notte.

A cura di: @alessandra_vitale_

IRBIS – TESTA MATTA
“Testa matta” è il sollievo di riconoscersi nell’altro in un mondo che non sa capire né tantomeno accogliere, dove non si trovano punti di riferimento.
Testa “matta” che vuol dire un po’ incosciente ma anche spensierata, libera, viva, bambina, curiosa, impulsiva, creativa, esplosiva. Matta anche perché non ha paura di sbagliare, e conserva ancora quello spirito autentico di incoscienza e leggerezza tipico dei bambini.
Irbis parla un po’ a nome di tutti i giovani, che non riescono a trovare un posto da chiamare “casa” e non si sentono mai ascoltati, e che per questo si sentono diversi, in ritardo, sbagliati, ma che quando si ritrovano creano tra di loro un legame incredibile. In comune hanno solo una grande rabbia e un senso di non appartenenza che generano un’infinita voglia di fare e di conoscersi, elementi che bastano e avanzano per connettersi profondamente agli altri, perché sono sentimenti estremamente puri e delicati, che appartengono alla parte più autentica di ogni essere umano.
La prima volta che ho ascoltato il pezzo ho proprio immaginato due ragazzi faccia a faccia, che si stringono con forza la testa a vicenda, e guardandosi con gli occhi lucidi si riconoscono, pensando: “tu sei proprio come me”.
Questo è un pezzo da cantare e ascoltare con gli amici più veri, provando l’immensa gratitudine di aver trovato teste matte tanto quanto la tua. È così raro ma allo stesso tempo così necessario alla nostra età trovare persone sulla stessa lunghezza d’onda, ma quando succede è una magia incredibile, e Irbis ce lo ha ricordato nel modo migliore con questa canzone.

A cura di: @marshmelllows

INCIS ZONE, 18K – BOOK BOOK
Dopo aver iniziato il suo 2024 con un EP condito con feat di spessore come Nerissima Serpe e Papa V, Incis Zone propone un ulteriore singolo in compagnia di tutto rispetto.
Il mood di 18K spezza il flow classico dell’artista Lombardo, creando un’atmosfera tra lo street e il cupo, anche grazie al beat firmato Depha che lega perfettamente gli stili diversi dei due artisti.
Questo brano potrebbe essere la conferma definitiva che Inces meriti un posto tra i grandi, che già ne hanno riconosciuto il valore.
Ora faccio cose per cui ne vale la pena però puoi beccarmi al bar (PORCODDIAZ)

A cura di: @pietrodileo_

FUERA – COSA FAI STASERA?
I Fuera si legano ancora di più al loro nome, e sperimentano con suoni dal ritmo latino, immergendoci in un’atmosfera calda, di una notte spagnola passata a ballare.
Il ritmo ricorda una versione più innamorata e incalzante della hit ‘considerando’ presente nello scorso progetto ‘Circo Mezzaluna’.
Dei Fuera che si ritrovano più spagnoleggianti e passionali, che sembrano chiedere illuminati dalla foca luce delle luminarie appese: “cosa fai stasera?”
Un dipinto, una sensazione di fuga in una notte estiva. Dal peggiore bar di Caracas farsi prendere dall’amore e correre.
Dei Fuera che cantano di più, passionali, innamorati, meno aggressivi ma più evocativi: questa la sensazione che mi danno quest’ultimi singoli, che danno sempre prova della voglia di migliorare e sperimentare del gruppo.
E per stasera non prendete piani, fatevi rapire da un disorganizzato all’ultimo in una notte afosa.

A cura di: @melpotcosmos

EDONICO – SAI CHE
Un’uscita particolare è sicuramente quella di EDONiCO, che con la canzone “sai che” fa uscire non solo la versione originale, ma anche una sped up, una slowed, una instrumental e una acappella, in modo da farcela assaporare come meglio piace. La canzone parla di una relazione che per quanto ti fa star bene allo stesso tempo ti distrugge, facendoti illudere di un qualcosa che non è altro che un pretesto per usarti. Però tu sei incantato, non riesci a resistere al suo fascino e ti ci perdi con tutto te stesso. Con un ritmo che ti prende e ti fa ballare inevitabilmente, ancora di più nella sped up, ma che funziona in ogni altra versione. Sicuramente un’uscita interessante, per il brano in sé come per le varie modalità con cui è uscito, andare ad ascoltare e decidete voi quale preferite ascoltare, ma tutte hanno un qualcosa che le fa esaltare senza nessun dubbio.

A cura di: @fabiospy

GIUSE THE LIZIA – SOLO UN’IDEA
Torna a farci innamorare Giuse The Lizia, questa volta con “Solo un’idea”, una canzone per chi si sta innamorando pienamente. Già l’annuncio incuriosisce dato che viene usata una clip di minecraft, che poi anticipa il video, dove il videogioco rimane presente. Il brano è lo specchio di un quello che una persona pensa appena inizia una relazione, quindi tutti i sogni che si fanno con i piani forse un po’ prematuri, la voglia di condividere qualsiasi cosa con l’altra persona. Il tutto viene espresso da un ritmo che ti rilassa, che ti fa sognare insieme a Giuse, che ti accompagna con la sua voce dura ma allo stesso tempo delicata. Come sempre è riuscito a farci emozionare, quindi se avete voglia di innamorarvi anche voi correte ad ascoltarla subito 😉

A cura di: @fabiospy

ATARDE, YUZU – PALLONCINI
Di recente Atarde ha annunciato sui suoi profili social l’uscita di brani «che suonano un po’ diversi dal mio solito. Fanno tutti parte di uno stesso filone un po’ più elettronico che è partito questo gennaio con muschio». L’anno nuovo ha portato un nuovo sound, ma più che una novità sembra un’evoluzione. Lo stile sad e conscious di Atarde si amalgama alla componente elettronica che aggiunge tridimensionalità ad un sound senza pretese che accompagnava in modo del tutto omogeneo le lyrics – città, potrebbe esserne un esempio. In realtà questa svolta era stata preannunciata dall’ep difetti di forma. Pubblicato nel 2022, a gennaio 2023 è stato arricchito di 5 nuove tracce. Tra queste Il posto delle tegole e Mondo (per le vacanze) riflettono questo percorso, che oggi ci porta a Palloncini. L’inizio della base dolce e inaspettato come quello di White Ferrari viene interrotto da una melodia che ricorda le canzoncine dei travel vlog. Eppure questa scelta potrebbe essere giustificata dal significato del brano. «Partirò, sembra passata un’eternità, scorre la gente nei terminal». Voglia di evasione, necessità di volare via come palloncini – legate a catene. Questa l’immagine restituita anche dalle visuals del singolo. «A volare ho provato anch’io’’», e noi ci auguriamo che continui a tentare. Questo è solo l’inizio per il giovane artista, chissà dove lo porterà il suo percorso e se ci saranno nuove evoluzioni.

A cura di: @whodafab

KUNI – SHOWU
Il suono leggero di una chitarra ci introduce alla voce dolce e sinuosa di Eleonora Danese, in
arte Kuni. Il nome è un’abbreviazione di Kunimitsu, il suo personaggio preferito di un
videogioco a cui giocava sempre. I genitori appassionati di musica l’hanno introdotta in un
mondo dal quale non è più uscita, producendo testi malinconici con aspirazioni
alternative-rock, un po’ Blondie, un po’ Phoebe Bridgers.
Il brano inizia con un interrogativo, “you said you weren’t interested at all / so how come /
how come you still call?”, e mette subito in luce la discrepanza tra parole e azioni di una
persona indecisa, prosegue esprimendo la difficoltà nel porre fine a una relazione che
persiste in modo contraddittorio, nonostante sia evidentemente finita in termini affettivi. Kuni
si chiede il perché sia così difficile; c’è forse qualcosa che si è lasciata indietro, o
semplicemente non è capace di affrontare la perdita? I silenzi sono carichi di domande,
l’unico desiderio è quello di chiarezza, e nasce da un primordiale bisogno di proteggere il
proprio benessere emotivo. Il testo indaga anche la lotta interna per entrambe le parti di
essere veri con se stessi (“i know it’s hard for you / to be true”) e di affrontare i propri limiti e
paure. Quello che ci lascia la melodia è un senso di irrisolto, un equilibrio instabile tra il
desiderio di chiudere una fase della propria vita e la realtà delle emozioni ancora in gioco.
Perché, nonostante l’annunciata indifferenza, l’altro rimane un fantasma che non sa di
essere tale, un’eco di un addio mai realmente pronunciato.

A cura di: @tiscordardime

MEMENTO – HEY! )))
2002, ricordarsi il nome è facilissimo, un imperativo: “ricordati”. Memento è ormai a casa propria nella scena indie emergente, è come l’etichetta di una maglia che puntualmente si fa vedere: ci ricorda di esistere, basta un “hey” per dire di esserci e per dire anche qualcosa in più. “HEY!)))” potrebbe essere la colonna sonora della vita di chiunque, un pop alternativo che racchiude influenze che da un lato ci fanno sentire a St John’s Wood, dall’altro ci proiettano in una dimensione indefinita, personale ma che riguarda tutti.
Variazioni melodiche piazzate nei punti giusto, come nell’outro finale, 94 bpm scanditi da un pattern di batterie orecchiabilissimo; chitarre distorte e non, dal tono vintage che dialogano tra loro in un gioco di panning tra destra e sinistra: tutto riconduce al sottofondo di una stagione, di un momento di vita, di un pensiero più solare del solito; o semplicemente è come Memento si immagina una canzone scritta dall’etichetta della maglia che puntualmente si fa vedere e che ci ricorda di esistere.

A cura di: @minissale.xciv

TONY SCORPIONI – SENZA L’ALTRA METÀ
Tra le uscite di questa settimana troviamo Senza l’altra metà, che vede Tony Scorpioni nelle vesti sia di interprete che di produttore.
Sul suo Instagram, l’artista parla del brano descrivendolo come “fortemente introspettivo che racconta lo sviluppo, il riconoscimento e infine la negazione di una parte del proprio essere”. Senza l’altra metà è quindi un viaggio alla scoperta di sé stessi, che però non rinuncia ad una nota romantica: sempre citando i canali social di Tony Scorpioni scopriamo infatti che “il processo viene analizzato in relazione al rapporto con la persona amata: questo rende possibile la presa di coscienza e la successiva individuazione di un lato ‘oscuro’ interiore”. Ecco che il romanticismo, la nostalgia e la creazione di atmosfere avvolgenti (non a caso citate dallo stesso artista come le sue principali cifre stilistiche) concorrono insieme alle parole alla creazione del significato complessivo del brano.
Merita una menzione anche la strumentale, che non si sottrae dal discorso sopra riportato: il contrasto tra suoni ampi che compongono melodie nostalgiche caratterizzate da un’ampia immagine stereo e la parte ritmica tipicamente House, un po’ sembra riprendere proprio questa dualità della ricerca di sé stessi però attuata tramite l’analisi del rapporto con un’altra persona.
Passato quasi un anno dall’uscita del suo album, Tony Scorpioni, con Senza l’altra metà, torna quindi a donarci la sua musica, e SIAMO molto curiosi di sapere dove ci porterà!

A cura di: @jacopoarcagni

BNKR44 – NERO MASCARA
“hai sognato di lasciare la città?”
io si e all’inizio ne ho lasciata una, poi un’altra, e attualmente mi trovo nella terza affrontando ostacoli random della mia ancora giovane vita
ho sognato anche di rimanere in città, forse ci tornerò, chissà, ma il brivido di andare via, nient’altro me lo farà provare ancora

“hai provato a mettermi in tasca le tue bugie?”
io sicuro ci ho provato e credo anche di esserci riuscita spesso, bugie e sabbia dentro le tasche dei miei panta; solo mie però, le bugie degli altri nelle mie di tasche fanno fatica ad entrare (al massimo di passaggio ma poi lavandoli, vanno via)

“Quest’uscita è un omaggio a chi è qui da tanto, a chi è venuto ai live dello scorso anno e ha sentito il pezzo, l’ha studiato a memoria senza che fosse mai uscito e l’ha già fatto suo”: scrivono sotto il post ig in cui annunciano l’uscita ufficiale del brano.
ringraziamo anche questa volta il bnkr per il pensiero: e come dimenticare il live di empoli a fine estate del 2021. ognuno di loro ci aveva omaggiato con dei pezzi dai loro album solisti (credo che non succederà mai più quindi mi terrò strette quelle immagini).

le prime note di piano fanno incominciare il viaggio ricordandomi un film di miyazaki, atmosfera opposta rispetto a quando fares canta “notti che m’incazzo, camomilla e miele”; sinceramente?? modo perfetto per riprendere a respirare dopo un momento impegnativo
consiglio camomilla e miele + una playlist in cuffia che vi faccia scaricare i nervi.
anche perché sfido chiunque dopo una chiacchierata bella pesante a non essere tipo: “nero mascara, vedo colare; occhi cascata segnano il tuo viso chiaro”. duccio (aka piccolo) non ha tutti i torti, anzi 🙂

A cura di: @niedri.g

M.E.R.L.O.T – PICCOLE COSE
È da una base suonata col pianoforte che si apre l’ultimo singolo di Merlot, Piccole cose.
Già al primo verso cantato “Mi sento quando piove” comprendiamo immediatamente che il singolo è scritto per malinconia, per nostalgia, per una persona che ha provocato un grande buco nero all’interno del cuore dell’artista.
I rimpianti, i ricordi e anche solo il pensiero ci ancorano, ci bloccano, come incollati ad un palo, ad un passato che ci sbatte in faccia l’ennesima occasione persa per essere felici.
“Bramiamo grandi cose, sogniamo di diventare i numeri uno a qualunque costo togliendo importanza alle cose piccole che, sto imparando ultimamente, sono proprio gli scrigni della felicità. Ho voluto dedicare questa canzone a loro.”
dice lo stesso artista su piccole cose.
Ecco perché è fondamentale “ti basta una candela che ti illumina” ovvero dare importanza alle piccole cose appunto, a qualsiasi piccolo comportamento atteggiamento ad una parola buona, perché sono le vere che contano alla fine, che fanno la differenza, che ti trovano un punto di contatto con l’altra persona e ti fanno accendere quella luce interiore che altrimenti sarebbe spenta.
lo stile è avvolgente, come un soffio di vento primaverile, che nostalgico ti abbraccia nel ricordo. la voce crea in armonia inconfondibile con il piano di base.

A cura di: @alek_andros_

RHOVE – POPOLARI
A distanza di 3 anni dal banger che ormai conosciamo tutti a memoria, “Shakerando”, finalmente Rhove è tornato con il suo primo album ufficiale, uno dei più attesi dell’anno.
16 tracce, inedite e non, e ben 8 collaborazioni, di cui 6 italiane e 2 internazionali.
Partendo dal titolo dell’album, si capisce fin da subito che il rapper ventiduenne vuole farsi un po’ da portavoce di coloro che appartengono a realtà poco considerate come quelle dei quartieri popolari, in cui lui stesso è cresciuto.
Rhove si mostra come il fratello maggiore, l’amico su cui si può sempre contare, soprattutto in un contesto di periferia e lo si può intravedere anche nei suoi videoclip, in cui è solito coinvolgere numerosi gruppi di bambini e ragazzi con cui si scatena a ritmo di musica.
É noto il suo particolare legame con la Francia, nei beat, nel flow e nei testi ricchi di espressioni del gergo francese. Ciò lo rende riconoscibile e gli permette di arrivare ad un pubblico oltre che più ampio anche variegato per provenienza.
Nell’album sono presenti diverse sfaccettature del rapper, che sempre a mantenere la propria identità e autenticità, dal pezzo più adrenalinico come “Zig Zag” a quello più conscious come “Outro (Non Piango Più)”.
Possiamo dire di essere davanti ad un artista che, nonostante la giovane età, sembrerebbe avere già messo le radici in un progetto musicale davvero ambizioso e, personalmente, sono curiosa di sentire che altro avrà in serbo per noi.

A cura di: @angelicatartaglia

MASTARAIS, GIAIME – X SEMPRE
Nuovo singolo per i più nostalgici quello di Mastarais e Giaime, due dei membri della vecchia crew milanese Zero2, particolarmente influente nell’anno 2019.
I rapper classe ’95 ci rivelano il loro lato più sentimentale, mettendosi a nudo con rime affilate e al contempo piene di fragilità e ribadendo che, in amore, “nulla è per sempre”.
Il cuore pulsante della traccia, in antitesi al loro cuore spezzato, è il dolore che si cela dietro ad una relazione in cui abbiamo dato il mondo e che credevamo sarebbe durata x sempre. Mastarais e Giaime riconfermano le loro penne raffinate e ci regalano una sofferenza alquanto poetica.

A cura di: @angelicatartaglia

ZETA – NOTTI GARAGE
Alessandro Lo Duca durante le scuole medie si avvicina al mondo della musica, traducendo i primi stimoli in quelli che erano i primordiali tentativi artistici. Questa scintilla lo porterà a sviluppare una vera e propria personalità, declinata sotto lo pseudonimo di Zeta.
Stiamo seguendo attentamente il suo percorso da “Milano 5am” del 2020, traccia che segna un inizio a tutti gli effetti di una carriera musicale che vedrà più evoluzioni.
Assieme ai produttori Polezsky e Kang Brulèe trova il suo trampolino di lancio per la via della sperimentazione: arrivano “SBAGLI” e successivamente “PERDERTI”.
Quest’ottimo lavoro di squadra gli apre la strada ad una nuova collaborazione, fresca fresca di studio, con Jiz, fratello di Sethu. Esce dunque “NOTTI GARAGE” una sera di marzo, il 29 per l’esattezza.
*Ulteriore data da segnare: 4 aprile, è pronto per il live a Catania.

La notte si fa teatro di qualcosa che non succede.
“Dove sei?” La vita va prepotentemente in scena, ma non esiste la possibilità di essere spettatori.
Ci sono solo due attori e una battuta.
In una piacevole visione “ti perdi tra le insegne e le luci”, mentre Alessandro strappa tutti i suoni del buio per cucirci sopra qualche parola.
“Ti nascondi (dietro) una scusa”: “a volte è più facile dirci quello che non senti”. “Non so se ti serve davvero”.
In giro per strada, ad ogni brano che scrive, risulta essere sempre più assalito da dubbi che lo inseguono allo stesso modo in cui l’ombra di lei “non ti lascia indietro”.
“Ma ho ancora una parte di te”, basta per farli dissolvere come il giaccio versato nel bicchiere.
La caccia al tesoro non riesce ad essere concludente, così, rimanendo a mani vuote, la solitudine della sera lo avvolge sempre più.
Tutto quello che vede è frutto della sua malinconica immaginazione, eppure è sicuro che sta succedendo. “Guardi e resti in macchina in silenzio, mentre fuori si fa tardi”.
“Non sono speciale”, probabilmente è tutto qui.

Questa è una lettera alla notte. Quando è estate nella luce dei locali e di qualche lampione, che segnano il percorso, e inverno nell’oscurità in cui si scappa e si ritorna sempre dalla stessa persona.
“Sei mai stato innamorato a Milano?”: una scritta su un muro vicino ad un bar lo interroga. “Questa città non ci vuole” risponde. Eppure “se mi perdo, resti qui”.

A cura di: @giorgia.celentano