Le uscite della scorsa settimana erano abbastanza gas da riternerci soddisfatti della settimana, MA MAI quanto quelle di questa settimana!!!
SIETE PRONTI? a voi <3
GEREMIA – UN BIMBO CHE CANTA
A Milano C’È UN BIMBO CHE CANTA ed è Geremia, che con il suo nuovo singolo, prodotto da @nolabelpd e @juckjuckjuckjuckjuck, ci regala una nuova visione di sé, più diretta e agguerrita. Dopo un periodo di pausa, inizia un nuovo capitolo della storia di Geremia e del suo alter ego che ormai abbiamo imparato a conoscere: il bimbo disilluso che in DA UNA BOLLA viveva questo mondo luminoso e magico, era partito e si era perso nella foresta cupa e misteriosa di ANIME E DIAMANTI, e con UN BIMBO CHE CANTA, dopo questo lungo e allegorico viaggio alla scoperta di sé stesso, torna in città, a Milano, ormai grande e a contatto con col mondo reale. Questa epifania viene resa da Geremia con un ritorno alle sonorità urban e rap, riconnettendosi col suo passato dal quale si era allontanato, per poter poi anche andare avanti ed evolversi. Questa scelta è dovuta alla necessità di potersi esprimere in maniera più diretta, per poter raccontare lasciando da parte per un pò il il mondo mistico e allegorico che lo aveva caratterizzato negli ultimi tempi, che tuttavia resta come sottofondo anche in questo nuovo lavoro dell’artista, mettendo al centro sé stesso, la sua vita e le esperienze vissute senza mezzi termini, usando il rap come strumento.
Si apre un nuovo capitolo della saga per Geremia, con un singolo che è anche tanta voglia di rimettersi in gioco, un ulteriore passo avanti rispetto ai precedenti EP, un altro capitolo del bimbo che ormai ne ha passate tante, ed è tornato con tanta determinazione, adesso è di nuovo qui, con questo grido di guerra speranzoso, con nuovi valori e nuovi punti di riferimento da seguire. Ha messo a fuoco i suoi obiettivi, è di nuovo lucido e inarrestabile, e con questa risolutezza si prepara a partire per un nuovo viaggio, di cui scopriremo nei prossimi mesi e non vediamo l’ora!
A cura di: @alessandra_vitale_
MASAMASA – IL PARAGONE
Ballad con un sapore vintage ma che suona freschissima allo stesso tempo.
Masamasa canta su una strumentale che ricorda una musica leggera che non si sente da troppo tempo in Italia e ci scrive su un testo a metà tra ansie e la leggerezza.
Descrive il suo rapporto col suo interesse romantico che finalmente entrambi sembrano riuscire a vivere con serenità, raccontando i momenti di leggerezza e in cui si godono la compagnia altrui col ritornello cantato, mentre descrive i pensieri dettati dall’ansia che si prova all’inizio di una relazione con delle strofe che sono quasi rappate, confezionando un pezzo di qualità col sound distintivo a cui ci ha abituati l’artista, che soprattutto negli ultimi tempi ci sta regalando solo perle.
A cura di: @effe.ottantuno
ELEX – CINICO (500 GIORNI INSIEME)
Elex, Eleonora all’anagrafe, è una cantautrice che mescola nei suoi brani tradizione e cantautorato tradizionale italiano.
Con Pezzi Dischi pubblica questo brano, Cinico (500 giorni insieme), dal genere indie che racconta, dal punto di vista dell’ascoltatore (non del brano, ma dalla persona che sta ascoltando chi si sfoga), che non sempre si può essere d’aiuto per qualcuno. Anche se capiva come si sentiva l’altro, aveva lo stesso paura di ferirlo e spezzargli il cuore in due.
Nelle parole “adulti che provano a restare bambini/primo stipendio/primo giorno di università” si capisce come quella persona voleva, anche solo per un attimo, ritornare ragazzino e godersi la vita da studente-lavoratore e vivere la vita forse anche in modo più leggero, magari con le esperienze di quel periodo come le nuove amicizie, le farfalle nello stomaco, ecc.
Elex spiega con un post su insta:
<< L’ho scritto per poter trasformare in musica tante riflessioni e dinamiche che mi hanno accompagnato negli ultimi anni. È una lettera, una constatazione, un racconto. >>
A cura di: @maddalena_siciliano00
FOREVERBOYMUSH, SAINT ABEL, MOSKOVA DIV – CHIAROSCURO
Dopo aver passato anni a consumare i dischi degli Slowdive e dei My Bloody Valentine (riuscendo
ad arrivare ogni volta al conseguimento della minore voglia di esistere di sempre superate le
quattro ore di ascolto) ammetto di aver sviluppato una leggera sensibilità verso le nuove leve dello
shoegaze.
Vista questa piccola ossessione, mi sono gettata dentro l’ascolto di Chiaroscuro aspettandomi di
tutto; la folgorazione è stata immediata e non posso negarlo. Il nuovo album di Foreverboymush,
Saint Abel e Moskova Div è senza dubbio tra i lavori più interessanti usciti nell’ultimo periodo,
grazie alla scelta di esplorare il territorio dello zoomergaze (sottocultura di internet che raccoglie
intorno a se’ sonorità che si muovono tra shoegaze e dream pop), decisione non così scontata
trattandosi di una vera e propria immersione nell’underground musicale internazionale.
Navigando nei feedback di chitarra, tra “il chiaroscuro e la malinconia di un altro”, canzone dopo
canzone si traccia un percorso fatto da una parte di atmosfere rarefatte popolate da brandelli di
ricordi e dall’altra di brani le cui parole annegano in un mare di suono.
Tra i tre c’è feeling, non possiamo negarlo. Chiaroscuro convince da subito: non si pone limiti nella
sperimentazione alternando duri impasti sonori a melodie che prendono la forma di quelle stesse
ombre di cui si canta, catturando malinconia e frammenti di vita in un lavoro che brilla per
disillusione e potenza evocativa, andando ben oltre le sue radici digitali.
A cura di: @loulareed
IMMC – C6
I miei migliori complimenti, ci sei come inno swing alla stupidità maschile nei rapporti, quella buona.
Siamo stati tutti un pò imbranati nelle relazioni, e i miei migliori complimenti ne fa un inno swing jazz. Voce trattata quasi alla Pop X, ma è tutto molto Fred Buscaglione, direi che Giovani Predatori fanno stupide canzoncine.
A cura di: @rxxmer
ALDA – STAI ZITTA
“Stai zitta” è la nuova uscita di ALDA, rapper italo-albanese che ha deciso di rilasciare il brano l’8 marzo, la giornata internazionale della donna. Questa canzone si presenta come un grido unanime di rabbia e di frustrazione da parte delle donne, vittime di un sistema patriarcale che non permette loro di parlare, facendole vivere costantemente in una situazione di subordinazione e sminuendole costantemente a suon di “Stai zitta”, per l’appunto. Nella società di oggi essere donna non è facile a causa di diverse problematiche socio-culturali, come l’ansia di dover avere mille occhi mentre si cammina per strada, come dice ALDA stessa “giro con le mani in tasca e stringo le chiavi qua non si sa mai, vivo in un clima di paranoia”, le molestie e le violenze perpetrate quasi ogni giorno sia nel pubblico che nel privato e tanti altri fattori a questo correlati, come il non essere mai prese sul serio in quanto donne, la disparità salariale e altre tematiche che rappresentano ormai degli scogli nella vita di una donna di tutti i giorni. Oltre a voler denunciare queste dinamiche, il brano vuole presentare un barlume di speranza verso un cambiamento e una maggiore presa di consapevolezza: ognuno di noi può contribuire a questo processo di trasformazione a partire dai piccoli gesti quotidiani, come riporta ALDA nella barra conclusiva del pezzo, “se ti chiama puttana dillo, invece di fare la brava”. La lingua e il modo in cui utilizziamo le parole incidono fortemente sulla società: utilizzando spesso inconsapevolmente espressioni influenzate dalle logiche patriarcali e maschiliste, alimentiamo questo approccio tossico e dispari; prestando maggior attenzione a ciò che diciamo, facendo notare che l’utilizzo di alcune parole è sbagliato perché fortemente discriminatorio, possiamo iniziare a mettere in atto un enorme processo di evoluzione linguistica e, di conseguenza, culturale e cambiare concretamente il nostro modo di vivere. La speranza di ALDA è la nostra, cioè che “prima o poi la fragilità diventerà il mio punto di forza”.
A cura di: @annariu_
CLAUDYM – INCIDENTI DI PERCORSO
Dopo avercelo fatto assaporare grazie Pixie in Santeria (MI), Claudym ha finalmente rilasciato il suo primo album « Incidenti Di Percorso »: 10 brani, 10 storie, 1 voce unica. Ciò che traspare in tutto l’album è la forza d’animo dell’artista che in ogni traccia dà il massimo di sé e si mette a nudo raccontando il suo viaggio personale degli ultimi anni tra cadute, risate, pianti e gioie. Infatti, ogni canzone rilascia a 360º ciò che Claudym vuole comunicare; ad esempio se si tratta di un pezzo nostalgico ci saranno chitarre, vocals soft ed eterei e ritmo lento. Al contrario, se il pezzo è pieno di rabbia la produzione sarà complessa e la voce potente e ritmata.
Il contenuto dei pezzi è un mondo di emozioni diverse, ma tutte legate dal filo rosso delle relazioni: talvolta amorose, altre con sé stessa, altre amicali… Ciò che è evidente è che Claudym ha tanto da raccontare e ciò che ha vissuto è una chiave di connessione con gli ascoltatori, poiché in molti hanno vissuto ciò che l’artista sta condividendo. Il racconto è così fluido che l’immedesimazione è assicurata e le montagne russe emotive d’obbligo.
Volete sapere la mia lista personale? Eccola:
Ho percepito accettazione, disgusto, fierezza, rivendicazione di sé, tristezza, malinconia, gioia… Potrei continuare per ore, ma è meglio che smetta di fare spoiler e lasci a voi l’opportunità di definire la VOSTRA lista personale. Sono sicura che anche voi verrete catturati dalla voce di Claudym e proverete mille emozioni.
A cura di: @valentina.pirovano
ASSURDITE’ – CENTRI DI ANZIANITA’
Centri di anzianità è un pezzo paradossale, in cui una dolcissima melodia fa da sfondo ad un testo di denuncia sociale. Assurditè è stata impeccabile nell’intersecare due universi – la quotidianità delle nuove generazioni gettate in un mondo che stona. Birrette e guerre si intrecciano come realtà distinte ma contemporanee, restituendo un mondo che ci lascia storditi. È questo il fulcro del ritornello, i cui versi hanno prestato il titolo della canzone – «Ma la gente com’è che fa a ascoltare parole giovani dentro i centri di anzianità». La domanda rimarrà senza risposta, dopo tutto il tema è affrontato dalla prospettiva di una giovane artista, che fa le veci di una generazione. Se non sappiamo il modo in cui i nostri padri affrontano tutto questo, abbiamo però una dichiarazione che suona tanto come un desiderio «Mi nascondo tra gli intrecci tessili, caldissimi, così morbidi, che non mi sveglio più».
Un brano che fa riflettere, ma se indossiamo le cuffiette e chiudiamo gli occhi, possiamo fingere che siano solo sogni.
A cura di: @whodafab
MOFW – X NON INIZIARE MAI
“X non iniziare mai”.
Un ricordo lontano che si decompone, un monito che rimane a rimbalzare tra i due timpani.
Mofw crea un tappeto elletronico su cui poche parole si confondono con la strumentale, andando a creare un mantra che si ripete all’infinito, da ricordarsi per sempre.
Un momento di epifania sublimata in suoni duri, elettronici.
Tra il conforto e lo stridio, la canzone sembra distruggersi e ripartire, mentre ci immergiamo nella piccola grandezza che racconta.
Un momento di debolezza che ci segna, che ci fa capire la nostra direzione.
Per non iniziare mai, forse a essere ciò che non siamo realmente.
A cura di: @melpotcosmos
BRUNO BELISSIMO, WHITEMARY – DAMMI UN’IDEA
Un flusso che coinvolge, una voce che ammalia, ed entriamo in un tunnel di punti e linee
curve che si espandono e contraggono a ritmo del sound.
Questo singolo vede la collaborazione di Bruno Belissimo e Whitemary, lui dj, produttore e
polistrumentista italo-canadese, un talento già dall’infanzia che ha portato la sua ricerca
musicale su sound dance/disco e bassi pulsanti. Lei ragazza italiana, laureata in canto jazz,
ma portavoce di una musica elettronica fatta d’istinto, tra sintetizzatori analogici e techno
prorompente. Il brano ha un sound coinvolgente, variegato ed evoca pensieri intimi
sull’essere in connessione con l’universo e gli altri esseri umani. Richiami emotivi invitano
l’ascoltatore a immergersi profondamente nelle proprie esperienze sensoriali e viscerali.
“Seguire un ritmo che non c’è”, il ritmo della vita o il ritmo che ci impone la società? Ci viene
suggerito di lasciarci andare ed essere trascinati dalle forze della vita, per scoprire la
bellezza e la liberazione dell’abbandonarsi al flusso degli eventi, piuttosto che cercare di
controllare ogni aspetto dell’esistenza. Unità primordiale e connessione spirituale come
punto focale di questo viaggio.
A cura di: @tiscordardime
LIL JOLIE – ATTIMO
Pezzo che spunta ogni box del pezzo pop, una batteria molto semplice ma che fa muovere e una bella melodia che resta in testa.
Lil Jolie sta benissimo sulla strumentale e “potenzia” le vibes positive del pezzo sia con la sua delivery super presa bene sia col testo super presa bene in cui racconta dell’inizio di una frequentazione con un altra ragazza.
A cura di: @effe.ottantuno
ANGELICA – SCONOSCIUTI SUPERSTAR
Forse per parlare dell’ultimo album di Angelica conviene proprio partire dal titolo.
Superstar è una parola che entra nel vocabolario italiano negli anni ‘70, grazie ai primi film pop
americani. Ed è proprio da quegli anni che sembrano arrivare i suoni che ci accompagnano per
tutto l’ascolto dell’album, che scorre liscio, senza intoppi e bisogno di interruzioni.
Le produzioni, curate in gran parte da Golden Years oltre che da Calcutta e da Angelica stessa,
prendono sequenze, bassi e soprattutto giri di synth che trasportano inevitabilmente l’ascoltatore
in altri periodi storici, forse più spensierati. Non è facile lavorare con quella musica senza risultare
una macchietta, eppure Angelica rende alla grande, con parole che si adattano maniacalmente
alle strumentali.
C’è poi un’altra nota di merito che non può passare in secondo piano: i testi. Angelica scrive per
immagini, parte da situazioni concrete e, in qualche modo, le riesce ad astrarre. Il risultato è
straordinario, perché si creano liriche adattabili e comprensibili da qualsiasi età e generazione. La
capiamo bene noi ora, ma la capirebbero bene pure persone di cent’anni fa e lo stesso vale per il
futuro.
La passione e la precisione danno sempre risultati, e Sconosciuti Superstar non sbaglia un colpo,
in particolare con Sos e Acqua Ossigenata, Angelica ha lanciato due missili veri e propri,
irresistibili da cantare.
A cura di: @foto_di_luke
CAFFELLATTE – AMORE DINAMITE
8 brani, 20 minuti di musica: è fuori il primo EP di Caffellatte. Dopo aver rilasciato vari singoli che anticipano il progetto, l’artista pugliese li racchiude in AMORE DINAMITE, primo progetto ufficiale distribuito da Ada Music Italy.
Al secolo Giorgia Groccia, Caffellatte è una cantautrice classe ’94. È un’artista poliedrica: si laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche a Lecce, e lavora anche come attrice e come scrittrice. Un impegno quasi a 360 gradi quindi, che debutta con un progetto dal sound urban pop/ indie che vede collaborazioni con JVLI, GRND e Lvnar, tra gli altri.
“In amore sono sempre stata un disastro, perché l’amore è una stupida partita a scacchi, anche se a scacchi non ci so giocare.” Dice Caffellatte parlando un po’ del progetto; “Viviamo con le marce ingranate. Tra i lunedì mattina, gli orari, la pausa pranzo, i vestiti nuovi, le creme per il viso, la serata con le amiche, la sveglia preimpostata alle sei e quarantacinque.
E poi il nulla, perché è difficile frantumare in pezzi i vasi che per una vita mi hanno contenuta.
Quelle poche, rarissime volte in cui non ho la tachicardia, quelle poche volte in cui fermo e respiro osservo un corpo che cambia e io non posso farci un cazzo. Cambia ad ogni ruga, per ogni sorriso forzato, per ogni volta in cui L’ipocondria mi ha obbligato a controllare ogni centimetro di pelle ogni due tre giorni.
E poi ti incastri male con qualcuno e ti dimentichi pure il tuo nome, che poi, detta tra noi, il tuo nome ti ha sempre fatto schifo.
Prendiamoci a schiaffi, a morsi, diventiamo lividi.
Che è meglio.
È meglio che non sentire niente.
E poi io dell’amore non ci ho mai capito cazzo, e va bene così.”
Questa la tracklist:
AMORE DINAMITE
TANTISSIMO
Zoo
TATOO TABOO
TROPPO CHIC (Dragonstea Din Tei)
FINTADINIENTE
Crimine
SU&GIU’
Buon ascolto 🙂
A cura di: @iosonobet
PUA’ – ANIMALI
«Animali» è l’ultimissimo progetto di «Edoardo Elia» (anche conosciuto come Weird Bloom) e della cantautrice «Simona Catalani», già nella scena con l’alias Simmcat.
Se è vero che l’album completo uscirà solo ad aprile, è anche vero che possiamo già farci un’idea delle sensazioni eteree e mistiche che ci regalerà il progetto, e questo grazie ai tre release di cui siamo già a conoscenza: Demelza, Touch Me e, l’ultimo nato, «Magic Dance».
I tre brani sono accomunati da questo beat calmo e introspettivo, due caratteristiche date anche dalla batteria soffice, ma decisa che li accompagna, e dai synth orchestrati con maestria, che legano insieme l’intero progetto.
L’atmosfera in cui ci catapultano i «Puà» è quella di un distante universo nostalgiacore, tramite una base che azzarderei riprendere l’onda del pop anni ‘70-’80, e un tocco di ben più moderno indie.
A cura di: @stellinedicarta
DISCO CLUB PARADISO – TABU’
La classica canzone dei feels estivi della ragazza milanese che fa la bocconi, già apparecchiata per le discoteche della riviera romagnola.
A cura di: @rxxmer
2RARI, MURRAY – BETLEMME
“Un angelo del Signore si presentò a loro, la gloria del Signore li avvolse di luce ed essi ebbero una grande paura. L’angelo disse: ‘Non temete! Io vi porto una bella notizia che procurerà una grande gioia a tutto il popolo: oggi per voi, nella città di Davide Giulietta, è nato sono nati i Salvatori.”
Diceva così il Vangelo, giusto?
Si intitola “Betlemme” il nuovo singolo dei 2Rari ed è nuovamente un banger, proprio come il precedente.
Questa volta però, i gemelli sentivano il bisogno di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Barre crude, dirette. Non passa sicuramente inosservata la critica all’industria musicale.
“L’industria è una fuffa (…) Non ci togliete il diritto di farlo”.
A cura di: @matteodellamaddalena
ELE A – DAFALGAN
Esordio in Major per Ele A che ritorna con il nuovo singolo ”Dafalgan”, prima pubblicazione dell’anno per la enfant prodige 2023. La produzione affidata all’inseparabile @Disse2620 riprende il sound classic distintivo dell’artista svizzera, soprattutto nelle strofe come sempre rappate, con suoni elettronici e influenze vintage che fanno da accompagnamento a bridge e ritornelli dal ritmo meno serrato dove Ele A sperimenta con sonorità più cantate inedite. Il brano mostra uno spaccato sulla vita della giovane artista che, uscita dopo uscita, ci svela sempre più particolari del suo vissuto. Una sensazione di malinconia e cartoline dalla svizzera accompagnano tutto il pezzo che cerca di far sparire i problemi legati a relazioni passate, nostalgia, necessità di calma e apaticità come un dafalgan che si scioglie nell’acqua.
A cura di: @kimo.jpg__
BIGMAMA – SANGUE
Bigmama torna questo venerdì peer la prima volta dopo Sanremo, e la voce è più alta che mai.
Sì, perchè in questo primo EP dell’artista irpina è una narrazione lineare dei suoi fantasmi e delle sue lotte, affrontate con inedita sincerità e cura. I temi trattati sono quelli che l’artista sostiene da sempre, come la lotta femminista in ‘’Ragazzina’’ o la body positivity nel brano portato a Sanremo “la rabbia non ti basta”, a cui si aggiungono in giusta misura brani introspettivi in cui si parla del passato, come “Sangue” e di ciò che si è passato, come ‘’Veleno’’.
I feat non potevano non essere ugualmente iconici e sensati, nell’EP infatti troviamo le voci di Miss Keta e La Niña ad accompagnare l’artista.
Insomma, un progetto notevolmente interessante, che coglie il sempre più mansueto scopo dell’arte di mandare un forte segnale.
Sì però raga va bene tutto, però fare uscire un progetto così l’8 marzo…ah no nulla anche la data è azzeccata.
A cura di: @pietrodileo_
MACE – RUGGINE
Il miglior produttore-sciamano del panorama urban torna in gran spolvero con Ruggine,
accompagnato in questo viaggio da Coez e Chiello.
L’accoppiata è inedita ma Mace ha saputo dosare gli ingredienti per la pozione vincente.
Ruggine è un banger e verosimilmente ci accompagnerà per diversi mesi, rimanendoci ben
impressa nella mente.
La scenografia del brano è quella di un amore complicato ma, a livello lirico, la tendenza
autodistruttiva di Chiello si bilancia bene con la speranza che si coglie dalla scrittura di Coez.
La produzione ha un basso e una batteria che vanno dritti, veloci e sono molto catchy, uniti a una
chitarra e al sapiente uso dei sintetizzatori di Mace, che sembra trasportare chi ascolta in un’altra
dimensione.
Il pezzo segue Non Mi Riconosco, con Salmo e Centomilacarie, ed entrambi sono estratti di
Maya, il neo annunciato album di Mace.
Se queste sono le premesse, non ci resta che attendere di arrivare a metà Aprile per sentire
l’intera opera.
A cura di: @foto_di_luke
ILAN – NOVE CICATRICI
C’è una cura dietro i singoli fatti uscire finora da Ilan che spiazza, soprattutto quando si scopre la
sua età.
Il giovane cantautore completa la triade con Nove Cicatrici, un pezzo che ti strappa il cuore (prova
ad ascoltarlo di notte, prima di dormire, se non ti fidi). La purezza della sua voce e la sincerità dei
versi lo mettono a nudo. Nota di merito nei confronti di Ydea, il produttore del pezzo. La
strumentale è malinconica e concitata allo stesso tempo, si crea così un bel contrasto che rafforza
ulteriormente la canzone.
Si sfoga e lo fa nel miglior modo: coinvolgendoci nel suo viaggio.
La strada è lunga e con mille imprevisti, ma Ilan ha le scarpe giuste per percorrerla, ora le ha
allacciate ben strette, stiamo a vedere i prossimi passi.
Non possiamo che augurargli il massimo.
A cura di: @foto_di_luke
OLLY – DEVASTANTE
Ricordati di noi a bere dentro a un bar, ricordati di quell’insegna luminosa che non va, di quell’assemblea condominiale a cui non siamo andati per dormire, di quelle cose che ancora devo dirti. È così che Olly canta al suo amore in “Devastante”, il suo nuovo singolo pubblicato lo scorso venerdì per Epic Records e che vanta alle macchine il fidato JVLI con il tocco di Dibla.
Il brano è il proseguo del percorso bipolare dell’artista dove la sua anima frenetica e ad alti bpm lascia spazio a quella nostalgica con una ballade melanconica. L’eterogeneità è, infatti, una delle caratteristiche principali del percorso di Olly che riesce in ogni pezzo a rompere la parete con il pubblico e lo accompagna per mano nel mare di emozioni che racconta.
Il fil rouge che lega in “Devastante” i ricordi dell’artista è un dolce giro di chitarra su cui Olly racconta di uno di quegli amori dove non volan più le farfalle, di quelli che ti lasciano devastato a pensare alle risate e ai pianti che ormai son così lontani, uno di quelli che anche se ormai finiti ti fanno sentire così vivo.
E quindi, tu che leggi con il ricordo di un amore così, ripercorrilo con le cuffiette addosso, ricordati di quei momenti, di quando era tutto per te, e ricordati soprattutto di Olly che ancora una volta in soli tre minuti ci ha devastato di emozioni.
A cura di: @alberto.rogano
Grafica a cura di: @sonny._.mitch