AO!!!
Ci siete stati al calcetto ieri?!?!? beh, se ve lo siete perso, abbiamo trovato il modo per raccontare la sua epicità in un modo molto particolare ed innovativo…
LE NEWS DELLA SETTIMANA OVVIAMENTE!!!
Siamo pronti a decollare???????
OKGIORGIO, ESTREMO – FORZA
Siamo sentimentali, eppure andiamo veloci, Forza è qui per manifestare questi sentimenti.
Neanche il tempo di iniziare la traccia e già ci troviamo davanti ad un bellissimo sample vocale con un pianoforte spalmato uniformemente nello spettro stereo, è già una goduria.
Il suono principale sprizza okgiorgio da tutti i pori, degli stab di accordi spezzati in maniera poco schematica che sul tempo danno un bounce incredibile, farebbe ballare pure le pietre.
Il drop si svuota per le prime 8 barre per poi riempirsi di nuovo con i vocal chops e le percussioni. Nel post-drop entra anche una chitarra che segue gli accordi del drop, il che rende tutto ben incollato.
Forza ho avuto occasione di sentirla live a La Redazione qui a Roma in occasione dello scorso Border, e già li mi ero detto che quella traccia se fosse uscita sarebbe stata una hit paurosa, meno male che i ragazzi in questione non si sono fatti attendere più di tanto
Una traccia coesa, vibes immacolate, Estremo e okgiorgio dall’ alto della loro esperienza hanno fatto un lavoro veramente impeccabile, e assisterei molto volentieri ad un “deconstructed” di questa traccia (rega vi sto lanciando un assist cogliete il mio appello pls).
Se ce ne fossero altri 1000 di produttori come Estremo e Giorgio in Italia non saremmo così arretrati dal punto di vista stilistico nel mondo dell’elettronica, e pensando che alcuni dei padri di questo genere sono proprio Italiani ci sta solo che da vergognarsi per come abbiamo ridotto un’arte bellissima ad un prodotto per discotecari di bassa lega.
Io ve lo dico, questa roba è totalmente su un altro piano rispetto a qualsiasi pezzo di musica elettronica uscito negli ultimi 10 anni in questo paese, finalmente qualcuno ha iniziato a fondere i generi in questa maniera inedita in Italia, indie ed elettronica non si erano mai incontrati in questo modo, e di certo non c’è alcun motivo per non farli incontrare alte 10, 100, 1000 volte.
A cura di: @rxxmer
SILLYELLY, ENIMRAK – GIRL DINNER
La regina dell’hyperpop italiano è tornata con una hit super iconic – ma non avevamo nessun dubbio a riguardo. La produzione di Enimrak è sempre una garanzia, e già dai primi istanti puoi aspettarti il marchio di fabbrica di questo duo: una base che sprizza serotonina da tutti i pori accompagnata da un testo che non vorresti relatare. Già dal titolo, “Girl dinner” si preannunciava un pezzo che ti facesse dire “same” dall’inizio alla fine: Sillyelly ci descrive i coping con cui affronta le giornate in un modo assolutamente accurato. Un pezzo caotico che ti conosce meglio del tuo algoritmo TikTok.
A cura di: @issamacivibe
PAPA V, FRITU – WALTER WHITE
Nuova settimana e, puntualmente, si aggiunge un nuovo tassello alla collezione di “Mattone”.
Il mood e lo stile del brano sembrano distaccarsi dai primi due episodi, pur lasciando la produzione nelle mani di Fritu.
Di fatto il tema rimane quello preferito dall’artista, già proposto in Mattone, narrare la strada in modo reale e crudo, continuando ciò che era stato iniziato la settimana scorsa insieme a Kuremino e Nerissima Serpe.
Non ci resta che aspettare aggiornamenti riguardanti il prossimo passo del progetto più curioso di inizio 2024.
PAPA INSEGNACI L’HYPE
A cura di: @pietrodileo_
GRILL BOYS – BLOB
Impossibile non nominare tra le uscite della settimana Blob, nuovo album dei Grill Boys. Undici tracce, tre feat (Trascendere con Aaron Rumore, Nuovo Stivale con Kinder Garden e Il Concerto delle Ex con Caro Wow), tanta ironia e tanti stili: il trio creatosi a Milano ha creato una ricetta per una mezz’ora di musica che ti farà entrare in uno spazio in cui convivono certe sonorità riconducibili al synth pop dello scorso secolo con altre più di stampo rap piuttosto che indie. Questo spazio sonoro senza tempo è però contestualizzato nella nostra epoca post-ironica, così tutto il disco è un continuo di citazioni della cultura pop, di doppi sensi e di battute politicamente scorrette.
A parer mio il disco è divisibile in cinque sezioni, coerenti sia a livello tematico che sonoro:
POSTI CHIUSI, PARADISO e HOTEL / CIMITERI
Le prime canzoni di Blob sembrano quasi fare da manifesto, con i Grill Boys che introducono tutti i temi che saranno poi toccati all’interno del disco: l’università, i “parenti delusi”, il senso di disagio generazionale e l’incertezza del futuro. Una cosa simile viene fatta anche a livello di sonorità, con lo stile generale che si può definire indie-pop, con però l’aggiunta di rimandi ad uno stile più elettronico, come l’uso di suoni più acidi.
CHIACCHERE DA VAR e POLITECNICO POLIAMORE
I due brani successivi aprono una sorta di secondo arco narrativo: le problematiche sopra citate rimangono, ma la differenza sta nelle risposte che i Grill Boys si danno. Si passa da una sorta di contemplazione dei problemi che suggerisce un sostanziale distacco da essi, ad un conflitto combattuto a suon di sarcasmo. Mentre in Chiacchere da Var le sonorità non si discostano da quelle dei brani precedenti, Politecnico Poliamore cambia le carte in tavola, portando un suono più crudo ed elettronico.
TRASCENDERE, ROMA SENZA PIGNETO e NUOVO STIVALE
Queste tre canzoni mi sento di raggrupparle per due motivi: il primo è che risultano come una sorta di “quiete dopo la tempesta” (dove la tempesta risulta essere Politecnico Poliamore) tornando a sonorità più morbide ma comunque a tinte fosche, il secondo è che sono brani più introspettivi e caratterizzati da una scrittura che va verso lo storytelling, senza comunque rinunciare a punchline ironiche.
IL CONCERTO DELLE EX e FOTOTESSERE
Dopo tre brani dalle tinte più cupe, ritroviamo un po’ quel senso di apertura che avevamo nelle prime tracce dell’album. Il clima è disteso, c’è una semplificazione della struttura armonica (che aveva raggiunto il culmine di complicatezza in Roma Senza Pigneto) e non troviamo più suoni acidi. Tutto insomma sembra tornare alla pace iniziale, dopo aver attraversato diversi stati emotivi e sonori.
MILANO CRINGE
Blob si conclude con questo brano, che ho volutamente lasciato da solo nella divisione. Dopo il viaggio compiuto che ci riporta allo stato iniziale (ma arricchiti dal cammino compiuto, come una sorta di alienazione), Milano Cringe sembra quasi essere un nuovo manifesto che prelude ad un nuovo inizio: cambiano le sonorità, che si fanno rap, e il testo è più autoreferenziale. Insomma, una conclusione che sa di novità, e SIAMO molto curiosi di cosa ci riserverà il futuro dei Grill Boys.
A cura di: @jacopoarcagni
RAFILÙ – LUDOVICA
Ludovica è un pezzo con un sound trap da manuale, 808 pesanti, hi-hat che danno il ritmo e una melodia semplice quanto efficace che impreziosisce il tutto.
Rafilù parla del suo rapporto con una prostituta, Ludovica raccontandoci di come finisca quasi per affezionarsi a questo rapporto “fittizio”, sembrando essere l’unico momento in cui riesce a sentire qualcosa nonostante il suo desiderio di “fare l’amore”.
A cura di: @effe.ottantuno
KUREMINO – ADDOSSO
“Ho sempre fatto musica per me stesso.
Anche questo l’ho scritto per me
Ma quando un’energia la senti davvero passa dentro chiunque l’abbia provata e glielo leggi negli occhi.”
Kuremino torna più introspettivo che mai, raccontando un lato di sé stesso che spesso pochi sono in grado di esprimere, ciò dà un valore aggiunto pazzesco all’importanza di “Addosso” il nuovo pezzo di Kuremino.
“Non sono cattivo sono pieno di odio”.
Il testo parla chiaro di come e dove l’artista è cresciuto, tra sofferenza, situazioni difficili ed emozioni fortissime.
Il nuovo pezzo per Kuremino funge come cordone ombelicale tra lui, come persone, e la sua gente, in contesti sociali, un confronto tra lui e i palazzi che lo hanno cresciuto, guardandolo dall’alto, con l’obiettivo di creare un collegamento emotivo tra artista e pubblico.
Da ascoltare da soli.
“Questo pezzo è un cordone ombelicale tra me e la mia gente
Tra me e i miei palazzi
Spero possa collegarmi anche con voi”
A cura di: @misparoingolaaa
PIAZZABOLOGNA, MAMELI, GORBACIOF – MALEDETTO TI AMO
Immaginati di essere alle giostre del paese e di sentire qualcuno dire: Altro giro, altra
canzone d’amore! ed ecco che parte “Maledetto ti amo”, l’ultimo singolo dei piazzabologna
con Mameli & Gorbaciof. La canzone inizia con un piano melanconico, delicato, che
gradualmente si intensifica in un sound ritmato contemporaneo, che unisce strumenti
acustici ed elementi elettronici.
I protagonisti della canzone sono i contrasti dell’amore, si evince già dal titolo che combina
una maledizione con una dichiarazione d’amore. Sofferenze e complicazioni non sono infatti
sufficienti per resistere a quella persona con la quale c’è una connessione profonda. Ciclicità
e ripetitività, i versi parlano di routine quotidiana, di desiderio e tentativi di cambiamento, che
poi però sfociano in momenti di crisi, come quando cerchiamo di guarire proprio nello stesso
posto in cui ci hanno ferito. Perché siamo convinti che l’amore è l’unica ancora di salvezza
per evadere da una realtà soffocante?Il mood del pezzo in ogni caso è coinvolgente e lo
rende ottimo per ballare da soli in camera
A cura di: @tiscordardime
FIL, ENRA, DNVR – CUPIDO E’ MORTO
Torinese di nascita, canadese di adozione, fil presenta il suo nuovo singolo “Cupido è morto”, la sua voce è soffiata e quasi sussurrata, la base è indie Lo-Fi e ciò ci fa percepire tutto amplificato.
Trasmette tutto il dolore melanconico, di agonia e di solitudine che arriva direttamente nell’animo dell’ascoltatore, colpendoci con la “freccia” della musica nel cuore.
Nel suo nuovo singolo ci suggerisce una riflessione straziante e profonda sull’amore e sulle relazioni, soffermandosi sulla rottura di essa: “mi sveglio alle 8, ma tu non sei nel letto, cuscino bagnato, una notte di pianti” così si apre il brano, trasportandoci tuttə nel mondo nostalgico del ricordo.
“ma Cupido è morto, il suo cuore si è rotto, in una sera finita in pazzia” nel ritornello l’artista evidenzia come nemmeno il paladino dell’amore può controllare questo sentimento e nulla può salvarci se non una fievole speranza di niente.
Una melodia fischiata chiude il primo ritornello, facendoci vibrare e percepire lacrime che scivolano sul viso fino a cadere a terra a formare una pozza d’acqua.
Sentimenti ed emozioni che tuttə abbiamo provato nel nostro piccolo, in un modo o nell’altro.
A cura di: @alek_andros_
TIERRA WHACK – 27 CLUB
Con una traccia dai temi particolarmente deprimenti, torna sotto i riflettori TIERRA WHACK, dopo ormai tre anni, con la sua 27 CLUB.
La traccia ha una base particolare, quasi nostalgica — pare una ninnananna; ci rende tutti leggeri, ci mette a dormire.
È di un umorismo macabro, perché in realtà, il titolo della canzone si riferisce all’infausto “club” degli artisti morti a 27 anni – Kurt Cobain, Amy Winehouse, Janis Joplin, Jimi Hendrix… – e il testo parla proprio della triste popolarizzazione del suicidio, della normalizzazione della depressione e del non fare nulla a riguardo.
Il video prende in giro questo concetto, quello di stare male e al tempo stesso troppo male per prendere la situazione in mano: un cast carnevalesco di pagliacci e maschere fa da sfondo a quella che sembra, ironicamente parlando, una melodia da titoli di coda, da finale.
Il connubio tra maschera allegra e musica eerie, distorta in certi punti, rende perfettamente la realtà della depressione, esemplificando sia l’atteggiamento esterno – similmente spensierato – che il reale tumulto interiore.
Il singolo è tratto dall’album, “WORLD WIDE WHACK”, in uscita il 15 marzo.
A cura di: @stellinedicarta
STASI – GUANCE DI SALE
Il nuovo singolo di Stasi, giovane ragazzo pistoiese che vive a Torino, è Guance col sale.
Il brano va ad aggiungersi all’ultima uscita “acrilico” e riflette il percorso artistico intrapreso
con Frank Sativa, fatto di tendenze elettroniche e pop, con qualche sfumatura dance.
Il mood è quello di uno di quei grandi pianti esistenziali in cui riflettiamo sul nostro vivere,
sui nostri sogni e i nostri progetti, spaventati dall’idea che sia tutta una grossa illusione, ma in
cui la fase tragica lascia spazio a quella sensazione di ritrovata serenità.
La linea melodica della voce contribuisce alla costruzione di questo spazio emotivo di cui
chiunque si può sentirsi parte.
Siamo sicuri che Elia meriti di essere ascoltato, quindi siate pronti a lasciarvi stupire
A cura di: @miss_paluz
LEO LENNOX – IRIDE
Leo Lennox torno dopo il suo album “Souvenir Altrove” con un nuovo singolo: “Iride” dal suono dance e catchy cela il racconto di una relazione che va verso la sua fine. Ironia e significati nascosti, che forse solo guardando le Iridi dell’artista da vicino puoi comprendere. In questo brano ci ho visto una crescita a livello musicale rispetto al progetto precedente, “Iride” è matura e divertente, fiera di essere un ossimoro vivente. “Iride” è un pianto in discoteca, il dolore del non riuscire a provare più niente dopo aver sperato fosse la volta buona. Il vuoto della leggerezza, un soffio d’aria e di noia su un cuore troppo arrogante per accogliere fine alla fine qualcuno al suo interno. Tra cantanto rap e ispirazioni al mondo dance francese Leo Lennox che ha donato una perlina che vi consiglio caldamente di ascoltare XOXO
A cura di: @annasp.o
LUCIENN – S0LI
Luciennn è un cantante e produttore italiano, membro della Lebonski360 di Salmo. Nel 2021, produce diverse tracce del disco “FLOP” di Salmo e rilascia il suo producer album intitolato “JUST DO IT”. Nel 2022, compone parte della colonna sonora di “Blocco 181”, la serie tv di Sky, e lavora all’album “BLOCCO 181 – ORIGINAL SOUNDTRACK”, producendo per Noyz Narcos, Baby Gang, Ernia, Ensi e Nerone. Nel 2023, co-produce il brano “Egoista” di Shari in gara al Festival di Sanremo e avvia il suo progetto solista in collaborazione con il suo collettivo di producer. Oggi, esce: “SOLI” in collaborazione con AURA: brano adatto a chi ha un continuo tira e molla nei propri rapporti e non riesce ad andare avanti.
A cura di: @francyexee
KHARFI – DRAGONFLIES
In occasione del suo compleanno, Kharfi ha deciso di far uscire un nuovo singolo, “dragonflies”.
Un pezzo che presenta in modo chiaro ed elegante il suo modo di approcciare alla musica.
Con un pezzo che rappresenta la confusione di un periodo difficile, alleggerito e passato grazie alla musica figlia di Kharfi stesso.
“dragonflies” racconta un viaggio personalissimo, che, come ogni brano dell’artista, è in grado di trasmettere i fatti, le emozioni e i pensieri di sé stesso in modo pulito e raffinato.
E’ un pezzo che all’uscita merita una celebrazione, come di fatti è successo venerdì 16 all’Ostello Bello, in Duomo a Milano, in cui Kharfi ha avuto l’occasione di suonare ed interfacciarsi direttamente al suo pubblico, come solo lui sa fare.
Con lui si sono anche aggiunti tantissimi amici a suonare, creando l’atmosfera perfetta per presentare il nuovo singolo.
A cura di: @misparoingolaaa
MAHMOOD – NLDA
Mahmood cavalca l’onda di Sanremo e non aspetta un attimo: sesto alla competizione ma primo nelle clssifiche, si precipita a rilasciare il suo nuovo disco, NLDA.
“Nei Letti Degli Altri”, il suo terzo album, riconferma la continua evoluzione dell’artista, che non si ferma a nessuno stile ma continua a sperimentare.
Le produzioni sono ricercate, complesse e mai banali. Da dei suoni sulla scia di CouCou Chloe fino a chitarre degne di un pop più classico, la voce di Mahmood si espande e crea linee vocali uniche su ognuna di esse.
Ogni brano ha le sue differenze, si parte da quasi un banger di strada come ‘NLDA intro’ per passare all’ormai universalmente nota ‘Tuta Gold’ per finire sul brano d’amore più sentiro dell’album ‘cocktail d’amore’.
Le trasformazioni sono continue, imperterrite: emozioni e sensazioni di cui si sente il vissuto, ogni lacrima trascorsa.
Nei letti degl’altri è un viaggio tra le storie vissute da Mahmood, i suoi amori e le follie che si combattono tra i cuscini.
Tantissimi letti, ognuno con qualcosa da raccontare, a cui viene dato un suono e una voce.
Erotismo e amore si fondono assieme a una vita complessa, tutta spiegata come mille lenzuola sopra dei materassi che racchiudono un vissuto.
Un ottimo terzo album, da un Mahmood che non accenna a sbagliare un colpo.
A cura di: @melpotcosmos