EUROCLUB – DESIDERIO (@Flouryne)
Il dream team dell’elettronica si è riunito sotto il nome di EUROCLUB. DESIDERIO è il loro primo singolo, una connessione diretta a un universo in movimento, fatto di energia danzante e synth. EUROCLUB è l’unione di pezzi da 90 che da un po’ ci fanno ballare: Camoufly, automhate, YoungMiles, GregWillen, Runo, LennyDelicious, msft, dommthehuman. Quando diverse menti si incontrano quello che può venir fuori può solo che essere sorprendente – con questi presupposti lo è ancora di più. Non sappiamo cosa aspettarci dal team, ma sicuramente non abbiamo dubbi sul fatto che ascoltandoli non resteremo fermi. In un momento in cui siamo sempre super stimolati e la musica elettronica/club/techno si sta riprendendo lo spazio che merita, la voglia di danzare e divertirsi è tanta. EUROCLUB è un tassello importante al panorama musicale. I migliori DJ si sono uniti, e stanno formando una nuova scena, e ciò ci fa ben sperare per il futuro.
nota: anche se questo è il primo singolo ufficiale, su soundcloud esiste anche Alarma, una bella mina per gli amanti del genere.
METT – Se solo sapessi (@gabriele.zurlo)
“Dal tetto di casa tua / Io ci appenderò il mio corpo.” Quante volte la vita sembra un palazzo così alto da cui si può solo cadere? Il nuovo singolo di METT, uscito questa settimana, trasmette esattamente questo – e anche di più: il peso dei propri errori, una colpa che consuma ma anche il desiderio di rinascita.
Il brano viene retto da una base di chitarra acustica e drums che, con la voce dolce di METT, contrasta i temi trattati nel testo lasciando l’ascoltatore avvolto in un’atmosfera in bilico tra pace fuori e guerra dentro. Tutto ciò si incastra come pezzi di puzzle e ci dona uno sfogo melodico che quasi accarezza chi sta ascoltando, lasciando però lievi graffi e, infine, un senso di speranza.
Consigliato l’ascolto notturno, possibilmente con un cielo stellato, dove perdersi nei ricordi. METT ci porta, infine, un progetto introspettivo, malinconico e ci tiene col fiato sospeso per il suo prossimo passo, sicuramente nella giusta direzione.
“Se fallisco fa’ che sia / Utile, un po’.”
TISANAGINSENG – EVA BLOO, REFO, MISCELA (@alissgarlata)
Con questo singolo che unisce Eva Bloo, Refo e Miscela è impossibile non farsi salire la voglia di sgabberare sotto cassa. Le vibes sono quelle della club culture: casse che pompano, bassi che vibrano e tanta energia. Il titolo TISANAGINSENG è un contrasto: un ossimoro che vede da una parte la tisana calda, un momento rilassante, di cura di sé, e dall’altra il ginseng, che ti sveglia e ti mette in moto. La canzone di rilassante ha ben poco: è attiva, movimentata. Questo è il dualismo del brano: sciogliere i muscoli per poter sgabberare per ore tutta la notte. La collab tra Eva Bloo, con la produzione di Refo e il collettivo Miscela, crea diversi strati nel brano, un insieme di idee. TISANAGINSENG è una contraddizione che passa in secondo piano, travolta dall’impatto del ritmo. Il brano è visionario, una boccata d’aria per l’elettronica italiana.
GIOIA LUCIA – FORSE UN GIORNO (@camillaiann)
Con l’autunno che avanza, il peso dei pensieri più freddi si fa incombente. “Forse un giorno”, l’album di debutto di Gioia Lucia alleggerisce e accompagna queste sensazioni, regalando uno spicchio d’estate nei giorni di settembre. Il disco si apre con FINO ALL’ALBA, 45 secondi che racchiudono il sapore del progetto: parole protagoniste che si intrecciano a suoni dolci e appuntiti. Gioia Lucia parla sinceramente e ciò che dice si disperde nel silenzio, lasciandoci incantati.
Il silenzio viene rotto da DISCO GIOIA, pop-funk audace che ribadisce la personalità dell’artista: autentica e accattivante. “Mi dice che devo iniziare a parlare di me.”Segue FLUSSO, ballata candida dove le parole diventano più rumorose dell’R&B che accompagna il pezzo. Un inno all’emancipazione, lontani dal giudizio altrui. X NON PENSARE + è costellata da intrecci di voci e armonie che evidenziano sentimenti intensi. La traccia alterna suoni pacati e profondi, come gli alti e bassi interiori. Poi arriva LE TUE MANI, LA TUA MOTO, un disco-funk maturo e sicuro di sé. La traccia parla in modo spregiudicato, proprio come la linea di basso che la sorregge parlando di una esperienza comune senza mai peccare di carattere.
VENTO IN FACCIA corre libera tra drammaticità e delicate tastiere. Nasconde un funk agile che maschera e rivela la trasparenza dell’artista. La collaborazione di Ombra sottolinea l’ambiguità, mentre fiati e voce aprono un varco tra luce e penombra. Con MORTA D’AMORE, uno dei singoli, Gioia Lucia porta alta la sua bandiera. Vitale e disperata, la traccia affronta emozioni cristalline: i synth allungano l’estate e i sentimenti si annodano nella tessitura sonora. Gioia Lucia senza timore, ci parla della sua avversità con gli “amori pettinati”, trasferendola in un suono convoluto e pieno di desiderio. PAROLE VUOTE abbassa il tono: serena, spazza via la sfacciataggine per concedersi alla verità delle cose che non funzionano. Un soul sinuoso che non si ferma alle orecchie, ma scivola dietro agli occhi, ponendo l’accento su ciò che siamo quando nessuno ci guarda.
Chiude GLI OCCHI (OUTRO): “È rischioso affidare agli occhi, i messaggi più forti.”
Un folk tenero incornicia la domanda finale: le parole bastano per spiegarci? Gioia Lucia abbandona la sua audacia per poco meno di due minuti. Chiude il progetto sussurrandoci che ci può spiegare in mille modi diversi, in mille generi diversi ma a volte è la sincerità degli sguardi a sorprendere chi ascolta.
MEW – BUIA (@GIORGIA.CELENTANO)
Con un post social Mew svela titolo e data d’uscita del suo primo EP “Quando Nessuno Ci Vede”: venerdì 10 ottobre. Nel frattempo questo venerdì ci ha lasciato un assaggio di quello che ci aspetta, tra cui temi personali, introspettivi e riflessivi compresi nel brano “Buia”.
“La mia stanza è sempre stata quel posto: un rifugio, ma anche uno specchio, perché è quando nessuno mi vede che sono io davvero. Ed è lì che nascono le parole che non riesco a dire e le melodie che mi salvano.”
Quando osserviamo il cielo notturno volgiamo lo sguardo verso la luna in modo incompleto: esiste sempre una faccia che non è possibile scorgere. “Il mio dark side lo tengo dentro”, qualcosa oltre ciò che è davanti agli occhi, qualcosa di misteriosamente mancante ma dannatamente affascinante che evoca un’oscurità delicata, segreta, silenziosa.
“Sai che anche il cielo a volte ha voglia di morire quando non ha nessun altro modo per dimenticare”. Persino l’infinito ha bisogno di nascondersi e respirare nella sua stessa oscurità. È un invito al raccoglimento, all’introspezione, all’ascolto di ciò che resta nascosto dentro di noi.
“Non sono la stessa, non sono più la stessa”, è successo che “sono doppio di un mezzo disastro”. Mew porta dentro di sé sia il silenzio che la luce. “Ti lascio nella parte buia”, proprio lì, nel lato nascosto, non immediatamente accessibile dove custodisce se stessa, per davvero.
MOONCLER – MALINQUORE (@brusilre99)
La scena campana riserva sempre delle sorprese e torna a farsi sentire con il nuovo album “MALINQUORE” del rapper beneventano MOONCLER. Conosciuto nel panorama underground per il joint album insieme a Rafilù e per le sue liriche in dialetto, questo è il suo primo disco da solista. Dodici tracce che spaziano tra diverse emozioni e sentimenti, ispirati dall’esperienza di vita dell’artista, tra brani introspettivi, momenti spensierati e anche dure realtà. Il titolo, scritto erroneamente, riflette la spontaneità dell’artista nel scrivere tutto ciò che prova di getto, senza pensarci troppo; nonostante ciò, lo fa a malincuore, per rappresentare la sua generazione cresciuta in un contesto difficile e riaffermarne il proprio valore.
Tra le varie collaborazioni ci sono artisti più noti come Silent Bob e Sick Budd, nei singoli “Nel bene e nel male” e “Vista luna”; Chicoria con Rafilù in “Bengala”; Speranza in “Cafù”; e Yamba in “Un amico a caso”. È presente anche la produzione di Bosca in “Ngul a gent”. Inoltre, ci sono rapper meno noti ma non meno importanti per la vita dell’artista, come Lil Manda e Tamburo, entrambi di Benevento, cresciuti insieme a MOONCLER tra musica e iniziative per la città, formando il movimento ZONA OVEST MUSIC, il logo del quale è riportato sulla collana che il rapper indossa sulla copertina dell’album.
UNK & VISINO BIANCO – L’ULTIMA STELLA (@CECINESTPASANDREA)
Un brano che sembra nascere in apnea e poi esplodere a pieni polmoni. Partenza con un piano pieno di emozione, beat dritti, senza compromessi, che fanno da scheletro a un racconto viscerale: Visino lascia colare immagini crude, intime, come se stesse scrivendo col sangue più che con l’inchiostro; UNK gli risponde con barre che non cercano il decoro ma l’urgenza.
Quello che colpisce non è solo l’energia – che pure è tanta – ma il modo in cui la canzone riesce a tenere insieme vulnerabilità e ferocia. C’è dentro la memoria di errori, il peso delle scelte sbagliate che però ti fanno essere quello che sei. È il riassunto di una conversazione tra amici, ma suona come un manifesto.
In Italia non c’è molto che suoni così: grezzo e lucido allo stesso tempo, come una confessione detta a voce alta in una stanza buia. E quella “ultima stella” non è tanto un simbolo da seguire, quanto un avvertimento: tutto può spegnersi, da un momento all’altro.
CLAMO – SOLDI/FOGLI (@betta.dmrtns)
C’è un’urgenza nuova che attraversa la musica urbana ed elettronica italiana, e Camo sembra incarnarla con naturalezza. Nata a Milano nel 2002 da madre tedesca e padre italiano, cresce a cavallo tra due culture, trovando nella musica il suo terreno più autentico.
Il primo contatto con la techno arriva nel 2019, frequentando spazi simbolo della scena milanese come il Tempio del Futuro Perduto. È un colpo di fulmine: la giovane artista si riconosce immediatamente in quell’universo fatto di bassi pesanti, libertà espressiva e appartenenza.
Un passaggio cruciale è Berlino, meta di pellegrinaggio per chiunque cerchi nella club culture non solo suoni, ma una vera filosofia di vita. Qui Camo assimila l’estetica dura e senza compromessi dei dancefloor tedeschi. Tornata a Milano, però, percepisce un’assenza: una figura femminile capace di coniugare la potenza ipnotica della techno con la brutalità lirica del rap.
Da questa intuizione nasce la collaborazione con Nari di Chandelier Studio. Insieme danno vita a un progetto che prende forma in Fogli/Soldi, il nuovo singolo che mescola bpm altissimi, strutture sonore abrasive e testi carichi di autobiografia e denuncia. Non è un brano semplice né immediato: è un ascolto stratificato, che richiede attenzione ma che proprio per questo può aprire una nuova traiettoria nella scena italiana.
Se altrove – dalla Berlino post-industriale a certe declinazioni londinesi – la fusione tra club culture e rap ha già trovato terreno fertile, in Italia resta ancora uno spazio inesplorato. Camo sembra volerlo occupare con decisione, portando la sua voce femminile e diretta là dove il nostro panorama musicale non è ancora arrivato. Una proposta che potrebbe diventare riferimento per una generazione che cerca linguaggi meno concilianti e più autentici.
COLOMBRE, MARIA ANTONIETTA – LUNA DI MIELE (@cognomeproibito)
Dopo anni di carriere soliste, COLOMBRE e MARIA ANTONIETTA hanno finalmente fatto un disco insieme. LUNA DI MIELE, questo il titolo, è un viaggio nell’amore di una delle coppie più importanti del panorama musicale italiano. Nato dal ritrovamento di un vecchio hard disk, l’album rappresenta un’ “archeologia sentimentale” in grado di legare insieme il passato e il presente senza mai idealizzare nulla.
LUNA DI MIELE si muove tra melodie dolci e suoni accoglienti che abbracciano delicatamente una storia d’amore sincera. Nel disco non trovano spazio sentimenti esasperati, ma solo equilibrio, luci ed ombre di una relazione stabile proprio perché sempre in movimento. I dieci brani trasportano l’ascoltatore in una primavera perenne che colora i luoghi d’amore senza celarne i difetti. La Francia, la riviera italiana e le Alpi raccontano di una coppia che, più che seguire la corrente, detta la propria traiettoria ascoltando il ritmo lento delle onde.
Ogni brano è un inno alla capacità di farsi spazio a vicenda. Le crepe presenti nei testi sono aperture che permettono agli amanti di comunicare, di illuminarsi e di riconoscersi negli sguardi. Come la trama di un ottimo film d’amore, LUNA DI MIELE dà un posto ad ogni personaggio in un orizzonte di senso conquistato solo con la complicità. COLOMBRE e MARIA ANTONIETTA sono riusciti in un’impresa difficilissima: cantare il sentimento più importante di tutti in maniera leale e delicata come un abbraccio di velluto.
LEATHERETTE – LOVERS DRIFTERS FOREIGNERS (@capitanossa)
Ding-ding, sono tornati i LEATHERETTE. Nel caldissimo luglio di questa estate hanno portato la loro musica in giro per l’Europa, in un piccolo tour che ha toccato parti dell’Italia e della Mitteleuropa, spaccando sempre con il loro sound geniale. Oggi parliamo infatti della loro ultima fatica, il nuovo singolo ‘LOVERS, DRIFTERS, FOREIGNERS’.
Amanti, vagabondi ed estranei, come potremmo anche definire il mix di sonorità acide, punk e jazzy che i LEATHERETTE ci propongono nel loro brano, il quale si apre con un un’intro fatta di accordi aperti e la voce grave e cantilenante che introduce lo spezzamento della chitarra imbevuta di fuzz. Il ritornello è il vero cuore del brano, che fonde in un’unica sezione quelle che sono le influenze principali della band bolognese, appunto il punk, il jazz e l’indie rock in lingua inglese.
L’urlo postmoderno dei cori che fanno ‘LOVERS! DRIFTERS! FOREIGNERS!’ è il grido di battaglia che sentiamo.
Anche la scrittura del brano, che sa di post punk e hip hop urbano impreziosisce la freschezza del suono di questo splendido singolo.
Come scrivono loro stessi sui social: ‘If it sounds absurd, it makes perfect sense when you listen on headphones’.
Perciò su le cuffie e viaggiate un po’ con la testa, con i LEATHERETTE.
GIOVANNI TI AMO – CAMBIARE PER TE (@frapicta)
Giovanni ti amo e no, non cambiare, per favore.
“Cambiare per te”, ultimo singolo del cantautore casertano classe 99 racconta, con la schiettezza puntuale che tutti vorremmo avere, quelle sensazioni agrodolci che ci percorrono la schiena quando siamo innamorati, ma non vorremmo esserlo. O forse, vorremmo esserlo ma alle nostre regole.
“Per te perdo tempo in cose inutili: vado a teatro, parlo di sport, e non penso che sia un bene farmi andare bene tutto di te”
Quante cose facciamo pur di non perdere la persona che amiamo? Questo pezzo è fresco e scanzonato, ma non per questo superficiale: temi come l’amor proprio e l’autodeterminazione sono centrali e ci dimostrano, ancora una volta, che Giovanni non deve proprio cambiare.
“Taglio i capelli come piacciono a me e, se tu mi lasci domani, non verserò una lacrima”
18K – FROSTED SILVER (@alberto.rogano)
Dopo l’ottimo posizionamento nella scena ottenuto con “ANTI ANTI” e la sua successiva deluxe version, 18k è tornato con un nuovo singolo lo scorso venerdì: “Frosted Silver” è fuori ovunque per EMI Records.
“ANTI ANTI” ci ha abituati a delle sonorità crude, violente e di netta mancanza di schemi e, in simbiosi con la voce rotta dell’artista, i brani risultano pieni di rabbia al pubblico. “Frosted Silver” ha un suono più ricercato, più “congelato”, dove la produzione curata dal team Ed Mars, Masoo, 4997, d/rose rallenta i ritmi per lasciare spazio al testo e alle emozioni ingarbugliate di 18k. Il mumble rap qui si apre verso sonorità a tratti più melodiche ed esalta a pieno la sperimentazione di una sorprendente versatilità dell’artista. L’atmosfera cupa del brano si riflette nelle liriche dove la ricchezza, e lo scintillio argento delle immagini raccontate nel ritornello si contrappongono con la dura realtà che questo fragile mondo crea nel relazionarsi al mondo.
“Frosted Silver” è il brano perfetto per il ritorno di 18k: diretto ma contorto nel suo pieno stile, rap ma sperimentale, rabbioso ma “congelato”, scintillante ma cupo. Che sia solo l’inizio per una nuova season dell’artista romagnolo?
MAXIMILIAN, LAMAKKINA – 1234 (@annasp.o)
Se è vero che per arrivare a qualcosa di grande bisogna iniziare da 1 primo passo, allora Maximilian ne ha già fatti 4. Con “1234”, in collaborazione con LAMAKKINA, vediamo albeggiare il suo nuovo percorso artistico. L’hanno scorso abbiamo ascoltato “Lady Blu + Mi annoia” e “Sanpaku”, avendo un primo assaggio del suo personale stile. In questa era post-tauro abbiamo dovuto riscoprirlo, decostruirlo, ripensarlo. “1234” ha le chitarre funky, i synth e un testo sovversivo e disfattista, ma soprattutto ha quello che ci vuole per restarti in testa. Il ritornello in tedesco è una chicca, e tutti odiamo la polizia, quindi non ci resta che cantarlo. Maximilian gira intorno al tema dell’amore tossico, raccontandolo, fa più un esercizio di stile, che un melenso approfondimento. Decide di prendere una deriva tendente al pop nella musicalità, e ci sguazza bene, creando nella nostra mente questa nuova immagine di lui. Divisive le idee fin’ora, difficile vedere cambiato qualcosa che ci aveva fatto innamorare. Ma l’evoluzione fa parte di questo mondo e noi siamo curiosi di vedere come continuerà questo nuovo capitolo.