E USCITE DELLA SETTIMANA
Ciao a tuttə… Abbiamo una (piccola) brutta notizia da darvi:
Queste saranno le ultime news della stagione estiva, ma don’t worry non siamo sull’orlo del fallimento! (ancora per poco…).
A settembre torneremo + carichi che mai ma continueremo a vederci in VACANZA in festival, sagre, convegni, stampe maglie, post, video, rave e ovunque altro potremmo beccarci!!!
Intanto se non ve la siete ancora segnata:
4 LUGLIO AL @circolomagnolia CON GLI AMICI DI @sottoboscohub, VI ASPETTIAMOOO
E intanto: LE ULTIME NEWS DELLA SEASONNNNN
by @kimo.jpg__
SIAMO ufficialmente in “ANSIA” per il nuovo progetto di MATTEO ALIENO.
Il nuovo singolo “ANSIA” è musicalmente un ibrido: un brano che al suo interno unisce sfumature rock, chitarre elettriche, cori in sottofondo e sonorità tipiche della musica italiana anni 80’, insomma un mix niente male.
Ma “ANSIA” è un brano che non ci vuole appesantire, ma invitarci alla leggerezza, ribellandosi ai cambiamenti di questo paese (mondo) che va sempre più a opprimerci. Nel brano si fanno diversi riferimenti all’Italia e i suoi paradossi, una critica sociale neanche troppo velata che tocca diversi problemi sociali come: le baby gang, l’aumento di violenza, l’ossessione per il calcio che sposta spesso e volentieri l’attenzione sui problemi concreti del paese – che ha sempre avuto tra questi la poca memoria storica.
Ma MATTEO ALIENO si vuole liberare di queste preoccupazioni e ci invita a farci sentire e dire le nostra in piena libertà e senza pressioni esterne:
“Vogliamo suonare, Fare l’amore, Vogliamo una vita come cazzo ci pare, Vogliamo provare, Vogliamo giocare, Non volete capire” senza tutta questa esagera ANSIA che non fa altro che rendere le cose ancora più difficili.
by @Camillaiann
L’estate è ufficialmente iniziata il 27 giugno con l’attesissimo nuovo singolo dei NU GENEA, SCIALLÀ.
Il duo, originario di Napoli, si distingue per un sound caratteristico che evoca l’eco di una città illuminata dalla pazienza. L’inconfondibile funk e l’Italo disco, di cui il gruppo è pilastro, si impregnano della filosofia della tolleranza. La traccia si muove tra ritmi ottimisti, dando volto a quella subcultura meridionale che gioca con la sofferenza trasformandola in potenzialità.
Il basso funk e gli strumenti a fiato parlano quanto il testo rivelando, pazienti, il segreto della solarità napoletana: per non farsi scottare dagli inconvenienti, basta allontanarli.
Tra giochi di parole dialettali e suoni tradizionali, il duo compie ancora una volta la missione di condividere, globalmente, concetti, suoni e parole che sembrano essere esclusivi del luogo che gli ha dato vita.
Sciallà è un inno alla italo-disco e al tempo stesso un invito ad apprezzare le piccole cose.
Forse è proprio a furia di muovere i fianchi che riusciremo a spingere via gli intoppi, trasformandoli in musica.
Per un milione di euro – Mazzariello
by @betta.dmrtns
Mazzariello ritorna con il nuovo brano “Per un milione di euro” per Futura Dischi/ Epic Records Italy. Il 27 Giugno infatti, Mazzariello ci porta nuova musica, uscendo con un brano che mescola toni malinconici e leggerezza pop. Questo gioco emotivo è forse il tratto distintivo dell’artista che tramite una scrittura intima punta dritta alle contraddizioni del nostro tempo e racconta il desiderio di fuga, la ricerca di senso nella ripetitività quotidiana, il bisogno di qualcosa – o qualcuno – che ci riporti a casa. Musicalmente, Mazzariello continua il suo percorso in bilico tra indie-pop e suggestioni retrò, confermando uno stile personale e riconoscibile.
“Per un milione di euro” sarà anche protagonista del debutto live dell’artista al Trento Live Fest, dove aprirà il 27 giugno la serata condivisa con Diodato e Lucio Corsi. Un’occasione importante per testare dal vivo un progetto sempre più solido, capace di parlare con sincerità alla sua generazione.
Con questo nuovo singolo, Mazzariello dimostra che la musica può ancora essere uno spazio di domande, dubbi e sogni – anche in un mondo in cui spesso tutto sembra avere un prezzo.
IOEMEG torna con MARGHERITA, un brano che racconta il peso di un amore mai nato, ma vissuto con l’intensità di una storia svanita come un fuoco di paglia. Un paradosso sentimentale che l’artista trasforma in parole taglienti, sincere e profondamente dirette. La canzone è un flusso emotivo che alterna malinconia e ironia, lucidità e dolore, in un’altalena che suona familiare a chiunque abbia idealizzato qualcosa che non è mai stato. “Non mi sento leggera / ho una palla di piombo ammanettata all’arteria” scrive IOEMEG, raccontando con sincerità quel tipo di legame che lascia il segno anche senza aver mai davvero avuto inizio.
I ricordi si incastrano in immagini vivide, quasi surreali; persino una strada sporca, filtrata dall’innamoramento, può diventare bella come le Hawaii. Il climax del brano, però, ribalta tutto al termine del ritornello: “ma tanto lo sai che ho la sindrome di Stendhal e tu sei un quadro di merda”. IOEMEG dimostra di saper prendere distacco dalla sofferenza e di saper dissacrare anche i sentimenti più profondi
La produzione di MARGHERITA resta fedele al pop, arricchita da elementi classici come batteria, chitarra elettrica e piano, ma è la voce di IOEMEG a dominare la scena: espressiva, cruda, capace di tenere insieme fragilità e rabbia, delicatezza e sarcasmo. MARGHERITA è la conferma che IOEMEG sa scrivere canzoni che pungono e curano allo stesso tempo. E che anche le relazioni mai cominciate possono lasciare cicatrici più profonde di quelle vissute fino in fondo.
Cambiamento, emozioni contrastanti, liberazione; sono tutti gli elementi cardine necessari per compiere una trasformazione. È così che DESGRAÇADO, si inserisce nella discografia di ETHAN andando a completare l’album METAMORFOSI.
Con un linguaggio ibrido tra italiano e portoghese, che caratterizzano la vita dell’artista, assistiamo ad una frammentazione di sentimenti contrastanti che, in un’identità fluida e coerente, diventano coesi. La melodia si lascia andare in una nuova forma, dove i beat non servono solo per ballare ma anche a trasformarsi, ad assolvere il corpo e la mente tra la danza ed il sound seducente.
Il brano non vuole spiegare qualcosa, ma far sentire tutto: il disorientamento, il desiderio e la liberazione. Con la stessa disinvoltura e spontaneità con cui cambia lingua nel brano, ci apre la porta a un mondo di provocazioni, sfrontatezza e appigli suadenti mentre siamo immersi in elementi elettronici accattivanti. Ogni parola diventa manifestazione di una delle mille sfaccettature dell’artista, che non manca di renderci partecipi del suo cambiamento continuo, in un processo di ricerca che fonde l’identità artistica e quella personale.
L’abbandono di quegli schemi definiti diventa un modo per abbracciare dei nuovi aspetti di noi stessi, che forse sono gli unici in cui possiamo ritrovarci davvero.
Questo cambiamento si riflette nella sua musica; prima si spezza e poi si libera.
È pomeriggio. L’atmosfera è opaca, il cielo di piombo. Quanto sia difficile, a volte, restare nel proprio corpo. In “Lasciami solo” Alert canta un pensiero troppo forte per essere pensato ad alta voce. È tutto balbettio, loop, interruzione: lasciami so- lasciami so- lasciami solo. Nella ripetizione si fa chiara la richiesta che si avvita su se stessa, come se potesse bucare la realtà solo insistendo.
Alert parla a chi si è sentito di troppo nella stanza, a chi ha vissuto l’euforia e la nausea di essere troppo buono con se stesso, come se il perdono fosse una forma di vigliaccheria. La voce è impastata, la produzione è minimale ma claustrofobica – suoni spezzati, glitch come pensieri che si rifiutano di andare via. In testa ho i conati, canta, e ti chiedi se è davvero una metafora.
Un brano che spiega la realtà nuda della fuga: da sé, dall’altro, da una promessa non mantenuta. “Ora ti prego / lasciami solo”. Non c’è rancore in questo addio, solo stanchezza.
È una canzone che richiede la stessa delicatezza con cui si maneggia una porcellana crepata. E in fondo, non è questo che vogliamo tutti? Che qualcuno resti, mentre diciamo che deve andare.
“Qualcun altro” di Swewa è un piccolo vortice emotivo, un brano che scava senza fare rumore, lasciando graffi dolci e precisi. La produzione elettronica è densa, cangiante al punto giusto: non resta mai ferma, pulsa come un cuore agitato, come una voce che cerca di farsi sentire anche quando tutto intorno si chiude.
E quella voce – onesta, rotta, ma mai debole – è il vero centro emotivo del pezzo. Swewa canta con un’intimità che si fa corpo, pelle, distanza: «forse è colpa mia, ogni parola una bugia», eppure non c’è autocommiserazione, solo il bisogno disperato di restare umani. Fingere di essere “qualcun altro”, sì, ma solo per non smettere di toccarsi, di credere per un attimo che si possa ancora ricominciare. Un brano che vibra di assenze, ma suona vivo. Da ascoltare a occhi chiusi, quando il silenzio fa più rumore.
Sairo ha presentato il nuovo singolo pubblicato Venerdì 27 Giugno dal nome “MDMA”.
Ha partecipato al Mixtape “ORTO/ OSSIGENO (energia)” con il singolo “UN MINUTO”,
in MDMA si percepisce una crescita e consapevolezza sonora dell’artista.
La produzione musicale è energetica, ipnotica, a tratti presente in primo piano, un perfetto mix tra accompagnamento musicale e presa di posizione all’interno della canzone.
Il genere è pop elettronico, con synth che spesso prevalgono all’interno della melodia permettendo un grande dinamismo al pezzo, molto piacevole da ascoltare già da subito.
“Non ho paura di volare, ho tutto nel DNA, non può farmi del male” è il mantra di MDMA.
Nata probabilmente come necessità di tirare fuori dal proprio Io un’esperienza dell’ artista.
