Skip to content Skip to footer

GLI ALBUM DELLA SETTIMANA (PAZZESCHI)

UNA SETTIMANA DI ALBUM (PAZZESCHI)

ASSURDO, venerdì ci SIAMO svegliati (che è già una bella notizia) e bang abbiamo trovato 4 mega album stra fighi, mettiamo le cuffiette e di botto ASSALTONE di nostalgia “:,)” con Giuse, poi ci siamo ritrovati in jeans e tuta daa kappa con nostra sorella Ele A, un bel cappellino da pesca e salopette per goderci al meglio Refo e per chiudere in bellezza, AAAAAA RABBIA, ODIO, PANICO, (GIGANTESCHE DOLCISSIME COCCOLE) E LTRA RABBIAAAAAAAAAAAA con Vipra.

REFO VIAGGI PARALLELI & SOGNI INCIDENTI
È uscito questa settimana il nuovo album di Refo, membro degli pseudospettri, e anche questa volta ha saputo stupirci con la sua musica. L’album contiene 8 tracce, di cui solo tre sono inedite, e di queste due sono rispettivamente una strumentale di intermezzo e una di conclusione, entrambe molto brevi. Il disco ci accompagna in un viaggio col cantante, che come dice anche il titolo si muove tra realtà e sogno, in un limbo continuo tra i due mondi, che per quanto inconciliabili si fondono, facendoci un po’ perdere nella testa di Refo. L’album, con le sue sonorità un po’ sull’alternative RnB o sull’alternative Hip-Hop, rispecchia ciò che l’artista vuole comunicare, con dei sound quasi mistici, che ti fanno sentire libero da ogni pensiero, in un continuo fluttuare, facendoti poi tornare a terra in alcuni brevi momenti, accompagnandoti però con gentilezza. È indiscussa l’abilità di Refo nel trasmettere ciò, con la sua voce che riesce a essere estremamente leggera, in grado appunto di far capire questo dualismo tra realtà e sogno.

IL CAMMINO / GOOD BYE GOOD BYE
Unica vera nuova uscita dell’album, oltre che introduzione all’album stesso è “IL CAMMINO / GOOD BYE GOOD BYE”. Lo stesso titolo enuncia il compito del brano, che è di introdurre questo viaggio, abbandonando per un attimo il mondo reale. La canzone fa subito percepire la natura spirituale del viaggio, facendo capire come chiudendo gli occhi Refo colga altri aspetti del mondo, nel quale sapientemente riesce a guidarci. Non manca nella canzone un attaccamento emotivo a una persona del passato, che però grazie a questo cammino vuole lasciarsi un po’ alle spalle, salutando con un “bye bye” o un “good bye”, quasi in forma di addio appunto. Verso il finale della canzone poi c’è un forte cambio di sonorità, trasformandosi, dopo una parte strumentale, in una canzone quasi tropicale, di distacco rispetto alla parte precedente. Qui il testo è composto solo di “Good bye”, quasi a lasciarsi alle spalle definitamente tutto, pronto per entrare totalmente nello spirito dell’album.

NASTRO DI MÖBIUS
Dall’inizio passiamo direttamente alla fine, dove troviamo “NASTRO DI MÖBIUS”. Il pezzo, veramente molto breve, contiene solo due frasi, che echeggia in questa breve conclusione, che è: “Sognare è sperare, amarsi è lottare.”. Refo vuole lasciarci così, con questa massima piena di significato. Molto significativo è il titolo, che rappresenta, tramite il nastro di möbius appunto, un qualcosa che sembra impossibile, ma che nei fatti non lo è, confondendo e stupendo per questa sua strana dualità. Allo stesso modo quest’album ci ha fatto viaggiare sul piano del sogno e della realtà contemporaneamente, in un intrecciarsi tra le due continuo, mostrando come sia effettivamente impossibile scindere questi due mondi. Queso è sicuramente un album che riesce a farti soffermare a pensare, facendoti uscire da quella che è da considerare un’esperienza con un sentimento di serenità incredibile.

GIUSE THE LIZIA CRUSH
Tra le uscite di questa settimana è impossibile dimenticare Giuse The Lizia, col suo nuovo album: “CRUSH”. L’album è composto da 10 tracce, di cui due in featuring: possiamo infatti trovare Fulminacci (che ha anche aiutato nella stesura di “Lato A Lato B”) e Altea. Il titolo può essere preso in due modi diversi: sia per il suo significato effettivo, ovvero una crush, una persona che ti piace, a cui potrebbe essere dedicato l’album, ma anche per il suo significato onomatopeico, il crush può essere quello del cuore, che in più canzoni viene un po’ fatto a pezzi. Un’altro punto di vista su questo crush è però sicuramente dato dal fatto che ha spaccato come album, sonorità assurde che ritraggono dei perfetti momenti della vita, ma anche la vocalità di Giuse, che con la sua peculiarità ti fa un po’ innamorare dei suoi pezzi.

INTO STREET
Ad aprire l’album troviamo “Into street”, pezzo che da un inizio col botto. Il brano parla di come una persona possa farti ritornare la luce in te, anche quando tutto sembra andare male. Tutto sembra andare al meglio, nonostante tutto, anche se sai che finirà tu vuoi che duri il più possibile. E allora cerchi di goderti ogni singolo istante, sperando duri per sempre, facendo pazzie e perdendoti sempre di più in questa relazione, che riesce sempre a farti star bene, anche se magari l’altra persona si sta solo accontentando, ma a te non interessa, speri solo se ne accorga il più tardi possibile, per continuare a vivere al massimo e averla li accanto a te. Il ritmo è allo stesso tempo pieno di carica e rilassato, il perfetto brano da ascoltare in gruppo, nel momento canzone insieme, cantando a squarciagola accompagnando Giuse, che con questa canzone ha da subito messo in chiaro la sua bravura.

RICOMINCIO DA TRE feat FULMINACCI
Appena dopo “Lato A Lato B”, di cui già in precedenza abbiamo trattato sul magazine, ecco che arriva “Ricomincio da tre”, in collaborazione con Fulminacci. L’influenza di Fulminacci in questa canzone è intuibile anche dal ritmo, che nelle musicalità ricorda molto il suo stile. Il pezzo parla di una relazione in una fase di stallo, in cui tutto è diventato quasi ripetitivo. Anche se va male effettivamente, non si vuole abbandonare la relazione, che comunque aveva del buono, provando a giocare ogni chance, anche solo come obbligo morale. I ricordi tornano e si ricorda di promesse fatte, di cazzate dette assieme, e allora si fa sempre più forte il non voler abbandonare questa relazione, puntando il tutto per tutto, ricominciando da quando ancora andava tutto bene. Fulminacci in questa canzone si fonde alla perfezione con Giuse, avendo difatti uno stile abbastanza simile, riescono a fare un cambio chiaro ma non troppo distaccato, portando la canzone a un livello successivo, con la loro unione più totale nel ritornello successivo.

EDWIGE FENECH
Subito dopo troviamo “Edwige Fenech”, che con il suo ritmo esplosivo colpisce da subito. La canzone è nel testo molto carica come il ritmo, parlando di momenti di pura pazzia, pieno di botte di energia, che ti caricano un sacco, utilizzando anche droghe, cercando di vivere ogni momento nel modo più scatenato possibile. Poi si va a ballare e si incontra una ragazza sexy, identificata come simile a Edwige Fenech, attrice di molte commedie sexy, e con lei si passa una notte ancora più scatenata, però sotto le coperte, dove tutto rimane pieno di energia. Alla fine però di questa serata, che sembrava quasi infinita, ci si rende conto della solitudine che si prova normalmente, senza più un vero riferimento. La canzone può smentisce così un possibile inno al classico “sesso droga e rock n roll”, facendo capire che una vita così ti da solo gioia temporanea, e che prima o poi dovrai fare i conti con tutto il resto.

ONE MORE TIME
Successivamente troviamo “One more time”, canzone già uscita a ottobre dell’anno scorso. Il pezzo stacca molto col precedente, avendo un ritmo molto più tranquillo, che ti fa sentire quasi cullato dalle onde in mare aperto. Il brano è un ripensamento su tutta la vita passata, con tutti i suoi rimpianti e rimorsi, tutte le esperienze positive e negative, che rimangono nella pelle per sempre, che a volte vorresti solo rivivere per com’erano. Allora nei momenti di vuoto si riesce a pensare bene a quel passato, alle cose non dette e non fatte, che magari avrebbero cambiato tutto, alle amicizie perse che forse è meglio così, ma forse no, a quei viaggi senza una meta, che prima o poi si arriva in qualche modo. La canzone ti incita a voler dire di non dare mai nulla per scontato, perché alcune scelte rimangono impresse, fare ciò che si vuole, prima che sia troppo tardi, godersi ogni momento e non perdersi persone davvero importanti.

RIPROVA DOMANI
La canzone successiva è “Riprova domani”, che con la stessa tranquillità ti accompagna in un altro testo pieno di significato. Il brano è quasi dedicato alla giovinezza, al ribellarsi alle solite idee di società, non farsi travolgere dal mondo che avanza, dalla solita ripetitività, inneggiando alla imprevedibilità della vita di noi giovani, che non abbiamo programmi e fare tutto al momento, senza pensarci troppo, dando poche sicurezze ma facendo sentire una specie di calma in questo. Poi Giuse ripensa a quando era più piccolo, con una relazione che lo aiutava in ogni piccolezza della vita, ripensando a come potesse tornerebbe indietro, per salvare quella relazione. Questa canzone riesce a farti immedesimare perfettamente in quello che Giuse vuole comunicare, facendoti capire le sue emozioni e i suoi desideri, travolgendoti di immagini chiare, che rievocano qualcosa in te, perché chiunque ha passato questi momenti, o magari li sta ancora vivendo.

GOCCE SUGLI OCCHI feat ALTEA
Il prossimo pezzo è “Gocce sugli occhi”, in featuring con Altea che anche qui influenza il brano nel complesso. La canzone vuole cercare un posto sicuro dove migliorarsi, anche se trovarlo sembra impossibile, soprattutto per i vari problemi accumulati. Allora si cerca un modo per andare avanti, ricercando una persona speciale nei ricordi, che ti guidi, ma è sempre più difficile, anche perché quella relazione non c’è più e quella persona non ti calcola più, anche se parla ancora bene di te. Altea in questa canzone si fonde stranamente molto bene con Giuse, lei con i suoi modi quasi eterici riesce a prenderti e farti volare, staccando di netto con le parti di Giuse, che ti fa tornare coi piedi per terra, ai problemi della vita, in una unione che è perfetta per la canzone, che risulta davvero bella.

SINCERA
Continuando troviamo “Sincera”, brano col quale il cantante ha esordito a Sanremo Giovani. La canzone parla di una relazione con qualche evidente problema, all’inizio si cerca di evitare di parlarne quasi, poi però si evidenzia la confusione della coppia, con lei che non si capisce se voglia stare con lui oppure no, vivendo tutto sul momento, rendendosi poi conto di come però questo non tenga, con tutti i dubbi e i casini che rimangono, soprattutto perché lui si sta affezionando sempre di più, e lei mantenendolo in questa specie di limbo lo sta quasi torturando, non riuscendo a capire la direzione da prendere, senza però una reale indicazione. La canzone ha un ritmo decisamente catchy, riesce a prenderti e rimane facilmente in testa, con un ritmo carico e disinvolto, riesce a farti ballare facilmente e allo stesso tempo facendoti immedesimare nella situazione, facendoti sentire un po’ male per lui.

CARA VITA
Penultima canzone è “Cara vita”, anche questa già uscita in precedenza, si accosta perfettamente a “Sincera”, mantenendo un po’ la sua carica. Il brano inizia come un racconto della vita, parlando di esperienze piene di felicità ed eccessi, divertendosi al massimo, con però un piccolo richiamo a una relazione che un po’ ti fa stare male, ripensando a i vari problemi che la caratterizzano, però poi ci si lascia andare, tra una sigaretta e l’altra, in una notte lunga e fredda, piena di puro relax. Giuse poi parla più della sua vita, di come non vuole vendersi per fare successo, volendo sempre essere se stesso. Sul finale poi torna sulla relazione, che però rimane, come nel resto della canzone, un problema secondario. Sicuramente uno degli aspetti più piacevoli di questa canzone è il ritmo con cui si presenta, che come già visto nelle canzoni precedenti ti rilassa e allo stesso tempo carica, in una specie di ossimoro che solo ascoltando capisci totalmente.

ERAVAMO RAGAZZINI
A concludere l’album troviamo “Eravamo ragazzini”, canzone che da subito fa capire la nostalgia che trasporta. È una canzone su un passato senza regole quasi, con una relazione che ormai è sul punto di finire, ma che lui vuole venga continuata, anche se in questo momento riesce a provocare solo dolore. Però poi tornano sempre i ricordi, che ti fanno capire come tutto sia cambiato, da quando non si avevano limiti a una vita molto più regolata, che anche se è più giusto così, fa provare una certa nostalgia. Il finale è un ripetersi di “eravamo ragazzini”, quasi a usarlo come metodo per ricordare quel bellissimo passato, che ormai è finito, che ha perso tutto ciò che rappresentava, lasciando solo un amaro ricordo, che però più di questo non può essere. Il ritmo, insieme alla voce di Giuse, trasmettono perfettamente questa nostalgia, aiutando ancora di più a comprendere il sentimento che vuole trasmettere, chiudendo di fatto in bellezza questo album.

ELE A – GLOBO EP

La terra è fatta per il 70% d’acqua, o meglio: il globo, per il 70% è acqua e quindi onde, correnti, movimenti altalenanti, ma anche violenza, colpi secchi, eleganza pura da osservare, o da ascoltare.
Il mare è onesto, può sostenerti come tirarti giù da un momento all’altro, ma se stai sulla stessa linea d’onda puoi quantomeno capirlo. Ma il mare è anche la folla che incontriamo per strada o il mare di cemento su cui viviamo, e le storie che si creano quando folla e cemento si scontrano con le loro correnti opposte possono essere narrate con la sincerità la scorrevolezza mai anacronistica del boom bap. Ele A si sarà fatta il mio stesso trip costruendo Globo? E io che ne so, l’unica cosa di cui sono certo è che se lo chiamava “Sputando fatti EP” non faceva nessuna differenza, perché sono più i momenti in cui dici “madonna troppo vero” che quelli in cui te ne stai a dare colpi all’aria con la testa andando a tempo. Da Record Deals, che è un caldissimo invito a tenere gli occhi aperti durante la scalata (perché tutti possono fotterti da un momento all’altro, soprattutto quando sei felice di aver spaccato da 0 a 100 stringendo mani grosse), fino a uno9999, che è un pezzo Dnb che non ti aspetti totalmente dopo una scarrellata di Old School anni ’90. E in mezzo gli scorci della vita di Ele che percepisci, che riesci quasi a vedere capisci che la sua schiettezza è una rappresentabilità sostanziale e asciugata fino all’osso, condotta fino al nucleo delle cose viste e vissute con uno stile che o ti piace o ti piace. Pone le domande giuste sul giusto tappeto, anzi sul giusto pavimento, magari fatto di nokia 3310 per dare solidità, e magari da uno di questi senti l’accento incollato alla voce di chi se ne va dal proprio paese, senza che questo se ne vada mai di dosso.

VIPRA – MUSICA DAL MORTO

UOMINI, TOPI E IL MONDO CHE VA A FUOCO, QUANDO UN UOMO CON LE PISTOLE INCONTRA VIPRA

Finalmente, a quasi due anni da Simpatico, solare, in cerca di amicizie, è uscito il nuovo album di Vipra, un’aspra critica sociale a suon di post-punk e barre super catchy.

Musica dal Morto è un album molto ben strutturato dal punto di vista della tracklist, contenente tracce per tutti i gusti. Dalle più movimentate come Mr. Popstar – TENCO o anche Quiet Kid – FLINT, a tracce come l’interlude i’m just a picture on the internet but that’s ok o Vestito di Cristo – VICIOUS.

Curiosa anche la scelta di accostare nomi di personaggi deceduti legati a controversie accanto ai nomi delle canzoni, come appunto Sid Vicious o Luigi Tenco o Mia Martini. Scelta che sicuramente serve a richiamare l’attenzione sui controversi testi delle canzoni, con pesantissime critiche all’establishment e supporto a tematiche di attualità scottanti come la lotta trans-femminista o la violenza generalizzata e quella sistematica da parte delle forze dell’ordine.

In Musica dal Morto infatti le tematiche classiche della musica, come l’amore o la fama, fanno solo da cornice al concetto del disco, molto più pesante e profondo.

Infatti Vipra, anche per tenere il filo, non ha scritto questo disco con autori o dei producers super blasonati, ma con dei suoi amici, il che permette di sentire tutta la pasta di realtà che avvolge questo disco e il risultato è impressionante.

Questo disco è un’istantanea della società nostra generazione, incazzati e tristi, ma anche felici e propositivi come non mai e pronti a ribaltare la situazione, come viene espresso perfettamente in Orsetto Abbracciatutti – YAUCH (traccia che rappresenta perfettamente colui che scrive questo articolo tra l’altro).

Un disco che consiglierei di ascoltare non tanto al normale fuitore, ma alla classe dirigente attuale, perché penso possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che i concetti siano espressi in maniera talmente chiara che sarà difficilissimo ignorarli per chiunque.