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EMOZIONI A CIRCUITO – INTERVISTA A EMMA, JUCK, XX.BUIO E 9DEN

Il 2 giugno è uscito CIRCUITO EMOZIONE, progetto realizzato da BUIO, EMMA, JUCK e 9DEN. Quattro artisti, ma in primis quattro amici, che hanno deciso di regalarci questo disco prezioso, che rivoluzionerà sicuramente il panorama della musica italiana. Sei tracce, interamente prodotte da loro, che, come preannunciato dal titolo, ci trasportano in un circuito tortuoso di emozioni, e stupiscono progressivamente l’ascoltatore brano dopo brano. Si passa da canzoni più hardcore come CORE ad altre più emotive e sentimentali, come ESPECIAL CINEMA, che ci dimostrano che, nonostante i quattro abbiano singolarmente sound riconoscibili e identità definite, sono stati capaci di armonizzarli (e armonizzarsi) alla perfezione, creando qualcosa di nuovo, di più grande. In questi suoni distorti e decostruiti, che si muovono tra i più disparati generi musicali, dall’emo all’elettronica, ma ritroviamo anche influenze techno e drum and bass, c’è l’anima di tutti loro. Ad apportare un’ulteriore aggiunta emotiva al disco, troviamo MANTIS e Luchino Luce, presenti in MAGNETE e FARFALLA COLTELLO. 

CIRCUITO EMOZIONE è una dichiarazione d’amore verso la musica, ma anche verso l’amicizia, che ha permesso la nascita di un qualcosa di così innovativo e straordinario. 

Come e perché nasce CIRCUITO EMOZIONE.
Questo disco nasce da 4 amici che si ritrovano per fare musica insieme, niente di più. È un disco “collaborativo” nel vero senso della parola, abbiamo condiviso insieme ogni passo della creazione ed è avvenuto tutto in fretta e semplicemente. Lo abbiamo fatto perché ci andava e ci divertiva. 

Spiegate il titolo del disco.
Abbiamo passato ore a decidere un titolo per il progetto, fallendo. Fortunatamente ci ha tratto in salvo Mantis proponendo proprio “Circuito Emozione”. 

Descrivete la copertina del disco. Cosa rappresenta? Chi l’ha realizzata?
La copertina è stata realizzata da Christian Kondic in collaborazione con Dalila che ha avuto cura della direzione artistica. La parola da cui siamo partiti è “decostruzione”, abbiamo cercato di creare una macchina che potesse rappresentare tutto e niente, dove le singole parti tutte con una propria identità si uniscono in una macchina più grande, che nonostante le diversità e le incongruenze si incastra perfettamente. 

Presentate il progetto con tre parole e spiegate il perché.
DIGITALE, EMOTIVO, DECOSTRUITO.
Digitale perché è la parola ombrello che più ci aggrada usare per descrivere la nostra musica, dove tutti ci sentiamo a nostro agio. È la musica fatta con le macchine per chi nelle macchine c’è cresciuto. 
Emotivo perché sia nelle parti più pesanti che in quelle più aperte e delicate l’unica cosa che ci ha guidato nella realizzazione di questo disco sono le emozioni, cercare di esprimerle al meglio con le parole e con i suoni. 
Decostruito perché se c’è una cosa che accomuna me, Emma, Juck e 9den è la passione per distruggere i suoni. Ma la decostruzione di questo disco va oltre il sound design, decostruiamo la struttura canzone, i generi e gli accostamenti sonori, la modalità di affacciarsi al mercato musicale, il marchingegno nella copertina, tutto in Circuito Emozione è decostruito, stiamo cercando di costruire qualcos’altro nel frattempo. 

Come definireste il progetto da una prospettiva musicale, dal punto di vista di generi, influenze e ispirazioni? 
Le influenze sono molteplici. C’è tanta musica elettronica, c’è molto emo, è difficile a posteriori incastrarlo in un genere specifico, e francamente dei generi ci interessa il giusto. 

Com’è stato lavorare insieme, sia dal punto di vista umano che da quello musicale.
Semplicissimo, il disco è nato solo perché ci troviamo bene a fare musica insieme, ognuno ha messo del suo nel processo creativo in maniera naturale. 

Quanto sono diverse le vostre identità musicali e i vostri sound? Come si mescolano e incastrano, e come, invece emergono singolarmente in questo disco?
Veniamo tutti da background diversi. Chi dal punk, chi dal rap e chi dalla musica elettronica, nel disco si è creato naturalmente un equilibrio tra le nostre influenze e i nostri percorsi, che in ogni caso si incontrano nella musica digitale. A posteriori è difficile dall’esterno capire chi ha fatto quale suono, però è anche parte del divertimento dell’ascolto. 

Qual è il mood con cui è stato realizzato il disco? Cosa volete trasmettere a chi lo ascolta? 
Questo progetto l’abbiamo fatto perché ci andava di farlo, non sappiamo cosa potrebbe arrivare alle persone. Anche se è uscito da pochissimo però, possiamo dirvi che ci sta tornando indietro dal pubblico quello che noi abbiamo messo nel processo creativo: spensieratezza, dolore, disintegrazione. Siamo contentissimi dei feedback che stiamo ricevendo, sono sempre accoratissimi. In conclusione, il concetto principale e tutto quello che vogliamo trasmettere è la collaborazione. Sta nascendo un movimento, è chiaro, non abbiamo paura di ibridarci perché potrebbe nascere qualcosa di meraviglioso.

Qual è la vostra traccia preferita? E per quale motivo? 
Ognuno ha la sua, ma sicuramente Especial Cinema ha un posto speciale nel cuore di tutti.