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IERI L’ALTRO: EMO VS TRUZZI

EMO VS TRUZZI

IERI L’ALTRO EP.5

“lotte”, milano colonne, piazza del popolo roma, youtube:

ciao io sono una truzza:  https://youtu.be/JMn6v9uokZE

el darion: https://youtu.be/NG2uQWqU7u4

ritorno emo nel 2022: https://youtu.be/6nt-f4SDmdA

NASCITA: è il 2009, stai navigando sulla vecchia schermata di YouTube, fra i video consigliati trovi “truzza vs emo”(https://www.youtube.com/watch?v=kqj7nTUyu0s), “Ciao io sono una truzza” (https://www.youtube.com/watch?v=JMn6v9uokZE), li guardi, ti fai due risate. Sei felice. 

Anche tu ti identifichi più da un lato che da un altro, hai pregiudizi nei confronti dell’altro, frequentate posti diversi, compagnie diverse, ascoltate musica diversa, vi vestite e vi atteggiate in modo diverso. Pensate di far parte di due mondi completamente differenti e per questo non vi sopportate. 

Se ti definisci truzzo indossi abiti firmati, attillati, di colori sgargianti, ascolti la techno e la house. Se invece sei emo indossi colori cupi, stampe con i teschi, porti i capelli con una lunga frangia che a stento ti permette di vedere bene, il trucco sui tuoi occhi è nero pece, ascolti i Tokio Hotel, gli Evanescence e i My Chemical Romance.

AVVENTO: Il truzzo deve le sue origini alla musica che ascolta, definita spesso al tempo come “TUNZ TUNZ TUNZ”. Il luogo preferito della specie truzza è la discoteca, il suo habitat naturale. Si muove in branchi con soli individui della stessa specie, ognuno di essi si identifica tramite nomignoli come “pIkKoLa”, “KuCcIoLoTtA”, “HoUsEttInA”, “BiMbEtToOo”, comunicando con un linguaggio in codice spesso di difficile interpretazione per un occhio esterno. Le loro lettere preferite dell’alfabeto sono la Z, la X e la K.

Agli antipodi troviamo l’emo: le sue radici provengono lontanamente dalla cultura dark e punk. L’emo è un adolescente che si sente incompreso dal mondo, non appagato dalla sua vita e vive questa cosa abbattendosi sempre di più. Carattere distintivo: apatia, tristezza. La vita per l’emo è sofferenza. Per non dimenticare è importantissimo citare la celebre affermazione “Ho il mare dentro”. Si aggira anch’esso in branchi, avvistato principalmente a cavallo fra gli anni 10 del millennio in corso in Piazza del Popolo a Roma o alle Colonne a Milano. Non amano frequentare discoteche o ballare, sono tipi tranquilli e taciturni. 

MIDDLE AGE: Il contrasto fra i due gruppi ha portato spesso a scontri ed occhiatacce. Le differenze sono evidenti non soltanto a livello di stile nell’abbigliamento, ma anche nel modo di vedere la vita, di passare il tempo, di comportarsi nei confronti degli altri. I gusti opposti portano ad una “ghettizzazione”, emarginando il diverso e sfociando nel bullismo. Come succedeva negli anni 80 fra paninari e metallari o come succede ai giorni nostri fra maranza e chiunque altro, le differenze difficilmente vengono accettate dagli altri e si finisce per guardare il nemico con disprezzo. 

Le occhiatacce facilmente finivano con le mani, all’ordine del giorno si potevano trovare notizie di risse scoppiate fra membri dei due gruppi, organizzate spesso in anticipo online su Facebook, Netlog o MSN, decidendo luogo e ora dello scontro. (https://www.romatoday.it/cronaca/rissa-emo-truzzi-piazza-popolo.html

DECADENZA: questo scontro non ha mai visto un vero vincitore. Semplicemente gli adolescenti sono cresciuti e hanno iniziato ad avere altri problemi e preoccupazioni che non fossero più categorizzare le persone in base a quale musica ascoltassero e a come si tagliassero i capelli. Tuttavia, appartenere ad una cultura o ad un’altra ha fortemente influenzato il tipo di adulto che quegli adolescenti sono poi diventati. Oltre allo scorrere del tempo, però, c’è stata anche una grande causa esterna che ha determinato la fine di questo scontro: l’eccessiva attenzione della pubblica opinione che, spesso prodotta unicamente da persone più grandi, ha spesso esasperato la prima generazione che faceva di questo tipo di identità la parte fondante della propria vita. A un certo punto contribuì alla decadenza del fenomeno anche la facilità con cui si potesse diventare emo o truzzi. Così nacque anche un nemico comune, che però tentava di infiltrarsi all’interno delle scene: il poser.

EREDITA’: Se la subcultura emo ha avuto un forte merito, è stato senza dubbio quello di essere stata la prima a svilupparsi non solo nella vita reale, ma a creare contemporaneamente una sua realtà parallela online grazie ai social network. E’ stata la prima volta che l’appartenenza ad una subcultura si manifestava tramite la cura del proprio profilo e la scelta del proprio nickname. Questo grande cambiamento cambia di conseguenza anche i rapporti sociali: nella tua città non c’è nessuno che ti piace e che ascolti i My Chemical Romance? Non c’è problema, non bisogna più fingere che ti piacciano le persone con cui vai a scuola; adesso puoi conoscere persone su MySpace e passare ore e ore online. In questo ambito poi, nascono anche due trend che saranno presto alla base del pop, ossia le web celebrities e i selfie allo specchio. La moda truzza, invece, ha lasciato segni un po’ meno evidenti. Ma è innegabile, in entrambi i casi, che le due mode hanno subito i cambiamenti del tempo, smettendo di essere al centro della scena, ma influenzando i nuovi main trend. Basti pensare alle influenze che l’emo ha avuto sull’emo rap: se questo termine in sé non vi dice nulla, citiamo Lil Peep e XXXTentation. In sintesi, è in questo scontro che è diventato palese per la prima volta che nel rifiutare tutte le etichette esistenti, spesso si cadeva nel rischio di crearne una nuova, altrettanto stringente e commercializzata.