MILANO POSTO DI MERDA È UNA RACCOLTA DI FIGURINE CHE NASCONDONO SEGRETI
Un insegnante, un avvocato, un videomaker e un cantautore sono sul palco Jack Daniel’s durante MI AMI 2024; non è l’incipit di una barzelletta scarsa, bensì lo scenario che mi si è parato di fronte alle 22 circa di venerdì 24 maggio: i GIALLORENZO stavano esibendosi live dopo essere stati fermi per un po’.
Non so spiegarti perché i GIALLORENZO siano così amati, una cult band per la quale i propri fan farebbero di tutto per vederli, ti so solo dire che io, purtroppo, li ho scoperti tardi, troppo tardi.
Sono l’unica rock band che vedrò mai live, ma questa cosa vale per tutti: l’energia che si percepisce durante i loro concerti (come anche in quello al MI AMI) è veramente qualcosa di unico, quasi di irripetibile.
Il punto di partenza è uno: MILANO POSTO DI MERDA, titolo, graffito, manifesto, puoi definirlo come vuoi ma rimane comunque una grande verità.
Milano è un posto di merda e può essere raccontata attraverso un album di figurine in cui conservare gli elementi e i personaggi più iconici e ricorrenti della sua lore. È quell’album plastificato in cui quasi ti ci potevi riflettere, perché Milano è un posto di merda e, forse, lo sei un pochino anche tu.
118 – Jaka Bijol (UDINESE, comune)
Primo pezzo e prima figurina, quella omaggio a cui volevi bene, una di quelle che ti davano in regalo con l’album dei calciatori Panini.
118 è un racconto di guerra al e nel vicinato che pervade un po’ tutti i condomini milanesi pieni di persone che riversano i propri problemi in futili discussioni di zerbini e panni stesi, trincee delle famiglie moderne.
Qui sono anni che non c'è la guerra Se non con l'inquilina al piano terra Porco zio
Il brano è dedicato a Claudio Giallorenzo, l’uomo che ha ispirato il nome della band e antipatico condomino del palazzo di due dei GIALLORENZO, trovato defunto in casa sua due mesi dopo la sua morte. Un uomo che aveva lavorato nell’ambito aeronautico militare e che ha continuato a vivere la guerra anche durante i momenti mondani della sua vita.
Un guerriero dell’aria, credo. Un po’ come Jaka Bijol. Claudio siamo noi, Claudio siamo io e te: quel vicino odioso che fa di tutto per starci sui nervi. Siamo, in fondo, noi stessi. Siamo il vicino che butta le briciole sul nostro balcone, siamo il vicino con il cane che abbaia, siamo il vicino che si spara questo album alle 3 di notte (che comunque ha ottimi gusti). Siamo un po’ tutti Claudio Giallorenzo.
RASTA CHE FA LE FOTO – Renato Sanches (ROMA, rara)
Per i cultori di FIFA Renato Sanches è un essere mitologico, wonderkid nel mondo virtuale e oggetto misterioso nella vita reale.
Un po’ come il RASTA CHE FA LE FOTO, un titolo che racconta un personaggio iconico della scena musicale milanese, un essere troppo incredibile nella sua iconicità per essere reale.
Lo cercavi tra le folle ai concerti, per vedere se ci fosse: era una garanzia.
Il pezzo però, a discapito del personaggio a cui è dedicato, parla di un continuo perdersi per poi ritrovarsi, è il racconto di un cane che si morde la coda e non sa nemmeno il perché.
Di mio non ho poi molto E come mai ti cerco sempre Dove non sei?
Nell’attimo fuggente in cui il tuo sguardo incontra quello del rasta si crea un rapporto che ricorda quel tipo di amore che non si realizzerà mai: sarà per sempre lì, fermo, immobile e impossibile ma sempre ad un centimetro dalla sua venuta al mondo.
CONDIZIONI METEO CRITICHE
Questa non è una situazione come tutte le altre e, forse, non è neanche troppo corretto parlarne nei termini di album e figurine.
CONDIZIONI METEO CRITICHE racconta del deragliamento del treno Cremona-Milano all’altezza di Pioltello, non tanto di un personaggio della lore quanto un momento tragico nella storia ferroviaria italiana.
Non c’è un solo e vero motivo per cui questo sia uno dei pezzi più importanti della discografia dei GIALLORENZO: potrebbe essere l’argomento, come potrebbe essere il testo a metà tra l’indifferenza tipica dei pendolari e la drammatica realizzazione della tragedia oppure, molto più semplicemente, sta tutto nell’innata capacità dei GIALLORENZO di saper fotografare e raccontare il tran-tran quotidiano.
Forse il motivo neanche esiste.
Forse, e dico forse, le belle canzoni sono memorabili perché sono belle canzoni.
Banale, no?
Non voglio più restare qui
Ma non c’è nessun posto
Mi hai lasciato solo
A ricordarmi che poi finisco
ESTERNO NOTTE – RUAN TRESSOLDI (SASSUOLO, comune)
ESTERNO NOTTE, titolo che ricorda le didascalie delle scene dei film, è un pezzo struggente.
È una canzone della buonanotte che nasconde, come tante altre canzoni all’interno di questo album, più di quello che l’orecchio sente: un mondo, un sistema, una cultura e una Milano che hanno la tendenza di dimenticare i propri figli emarginati.
Sono madri e padri disinteressati che preferiscono apparire brillanti piuttosto che abbracciare e risolvere le loro difficoltà più oscure e dimenticate.
Invece, la notte da te
Una sola strada tra i filari
Nessuno se ne accorge se ci muori
Ma si vedono le stelle ancora
Non c’è un vero motivo per cui abbia senso legare un giocatore a questa canzone, ma forse è proprio nella contraddizione con il contenuto del brano che funziona il paragone.
Specialmente quando si tratta di Tressoldi, il più contraddittorio tra tutti.
FESTA – Hakan Çalhanoğlu (INTER, Rara)
Chi ha amato sa, basterebbe questo per parlare di FESTA.
Ma forse non basta.
Abbiamo tutti la tendenza a trattenere ciò che amiamo, non per necessità possessive, ma perché amiamo star bene e vogliamo avere persone vicine.
Ma quando tutto finisce, cosa rimane?
Riusciamo davvero a trattenere qualcosa tra le mani?
No, non rimane nulla, anzi: rimane solo quel senso di vergogna che ci monta dentro quando vediamo ciò che era nostro, ora libero senza di noi.
Di tutto il discorso mi ricordo il punto in cui
Si parla di un altro e tu che vivi insieme a lui
La nuova vita, i nuovi scenari che non ci appartengono e che non ci vedranno mai protagonisti: sono questi i protagonisti di FESTA che, come in molte partite, spesso sono solamente pretesti perfetti per subire il gol dell’ex.
KRYPTON – Federico Baschirotto (LECCE, Comune)
“Vengo da Krypton, è stata un’energia a muovere la mia mano per fermare i treni”
Questo è il personaggio a cui è dedicata KRYPTON (ma va?).
Il brano non parla di lui, di treni fermati con poteri paranormali o di solidi difensori leccesi: parla d’amore.
E di ansia.
Un po’ di entrambi e dell’incredibilmente borghese incapacità di distinguerli.
Sei bella come il sole e ti penso sempre
Ho letto in giro che dovrebbe essere
Qualcosa come l’ansia
E dovrei smettere di bere il caffé
KEVIN RAGAZZO SUPERDOTATO – Kevin Bonifazi (FROSINONE, Rara)
3426936979.
Dieci cifre.
Un numero che, da pendolare, avrai sicuramente incontrato almeno una volta nella tua vita a Milano.
Nessuno sa chi sia KEVIN RAGAZZO SUPERDOTATO, tutti sanno, però, che è solo per donne.
Nella mia mente Kevin oggi è padre di due figli, è store manager per Decathlon e ha una grande passione per i negozi d’antiquariato.
Questo è solo il contorno per una canzone che è il racconto di scenari mai vissuti, uno scambio di sguardi che non porteranno mai a nulla; che sia in università, ad un concerto oppure sul treno che ti porta a casa quello che immagini non sarà mai davvero la realtà.
E ti alzi e prendi i libri
E te ne vai con la giacca nera
A casa dei tuoi genitori
Oppure qui
Nel bagno della biblioteca
Ti sembrerà tutto molto bello ma, come il Frosinone in A, ad un certo punto il sogno finisce, lasciandosi dietro solo le scritte che recitano: “KEVIN RAGAZZO SUPERDOTATO SOLO PER DONNE 3426936979”.
IL METODO PERINDANI – Massimiliano Allegri (JUVENTUS, Allenatore)
Culto.
Basterebbe questa parola per descrivere questo brano o, meglio, per descrivere il personaggio a cui è dedicato.
Un predicatore in mezzo al deserto, un incompreso, un innovatore, un dipendente ATM, un figlio, un pazzo complottista.
Edgardo Perindani è tutto questo, è uno di quegli individui affascinanti che incontri se bazzichi la Statale a Milano (che poi la Statale non è nient’altro che il riflesso della Milano che c’è fuori dalle sue stesse mura).
Personaggi che cercano solamente di affrontare la vita a modo loro, stando alle proprie regole e alle proprie credenze.
Un po’ come Massimiliano Allegri.
Ciao da Edgardo Perindani
Specializzato in pitture di mare
E sacrifici umani
ESSELUNGA STABBING – Bryan Cristante (ROMA, Rara)
Il racconto di Milano, quando si parlava della capacità dei GIALLORENZO di fotografare la realtà, sta tutto in questo brano.
Il viaggio senza una metà in una città che è sia madre crudele che nemica gentile, una costante contraddizione tra la bellezza e il degrado.
La Milano di cui i GIALLORENZO cantano (mostrata nel bellissimo videoclip del brano) è quel tipo di giocatore a cui, nonostante il suo modo raffazzonato e falloso di esistere, vuoi bene perché è onesto nella sua identità.
È, in fondo, naturalmente così.
Milano è lo stesso: la scopri nella sua natura ogni volta che guardi fuori dal finestrino. È un posto di merda, ma è il nostro posto di merda.
E le vogliamo bene per questo.
No che non ci penso
Ho preso un coltello
A Ripamonti ti giuro che scendo
Prima che chiudano il super darò
In sacrificio al buio un anziano
E mi dirà: “vieni a farti una vita a Milano”
BONTI – Ademola Lookman (ATALANTA, Ultra Rara)
BONTI sono i GIALLORENZO.
Scritto così sembra una cosa detta tanto per dire, una frasetta pronunciata en passant.
BONTI parla di Bergamo = Bergamo good, Milano bad.
E poi siamo tutti contenti.
Ma non è solo questo: per me BONTI rappresenta i GIALLORENZO, per come percepisco MILANO POSTO DI MERDA e i GIALLORENZO stessi.
BONTI, non a caso, è il “pazzo” più vicino a loro: è un loro carissimo amico nonché ex coinquilino, ed è il motivo stesso per cui questo pezzo li rappresenta così bene.
È la quintessenza di cosa siano i GIALLORENZO: quattro ragazzi provenienti dalla provincia che si interfacciano con la realtà di Milano, cercando in qualche modo di sopravvivere.
Nel cantare di Bergamo, degli aspetti che la rendono bella e indimenticabile, c’è quel senso di nostalgia e di amore per qualcosa che appartiene ad un passato quasi infantile, legato ad una vita che oggi non sembra esserci più.
Bergamo, l’Atalanta e Lookman stesso rappresentano, come BONTI, quel baluardo di romanticismo e malinconia legato alla provincialità lombarda che, d’altra parte, è solo provincia perché esiste Milano.
Tocca di aspettare qui l’alba
E non si vede un cazzo
Solo scritte “forza Atalanta”
E questa nebbia che non se ne va
TUTTE LE COSE – Rosa dell’Atalanta (ATALANTA, Squadra)
TUTTE LE COSE belle ad un certo punto devono terminare.
Quest’album, essendo anch’esso una cosa bella, è soggetto a questa legge universale.
Non è un caso che il brano sia l’unione di un testo scritto da Pietro Raimondi (montag, e cantante dei GIALLORENZO) alle superiori e una registrazione dei Malkovic (progetto di Giovanni Pedersini e Fabio Copeta, prima dei GIALLORENZO): il vero senso di squadra, di unità, si nota sempre negli ultimi momenti delle partite, ad un attimo dallo scadere.
Sara, tutte le cose ti fanno paura
Le tre di notte e non dormi ancora
E ti è rimasta una sola preghiera
Che non pronuncerai
Perché le forze che chiedi
Non le hai
Per concludere penso sia necessario, se non obbligatorio, capire se siamo stati in grado di confutare la tesi posta all’inizio di questo articolo: Milano è effettivamente un posto di merda?
Sì.
E, forse, va bene lo stesso.
Scritto da @triceratobo