Skip to content Skip to footer

DEJAVU NEL 2021 CON MACE

IL GRANDE VIAGGIO PSICHEDELICO FUORI DAL CORPO CON MACE

Immaginate di chiudere gli occhi, lasciando svanire i pensieri, aprendovi a un flusso sonoro che vi trasporta oltre il corpo, in una dimensione dove ogni traccia è un’esperienza che tocca corde nascoste. Tutto questo, solo attraverso la musica.

SIAMO qui oggi per accompagnarvi in quello che più che essere un album è un vero e proprio viaggio attraverso qualcosa di mai sentito prima di quel momento. Stiamo parlando di OBE di MACE, primo progetto a nome del produttore e beatmaker milanese uscito il 5 febbraio 2021. OBE (acronimo di “Out of Body Experience”), si ispira alle esperienze extrasensoriali vissute da Simone Benussi a.k.a. MACE, sensazioni, sogni lucidi, la sua attitudine alla vita di uscire dalla quotidianità, dal proprio corpo, e osservare le cose da un’altra prospettiva. I brani sono una vera e propria rappresentazione in musica di ciò che ha vissuto, un tentativo di rendere in suono un trip che distorce completamente la visione della realtà. Il suono tribale, a volte ipnotico, si muove in maniera fluida e ti porta a galleggiarci sopra, guardando te stesso dall’alto.

Parlare di questo disco significa immergersi nel mondo personale di MACE, dove ogni traccia è una porta verso una visione alternativa della realtà.

La lunga carriera di Mace in produzione musicale lo ha portato a conoscere molti nomi importanti della scena italiana, nomi che ritroviamo fra le voci e le collaborazioni ad OBE, a volte con mix inaspettati: da Gemitaiz a Venerus, da Noyz Narcos a Colapesce e Blanco. L’idea era quella di chiamare tanti amici conosciuti nei vari anni di carriera, o anche artisti più giovani ed emergenti. Tutte queste personalità arricchiscono i brani in diversità e originalità, accostamenti di artisti e voci con background diversi, resi armoniosi da quel genio che è MACE.

Ma perché ricordarlo? Beh, semplicemente perché è stato il seme che ha dato una nuova vita alla musica del nostro paese, abbiamo capito che queste cose si possono fare anche qua, e ci riescono anche molto bene. Questo disco è fonte di influenze culturali e sonore che Mace ha potuto conoscere nei suoi vari viaggi per il mondo, in particolare quello in Sudafrica, che lo convinse proprio a portare novità, nuovi suoni, nuove sensazioni, adattandole però alla nostra realtà. Questo disco arriva nel momento giusto.

L’incontro con Venerus, complice di molte tracce del disco, ha creato un’alchimia unica, e il progetto ha preso forma grazie a un cast di artisti italiani componenti di diverse aree della scena attuale.

Gli ascoltatori italiani una cosa così, fatta “in casa” se la sognavano. Difficile fare paragoni con altro già presente sul mercato e che ti faccia trasportare dai ritmi in questo modo.

OBE non è un semplice album, è un trip collettivo che mescola voci diverse, suggestioni esoteriche e beat ipnotici. Ha ridefinito le coordinate della produzione musicale italiana, in particolare quella dell’hip hop che si è fatto una cosa sola con l’elettronica e i suoni psichedelici. Se oggi ci sono sempre più produttori sotto i riflettori, lo si deve anche a MACE, che con OBE ha dato spazio a questa figura spesso dietro le quinte. Attraverso OBE, MACE ci ha ricordato che la musica è uno strumento potente, capace di portarci oltre i confini del nostro corpo e della nostra realtà.

COLPA TUA – MACE, Venerus, Guè Pequeno

Mi batte forte il cuore, quasi in controtempo

Quando arrivi tu, baby

E solo in un attimo mi sento leggero

Primo singolo della tracklist, scritto mentre era in Sudafrica, con la partecipazione di una cantante sudafricana nella parte finale. Al ritorno in Italia realizza che in questo pezzo la voce di Venerus ci si sarebbe sposata divinamente. Un pezzo sofferto, ma potente, che rende l’esperienza di una lotta interiore e di un desiderio di liberazione, tra attrazioni pericolose e rapporti complicati, attraverso l’atmosfera molto intima dell’urban e del soul.

LA CANZONE NOSTRA – MACE, Blanco, Salmo

“Sono in bilico, dovrei lasciarmi andare giù

Dovrei provare il brivido, un passo e non ci sono più per te

Sono sotto la pioggia come la prima volta

A cantarti “Nel blu dipinto di blu”, era la canzone nostra

Impossibile non cantarla a squarciagola, hit dell’album che si è aggiudicata da subito un posto in classifica per settimane, con oltre 135 milioni di ascolti su Spotify. Parla di amori finiti e ricordi che bruciano ancora, uno sfogo di emozioni tenute dentro fino allo sfinimento. “Non sento più la tua aggressività che mi culla” un forte ossimoro cantato da Blanco che rispecchia una relazione tossica, che porta ad adattarsi a qualcosa che fa solo male.

DAL TRAMONTO ALL’ALBA – MACE, Venerus, Gemitaiz

Quando vuoi perderti

Puoi trovarmi sempre qui

Dal tramonto all’alba

Ne faccio su un’altra

Di notte penso ad occhi chiusi

Di giorno sogno ad occhi aperti

Venerus è nel suo habitat naturale, questa base lo-fi, accompagnato da Gemitaiz, un duo che abbiamo già sentito altre volte in passato in una hit come Senza di me, assieme anche a Franco126. Sound rilassato adatto ad una notte passata a fare le ore piccole lasciando da parte le responsabilità. Un viaggio notturno pieno di introspezione.

BUONANOTTE- MACE, Noyz Narcos, Franco126, Side Baby

Forse quando si muore non si va lontano

Tutto rimane uguale e si sale di un piano

La luna annega nel centro del lago

E questa notte il cielo è a portata di mano

Non va mai come t’immagini e siamo troppo fragili

Pe’ andare in frantumi

E resterò qui a cercarti nel fumo dei ricordi

In cui ci siamo perduti, ma già lo sai

Unisci a base lo-fi/trap il flow old school di Noyz Narcos, la voce di Franchino che canta d’amore e un Side Baby che fa il suo. Tre rappresentanti di tre periodi diversi dell’hip hop romano. Questo è un pezzo che sa di periferia, di vita dura e senza fronzoli, dove però non manca la sofferenza.

NON VIVO PIÙ SULLA TERRA – Rkomi, Venerus

Non vivo più sulla Terra

Vuoto, mi bussi alla porta

Vuoi che mi abbandoni all’aria?

Cielo, facci strada

Diecimila voci e tu mi dici di calmarmi

Dovrei prendere esempio da te

Che non hai ancora mai perso il controllo

Che la fenice spicchi il volo, come vai, vai

Uh, come vai, vai-i

Anche qua vale lo stesso discorso, come fai a non voler ballare quando parte questa canzone? Le voci di Rkomi e Venerus si uniscono perfettamente, e anche qui, chi se lo sarebbe mai aspettato? Il brano porta davvero fuori dal mondo. La produzione è morbida e avvolgente, con un’atmosfera sospesa che sembra rappresentare un’evasione, un desiderio di staccarsi dalla realtà terrena.

AYAHUASCA – MACE, chiello, Colapesce

Sento il mare addosso, il gelo dell’Alaska

Un terremoto, un viaggio in ayahuasca

Abbraccio la paura

Un sentimento antico quanto la natura

Ayahuasca è un racconto del viaggio sotto l’effetto della droga omonima. Il brano nasce nella mente di MACE per esprimere tramite la musica e l’interpretazione vocale di Colapesce e chiello come si sia sentito durante un trip. L’unione con la natura è molto presente, l’uso di frequenze particolari, la voce leggera di Colapesce che calza a pennello con il brano accoppiata con chiello (anche questo un mix di protagonisti inaspettato ma apprezzabile).  Le influenze della cultura esoterica, della musica etnica, con un sitar distorto in sottofondo e il mix di percussioni ci portano in tutto un altro mondo. Le sensazioni del corpo sono completamente trasportate dagli elementi della natura (acqua, aria, terra). La canzone è un trip in sé.

CANDYMAN – MACE, Gemitaiz

Sono Magritte dentro un museo di falsi (Uoh)

2Pac dentro un corteo di fasci

Candyman è il personaggio dell’omonimo film al quale rimane intrappolata l’anima all’interno di uno specchio dopo la sua morte e ripetendo 5 volte il suo nome, egli apparirà.

Gem che rappa della ricerca del piacere e delle tentazioni. La traccia fa pensare a quel lato di noi stessi che ogni tanto vuole andare “oltre”, anche se sa che è pericoloso. La storia raccontata assume una piega sbagliata, il protagonista mantiene rapporti con la ex, capendo però che è una scelta sbagliata.

NOTTE FONDA – MACE, Ketama126, PSICOLOGI

Buio fuori alla finestra

Bevo alcolici alla goccia

Pеrché ‘sta città è una gabbia

E non so uccidere l’insonnia

Sono Jimi Hendrix sopra i quarti

Spargo il sangue come gli altri

Un beat di MACE pe’ curà i tagli

Altro brano di rappresentanza romana. Kety e gli PSICOLOGI trattano a modo proprio di una sofferenza che si cerca di colmare con una vita di vizi, senza voler affrontare i problemi. Apatia e tristezza, una depressione che non ti dà la voglia di alzarti dal letto. Eppure il modo per stare meglio c’è, “drammi e bastardi” ci sono ancora.

SENZA FIATO – MACE, Venerus, Joan Thiele

Io canto, è una lotta

Ti senti risolta

Alzi lo sguardo, ti senti al sicuro

Dici che è l’ultima volta

Che colmi il vuoto con lo spazio che non hai

Che vedi l’oro nel disordine che fai

Venerus e Joan Thiele, fra le voci più interessanti in Italia negli ultimi anni, si uniscono in questo brano. La presenza femminile nell’album è in netta minoranza, eppure la bravura di Joan Thiele vale per venti. Delicata ma potente, dolce, introspettiva, un dialogo fra le due voci come due amanti, un confronto di insicurezza e fragilità.

ACQUA – MACE, Rkomi, Madame

Ti va di passarci una notte con me?

Tra le strette di mano e i giochetti di gambe

Mi va, sì, e ci passo serate

Ma resto in apnea, vedo quanto riesco a restare

Casco come acqua tra le rocce

Come acqua tra le rocce

Come le ginocchia al suono della campanella

Sento l’eco dietro

Casco come acqua tra le rocce

Come acqua tra le rocce

Come le ginocchia al suono della campanella

Sento l’eco, l’equatore

Anche qui ritroviamo tante metafore con la natura, una rincorsa selvaggia fra due cuori portati via dalla corrente. MACE in questo brano invita chi ascolta a lasciarsi andare. L’amore si sviluppa, come in Senza Fiato ma in modo più aggressivo e fisico.

SOGNI LUCIDI – MACE, Carl Brave, Rosa Chemical

“Scapoccio e mi ansio da quando non sei qui con me

Brano che esplora il subconscio e la profondità della mente umana. Beat orecchiabile, con una tromba in sottofondo che dona un tocco un po’ classy e sfrontato. Il brano sembra un po’ fuori dal filo conduttore dell’album, ma anche qua la combo MACE+Carl Brave+Rosa Chemical funziona abbastanza bene.

SIRENA – MACE, DARRN, Ernia, Samurai Jay

Anche se mi spezza non importa

Forse una sirena sei

Solo per un’altra sera

Un po’ dance anni 90/2000, un ritmo attivo che accompagna benissimo il flow delle varie voci. L’ex amata, come una sirena, ancora attira anime a lei e le conquista per sempre. Una donna definita “mantide”, egoista e approfittatrice, disinteressata all’amore e focalizzata solo sui propri bisogni. A lui manca, ma sa che è tutto solo un’illusione e non è vero ciò che prova.

TOP BOY – MACE, Geolier

Ultimo piano d’hotel

M’affaccio a Dubai, ma se vede Miami

Quatto rapper accussì po m’alleno

Dint’ô garage poso nu Carrera, vroom

Geolier nel suo lane, porta quello che sa fare meglio e lo fa bene: parlare delle realtà di strada, dei soldi e della gloria con l’arma del dialetto napoletano.

RAGAZZI NELLA NEBBIA – MACE, FSK SATELLITE, Irama

Il giorno che mi shottano morirà la trap

Anche questo è un featuring molto inaspettato. Unione di voci molto particolare, di generi diversi fra loro. MACE si riconferma in grado di far andare d’accordo tutti creando storie incredibili, seguendo un “genere non genere” in cui sta bene tutto.

SCOSTUMATO – MACE, J Lord, Fritz Da Cat

M’appiccicavo cchiù ch”e bulle e difendevo ‘e debbule

Saccio chi scaturisce ‘o male, adint è sul nfern

Episodi se fanno viv e me fann penzà ô passat

Ogni passo che faccio annanz, tutt”e pass aret vanno cancellat

Pezzo tagliente interpretato dal napoletano J Lord, alla produzione anche Fritz Da Cat, altro storico nel panorama dell’hip hop italiano. La base è tipica dell’old school anni 90, su cui J Lord si apre completamente e mette a nudo la sua vita difficile. Il brano affronta tematiche vicine alla sua realtà, al rapporto con i nonni, ai problemi con il padre violento, l’odio per i bulli e la sopravvivenza in realtà ostili.

DIO NON è SORDO – MACE, IZI, Jack The Smoker, Jake La Furia

“Vorrei gridare se solo sapessi che Dio non è sordo

E Dio non è un mostro

È che nasciamo nel dolore degli altri

E dopo moriamo nel dolore nostro

Izi, Jake La Furia e Jack the Smoker si uniscono in questo brano, esplorando temi profondi come la dipendenza e le sfide della vita. Izi fa capire esplicitamente all’ascoltatore di vivere la realtà a volte come un sogno. Jake la Furia fa trasparire i vari problemi che le droghe portano, ma allo stesso tempo non vuole rimanere lucido per vivere sempre un’esperienza come quella che racconta l’album.

Jack the Smoker chiude per ultimo, pronunciandosi sugli errori della vita di ognuno.

HALLUCINATION

Campionatura del TED Talk del neuroscienziato Anil Seth del 2017, parla di come il cervello umano possa allucinare la nostra percezione della realtà. Dalla spiegazione alla realizzazione, un brano acid techno strumentale da ballare con luci stroboscopiche a palla. Qua fuoriesce il MACE con il passato elettronico del progetto Reset!. Trasforma in suono le visioni, ricreando un viaggio. Scritto “after the influence”, questo brano è solo MACE, senza voci, senza featuring. Parte con un ronzio che segna l’inizio del trip, poco a poco i suoni prendono forma, raggiunge un climax più potente per dare la giusta conclusione alla sua Out of Body Experience.

Articolo a cura di @alissgarlata

Grafiche a cura di @unrealmati

Leggi gli altri episodi di DEJA -VU