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COS’ABBIAMO IN TESTA EP.9

NELLA PSICHE DI UN KILLER

TED BUNDY: IL FASCINO DELL’OMICIDA

Ted Bundy, lo avremo sentito tutti nominare almeno una volta, il nome di un serial killer che, anche se non famoso per essere il piu’ crudele e prolifico nelle sue azioni, ha fatto molto parlare di se’, ben distinto dagli altri assassini, per via del suo carattere narcisista, egocentrico, impulsivo e manipolatore (insomma, una brava persona), ma allo stesso tempo, gentile, affascinante e disponibile.


Tutto iniziò quando ancora era neonato:
Theodore Robert Cowell (successivamente Bundy), figlio di padre ignoto, inizio’ la sua vita con l’inganno, ovvero, i nonni finsero per lungo tempo di essere i suoi genitori, e la madre, sua sorella (ebbe come conseguenza un trauma appena Ted lo scopri’, distorcendo ancora di piu’ la sua visione del mondo), crescendo, il giovane inizio’ a sviluppare comportamenti impulsivi e varie perversioni, come spiare negli spogliatoi femminili o rubare intimo.


Tutto cambio’ quando conobbe Stephanie Brooks, una ragazza con lunghi capelli mori con una riga in mezzo, questa fu la sua prima esperienza sessuale, ma, a causa del suo comportamento impulsivo e manipolatore, Stephanie decise di chiudere con Ted, ed e’ in quel momento che la sua furia omicida si risveglio’, quando il suo ego venne fatto a pezzi da una persona che lui credeva fosse di sua proprieta’.


La sua storia continua ancora per molto, qui, purtroppo, analizzeremo solamente il suo profilo psicologico e il modus operandi, molto complessi, a mia opinione:
Ted rientrava nella sfera dei disturbi antisociali della personalita’, i suoi obbiettivi negli omicidi erano la vendetta verso Stephanie, difatti, le sue vittime erano principalmente ragazze che assomigliavano ad essa, e, la piu’ importante, possedere le persone, era cosciente che non avrebbe potuto comandare una ragazza al 100%, perche’ poteva ribellarsi e scappare dalla sua manipolazione, cosi’ arrivo’ alla conclusione che l’unico modo per possedere completamente una persona, era ucciderla.


Il suo modus operandi era semplice, adescava le vittime con il suo fascino, le portava in un posto isolato, una volta li’, le strangolava e eseguiva atti di necrofilia quasi rituali: Le truccava, violentava e sodomizzava, e, stancatosi, nascondeva il corpo e il giorno dopo tornava nello stesso punto per continuare il divertimento.


L’elemento che lo differenzia dagli altri serial killer, come ad esempio il mostro di Firenze, e’ che tutte le sue mosse sono ben meditate e studiate, in modo che nessuno scopra cio’ che fa di nascosto, per questo si era costruito una maschera molto spessa, nella vita cittadina era un uomo molto rispettato, attivo politicamente, repubblicano, prestava servizio nelle linee di soccorso e si mostrava sempre disponibile ad aiutare gli altri.


Venne giustiziato nella sedia elettrica dopo aver ammesso l’omicidio di 30 persone accertate, ma, durante tutto il processo e la pena di morte, rimase impassibile, con in volto il suo solito sorriso egocentrico e malefico.

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