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C2COME FARE LA STORIA – G2 VENERDI’

TORINO, 3-6 NOVEMBRE 2022.
LA VENTESIMA EDIZIONE DEL C2C È FINALMENTE ARRIVATA.

SIAMO stati invitati ad assistere alla ventesima edizione del clubTOclub, uno dei più grandi festival Italiani di sempre. Per presentarvi in poche parole questo evento, bastano i dati, più di 35000 partecipanti, provenienti da tutto il mondo (di questo ne parleremo dopo), tutto ciò in una serie di location d’eccezione, le OGR e il magnifico “Lingotto Fiere” preparato apposta per questo evento e curato nei minimi dettagli. Il tutto con una serie di partner immensi come Stone Island (Strategic), Plenitude, Juventus e molti altri…

Abbiamo deciso di raccontarvi la nostra esperienza all’interno di un’evento così importante, anche per fare un punto di vista esterno, dato che è stato il nostro primo festival. Magari questo nostro piccolo racconto vi farà venire voglia di partecipare ai prossimi c2c, anzi, lo speriamo vivamente dato che, a nostro (modesto) parere, è un esperienza che ti fa vivere la musica a 360 gradi.
Ma ora… bando alle ciance e iniziamo subito a raccontarvi la nostra magica esperienza alla ventesima edizione del Club To Club.

72-HOURS POST FIGHT: Il Set dei 72 è stato qualcosa di pazzesco, era la prima volta che lo vedevamo live e devo ammettere che non mi sarei mai aspettato un’esperienza del genere, tutto il live è stato un lunghissimo fiume in piena dal quale ti facevi trasportare, ci hanno accolto con tenerezza, con note che ricordavano lontanamente dolci carezze, pian piano l’intensità è aumentata e SIAMO passati da piccoli e innocenti bambini accarezzati dalla mamma a veri e propri adulti con note che ti facevano oscillare tra la nostalgia, l’amore, la tristezza ed un’immensa tranquillità. Tutto il set è stato accompagnato da una superba parte visiva (curata da Nic.Paranoia, Bruno Raciti e Shades) la quale è riuscita a far passare al meglio tutto ciò che i 72 volevano esprimere con le loro profonde note, la cosa che ci ha stupito, è che le visual erano live, riprendevano con telecamere e trasmettevano direttamente su Zoom, modificandone poi l’aspetto , la forma e il colore.
Una Menzione d’onore però va fatta, Deepho, l’unico feat (azzeccato alla perfezione) che per chiudere in bellezza questa leggendaria performance fa urlare a più di 500 persone “Milano Maledetta”.
Un perfetto finale per un live memorabile.

AUTECHRE: Nel mentre che ci riprendevamo da quel mega flusso di coscienza chiamatosi live dei 72, ci siamo spostati nel secondo stage per assistere al set degli Autechre, dove però le sorprese non finiscono, appena entrati troviamo il set più inaspettato di tutti, un live TOTALMENTE AL BUIO, hanno addirittura spento le luci del banco con il Merch e i bar, SIAMO rimasti inizialmente un’attimo spaesati, perché trovarci in mezzo a qualche migliaio di persone, tutte al buio con sotto un super set di musica elettronica, è un esperienza da provare almeno una volta nella vita, appena ci siamo abituati a questa sensazione ci SIAMO vissuti a pieno l’esperienza, e dobbiamo ammettere che è stata un’idea GENIALE.

JOCKSTRAP: Dopo una velocissima pausa cena seduti per terra sotto i led verdi di Plenitude, torniamo al Main stage, ed ecco che ci scontriamo con l’inizio della fine. Vediamo salire sul palco due ragazzi, e non conoscendoli non è che ci aspettassimo nulla di che, bene, è lì che capiamo di aver sbagliato tutto, veniamo letteralmente presi a schiaffi dalla voce angelica di Georgia Ellery, accompagnata da suoni eterei prodotti da Taylor, è stata una botta talmente inaspettata che a un certo punto ho smesso pure di fare le foto per godermi questa performance surreale, non hanno avuto bisogno di Visuals o qualche altra escamotage, bastavano loro e la loro musica, arte pura.
Piccolo Off-Topic è ormai da Venerdì che non smetto di ascoltare Glasgow, opera d’arte.

BLACKHAINE: Nel frattempo che eravamo al live abbiamo parlato con amici e colleghi, uno in particolare ci aveva fortemente consigliato di non perdermi il live di Blackhaine, quindi nonostante i 18anni che iniziano a farsi sentire, decidiamo di palesarci allo stage “Stone Island”, ci facciamo spazio tra la folla per andare proprio sotto il palco e aspettiamo, poco dopo vediamo apparire
sul palco questo uomo incappucciato con giaccone gigantesco, il quale inizia a recitare una specie di poesia con in sottofondo un noise stranamente piacevole, tutto a un tratto, il noise si switcha in un beat elettro-drill, Blackhaine si toglie il giaccone e inizia a rappare in un modo talmente tanto forte che tutta la sala inizia con un’Headbanging collettivo, il quale poi sfocierà in un mega pogo nel quale più di 200 persone si spaccavano, e ovviamente, tra questi vi era anche Blackhaine, che è sceso dal palco di corsa pur di poter urlare in mezzo ai suoi stessi fan. Come ha detto un nostro strano collega “BH è stata la miglior sorpresa di questo c2c” e noi non possiamo far altro che confermare, dato che esibizioni con cosi tanta fotta ne ho viste poche, e bisogna sottolineare che chiunque sostenesse un live del genere era un mostro sacro. Quindi se mai vi capitasse l’occasione di poter rivedere Blackhaine Iive, preparate i guantoni, il
paradenti e partite di corsa a fare una delle esperienze più divertenti e hard della vostra vita.

CARIBOU: Dopo essere sopravvissuti, contro ogni aspettativa, al live di Blackhaine, decidiamo di tornare al maine stage, dato che la gente stava sgomitando per vedere il tanto atteso set di Caribou. Non avevano torto ad avere tutta questa fretta, appena arrivati ci troviamo teletrasporti in un mondo psichedelico, fatto di colori accesissimi, musica elettronica e tantissime emozioni contrastanti, ci ritroviamo di nuovo trasportati tra nostalgia e amore, accompagnati dal misterioso canto delle sirene, che in realtà erano la batteria e le chitarre elettriche che hanno accompagnato l’iconica voce di Caribou. Un set fatto di emozioni, per chi non vedeva l’arcobaleno da troppo tempo, il c2c è riuscito a fare una breccia di colori in questi tempi non troppo rosei per gli amanti degli eventi in italia.

LA STORIA: Dopo aver visto tutti i restanti live, ed esserci addormentati sul taxi con cui tornavamo a casa, è arrivata l’ora di trarre le conclusioni dalla nostra prima giornata al C2C.
Omettendo il fatto che eravamo emozionati a bestia, devo ammettere che partecipare ad un festival del genere ti fa cambiare radicalmente la visione della musica, ed anche il modo in cui la vivi. Non avrei mai ascoltato un gruppo come i Jockstrap, e invece mi ritrovo ad avere loop Glasgow nelle cuffie, proprio
perché live pezzi del genere ti trasmettono una serie di emozioni che ti mettono a stretto contatto con l’artista, la musica live è sacra, è così deve rimanere.
Oltre all’aspetto prettamente musicale, troviamo anche una parte visiva stupenda, curata nei minimi dettagli la quale ti riesce a metterti in contatto con tutte le altre migliaia di persone lì per il tuo stesso motivo, vivere un esperienza memorabile, ed ecco perché mi sento di dire che il CLUB 2 CLUB ha fatto la storia in questi vent’anni, e quest’edizione è probabilmente la ciliegina sulla torta di una realtà sacra in Italia e in tutta Europa.