Scusate il ritardo, abbiamo avuto bisogno di riprenderci dall’euforia. A fine giugno siamo stati ad una data del Derivafest, che nasce sotto la direzione artistica di Seadogs Collective (collettivo napoletano che trova i suoi punti di riferimento nell’underground, nel mare e nella pirateria) con la collaborazione di Nowhere Emc e del Kalakuta Festival. I ragazzi di SeaDogs hanno lanciato varie date in diverse location, una delle quali proprio alle pendici del Vesuvio, il 25 giugno scorso. L’obiettivo del festival, nelle parole di SeaDogs, è quello di fare da vetrina a ciò che è interessante- Ecko Bazz, Scumma Do Mar, Materazi Future Club, Thru Collected-attraverso un progetto che mettesse insieme le tendenze alla napoletanitá verace. Il fest vuole promuovere tutti i generi, in particolare il punk e il rock, che sono più dispendiosi da produrre. La crew crede che questo momento di centralità che sta vivendo Napoli debba essere usata in parte per attirare artisti internazionali, inserendoli in contesti diversi da quelli che vengono solitamente proposti ai turisti, in parte per riflettere sulle dinamiche di gentrificazione che stanno investendo le zone urbane e balneabili della città.
SCUMMA DO MAR
L’evento parte col botto. Gli Scumma, gruppo napoletano attivo dal 2018, ci mettono letteralmente due/tre brani a far partire una grandissima pogata sotto cassa. Tra i testi che passano dal sentimentale all’ironico mantenendo un sottofondo di realismo scettico e le composizioni math-rock, nessuno biasimerebbe la reazione del pubblico che, dal pogo, ad un certo punto si è lasciato andare ad un canto a squarciagola che somigliava quasi ad uno sfogo generale, la coesione creata dai ragazzi è stata palpabile con mano. Affrontare temi profondi con leggerezza può spesso essere un’impresa, eppure per gli Scumma sembra essere un gioco da ragazzi. Con una presenza scenica assai genuina, presentano per la prima volta al pubblico il nuovo materiale a cui stanno lavorando; ci rimane solo da dire: grazie Pino.
THRU COLLECTED
Se i ragazzi di Thru Collected si mettessero d’impegno per deludere il pubblico, probabilmente non ci riuscirebbero comunque. Ripropongono pezzi ormai icona, cantano brani più recenti, il tutto con un’umiltà percettibile che porta a sentirli ancora più vicini e convince del fatto che non ci si annoierà facilmente di loro; la carica di Sano, le parole tenere di LuckyLapolo, il timbro di voce di Alice, Peppe e Altea che duettano guardandosi negli occhi e la sensibilità di Fabrizio sono ormai punti chiave delle loro performance live, la peculiarità delle loro produzioni fa sempre ballare istintivamente e l’ibrido tra folklore e sperimentale a cui sono riusciti a dar vita risulta sempre estremamente originale oltre che molto difficile da imitare. Non hanno difficoltà a far perdere chi li ascolta nei loro flussi di coscienza e, nel momento più opportuno, a strapparli fuori dalla trance con sonorità cariche anch’esse di personalità: come si fa a non uscirne soddisfatti?
EMCEE O’ZI
Dalle strade di Napoli all’Ecocamping, Emcee O’Zi tiene incollato il pubblico a se’ con le sue rime pregne di contenuti e di street cred. Siamo già al terzo cambio di genere musicale di fila eppure tutto fila (acusticamente) liscio come l’olio. Con adrenalina e profondità contemporaneamente, catapulta la platea nelle viscere delle strade della città con un’andatura chiaramente ispirata a quella dei migliori MC che hanno costellato la scena napoletana; non si limita tuttavia alle classiche sonorità hip-hop ma si sposta anche verso frequenze più sperimentali, certamente break beat- based, ma pregne di una certa originalità.
ECKO BAZZ
Direttamente da Kampala, Uganda e per la prima volta in terra partenopea, Ecko Bazz porta la folla a ballare senza sosta a ritmo di un genere che mischia grime, hip-hop e dance-hall in una maniera decisamente ben riuscita; dietro le quinte troviamo anche Talpah, ormai una certezza per quanto riguarda la scena elettronica. Non si capisce più nulla, tutti sembrano presi da una psicosi collettiva, il risultato dell’esibizione è estasiante, i suoni carichi e coinvolgenti; i temi affrontati dall’artista (abuso di droghe, vita nei ghetti di Kampala, povertà) seppur non comprensibili alla lettera dalla platea italiana, si possono percepire dalla messa in atto dell’esibizione, dall’energia con cui il rapper porta i suoi testi sul palco, riuscendo ad un certo punto a sbaragliare le barriere linguistiche quando, verso la fine della performance, tutto il pubblico intona a ripetizione uno dei suoi versi.
MATERAZI FUTURE CLUB
La data del Deriva si chiude esattamente come si è aperta: col botto. Un botto tipo quelli che abbiamo sentito scoppiare il giorno della vittoria dello scudetto tutti noi napoletani. Sul palco i Materazi Future Club, anch’essi per la prima volta a Napoli, ci rubano il cuore (e anche un po’ di sudore per quanto ci hanno fatto scatenare). Un post-punk degno di essere chiamato tale e che ricorda quello di alcune band inglesi ormai icone del genere, ma dal carattere peculiare: è infatti tutto incentrato sul calcio. I brani infatti sono accomunati tutti dal campionamento di interviste a calciatori e allenatori e di telecronache calcistiche, i ragazzi si presentano sul palco indossando mascherine di Osimhen e magliette del Napoli come per ringraziare la terra che li ospita e celebrare l’annata ben riuscita della squadra. E adesso, posteriormente, li ringraziamo anche noi per averci fatto visita!
Il 6 agosto ci sarà l’altra data del Deriva Fest, “Punk, Drunk ‘n Bass” in Cilento. I Seadogs vi aspettano!