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LE USCITE DELLA SETTIMANA

Settimana delle stelle qui!!!
Questo sabato 17 maggio abbiamo il nostro primo release party di ORTO a MI al PIANO ZERO in collaborazione con @sottoboscohub!
Vi aspettiamo in numerosi <3
Intanto NEWS DELLA SETTIMANA!! Così da prepararci ai prossimi orticelli 🌿

IL RAGNO, IL SUO UOVO E NOI DENTRO – RICCHE LE MURA (@capitanossa)

‘E sono tornato a cercar la tua tomba
ma al posto del bosco c’era una città’.

Con la loro ultima fatica, ‘UN RAGNO, IL SUO UOVO E NOI DENTRO’ i RICCHE LE MURA ci offrono all’ascolto il suono della Valtellina, che si dimostra così com’è. Da un lato vi sono degli elementi che ci appaiono proprio come ce li saremmo immaginati. Atmosfere boscose e fiabesche, storie e allegorie antiche, suoni che attingono al folk scandinavo e al post rock statunitense, perfettamente distillati e tradotti in una fresca sfumatura di indie rock tutto italiano.
I RICCHE LE MURA riescono a fare qualcosa di complesso, con un disco complesso, fanno parlare i suoni, lasciano che sia la musica a narrare le loro storie, lasciano che sia il suono a immergere l’ascoltatore nella loro scenografia a volte tetra, a volte fanciullesca, ma sempre coerente nella propria rappresentazione.
Ci troviamo davanti a un disco che, un po’ come il paesaggio alpino, possiede un’immensa ricchezza interna pur rimanendo sempre simile a se stesso. Già a partire dal titolo: UN RAGNO, IL SUO UOVO E NOI DENTRO, una sintassi atipica non immediata, come ogni testo ed ogni traccia: una poesia bucolica e intimista.
I musicisti valtellinesi ci propongono un suono compatto che si esprime attraverso una moltitudine di strumenti. Regnano tra tutti ovviamente le chitarre acustiche, i veri generatori degli arpeggi e delle melodie folk tipiche della band in questione, ma non mancano gli interventi di ottoni (come il sax nel brano dalle sfumature swingate ‘TAGLIOLA’), o gli archi e il mandolino in ‘DERSU’, certamente il brano più lungo e complesso presente nel disco, con i suoi sette minuti così atipici per gli standard dell’industria musicale moderna che forse vorrebbe canzoni composte da ritornelli di trenta secondi.
E invece i RICCHE LE MURA si prendono il loro tempo, e richiedono del tempo all’ascoltatore, perché IL RAGNO, IL SUO UOVO E NOI DENTRO è un disco che esige il recupero di una modalità di ascolto attenta e sempre pronta al riascolto.
Con le loro malinconiche ballate acustiche, le loro poesie bucoliche dai suoni ambientali, ed il loro immaginario così singolare ed allegorico, i RICCHE LE MURA hanno confezionato un’opera unica nel loro genere, uno di quegli esperimenti che forse non è adatto a tutti, ma che non si dimentica in fretta.
Un disco perfetto per dare una colonna sonora a queste ultime settimane di primavera.
Buon ascolto.

ROSA CHEMICAL – OKAY OKAY 2 (@brusilre99)

ROSA CHEMICAL torna nel prime con il suo nuovo EP composto da 6 tracce, “OKAY OKAY 2”. Un sequel del suo album d’esordio “OKAY OKAY !!” in cui troviamo i soliti riferimenti all’immaginario di ROSA, ma con un’evoluzione musicale da parte delle sonorità trap, essendo state autoprodotte in parte, e testi sempre più espliciti e incisivi, che rivelano chiaramente come l’artista non si lasci condizionare dalle mode, perchè è lui stesso la moda. Il progetto presenta 2 featuring in tracce diverse, ma sappiamo tutti che dietro c’è una connessione ben più grande. 18K e Macello, presenti rispettivamente in “TECKTONiiK” e “ceo 2”, si rispecchiano molto nello stile di ROSA e lasciano un segno importante in entrambi i brani con strofe taglienti e provocatorie, dimostrando di saper alzare ulteriormente il livello, e di rompere le barriere che dividono artisti emergenti a quelli più affermati.

ora – Chaze (@mattia_pirrone)

Dopo appena una settimana dall’uscita di “insegui”, Chaze torna con nuova musica, il singolo “ora”. Il progetto include due brani inediti, “quasi muoio” e “piangere il cielo”, che segnano un ulteriore passo nel percorso emotivo dell’artista.
Il brano “quasi muoio” sembra raccogliere l’eredità sonora di “insegui”, costruito su un loop ipnotico e familiare. È una riflessione fragile e sincera su perdita, aspettative e resistenza emotiva, con una base elettronica che risuona sotto immagini come “ho imparato a scivolare come sabbia”. Il pezzo è una confessione che si muove tra delicatezza e tensione, perfettamente in linea con l’estetica di Chaze e di “insegui”.
“piangere il cielo”, invece, si presenta come un brano in linea con il progetto ma che comunque suona in maniera diversa alle orecchie dell’ascoltatore rispetto ai precedenti. Il brano racconta l’assenza e la memoria attraverso la metafora del cielo che piange, con synth stratificati e voci frammentate che chiudono la traccia in un finale strumentale che lascia un malinconico vuoto nell’ascoltatore.
Con “ora”, Chaze dimostra ancora una volta la sua capacità di raccontare l’instabilità emotiva attraverso suoni sintetici e parole ricercate attentamente. Un viaggio sonoro breve ma intenso, che non vediamo l’ora di scoprire dove ci porterà.

GRANDE, NON ANCORA – UGO CREPA (@frapicta)

Otto brani di evoluzione e crescita, il racconto di Ugo Crepa nel suo album d’esordio Grande, non ancora – un’unione sapiente di rap, funk e new soul dalle radici partenopee. Ugo Pronestì, però, non è nuovo alle orecchie dei più attenti: si avvicina al mondo hip hop più di dieci anni fa, fondando il collettivo Nerosubianco. Nel tempo apre i concerti dei più importanti rapper italiani e vanta diverse collaborazioni. Il suo ultimo lavoro ne presenta addirittura quattro: Dj Craim, Willie Peyote, Eugenio in Via di Gioia e Calmo.
Grande, non ancora si propone come un viaggio nel divenire delle cose, un concept album tenuto insieme da un filo rosso delicato e autentico, sicuramente genuino. È un conflitto con sé stessi, una lotta per la protezione della propria integrità in un mondo di squali, un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi quando tutto fuori sta cambiando. È una voce nuova che ha qualcosa da raccontare e, anche se otto tracce finiscono in fretta, vale la pena ascoltare cosa Ugo Crepa ha da dirci. Da dove partire? Salsa teriyaki con Willie Peyote o Tasche tue con gli Eugenio in Via di Gioia potrebbero essere due ottime opzioni.

LUCA RE – SP57 (@giorgia.celentano)

Luca Re nasce a Cittiglio, un paese nella provincia di Varese, nel 2000.
Incontra la musica per la prima volta da bambino, quando gli regalano una chitarra dalla quale diventa inseparabile fino agli anni dell’adolescenza.
Durante il periodo della pandemia si avvicina alla sua passione in un’ottica diversa: collabora con Giovanni Mozzillo (in arte Exynos), il suo primo produttore, per poi farsi seguire da Federico Caon (suo attuale manager), con il quale dà vita al suo vero progetto musicale.
Da qui contiamo il primo EP nel 2021, un percorso di laurea in canto e l’incontro con Chryverde, con cui pubblica un successivo EP “Luce”, che farà da apripista per “UMORE 01- 02- 03”.
“SP57” è il nuovo EP, disponibile da venerdì 16 maggio. È la promessa del primo album ufficiale, previsto per il 2026.
“Un Posto Nuovo” è il brano chiave dell’EP e rappresenta il cuore del progetto: uno sguardo nuovo alle stesse cose, la presa di coscienza che il cambiamento vero parte da dentro.

Aprire la finestra per lasciare che il sole accarezzi il viso in questo nuovo giorno: “ho scoperto un mondo nuovo”.
Non gli piace sentirsi in gabbia.
Forse, potrebbe sembrare che sia sparito, ma è solo che ha preso aria.
“So che se scappo non sto risolvendo”, ma purtroppo non ci aveva mai pensato. Era convinto che, prendendo le distanze, sarebbe riuscito a cogliere meglio i particolari, a controllare le situazioni.
Oggi capisce che stare bene è una scelta e “io sto decidendo”.

Può ridere di gusto, affondare il dito nella sabbia e scrivere quello che gli viene in mente. Ora è possibile fare tutto ciò di cui sente il bisogno.
“Sono in un posto nuovo, ma mi sembra così familiare”…

Non è cambiato assolutamente nulla attorno a lui.
Piuttosto, è cambiato il modo in cui decide di guardare alle stesse cose.
Ci vuole coraggio a scegliere la propria felicità, ma una volta superata la paura non c’è più spazio per la malinconia: “respiro di nuovo”, “indietro non ci torno”.

Rizzo – Dove ti han portato (@betta.dmrtns)

Rizzo, giovane artista classe 2002, ha recentemente pubblicato il suo nuovo singolo “Dove ti han portato”, disponibile su tutte le piattaforme digitali. Il brano, prodotto da okgiorgio, rappresenta un ulteriore passo nel percorso artistico di Rizzo, che continua a sperimentare nuove sonorità senza abbandonare il suo stile urban distintivo.
Nel singolo, Rizzo esplora la sensazione di inadeguatezza e di sentirsi fuori sincrono rispetto al contesto circostante, affrontando il tema in modo leggero e coinvolgente. Le melodie avvolgenti e i suoni curati da okgiorgio creano un’atmosfera che invita sia a ballare che a riflettere, in linea con la capacità dell’artista di coniugare emozioni contrastanti nelle sue composizioni.
Rizzo si conferma un’artista capace di dare voce all’universo emotivo della sua generazione, trasformando vissuti intimi in musica sincera e coinvolgente. Con il nuovo singolo “Dove ti han portato”, dimostra ancora una volta la sua inclinazione alla sperimentazione e la sua abilità nel fondere stili diversi, regalando un pezzo autentico che racconta fragilità, contrasti interiori e la complessità del crescere oggi.

TOMMI, MOTH. FEAT LUKE LECOMTE – 4 DI MATTINA (@surprisinglymeowmeow)

Un mix di passato, presente e futuro; pensieri vividi che si fondono alle 4 di mattina, infestando le sinapsi togliendoci il sonno. 4 DI MATTINA riflette una voglia di sperimentare, di unire elementi diversi fino a trovare la combinazione giusta. Tra suoni distorti, glitch e layering si crea una dimensione sonora unica che accoglie l’introspezione, le emozioni e i pensieri degli artisti. Prendono vita come mostri quei sentimenti di odio, egoismo e vuoto, muovendosi come ombre sulle pareti durante una notte insonne.
tommi e moth., rispettivamente originari di Venezia e Perugia, sono un duo che si è già fatto notare con diversi progetti su più piattaforme, e che è tornato di recente con il precedente singolo “tenia” (ascoltatevi anche quello).
La strofa di Luke Lecomte si apre come l’alba che torna a illuminare una stanza buia: uno sguardo alla natura ed alla sua pace, in netto contrasto con un disagio che vive dentro di noi.
Ma la strofa continua ad articolarsi in una sorta di preghiera:
“Vinca il bello dentro al mio corpo
Incida un solco sopra il mio volto
Si sleghi il cappio che ho messo al collo
Crolli la gabbia che mi sono messo intorno”
Un grido di speranza contro l’autosabotaggio, manifestando di riuscire a sentirsi bene anche nella propria pelle.
Noi vi consigliamo di farvi catturare da questo brano e, se non vi bastasse, siamo convinti che si faranno risentire presto.

LANYARD – EXTRACÙTE (@cognomeproibito)

Dopo tre singoli rilasciati nel 2025, il primo album di LANYARD è finalmente fuori. Composto da dieci tracce, EXTRACÙTE è un mix di emozioni, cassa dritta e distorsioni che rappresenta la piena maturità dell’artista targato Pseudospettri. Suoni martellanti da un lato, testi dolci e introspettivi dall’altro: l’album di LANYARD trova una via per esprimere con forza quei sentimenti delicati che spesso rimangono intrappolati nel petto.
EXTRACÙTE è un album per chi prova emozioni forti, ma non sa come esprimerle. Apre uno spazio sonoro nel silenzio, illumina una strada sconosciuta e accompagna per mano l’ascoltatore in uno sfogo controllato. Stare sotto cassa, farsi riempire dal riverbero sembrano le uniche alternative al vivere in un mondo che viaggia su bpm troppo differenti.
Tutto l’album è ricco di paragoni tra mondo umano e mondo digitale. In NOSTALGIA3000, ad esempio, le metafore si moltiplicano: i pixel si fanno emozioni e la memoria umana diventa indistinguibile da quella di un server. Il conflitto tra la prevedibilità di un codice informatico e l’imprevedibilità emotiva è portato all’estremo in più di un brano. EXTRACÙTE oscilla precisamente tra questo dualismo alla ricerca di una sintesi tra la freddezza robotica e il calore umano.
I quattro featuring sono il naturale compimento di un progetto ormai ben consolidato da anni. 9DEN, b.estye, Namuri e Luke Lecomte arricchiscono il progetto contribuendo alla realizzazione di un suono stratificato e complesso che muove le viscere dell’ascoltatore. Produzioni distorte lasciano però anche un piccolo spazio a chitarre, violini e sonorità più distese.
Come recita il titolo dell’ultima canzone, LANYARD ha trovato un NUOVO MODO PER ESSERE. Senza il bisogno di mostrare i muscoli, EXTRACÙTE è un manifesto emotivo in cui fragilità e potenza convivono, una dichiarazione d’identità in formato audio.

LUCHINO LUCE – LA MUSICA È FINITA (@CECINESTPASANDREA)

La musica finisce e noi siamo rinati in una trap house con il cuore spezzato e un iPhone sbloccato su Hinge. LA MUSICA È FINITA è un flusso di coscienza stonato ma lucido, post-cinico e post-everything, dove Luchino Luce scivola tra confessioni depressive, ironia amara e pillole di autoanalisi da Soundcloud 3.0.
Il flow è sghembo e sincopato, come se inciampasse di proposito per sottolineare ogni paradosso. Le rime sono raw, sporcate di realtà, disagio esistenziale: “cringe / hinge”, “costituisco / non rischio” — sembrano giochi, ma pesano. Il tema? La fine di tutto: della musica, dell’amore, dell’identità. Ma anche l’eterna rinascita sotto forma di loop, beat, e un “pam pa pam” nello stomaco. Ogni verso è una confessione travestita da punchline, ogni immagine è una gif mentale: non è solo provocazione, è lo specchio di una generazione iperconsapevole che censura se stessa. È come guardare la fine del mondo da una stories: filtrato, ma vero. È post-rap da post-verità: tra la trap e l’auto-fiction, tra Balotelli e Copacabana. E mentre ride del suo stesso dolore, Luchino Luce dice più verità in due minuti e quaranta che tanti in una carriera.

GRILL BOYS – LA CRISI DELL’UOMO DELUXE (@andreaodelli)

Quando un lavoro risulta chiaro, ben definito e completo, aggiungere altri tasselli potrebbe risultare superfluo o addirittura dannoso. Fortunatamente non è questo il caso, poiché con l’integrazione di 4 nuovi brani al loro precedente lavoro “La Crisi dell’Uomo”, i Grill Boys chiudono definitivamente il progetto uscito lo scorso marzo. Stessa estetica, stesso bedroom-pop:
“Spero tu possa perdonarmi, baby
il tempo parla più di noi due insieme.”

In “Blues del Silenzio” si cerca di capire cosa fare quando due persone decidono di tagliare i rapporti. Ci sentiremo di nuovo? Mi scriverai qualche volta? Cosa potremmo fare ancora insieme?
“Se ne approfitteranno, senza darmi niente in cambio.”
“Sei un Grande”
non è un complimento, lo sanno tuttə. Questa frase nasconde un filo di disinteresse, quasi come se facessimo pena. Non fidatevi di chi vi sceglie per ultimə a calcetto.
Le “Chitarre Fanno Bang” quando siete una band. Gestite bene le relazioni esterne/interne e non succederà nulla di grave (forse).
Infine, “VO”, (ah non si può dire vaffanculo?), manda tutto a fanculo, appunto. Tu, ləi, qualsiasi persona. Probabilmente pure il disco.
Un’edizione Deluxe decisamente particolare.

DEDU – Siamo Angeli (@betta.dmrtns)

DEDU torna con “Siamo Angeli”, per NEEDA RECORDS e produzione firmata YUME, con una ballad che celebra l’amore in ogni sua forma.
Un’intensa ballad melodica, dolce e amara, che racconta l’amore nella sua essenza più pura: esserci, scegliersi e amarsi, nonostante tutto e tutti. “Siamo Angeli” è un abbraccio sonoro che parla di forza, fragilità e speranza, con quella sincerità emotiva che da sempre caratterizza la scrittura di DEDU.
Con questo nuovo singolo, DEDU prosegue il suo percorso musicale, portando avanti una ricerca personale che mette al centro l’emozione e la verità dei sentimenti.

VISCONTI – GIROTONDO (@capitanossa)

‘Giro-girotondo
crolla tutto il mondo’

(Valerio) VISCONTI non sta fermo un secondo. Davvero – e dopo aver droppato uno dei dischi più interessanti del 2024, ‘Boy di Ferro’, con il quale ha regalato al Bel Paese una dose di sano post-punk, e dopo aver lavorato con Auroro Borealo a ‘Tombino’, il nuovo disco di Simone Panetti, VISCONTI è tornato a spaccare (letteralmente) con GIROTONDO.
Il brano in questione è una piccola gemma di violenza. Sembra quasi che l’artista negli ultimi tempi abbia voluto voluto fare un tour delle mille sfaccettature della musica e dell’attitudine punk, un movimento che non è mai davvero passato di moda dopo quasi cinquant’anni.
Rispetto ai lavori che abbiamo avuto il piacere di ascoltare in precedenza, VISCONTI ha portato alle estreme conseguenze sonore e concettuali la sua musica. GIROTONDO è un brano veloce e potente, urlato, dissonante e nichilista, un ritorno alle origini crude e sporche dell’hardcore punk.
‘Vivo nel ricordo della libertà
Morirò in un mondo
Che non ha avuto età’
Gli echi che ci è possibile sentire sono numerosi, i Nirvana di Bleach, i Dead Kennedys e la loro satira irascibile, ma anche i più recenti Destroy Boys e Viagra Boys.
Questo è un breve riassunto della condizione della gen z:
‘Mettere le pezze
Lavorare per riscatto
Invecchiare d’incertezze
Io c’ho pieno il cazzo’
Al di là di qualsiasi condizione e considerazione politica o sociale, c’è da ammettere che VISCONTI con il suo GIROTONDO di follia metallica, ha centrato il punto della musica punk: musica di protesta, violenza sonora e viscerale che nasce non da velleità ma da una concreta necessità di riscatto sociale collettivo.

VERONICA+ – GRISELDA (@flouryne)

Fra mura fluide e suoni scomposti, VERONICA+ ci trascina in un racconto metaforico fra amore e prepotenza nel nuovo brano GRISELDA.
Come una forza irresistibile dà vita a un brano sincero e forte, che racconta dell’amore tra la passione e ossessivo.
Dai suoni distorti, alle volte punk, pop e urban, VERONICA+ ricava ogni volta un sound forte e rivoltoso. Dalle ultime pubblicazioni sembra star cercando qualcosa di nuovo, forse una nuova strada. Dopo tempo, solo quest’anno ci ha regalato diversi singoli, tra cui Griselda e ISIDE meritano sicuramente un ascolto.
Trasportando la sua inafferrabile voglia in musica, sta creando un’immagine di se come volto di una forza che appartiene a una generazione che ha da dire. Chissà se dopo queste ultime uscite, presto o poi ci regalerà anche un progetto musicale completo.