DOPO UN WEEKEND DI FESTEGGIAMENTI SOBRI…ECCODI TORNATX CON DELLE SOBRISSIME NEWS! IN ATTESA DI UN MODERATO FESTEGGIAMENTO DEL 1º MAGGIO, SCOPRIAMO ASSIEME LE NUOVE USCITE. E VOI COME AVETE FESTEGGIATO IL 25 APRILE? DITECELO NEI COMMENTI. TUTTE VOSTRE <3
TESEGHELLA – +G (@kimo.jpg__)
“+G” è il nuovo singolo di Teseghella che segna l’inizio di un nuovo capitolo dopo la pubblicazione dell’EP “ROCCASECCA” la scorsa estate. Il brano è musicalmente spiazzante, con una totale sperimentazione sulle sonorità da parte dell’artista ciociaro, soprattutto rispetto ai suoi lavori precedenti. La produzione, affidata a Francesco Fugazza, parte immediatamente con delle chitarre elettriche che catapultano all’istante l’ascoltatore nel nuovo mood dell’artista, grazie a una strumentale dal sound elettronico e dei ritornelli cantati in maniera ipnotica che ti fanno accorgere immediatamente di star ascoltando qualcosa di nuovo. La volontà di cambiamento da parte di TESEGHELLA è evidente anche nella scrittura del testo, che sembra composto appositamente per essere pubblicato in questo periodo dell’anno e in questo momento sua carriera: “+G” è un brano che parla di ripartire, di ricominciare tra le diffidenze altrui, cercando di superare noi stessi, affrontando i nostri problemi interiori, le nostre paure e le contraddizioni di cui siamo inevitabilmente vittima.
Per andare avanti, però, serve anche una certa irriverenza: quella consapevolezza di sé che ci deve spingere a “correre correre” senza paranoie inutili – magari grazie a qualche g – perché qui bisogna imparare al massimo a pareggiare, non si può perdere.
JEMEL – DOTI NASCOSTE (@mattia_pirrone)
I Jemel rilasciano il secondo singolo di quest’anno dopo “COSA?”. Ora è il turno di “Doti Nascoste”.
“Doti Nascoste” è un brano che non si preoccupa di essere sofisticato. È diretto e senza fronzoli, come un colpo di chitarra che ti arriva dritto al timpano. Parla di un desiderio e di un’attrazione che vanno oltre le parole, dove l’intimità è un gioco che scivola tra le dita, ma anche di sogni ad occhi aperti, di notti passate a pensare, a immaginare, a desiderare qualcuno che ti resta addosso.
Il protagonista è chiaramente attratto da qualcuno che ha quel qualcosa di speciale, quelle “doti nascoste” che gli fanno girare la testa. Non è propriamente di amore o romanticismo, ma è più una voglia di essere vicini, di scoprire, di perdersi. Il testo non fa giri di parole: c’è desiderio, c’è fisicità e quella tensione che viene amplificata dalla base un po’ rock.
“Doti Nascoste” è sicuramente una canzone che non ha paura di essere schietta e autentica, nella quale qualsiasi persona con una crush può immedesimarsi.
GOLDEN YEARS – TIGHIDIDÀ (@andreaodelli)
“Tighididà” è sia l’onomatopea nonsense che immaginiamo in una balera romagnola, sia il nuovo singolo di Golden Years, che anticipa l’uscita del suo nuovo album.
“Sui muri della rivoluzione la giovinezza sta gridando Tighididà”.
Un incontro tra generi e culture: le sonorità elettroniche di Golden Years, la poetica urbana di Franco126 e l’energia internazionale di Dov’è Liana. “Tighididà” evoca un ritmo incalzante, grazie ad un ritornello orecchiabile e indelebile. Immagini evocative, una storia di incontri e distanze, di sogni e realtà.
Questa canzone è uno stato d’animo, un piccolo inno alla leggerezza: l’estate comincia a farsi sentire, le giornate si allungano e la voglia di rallentare, unita all’afa primaverile (grazie cambiamento climatico!), diventa preponderante.
Il ritmo frenetico, legato al consumismo tipico della società moderna, non ci lascia via di scampo. Siamo costantemente bombardatə da stimoli, senza sapere cosa farne.
Fermatevi, anche solo per un attimo (possibilmente spammando #vitalenta ovunque) e godetevi questi ritmi chill e spensierati, prima che l’ansia dell’organizzazione di Ferragosto vi assalga.
CARL BRAVE – NOTTI BRAVE AMARCORD (@frapicta)
Parliamo del ritorno di fuoco di Carl Brave che vede, a distanza di due anni, una nuova produzione fresca e sincera, sicuramente malinconica, ma che guarda al passato con quella dolcezza propria di chi è ben consapevole di ciò che sta scrivendo: “Notti Brave Amarcord”. Un album in cui le canzoni procedono come storie a ritroso, raccontate durante un falò sulla spiaggia: tutto è un flashback nostalgico. Molti suoni sono costruiti al contrario, avete presente “Cornerstone” del terzo album degli Arctic Monkeys?
La copertina ritrae lui e sua madre in un dolce abbraccio, lo stesso che il disco riesce a regalarci fin dal primo ascolto: atmosfere urban e indie pop si fondono, conferendo al lavoro l’autenticità tipica che ha sempre contraddistinto la discografia del cantautore romano.
I ricordi sono senza dubbio la base emotiva del nuovo album, ma allo stesso tempo non mancano momenti più spensierati e “ballabili”, d’altronde Carl Brave è sempre stato anche il king delle hit estive, giusto? Insieme a Sarah Toscano, “Perfect”, traccia chiudipista dell’LP, si prepara ad entrare nelle classifiche dei mesi più caldi dell’anno e a confermarsi la colonna sonora dei nostri prossimi nuovi ricordi.
UMARELL – ROCK & ROLL (@alissgarlata)
Ultimamente nessuno ci sta gasando come Umarell. Il suo nuovo album, ROCK & ROLL, pubblicato il 25 aprile 2025, è una mina pronta a esplodere: tutto quello che ci aspettavamo da Martin, e molto di più.
Hit dopo hit, Umarell spalanca la porta a un’era tutta sua, fatta di un sound dalle linee di basso potenti, batterie secche, synth, armoniche e molto altro.
ROCK & ROLL è un tuffo nei giorni d’oro dei White Stripes e degli Strokes, ma con una sua anima unica: un’onda che mescola rock, electroclash, new wave e synth-pop. Impossibile non mettersi a ballare con questa musica.
ROCK & ROLL è attitudine, energia pura, ricerca di identità. È il diario sonoro di un progetto giovane che sta prendendo forma, esplorando il proprio sound con tanta voglia di sperimentare e di sporcarsi le mani.
L’album raccoglie brani scritti tra la fine del 2023 e il 2024: undici brani diversi ma legati da un’anima comune, la vita rock & roll. Uno dopo l’altro, ogni brano è stato un tassello che ha trovato il proprio posto nel puzzle che oggi possiamo finalmente ascoltare.
E ora che tutto è pronto, non resta che celebrarlo come si deve: il 2 maggio al Covo Club di Bologna con Umarell si farà il rock, si farà il roll, e ci sarà da ballare.
Umarell non fa le cose giusto per la cronaca.
VALE LP, LIL JOLIE FEAT. IRBIS – DALLE 9 ALLE 9 (@flouryne)
Raccogliete le vostre vecchie cose, gli scatoloni e le giacche, perché oggi VALE LP, LIL JOLIE, e IRBIS vi mandano fuori di casa con “DALLE 9 ALLE 9”. Sembrava facile cambiare il mondo su quella panchina, sognare forte e farsi forza a vicenda, ma poi può capitare che il destino ci metta uno contro l’altra.
“DALLE 9 ALLE 9” è un brano di lotta, di rabbia, di sensazioni forti che sorgono dai passi di un litigio fra inseparabili. In tre sembra più facile aggiustare il mondo, ma è altrettanto semplice frantumarlo. “DALLE 9 ALLE 9” è il brano per le occasioni di dialogo mancate, per la rabbia: è il pezzo che oggi devi ascoltare.Il trio più fresco che abbiamo ha deciso di regalarci un pezzo innovativo, controverso e reale. Un racconto quotidiano, un’inquadratura veloce sui pensieri di ognuno dei tre, in un momento di litigio.
Dalle 9 alle 9 è il tempo che non passa quando si litiga, quando le cose non trovano aria e non riescono a essere pronunciate. IRBIS ci regala un ritornello sofferente e autentico, usando la sua voce interiore in una sorta di confessione, donando un tocco di sincerità al brano. VALE LP e LIL JOLIE hanno messo in musica parole, fatti e sentimenti reali, e senza addolcire la pillola ci urlano in faccia la rabbia più pura, mista alla dolcezza di chi ama incondizionatamente.
“Da uno scazzo qualunque” possono nascere tante cose: forse sembra più facile eliminare completamente una persona dalla nostra vita piuttosto che parlarci, e forse proprio questo ha spinto i tre a dare vita a questo brano.
“DALLE 9 ALLE 9” è il brano che più di tutti ci trasmette la realtà dietro la musica, le amicizie, la gioia e gli “scazzi qualunque”, dopo i quali noi ci auguriamo possa nascere ancora più musica, ancora più unione e, magari, chissà, un progetto fra i tre.
INNI E CANTI – GIALLORENZO (@cammillaiann)
L’aura sacrale data dal nome dell’album ci rivela un po’ dell’anima di ‘INNI E CANTI’, il quarto progetto dei GIALLORENZO. Il percorso disegnato dalle tracce trova al suo centro una parola chiave: Unione.
Di fatto, la particolare identità del progetto è data da un unico fattore: ogni membro del gruppo ha partecipato alla scrittura di almeno un brano. Ed è proprio questa priorità data alla collaborazione, a conferire ad INNI E CANTI, un retrogusto dolciastro e intimo. Il punto di partenza di questo viaggio collettivo, è INTRODUZIONE. Il disco si apre così, d’impatto, con un profondo senso di nostalgia e un che di speranza. Si presenta con una traccia costellata da un forte suono di strumenti a fiato. Un vero e proprio richiamo che ci invita ad affrontare le emozioni più scomode – insieme.
La traccia successiva, “NON FA MALE”, è carica di vulnerabilità e ci catapulta immediatamente negli occhi dell’artista. Gli arpeggi cristallini e dolci accompagnano un testo lacerante.
“C’è un dolore / Ed è nascosto / Tra la brina ed il cemento”.
La nostalgia ci rende fragili e solidi allo stesso tempo. L’album procede con “PER UN’ALTRA”, uno dei tre singoli, che funge da da totem emotivo rappresentando la sacra appartenenza a un gruppo di riferimento. Un suono umido che non manca di carica. Ciò che ci limita dal conoscerci davvero sono i lati più torbidi di noi. D’altronde ci sentiamo “sporchi” proprio quando ci sentiamo fuori luogo. Ma alla fine il dolore è complesso, a volte giocoso e inaspettato. “FINALMENTE ORSO” è un bagliore: fioco e bambinesco a primo impatto. Tuttavia, lo stacco a metà canzone smentisce questa impressione. Le frasi ‘Voglio stare davanti a te’ e ‘Vivi solo e libero’ si intrecciano in un canto pieno di desiderio, richiamando il suono di “INTRODUZIONE”.
Si spoglia e spicca il volo per dare spazio ad “AMICO”. Un motivo orecchiabile che si appoggia ad un garage rock saltellante. Un commentario attuale che approfondisce ancora di più quel desiderio di comunità, di legame. “SOLO” ci regala una pausa. Si dibatte tra l’urgenza di liberare pensieri e delusioni. Ma tra suoni intensi e convoluti, la sua gentile acustica ci lascia a bocca serrata e ci invita a passare del tempo con noi stessi. “MACCHINA”, si lascia davvero andare. Parla di resistenza, di consapevolezza. Fa da simbolo alla sperimentazione sonora che attraversa tutto l’album. Un pezzo che ha voglia di farsi riconoscere, senza limiti. Il progetto è tanto flessibile nella sua coerenza. Questa creatività libera, si riflette in “INCONSOLABILE”.
“Non serve a niente / Assomigliarsi con le unghie e con i denti / Per convincersi o distrarsi”.
Non troveremo noi stessi nei dettagli degli altri. La traccia si abbandona a chitarre che si contorcono intorno a parole crude, rivelando che conoscersi non è un dato di fatto e che riconoscersi negli altri è spesso un’illusione. “INNI E CANTI” è davvero un antidoto all’inganno. “Non credere mai alla città / Che fa promesse”.
Ci avverte “BRILLUCCICHIO”: in un mondo dove la storia che ci circonda rischia di sbiadire la nostra, è necessario restare fedeli a noi stessi. Anche nella confusione più intensa, esiste un bagliore su cui fare affidamento. “IRAN”, un altro singolo, non ha bisogno di presentazioni. È l’ultima coltellata prima di una boccata d’aria fresca. Tra intrecci di chitarre e batteria lascia poco spazio a chi ascolta: la sua complessità si traduce in una vulnerabilità forte, che strepita, punge e strattona. Trasmette quel senso di squilibrio che appartiene tanto a lei quanto a ognuno di noi. L’album si chiude con “PER QUALCOSA O QUALCUNO”, l’ultimo singolo presente. Una melodia docile sorretta da una voce gentile che accarezzandoci ci sussurra: “Se tutto era abitato / Nel cuore di un amico / Adesso è un posto nudo / Che è solo ciò che è”.
Il brano ci regala un indizio sull’intento dell’intero progetto: è solo ciò che è, senza definizioni, senza vincoli di genere. Parlare, legare, supportare. Tra influenze garage rock, folk e post-punk, la pluralità di voci che attraversano l’album non è mai dissonante. Anzi, nella molteplicità si cela la vera essenza dell’essere umano: la connessione.
Tenendoci mano per mano diventiamo un tutt’uno con il gruppo.
Alla fine, il buio fa meno paura se il letto lo dividiamo.
KOAKU, KUZU – SILICON VALLEY (@surprisinglymeowmeow)
Cosa pensi possa venire fuori da due amici chiusi in casa qualche giorno con solo dell’alcol? “SILICON VALLEY”, l’ultimo singolo di Koaku e Kuzu, appartenenti al collettivo Pseudospettri, ne è un perfetto esempio.
Una fusione di elementi chimici, ingranaggi e immagini distopiche che esprimono in parte un disagio che forse proviamo tutti: la necessità di sentirci vivi e di trovare un posto per noi, con tutti i rischi del caso. Le emozioni diventano una merce rara che tutti cerchiamo con frenesia; viverle è una questione di vita o di morte.
Questa ricerca perpetua diventa a sua volta generatrice di emozioni e sensazioni, sprigiona una nuova scarica adrenalinica di cui non riusciamo, e non vogliamo, fare a meno. Sonorità elettroniche e glitchate dominano il brano, dando una vivida e tangibile sensazione di irrequietezza e frenesia.
Mentre vediamo e sentiamo tutto mutare velocemente intorno a noi, sentiamo il bisogno di inseguire questo cambiamento quasi senza guardarci intorno. Quando finirà questa ricerca? E tu, cosa cerchi?
Adesso anche noi abbiamo tantissime domande e non sappiamo darci risposte. Non ci resta che schiantarci in questa rincorsa o lasciar scorrere tutto nell’animo.
I PATAGARRI – SOLE ZINGARO (@gabriele.zurlo)
Il 2024 è stato un anno importante per i PATAGARRI, e sembra che il 2025 non sarà da meno.
SOLE ZINGARO è il nuovo singolo de I PATAGARRI che anticipa l’uscita del loro primo album, previsto per maggio.
Il brano ha un ritmo energico, con il loro classico stile jazz-pop: vocals roche e melodie che si impongono in testa, perfetto per scatenarsi nei club.
A metà del brano gli artisti ci benedicono con un riff di sassofono che ci trasporta in un viaggio oltre “La Luna” per poi sfociare nel ritornello e infine la strofa conclusiva della canzone.
// Stiamo venendo a prenderti Luna
Ti faremo saltare in aria con i nostri missili //
Il testo gioca con immagini evocative come “luna” e “sole zingaro”, dando spazio all’interpretazione e aumentando il fascino del pezzo:
“sole” usato come punto di riferimento e “zingaro” come simbolo di libertà e movimento, accentuando il contrasto poetico.
La Luna viene paragonata a un Sole Zingaro, che si presenta al di fuori delle porte senza invito e rimane in aria dandosi delle arie, osservando compiaciuta il mondo che la adora.
// E senti ti chiamano Luna, ma sei Sole Zingaro per me //
In conclusione, I PATAGARRI ci mostrano la loro versatilità e ci preparano al loro prossimo progetto, che sarà sicuramente memorabile.
LAURYYN – DOPPIO FINE (@surprisinglymeowmeow)
Venerdì 25 è uscito DOPPIO FINE che la stessa LAURYYN ci presenta come l’ultimo singolo prima della pubblicazione del suo album.
Il brano rimanda ad un sound R&B sul quale l’artista gioca con la sua voce parlandoci di fraintendimenti con ironia e leggerezza, ma lasciando sempre una nota riflessiva.
Quanto è facile non capirsi? Molti sono portati a leggere tra le righe anche quando non c’è scritto nulla, ma in fondo è solo un modo per vedere quello che si desidera. È più facile cercare un significato che fa comodo piuttosto che ascoltare qualcosa che non si vuole sentire.
//A dirlo già lo detesto// Ma ci avrei quasi scommesso
//Mi spieghi cos’hai capito// Non credo di aver trasmesso l’idea
Non essere capiti è una seccatura. I gesti vengono interpretati per quello che non sono, le parole sono travisate e il significato viene perso. Da fraintesi diventiamo chi non siamo. Lauryyn stessa è stanca di poter essere solo la metà di sé stessa, di doversi preoccupare di quello che le persone potrebbero interpretare, di essere vista diversamente da come è realmente.
Il brano è pienamente nelle corde dell’artista, che ci farà attendere poco per il rilascio del suo nuovo progetto da cui siamo sinceramente intrigati. Nell’attesa ci vedrete impegnati a riascoltare Doppio Fine <3
BARKEE BAY – DIY (@niedri.g)
I BARKEE BAY tornano con un brano che ha tutte le carte in regola per essere un manifesto. Manifesto di una generazione che non ci sta (più).
Bastano pochi secondi per essere trascinati nell’immaginario della van life, fatto di bagni nei laghi ghiacciati, notti in tenda, chitarre acustiche, birrette e una fotocamera.
“Qui non serve parlare è questione di chimica / Ti dovrai difendere, ma ti va di perderti / Sotto le cascate finché passerà l’estate / Per chi non sa l don’t Give a Fuck”.
Il testo cerca di prenderti a pugni. Se da una parte sputano su miti caduti e falsi idoli (“Per chi si crede un semidio I don’t Give a Fuck / Tutta la merda che c’è in giro I don’t Give a Fuck”), dall’altra celebrano la forza del gruppo: non serve stare ai festoni solo per spaccarsi se puoi riempire un bilocale con 30 amici veri. È un’immagine vivida di un underground autentico e rumoroso, che si costruisce da solo.
Ed è proprio il DIY – do it yourself – il cuore del progetto Barkee Bay: una band che si è costruita pezzo dopo pezzo, auto-producendosi e auto-promuovendosi. In un’epoca di scorciatoie, loro scelgono la strada più lunga e impervia.
Un inno per chi non si riconosce nei cliché, per chi ha smesso di chiedere permesso.
GRILL BOYS – BLUES DEL SILENZIO (@issamacivibe)
A meno da un mese dall’uscita del loro sesto album “La Crisi dell’Uomo”, i Grill Boys escono con il singolo “Blues del Silenzio”.
La natura del pezzo è resa chiara già dal titolo: c’è un genere più triste del blues? C’è un’interazione più angosciante del silenzio?
“Blues del Silenzio” racconta di tutto ciò che non viene detto, del silenzio che scorta inesorabilmente una relazione verso la sua fine, con tutta la consapevolezza di chi ci si ritrova dentro fino a ben oltre la propria volontà.
“Siamo andati avanti per tempo
Ora dici rimani a letto
Ma io voglio tornare a casa”
Quando una relazione arriva agli sgoccioli non succede mai all’improvviso: i segnali sono (più o meno) chiari, la voglia manca, e a volte l’inerzia prende il sopravvento sui sentimenti.Il testo del brano urla rassegnazione, e le sonorità ci fanno sentire come Mac DeMarco nel 2017: iconico, ma ecco… Potrebbe andare meglio >.<
PRIMA STANZA A DESTRA – BASTA (@cecinestpasandrea)
Non c’è perdono né catarsi, solo l’esigenza di dire. Di dire “basta” quando non si hanno più parole nuove, e di confessare “mi sento perso senza di te” quando ormai è tardi. prima stanza a destra non canta per compiacere: deve dire qualcosa.
In “basta”, la voce si muove su una produzione elettronica spinta, sospesa tra la pista e l’intimità di una stanza spoglia. È una canzone che non si concede il lusso della rabbia: dice ciò che deve, come chi ha finito le energie ma non la dipendenza. “Vuoi me, ma non puoi. Sei con lui, ma non vuoi” non è un’accusa: è una constatazione amara, quasi sussurrata, che resta lì, appesa.
Una danza lenta e notturna che non porta liberazione, solo un piccolo vuoto in più.
“mi sento perso senza di te” è la sua controparte fragile, più nuda: il pianoforte si apre come una ferita e cresce, accumula, stratifica, come fanno i ricordi quando ci si ostina a non lasciarli andare. Non c’è finale, solo un’espansione del sentimento. Una malinconia che non cerca risposte, ma testimonia.
Entrambe le tracce nascono da un vortice: non vogliono spiegare, vogliono restare. E nel farlo, si fanno spazio nei dettagli non detti, nei gesti evitati, nelle strade sotto casa dove non ti baciano più.
CARA – IL MIO COMPLEANNO (@capitanossa)
Di voci come quella di CARA, il nostro paese, la nostra cara Italia, ne ha fortemente bisogno. Una voce pop femminile delicata ed elegante, di respiro europeo, con sonorità semplici ma universali, sempre versatili, che tanto ritroviamo in certe cantautrici d’oltralpe come Claire Pommet.
Oggi ascoltiamo ‘IL MIO COMPLEANNO’, il nuovo singolo di CARA, un brano che ha fatto dell’equilibrio il suo punto forte. Una ballata costruita sulle note di una chitarra, un arpeggio stoppato sul verso, un potente riff distorto sul ritornello. Niente di più basilare, ma niente di più adatto, poiché in questo caso è proprio la voce angelica di CARA a costituire la sonorità del brano.
‘Mi fermo a parlare con te del tempo
di cose comuni
Di Caprio, De Niro
Quentin Tarantino’
Anche le citazioni di cultura pop e di cultura alta sono poste con grande finezza:
‘Cercavi Isaac Newton negli occhi di Van Gogh’
Il testo ci narra una canonica storia di tutti i giorni, un vero e proprio classico del cantautorato italiano, un viaggio notturno narrato da una voce sibillina che mantiene il suo tono dall’inizio alla fine del brano.
‘Chiamarti la notte ti direi vieni se vieni qua,
ti direi va bene anche per due ore
ma poi ti dirò addio’.
Buon ascolto,
Adieu.
EUROPEAN VAMPIRE – EV2 (@betta.dmrtns)
European Vampire – EV2: romantici quanto basta, unapologetically brutal come serve
Con EV2, Ritornano gli European Vampire dopo il loro primo esordio del 2020. Quattro tracce con synth dolceamari e melodie sbilenche che ci parlano di una nostalgia profonda, quasi antica. Non lo sappiamo da dove arriva e perché ma ci colpisce e forse lo fa nella nostra più parte intima, profonda.. vulnerabile.
L’idea è semplice: prendere il contemporaneo e farlo suonare come un caos elegante, in cui non c’è razionalità ma solo un profondo sentire.
E’ come se al centro ci fosse un antagonista romantico: quello che ti fa un sorriso al contrario, che ha uno sguardo cupo ma con un mondo al suo interno.
EV2 è un collage sonoro senza manuale d’istruzioni: disordinato, malinconico, complesso volutamente agrodolce. Sotto quello strato di cinismo è come se si nascondesse anche una nota di tenerezza , una vena soft che non si concede mai davvero. Il ricordo di una carezza.Tutti vogliono suonare puliti e giusti, gli European Vampire fanno esattamente l’opposto: sporcano tutto e lasciano le macchie bene in vista concentrandosi sul sentire qui ed ora.
ZYRTCK – ASCEND (@brusilre99)
ZYRTCK raggiunge un livello superiore con il suo nuovo album “ASCEND“, composto da 12 tracce. In questo progetto, possiamo notare una forte crescita musicale dell’artista, che esprime le sue emozioni e racconta la sua vita con maggiore maturità e profondità, mettendo da parte la leggerezza e l’umorismo che caratterizzavano le sue produzioni precedenti. Il disco si distingue per la presenza di featuring con artisti underground come 18K, Lil kvneki, Tony2milly, Kay e Phioelee. Il tema centrale che attraversa l’album è quello della vita come un cerchio perpetuo: un ciclo di sofferenza, adattamento e evoluzione. Tra i vari brani, emerge chiaramente questo passaggio emotivo, dove ZYRTCK con autenticità esterna il suo dolore e le sue ferite, come in “40 cicatrici”, “6AM”, “Adesso” e “Cyborg”. Tuttavia, il dolore, nel suo percorso, si trasforma: con il tempo o con l’accettazione, si impara a convivere, lasciando spazio a riflessioni più profonde e ispirazionali, come si percepisce nei brani “Fenomeno”,” Trauma”, “Odio profondo” e “Doppia faccia”. ZYRTCK è riuscito oltretutto a evolvere il suo stile unico che lo ha caratterizzato in passato insegnando un ulteriore lezione di stile e di sostanza alla scena trap con i brani più crudi come “Barracuda”, “2001”, “P.E.D.” e “Flashmob”. Con “ASCEND”, ZYRTCK non solo conferma la sua crescita artistica, ma si posiziona come uno dei protagonisti più autentici e innovativi del panorama trap italiano, pronto a lasciare un segno indelebile nel cuore dei suoi ascoltatori.
HELMI SA7BI – PROCESS (@angelicatartaglia)
La scena ligure torna finalmente a brillare con il primo singolo del 2025 del rapper italo-tunisimo Helmi Saada, in arte Helmi Sa7bi, classe ’98, nato a Genova e membro fresco del collettivo Drilliguria, oltre che uno dei nomi in primo piano di Genovarabe, un gruppo multietnico che rappresenta la scuola più recente di rap genovese.
“PROCESS” è una posse track underground sulla quale si incontrano le due “correnti” della Drilliguria, quella di chi è già noto e quella di chi si sta prendendo sempre di più il proprio spazio nella scena rap attuale, in particolare ligure.
“Mi ripeto che sarà tutto okay
Tiro fumo denso nel process
Sveglio cento notti dentro la wait
Dentro quei cazzo di project”
Il brano è scandito da un ritornello orecchiabile ed incalzante, cantato da Vaz Tè, che inizia con queste parole taglienti.
La produzione dei giovani Moli e Willy, potente e cruda, riflette lo scenario insidioso del singolo e mette in risalto l’identità di ognuno degli artisti, dalla penna al flow, mentre raccontano di streetlife. Helmi Sa7bi e la nuova scuola Genovarabe rappresentano sicuramente una grande risorsa per il rap italiano e, soprattutto, per le seconde generazioni. Avere la capacità di intrecciare diverse lingue e culture e di portare le proprie origini nella musica in modo autentico non è così semplice, ma Helmi dimostra il contrario, e i suoi altri progetti, come “MOTARD”, “PESOS” e “HOUMA 2”, ne sono la prova.
