In attesa del live di domani di @18kdorop all’@offtopictorino assieme a noi…
Bisogna capire come occupare queste poco più di 24 ore di attesa…
E casualmente arrivano sempre loro a darci una mano, a voi le uscite della settimana 😉
Ci si vede domani a TO <3
CENTOMILACARIE – TG1 (@kimo.jpg__)
“tg1” è un brano sorprendente che non lascia indifferenti, già dal primo ascolto. C’è quasi il dubbio di aver sbagliato a leggere chi sia l’artista del pezzo: con un CENTOMILACARIE che non esce dalla zona di comfort, ma la distrugge direttamente con un brano che lo esalta grazie ad un attitude schietta e delle sonorità – non completamente inedite – ma che si distinguono fortemente dai precedenti singoli, rimischiando completamente le carte in attesa di “IO NESSUNO”, il primo progetto dell’artista in uscita. Ma “tg1” colpisce soprattutto per le sue tematiche, un brano che preferisce parlare di provincia in modo dissacrante, criticando e non romanticizzando: andando controcorrente rispetto al romanticismo provinciale che ha preso piede soprattutto nell’ultimo anno.
Il brano arriva come un pugno in faccia grazie al testo che evoca immagini che non possono che rimanere impresse a chi viene da un determinato background: si critica l’abbandono da parte dello Stato, le poche possibilità di lavoro, le poche aspettative, lo spaccio e altre dinamiche che in maniera più o meno marcate uniscono tutte le persone provenienti da determinati contesti sociali. In mezzo a questa rabbia c’è comunque spazio per la tematica sentimentale: attraverso un ritornello che colpirà fortemente chiunque abbia vissuto una relazione a distanza.
LANYARD – nostalgia3000 (@cecinestpasandrea)
Non c’è più nulla su quel server, ma quello che c’è è una nostalgia3000. Lanyard se ne è uscito con una nuova traccia da piangere e da ballare. Una traccia che parla di quella strana nostalgia per un futuro digitale che forse è già qui, o forse, in fondo, non è mai arrivato.
Un’epoca in cui se non si hanno abbastanza BPM condivisi, le emozioni possono considerarsi ormai perdute.
Lanyard rappresenta una generazione cresciuta online e il suo sound esprime proprio questo. Il suo sperimentare tra suoni pop ma anche eterei e glitchati a momenti più scuri, che richiamano la perdita e il disfacimento dei ricordi. ‘nostalgia3000’ racconta proprio questa memoria digitale, che oggi sembra impensabile, ma che un giorno farà parte della nostra storia.
Riuscendo ad unire la sua formazione classica (pianoforte e contrabbasso) allo studio della musica elettronica, Lanyard ha creato un sound unico che lui definisce “musica per piangere, ma comunque ballare.” Portandolo nel corso degli anni a distinguersi, pubblicando EP come “Stanco” e “Polvere di Lacrime” e collaborando con numerosi artisti underground – tra gli altri, il collettivo Pseudospettri.
Insomma, Lanyard è un artista a tutto tondo: scrive, produce e cura ogni dettaglio delle sue creazioni. Le sue influenze spaziano dall’ambient al d’n’b, dall’elettroacustico sperimentale alla dubstep, fino a stili come shoegaze, techno ed emo, rendendo il suo stile unico e in continua evoluzione.
JOAN THIELE – OCCHI DA GANGSTER (@giorgia.celentano)
Joan Thiele è una cantautrice e producer di matrice colombiana e italiana. I suoi riferimenti musicali sono le colonne del cinema italiano a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, in particolare le musiche di Piero Piccioni e Piero Umiliano, l’r&b, il soul, il jazz.
Quest’estetica si rifletterà molto nell’ultimo album intitolato “Joanita”, pubblicato successivamente alla sua partecipazione di quest’anno a Sanremo con “Eco”, donandole ancor di più una vocazione internazionale.
Alle spalle ci sono l’EP “Operazione Oro”, “Atti” (la cui release è divisa in 3 episodi) e svariati singoli di successo.
Nel 2023 vince il David di Donatello come Miglior Canzone Originale con il brano “Proiettili”, tratto dal film “Ti mangio il cuore” presentato alla 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Come se fosse uscito dalla tracklist di Danger Diabolik di Mario Bava (musiche di Ennio Morricone), la canzone “Occhi da gangsta” prende vita dalla collab con Frah Quintale.
“Per te io canterei tutte le volte”: diventare una sirena che trova il suo idillio nella notte scura oppure una figura magica tra queste note sono le possibilità di un cuore che è una “valigia piena di esplosivi”. E tutto qui si muove.
Borse di diamanti, soldi sporchi in contanti e lenti scure che coprono “due occhi da gangsta”.
Il sole specchiandosi sul mare ricopre d’oro tutte le piccole onde che si ribellano al vento.
Come una ladra, Joan coglie tutti i particolari di questi attimi.
A rendere ancora più prezioso il ricordo le regala un sorriso e qualche “bacio di sale tra le vele”: “neanche sotto terzo grado con un’arma fredda puntata alla testa potrò mai svelare qual è il nostro piano”.
C’è un segreto, chissà cos’è.
LA NIÑA – Mammà (Live session) AT Auditorium (@betta.dmrtns)
La Niña svela un nuovo tassello di Furèsta con ‘Mammama’ Live session at Auditorium Novecento.
Dopo Guapparìa, La Niña continua a delineare il percorso che porterà all’uscita di Furèsta, il suo atteso nuovo album in arrivo il 21 marzo 2025 per BMG. Il progetto viene arricchito da Mammama’ presentata in una versione live cruda ed emozionale registrata presso l’Auditorium Novecento di Napoli.
Mammama’ è una traccia che riduce la musica all’essenza della voce. Nessun strumento, nessun artificio: solo un intreccio corale che evoca la tradizione popolare e barocca napoletana. La Niña si affida interamente alla potenza del canto collettivo, creando un’esperienza sonora ipnotica e rituale, in cui ogni voce si fa eco e amplificazione di un vissuto profondo e doloroso.
Il videoclip, girato in un unico piano sequenza, cattura la performance in tutta la sua spontaneità e verità, restituendo un momento irripetibile di musica vissuta, più che eseguita.
Mammama’ è un’espressione tipica del dialetto napoletano, può essere intesa come un’esclamazione di gioia, di sgomento ma può essere intesa anche come grido di esasperazione come in questo caso.
Il brano nasce infatti da un’esperienza autobiografica segnata da abusi verbali e manipolazioni emotive, che la cantante sublima attraverso l’arte. Il coro è espressione di collettività che unisce le forze e sostiene il dolore. I vestiti, l’immaginario riporta ad una cultura popolare partenopea molto forte che è uno dei punti più importanti dello storytelling della Nina. Infatti, la cantante è molto impegnata politicamente: uno dei suoi obiettivi comunicativi è proprio quello di portare in auge la cultura napoletana, nelle sue forme più recondite e popolari e quindi reali.
La Nina è una delle voci più interessanti del panorama musicale italiano: potente e baritonale con la quale riesce a toccare delle note che richiamano suoni quasi primordiali. Il suo progetto merita davvero un crescendo senza freni perchè quello che porta è napoletanità, amore per il territorio e arte pura.
IROSSA – NON CONOSCO (@cognomeproibito)
A quasi un anno da Satura, le IROSSA tornano con il loro nuovo singolo NON CONOSCO. Sax, chitarre e batterie, ancora una volta si mischiano dando vita a una canzone a metà tra il post-punk e lo psych-rock. Il tema principale è quello del viaggio, intesto come dimensione di avventura e di rinnovamento della vita stessa. Rimanere impastoiati nella monotonia, nei volti persi degli altri delle volte può portarci a non accettare più noi stessi. Eppure, due domande sorgono spontanee: ci identifichiamo davvero con questa monotonia? Oppure c’è qualcosa di più?
ho preso posto in aula che non conosco/riflette volti persi/il corpo è dentro, la testa fuori e lo stomaco stringe/non fa per me non fa per me/è più facile scappare
La voce, debole e inghiottita dagli strumenti, riesce solo per parte del brano a cantare la propria condizione. Verso la seconda metà, però, cede e si fa trasportare freneticamente da una strumentale colorata e coinvolgente che ricorda la possibilità caotica e sorprendente di una vita in continuo movimento.
specchi senza me non voglio essere visto dall’unico che dovrebbe sapere chi sono/sei pronto per partire?/sei pronto per partire?/sei pronto per partire?/sei pronto per partire?
Con NON CONOSCO, le IROSSA dipingono la volontà di scappare dal proprio sguardo e dalla possibilità di rimanere intrappolati entro confini prestabiliti. Il brano, introspettivo al punto giusto, canta lo smarrimento di chi, disorientato dalla quotidianità, sente il bisogno pressante di partire verso altri orizzonti.
GIULIETTACOME – TTT LE PAROLE (@alissgarlata)
La chiusura di un cerchio, la fine verso un nuovo inizio: questo è ciò che Giuliettacome ha voluto rappresentare con il suo nuovo singolo TTT le parole. Classe 1996, originaria di Forlì, vive per anni a Londra, città che diventa lo sfondo e l’anima del brano, accompagnata da un piano che si alterna a basi urban.
Il fascino di una metropoli che ti accoglie, ti fa crescere, ma che, dopotutto, non senti mai davvero casa. È una fuga temporanea, un luogo dei sogni troppo idealizzato, a volte più grande di chi ha scelto di lasciarsi tutto alle spalle per rincorrere un nuovo inizio.
I sogni che compongono il nostro futuro, pezzo dopo pezzo, ci fanno sperare di poter vivere facendo ciò che amiamo, ed essere capaci di mostrarsi vulnerabili e sinceri agli altri attraverso le proprie passioni. Sul suo Instagram Giuliettacome dice: “Forse oggi non avremo quei sogni grandi ad aspettarci ma potremo custodire un piccolo sogno di gioia: un’amica che si emoziona mentre le canti una canzone con una chitarra tutta scordata, un amico che sogna di fare il regista e ti racconta del suo nuovo cortometraggio, quella tua amica che ha scritto un libro che ti ha emozionata.” Non dimenticare la bellezza di queste piccole cose, anche quando finiscono.
LEATHERETTE – DELUSIONAL (@melpotcosmos)
I Leatherette ci fanno scoprire cosa sarebbe successo se i Joy Division invece di essere depressi fossero stati incazzati.
In appena due minuti il gruppo bolognese riesce a dar vita a una festa di suoni. Un basso ipnotico fa da scheletro per tutto il pezzo, che viene caricato e potenziato da una chitarra potentissima e una batteria che gasa come poche, lasciando spazio nel finale addirittura a un assolo di sassofono.
La voce di Michele Battaglioli (voce/chitarra) mette poi la ciliegina sulla torta, trasportandoci in un racconto di insicurezze e della fatica del protagonista di trovare un luogo per sé.
Una piccola perla con un suono difficile da trovare in Italia, che ci fa capire perché il gruppo sia riuscito a crearsi una fanbase in tutta europa.
LILLILILLILILLI – GOCCE (@capitanossa)
Vorrei poter dire in semplicità che LILLILILLILILLI è un artista da tenere d’occhio, tuttavia non sarebbe affatto semplice tanto è sfuggente dalla catalogazione (e forse anche un po’ dalla comprensione) la proposta musicale dell’artista in questione.
Quest’oggi ascoltiamo ‘GOCCE’, singolo droppato a poca distanza dal disco ‘Zetamorfina’ uscito quest’anno, brano realizzato peraltro in collaborazione con Okho e Palwa.
Possiamo immediatamente riconoscere la peculiare atmosfera creata dal sound un po’ grunge, un po’ rave e un po’ California fentanyl zombie, che fanno da tappeto sonoro ad un bilanciamento di liriche crude e liriche astratte, effetto beat generation:
‘Ottocento euro mi renderanno migliore,
ho le prove, non posso perderle,
la chiave serve per entrare ed uscire’.
Il brano sbrocca poi verso il finale, dove l’incessante basso stile new wave si colora un po’ con i synth onirici dell’ultima sezione del brano, in una produzione che sembra registrata dall’interno di una camere di un hotel infernale, mentre LILLILILLILILLI ripete la sua frase sibillina:
‘L’unico momento in cui sono interessante
l’unico momento bell’involucro ma vuoto’.
Questa era GOCCE, buon ascolto.
CORSO ITALIA – TRÈS JOLIE (@annariu_)
La genuinità caratteristica dei CORSO ITALIA torna con TRÈS JOLIE, il loro nuovo singolo. Dopo l’uscita del loro primo disco a novembre scorso, il duo toscano torna con una canzone che sa proprio di primavera; infatti, se dovessi descrivere il brano con tre parole, sarebbero leggerezza, dolcezza e colori. Complice anche il testo della canzone, nella mia testa è diventata la colonna sonora di un picnic su una collina, stesi ad osservare le nuvole che si muovono grazie ad un venticello tiepido che soffia molto piano.
Alla parte elettronica, questa volta si aggiunge un riff di chitarra, che contribuisce ulteriormente ad alimentare questa dimensione di sogno ad occhi aperti.
Può capitare di sentirsi in sovraccarico e non riuscire a vedere oltre, magari cercando una via di fuga che sembra non esistere. Ed è proprio in quel momento che il modo per uscirne esiste, proprio lì davanti a noi. Una boccata d’aria fresca, i raggi del sole e i rapporti umani. A volte basta questo, la semplicità delle cose che spesso diamo per scontate, per stare meglio.
TRÈS JOLIE non è altro che un inno a queste piccole cose, che possono rivelarsi estremamente preziose e possono davvero “dare un colore a tutte quelle pagine vuote”.
Pleading Fern – Because I’m nothing I’m nervous (@melpotcosmos)
“Because I’m nothing, I’m nervous”
Una catastrofe di suoni, una pioggia tra il glitch e il sample per dare un suono all’ansia di esistere, o del suo completo opposto.
Il nuovo brano di Pleading Fern grida e stride nella vacuità dell’esistenza, non per far ballare ma per dare corpo a un malessere esistenziale, per andare oltre al mero ascolto ma per sentirla dentro di sé attraverso le proprie vibrazioni.
Pleading Fern ci regala un brano non per tutti, ma che ricerca e viene accolto con estasi da pochi, da chi sente come proprio questo nervosismo, questa continua ansia di sparire.
VENTITREVOLTEMARIO – GOCCE (@niedri.g)
“Un pezzo scritto da me dedicato alla mia generazione.
Vi voglio bene.”
“Parli dei tuoi sogni come se fossero ricordi”.
Quello che resta è un leggero amaro in bocca: vivere i sogni come un’eco lontana ci invita a riflettere sul valore dei nostri desideri e sul senso che vogliamo dare loro.
Questo verso, in particolare, apre la strada (e le nostre vedute) all’intero testo del nuovo brano di VENTITREVOLTEMARIO.
“GOCCE” è un inno al vivere il presente, lasciando andare, a poco a poco, il passato e imparando ad avere più fiducia in noi stessi e nelle nostre potenzialità.
Il testo, tuttavia, non offre certezze né rassicurazioni. Al contrario, la batteria e le chitarre sprigionano tutto il gas e la spinta di cui abbiamo bisogno.
Tempo e memoria: “Pensi che passeranno gli anni / Che ti dimenticherai di tutto ma non è vero / E lo sai anche tu”. Per quanto il tempo scorra, determinati ricordi e sentimenti restano indelebili. L’illusione di dimenticare non regge di fronte alla realtà delle emozioni persistenti.
“La paura del futuro, un amore complicato e l’energia ribelle di un ventenne”: postilla che ci lascerebbe per ben ‘ventitrevolte’ il nostro Mario, e tramite la quale ci esorta a mettere le cuffie e premere play.
