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CERCATORI DI PAGLIUZZE EP. 2

MIELEMEDICINA, ANASTASIO

Non è solo il vincitore di un talent show, è una delle penne più taglienti della scena rap italiana. Stiamo parlando di Marco Anastasio, colui che fece molto parlare di sé nel dicembre 2018, quando dopo la vittoria della dodicesima edizione di X Factor, il suo pezzo “La fine del modo” raggiunse la vetta della classifica singoli italiana. Esce nel 2020 il suo album di debutto “Atto zero”, al quale segue un periodo di silenzio di quasi due anni, appena conclusosi con l’uscita di Mielemedicina, l’ultimo album firmato dal cantautore campano.


Composto da nove brani, l’album contiene il dolce del miele e l’amaro della medicina, presentati dal classico timbro di Anastasio, unico nel suo genere. Un tratto non comune, una scrittura particolare che mantiene i suoi lineamenti caratteristici in un’evoluzione artistica non indifferente. Una produzione musicale più matura e due anni all’insegna della crescita personale e dell’apprendimento hanno fatto di “Mielemedicina” un album da studiare oltre che da ascoltare.


E invece, la prima traccia, chiude un discorso rimasto aperto dal precedente capitolo musicale del cantante, che raccontava di una bomba in procinto di esplodere in “Rosso di rabbia”, la canzone portata sul palco di Sanremo nel 2020 e che lo ha visto conquistare la tredicesima posizione.

Le citazioni presenti nelle tracce sono molteplici e spaziano da Bukowski (“il dolore è assurdo perché esiste”, la tragedia delle foglie) alla Bibbia, alla quale Anastasio fa spesso riferimento perché gli permette di utilizzare “un linguaggio particolare, molto suggestivo, molto evocativo, un linguaggio antico”. La narrazione a immagini che ha fatto di Anastasio un’artista unico, si fa più nitida, più precisa, eliminando quei bordi sfumati che si potevano percepire, ogni tanto, nell’Anastasio dei vecchi palchi. 


A dimostrazione della crescita musicale, l’unico featuring presente è quello con il compositore e pianista Stefano Bollani, la cui impronta jazz è evidente in tubature, a mani basse il pezzo più particolare dell’album e dei prodotti musicali degli ultimi tempi.

I suoi incastri, la sua linea di pensiero e la sua capacità di esprimerla compongono un bottino di sette dischi e mezzo su dieci. Complice dei due dischi e mezzo mancanti è la mancanza di pezzi da cantare, in un album che deve essere analizzato con attenzione per essere compreso, dai significati importanti che invece hanno formato i sette dischi e mezzo ottenuti.


Mielemedicina, Anastasio: 7,5/10 💿

Traccia preferita: Babele

“Quando l’uomo disse: “Io” per la prima volta; Per l’ultima volta vedeva Dio” da Babele, terza traccia

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