Stanchi degli artisti mainstream? Lazza, Sfera, Guè e Marracash non vi soddisfano più vero?
TIE’, ecco a voi un nuovo format per scoprire le piccole realtà emergenti di artisti poco conosciuti ma che meritano molto più di altri.
PRONTI??? Dicci nei commenti su IG quali artisti mancano nella lista!
BRIVIDEE – @brividee
Ne abbiamo ascoltato la nuova posizione insieme a Memento (con cui aveva collaborato in 2707), certo, ma Brividee ci aveva già conquistato con il suo EP d’esordio, Controluce. Muovendosi tra lo-fi e rap, tra ritornelli catchy e una sincerità disarmante da cui emerge tutta la sua fragilità, l’artista di Monza riesce a raccontare con una semplicità disarmante i sentimenti più profondi, la monotonia delle giornate di provincia, i vent’anni. Noi ve lo diciamo, nei prossimi mesi tenetelo d’occhio.
CALZEENI – @calzeeni
Qualcuno dice che il punk è morto nel 1977, qualcuno accetta di allungare i tempi del funerale al 1981. Noi però siamo convinti che non sia così, e dopo aver ascoltato i Calzeene, band romana che la scorsa estate ha aperto le date italiane niente meno che agli Idles, ci SIAMO convinti che anche il rock più duro possa tornare sui palchi italiani. Per ora possiamo ascoltare solo alcune registrazioni live, ma presto usciranno delle novità che potrebbero portare finalmente un po’ di buon caos nelle nostre cuffie (e magari anche nei nostri locali preferiti).
52YEARS – 52yearsss
Dopo aver introdotto con tre brani il suo universo sonoro, il percorso di 52 Years, arrivato proprio in questi giorni alla conclusione della prima tappa con Motel, riesce a restituire tutta l’urgenza di una vita che, intrecciata in modo stretto con la musica, non può che mostrare in completa onestà non solo il dolore ma anche i momenti in cui la luce sembra poter lentamente tornare.
ELE A – @eleee.a
Non c’è bisogno di ribadire ancora che Ele A, classe 2002, vada tenuta d’occhio, ma forse qui qualcuno potrebbe essersi lasciato sfuggire l’intensità, il disincanto e l’ironia tagliente che si annidano nelle barre dei suoi freestyle. Scrittura orientata verso l’old school (senza risparmiare niente e nessuno), forse il rap italiano potrebbe tornare a fiorire proprio a partire dalla nostra artista di Lugano? Sinceramente ce lo auguriamo, e nel frattempo torniamo ad ascoltarci Globo a tutto volume.
RICCHE LE MURA – @ricche_le_mura
Nei brani dei Ricche le Mura c’è tutto quello che cerchiamo: nostalgia, intimità, immagini frammentate di un quotidiano dal quale si vuole fuggire e ormai perso tra ricordi sfumati, urla in cui si intravede tutto il peso di anni che sembrano infiniti. L’elettronica avvolgente unita all’asprezza dei riff di chitarra spezza il cuore, trasportandoci con delicatezza nell’immaginario di una provincia fatta di silenzi, sussurri e boschi. Post rock con derive folk per combattere il tedio esistenziale e la fine dell’adolescenza.
GGIOVANNI – @ggiovannivittori
Un tappeto sonoro che assorbe ogni parola, suono puro che sembra nascere dalla profondità stessa dell’anima, mentre quella strada che sembrava ormai perduta torna a delinearsi in lontananza. Lacerano di ggiovanni (con fresia), un pop distorto che suona come uno schiaffo alle nostre paranoie, è quello di cui avevamo bisogno per renderci conto che in fondo lasciar andare il nostro dolore è difficile, ma necessario, e farlo attraverso una canzone a volte può essere il giusto antidoto per ritrovare le nostre verità.
ALFONSO CHENG – @alfonsocheng_sub.ita
Da Nocera Inferiore con furore (non quello di Paola & Chiara, ma forse meglio così), Alfonso Cheng, oltre al suo mondo post punk con i LAMECCA, ha deciso di mostrare di quante sfaccettature sia composto in realtà il suo immaginario passando dall’hyper-pop al rock lo-fi. Fanculo i Guns e CSI, come dice anche nel suo ultimo singolo Amore/Rumore con Moci: vogliamo sentire qualcuno che ci racconti dell’amore impossibile, dell’amara dolcezza dell’ossessione e di piccole miss inafferrabili.
B.ESTYE – @b.estiola
Ma qual è il mio posto? È la domanda che risuona in alter-ego. Fame di vita, pelle che si sfiora, sguardi che si incrociano e che feriscono come coltelli: b.estye è tra gli artisti più interessanti dell’ultimo periodo per diverse ragioni, ma quella che forse da subito colpisce è la sua scrittura, a tratti onirica, a tratti persa in una realtà così vivida da ferire, dove emergono immagini evocative che rimangono incastrate tra i pensieri. Lo-fi? Synth-pop? Certo, ma non solo. L’avrete già capito, ma b.estye sa come farci emozionare.
AYLE – @ayledamned666
Se ancora non doveste avere ben presente la direzione che la musica italiana prenderà nei prossimi mesi, ascoltate Ayle e vi sarà subito chiaro quello che vi state perdendo. Pop rock in grado di conquistarci già dall’intro di chitarra acustica che si fonde poi in un beat più sporco e vicino alla trap, la sua ATTENZIONE (prodotta da Jiz) nasce come un racconto intimo del suo ADHD. Non è, però, solo questo: infatti, si tratta di un riassunto esplosivo della sua attitudine, della rabbia e della voglia di farsi finalmente sentire. È solo l’esordio dell’artista di Livorno, ma senza dubbio ne sentiremo parlare di nuovo.
BOWSER – @bowser.music
Va bene, forse non possiamo definirlo proprio un artista emergente, anzi, considerando le case di produzione che ha alle sue spalle dovremmo essere anche un po’ intimoriti. Ammettiamolo: SIAMO stati conquistati dall’esordio nel mondo della musica di Bowser, con la sua Peaches, romantico e disincantato racconto di un amore impossibile, così intenso da arrivare all’ossessione, ma in fondo così vero da non poter essere ignorato.
