
Se hai girato abbastanza a lungo nei meandri di internet e SC, ti sei intrippato con le recenti estetiche Dreamcore, Digicore, Nightcore (chi più ne ha più ne metta) e hai ascoltato Hyperpop fino allo sfinimento, allora questa intervista sarà pane per i tuoi occhi. Siamo in questa occasione racconta più da vicino uno dei visual artist underrated, oscurato in un certo senso dalla sua stessa fama di musicista.
Classe 99 nato a Palermo @foreverboymush anche @salviasnack (semplicemente Francesco per chi lo conosce da una vita) è un artista, posiamo dire poliedrico e versatile.
Responsabile in gran parte della diffusione di un’estetica che guarda le correnti artistiche di internet sopracitate, e le traduce nel suo stile grafico visivo, diventando così uno tra i visual artist più presenti nell’ambiente musicale underground.
Partiamo però con ordine: Parlaci prima del tuo nome d’arte. Raccontaci la storia e il perché di “Foreverboymush“?
“Ho iniziato ad approcciarmi al mondo dell’arte nel 2015/2016 con il mondo dei graffiti, e lì ero più orientato sulla cultura Hip-Hop. Iniziai a fare dei graffiti, e nel mondo dei graffiti urban devi per forza trovarti uno street name per taggarti. E mi sono ricordato che da piccolo, ma comunque anche ora, ho sempre avuto i capelli molto a caschetto (mush), da lì parte tutto.
Vorrei approfondire un po’ invece della tua arte e della tua chiave stilistica personale.
Alla fine la cosa più bella dell’arte è il fatto che non ha delle regole scritte, o quantomeno c’è ne sono alcune per far uscire la roba in maniera più pulita, però se vuoi fare qualcosa in ambito artistico che sia esclusivamente riconoscibile da te (un po’ come nella musica), c’è bisogno di fare una ricerca a 360° e saper usare anche dei tool che sono considerati basic.
Raccontaci un po’ del tuo percorso tra musica, arte e grafica così possiamo creare un ordine cronologico del tuo percorso artistico visivo.
“Coi graffiti ho iniziato nel 2016 e dopo con la musica nel 2018. Mi sono fatto un paio d’anni di graffiti, poi ho iniziato a fare musica. Ho quittato il mondo del Graffiti Writing.
Nel 2020, dopo un po’ che avevo iniziato a fare musica ho iniziato a sperimentare di più e fare delle robe in ambito artistico visivo, quindi mi sono messo a fare un po’ di fotografia, videomaking, grafica, animazione 2D, etc.”
Come è nata la passione per la grafica e art direction? Vogliamo sapere tutto, da dove è partito il tutto e come.
“Mi sono avvicinato di più verso le visual art e grafiche tramite la musica, lì ho conosciuto diverse persone molto in gamba. Una di queste persone è 6CR, un ragazzo di Catania che fa musica e grafica 3D, fa robe veramente fighissime. Lui allora già faceva grafica perché aveva studiato all’accademia. Io disegnavo molto e facevo disegni su carta e, siccome a lui piacevano effettivamente molto i miei disegni, abbiamo combinato delle cose sue e delle cose mie”.
“Poi da lì è iniziato prima con PixArt, mi fa quasi ridere. Poi ho iniziato a interessarmi a quel mondo. Ho iniziato a lavorare a cose di Blender e Photoshop. Poi mi sono avvicinato di più all’animazione e poi al design. Quindi ho iniziato a fare delle locandine per dei live o piuttosto degli artwork. Io avevo un profilo spam su IG, si chiama @salviasnack, ed era un profilo privato in cui mettevo disegni e delle cose varie. Vedevo che alla gente piaceva ciò che facevo e così mi sono detto: Perché non provare ad aprirlo? Feci un sondaggio e il profilo diventò pubblico”.
Lo posso confermare effettivamente ora che conosco tutti i suoi lavori e facendo tutti i collegamenti con le svariate cover che girano su SC e Instagram. Tutti i pezzi del puzzle quadrano ora, è lui l’autore di quelle opere.
Invece per quanto riguarda i software? Cosa usi per creare i tuoi pezzi visivi assurdi?
“A livello di software, quelli che effettivamente uso di più sono il classico Photoshop perché comunque serve a tutto e poi Blender, perché per un periodo ho fatto solo ed esclusivamente roba 3D animazione. Un software carino che avevo trovato, una roba tipo online, l’ho usata più di qualche volta per fare dei modelli più gommosi, più strani, questo software si chiama Monster Mash. Ogni tanto la usavo per avere un effetto un pochino sporco, gommoso e strano. Magari molta gente che ascolterà questa intervista mi lincerà però ci sono volte in cui faccio delle cose su Paint. Mi abbozzo delle cose su Paint e poi le distruggo effettivamente su Photoshop e le rendo totalmente un’altra cosa.
Una cosa che mi piace fare è mescolare un sacco di software diversi e layerare tantissimo.
Tu ti vedi come visual artist/grafico in un futuro?
Magari sempre nel mondo dell’arte.
Approfondirai questa tua passione? è un cosa che spingerai parallelamente alla musica?
Bien bien. Passiamo al main focus dell’intervista HEROIN CHIC, questo progetto bomba e la sua direzione artistica. Quel percorso che racconta l’infanzia con quel mondo spensierato e colorito e la transizione che c’è nella vita adulta.
“È stato un progetto lunghissimo in realtà, perché io sono una di quelle persone che quando ha un’idea di un certo tipo, se la porta dietro per tantissimo tempo. Mi sono messo a lavorare con @fenoaltea e abbiamo deciso che l’album doveva diventare un qualcosa di entrambi, e da lì è nato il sound di Heroin Chic. Poi io mi sono occupato di tutta la parte estetica ma ne abbiamo sempre parlato insieme.
Scoprire questa corrente estetica mi ha mindblowato af. Cosa ti ha colpito di questa estetica che hai preso per il tuo progetto?
“La moda è sempre stata vista come un mondo immacolato, tutti perfetti. Vedere persone delle crackhouse che erano totalmente fuori contesto ed ora erano lì nella moda mi ha fatto innamorare del concetto. Questa contrapposizione tra culto del bello, che c’è sempre nella moda, che veniva rappresentato da queste persone che non hanno effettivamente nulla di perfetto l’ho trovato molto reale.
Con queste references ti ci butti effettivamente dentro la moda. Approfondirai più avanti questa passione?
“Sono abbastanza intrippato con il fattore moda. Per quanto riguarda questo interesse sicuramente vorrei vedermi tra cinque anni tutto vestito con roba realizzata da me anche perché è una cosa che faccio pure da un paio d’anni. Ho sempre fatto delle cose solo per me stesso e non ho mai messo in vendita niente tranne il merch di Heroin Chic che ho fatto con vari collaboratori (@3nriri @4bobu4 e @fobiapaura) ed è stato un esperimento mega interessante e artistico. Abbiamo fatto tre tipi di magliette diverse che propongono tre gusti diversi ed è stata una cosa molto interessante”.
Kate Moss in Calvin Klein. Vogliamo sapere tutto. Come l’hai trovato? È sempre legato alla moda o si aggancia a qualche altro interesse?
“Uno dei modelli principali del periodo Heroin Chic, quindi degli anni 90’, è stata Kate Moss. Forse è stata la modella più famosa a fare quel tipo di lifestyle. Mi ricordo quella volta mentre stavo su YouTube un pomeriggio cercavo degli spunti artistici creativi e trovai questo spot di Calvin Klein con Kate Moss.
“Invece un altro input di cui abbiamo preso ispirazione è stata la fotografia di Davide Sorrenti. Lui è stato uno dei fotografi principali del periodo Heroin Chic e ho preso molta ispirazione da quelle fotografie per comunicare quello che volevo fare. Ovviamente quello che volevo fare non era glorificare l’Heroin Chic o glorificare le droghe ma più esaltare il culto del bello che per me che è l’Imperfezione.”
Siccome tu hai diverse capacità e passioni sempre nel mondo della musica e moda. Da dove nascono le idee per te? Forse da un disegno, un’illustrazione, una fotografia, un suono?
“Tante volte vado ad immagini, come per esempio è stato con Heroin Chic. Mi sono trovato effettivamente una corrente estetica, dei topic, delle parole a cui potevo girare intorno, aggiungendo poi delle cose più spontanee. Però ci sono anche svariate volte in cui le cose nascono per caso. Svariate volte in cui le cose nascono, perché mi viene in mente l’idea di una foto e poi ci scrivo qualcosa o scrivo qualcosa e poi sviluppo quella
cosa in suono, dipende un po’ in realtà dagli input che mi arrivano. La cosa buona di questa cosa è che le cose escono fuori quasi sempre in maniera diversa però c’è sempre una correlazione tra tutto perché poi li costruisco tutta la roba attorno passando da una parte all’altra. Quindi è difficile dire effettivamente se l’idea sia nata da un solo elemento”.
Per ultimo caccia un’immagine o un autore, libro, film che ha ispirato tantissimo la tua arte e la tua creatività.
Mi hai dato un sacco di input!
Grazie Francesco per essere stato qua e concederci un po’ del tuo tempo.
“È stato davvero un piacere”.
Intervista a cura di @vitamine_000, con il supporto di @gelzomina
Video a cura di @vitamine_000
Visuals di @foreverboymush & @salviasnack
Of course a special thanks to @siamounmagazine for the spot
